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mercoledì 1 dicembre 2010

331 - PNUD: LA DEBOLEZZA DELLO STATO FAVORISCE LA POVERTÀ

Un Stato debole, carente di trasparenza ed efficacia, ostacola principalmente lo sviluppo e il benessere delle comunità rurali e della popolazione indigena, stabilisce la nuova relazione nazionale sullo sviluppo umano, elaborata dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PNUD), e presentata il 16 novembre al presidente Álvaro Colom.
René Mauricio Valdez ha consegnato al presidente Álvaro Colom la relazione del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo. Li accompagnano il magistrato Gabriel Medrano, il deputato Gabriel Heredia e Javier Michón, funzionario dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Lo studio è partito dopo che sono stati formulati tre punti interrogativi giungere alla conclusione che lo Stato guatemalteco si trasformi in promotore dello sviluppo, diretto a combattere la povertà.
René Mauricio Valdés, coordinatore residente del PNUD, ha considerato l'urgente necessità che il Guatemala avanzi per quella strada, oltre a garantire l'efficacia e la trasparenza dello Stato, come una delle principali sfide. Bisogna rafforzare le istituzioni di sicurezza e giustizia, le politiche sociali per combattere la povertà e rafforzare i meccanismi per la modernizzazione dell'economia", ha affermato.
In queste materie, come in quelle che si riferiscono ad educazione e salute, il paese mantiene un grave ritardo paragonato con gli altri della regione, evidenziò questo studio.
Linda Asturias, coordinatrice del Programma di Relazioni Nazionali di Sviluppo Umano, ha sottolineato, durante la presentazione del documento, che c'è bisogno di un Stato forte per promuovere benessere e ricchezza per gli abitanti. "Storicamente lo Stato è stato debole, e c'è principalmente molta informazione che lo dimostra, nella capacità fiscale", espose.
L'esperta ha aggiutno che un'altra debolezza ha a che vedere con la mancanza di statistiche ufficiali, che impedisce di ricostruire i dati della burocrazia dal 1980 ad oggi. "Questo ci fa riflettere, perché le decisioni informate sono indispensabili per la continuità delle politiche pubbliche", che non esiste, ha affermato la Asturias.
Gli indicatori di sicurezza e giustizia non sono incoraggianti. Il tasso di omicidi per ognicentomila abitanti è saltito dal 1999 —26—al 2009 —49—. "Nel 2006, il tasso era di 47, mentre in America Latina, di 25, ed quello mondiale, di 9". L'indicatore colloca il Guatemala tra i paesi più violenti del mondo.
Le cifre riflettono che la società guatemalteca si sente sommersa in un nuovo tipo di conflitto che la crea problemi di organizzazione: mafie criminali in aperta sfida allo Stato. E' stato presentato anche il tasso di omicidi nei municipi e come variano d'accordo con l'ubicazione geografica. Sono più alte nel capitale e più basse in posti che non sono capoluoghi dipartimentali.
Per esempio, in Città del Guatemala, il numero medio di omicidi dal 2006 al 2009 è stato di 1.211; Mixco, 354,7; Villa Nueva, 265, e Puerto Barrios, 131,7. In Santo Tomás La Uniòn Suchitepéquez; Concepciòn Chiquirichapa, Quetzaltenango; Sibinal e Rio Blanco, San Marcos, il tasso di omicidi si mantiene a zero.
Nel caso della violenza contro le donne del 2008, le aggressioni sono aumentate da 4.539 a 12.916. L'esperta considera che il Governo ha grandi possibilità di modificare la situazione e spingere azioni per rafforzare lo Stato e migliorare le condizioni di vita dei guatemaltechi.
Inoltre, carenze nelle indagini, mancanza di risorse economiche e di personale, come l'incremento dei fatti criminali sono le principali cause per le quali il 50% della popolazione che si trova nelle prigioni del paese non ha avuto ancora una sentenza.
Secondo il portavoce dell'istituzione, Rudy Esquivel, ad  oggi sono registrati 10.337 uomini reclusi nelle prigioni. Di essi, 4.661 stanno compiendo la sentenza e gli altri si trovano in carcerazione preventiva. Nel caso delle donne, vi sono 759 prigioniere, delle quali 264 stanno compiendo un giudizio dettato da un giudice competente e le altre si trovano ancora in attesa di chiarire la loro situazione giuridica.
Nonostante nei 22 centri carcerari la capacità di detenzione sia di 6.700 persone, attualmente la cifra arriva a 11.096, e ciò evidenzia il sovraffollamento della popolazione reclusa. "Diamo fedele compimento agli ordini giudiziali, benché negli ultimi cinque anni ci sia stato un incremento graduale dei prigionieri", ha riferito Esquivel, che ha aggiunto che le principali cause di detenzione sono furti, sequestri ed estorsioni, tra altri delitti.
Centro di Studi della Guatemala, 16 al 22 novembre 2010