Benvenuti nel blog “Orizzonte Guatemala”! Siamo un gruppo di amici del Guatemala e con questo strumento di comunicazione e condivisione vogliamo contribuire a fare conoscere l’attualità di questo bellissimo paese, al quale ci legano vincoli di amicizia e di solidarietà con tanti amici guatemaltechi.


domenica 24 novembre 2013

803 - INIZIA TAVOLA ROTONDA A HUEHUETENANGO

Ha preso il via una tavola rotonda tra il governo del Guatemala e dei presidenti dei 16 Consigli di Sviluppo della Comunità (Cocodes) a nord di Huehuetenango per risolvere il conflitto generato dal funzionamento della centrale di Santa Cruz.
Secondo una dichiarazione del Ministero dell'Energia e delle Miniere, "non è possibile annullare le licenze minerarie, perché questo viola il diritto degli imprenditori e danneggerebbe più di due milioni di persone che sarebbero senza energia elettrica".
Nel corso della riunione, il governo cerca di sensibilizzare i leader della comunità di non continuare a mettere come condizione per il dialogo l’annullamento delle licenze, perché con questo, "migliaia di persone rimangono senza energia".
Come testimoni d'onore della riunione ci sono Monsignor Alvaro Ramazzini, che è stato uno dei promotori del dialogo, con Jorge De Leon, procuratore dei diritti umani. Hanno partecipato anche Alberto Brunori, rappresentante dell'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.
Pedro Francisco Marcial, rappresentante dei presidenti della COCODES, ha affermato che "la gente vuole sviluppo e vivere in pace".
Mirza Arreaga, deputata per Huehuetenango, ha detto che vede le idroelettriche come "un modo per portare sviluppo, ma mancano una corretta socializzazione e la legislazione per garantire che ciò accada".
Mauro Guzman, deputato del Congresso dello stesso partito, è convinto che un modo per risolvere le divergenze è quello di chiedere al popolo.
Siglo21, 18/11/2013

802 - DA INICIO MESA DE DIÁLOGO EN HUEHUETENANGO

Una mesa de diálogo se inició hoy entre el Gobierno de Guatemala y los presidentes de 16 Consejos Comunitarios de Desarrollo (Cocodes) del norte de Huehuetenango para dar solución al conflicto generado por el funcionamiento de la hidroeléctrica en Santa Cruz.
De acuerdo con un comunicado del Ministerio de Energía y Minas, “no es factible la cancelación de las licencias de minerías, porque con esto se violenta el derecho de los empresarios y se afectaría a más de 2millones de pobladores que quedarían sin energía eléctrica”.
En la reunión, el Gobierno busca hacer conciencia entre los líderes comunitarios para que no sigan poniendo como condición para el diálogo la cancelación de las licencias, ya que con esto, "miles de pobladores quedarían sin energía eléctrica".
Como testigos de honor en la reunión se encuentran monseñor Álvaro Ramazzini, quien ha sido uno de los promotores del diálogo, junto a Jorge De León, Procurador de los Derechos Humanos. Asiste también Alberto Brunori, representante de la Oficina del Alto Comisionado de Naciones Unidas para los Derechos Humanos.
Marcial Francisco Pedro, representante de los presidentes de los cocodes, afirmó que “la población quiere desarrollo y vivir en paz”.
Mirza Arreaga, diputada por Huehuetenango, expresó que ve a las hidroeléctricas como “una forma de generar desarrollo, pero falta socialización y una correcta legislación para garantizar que eso suceda”.
Mauro Guzmán, congresista por el mismo departamento, opina que una forma de solucionar las diferencias sería preguntar al pueblo.
Siglo21, 18/11/2013

mercoledì 13 novembre 2013

801 - L'ONU SOTTOLINEA CINQUE SFIDE PENDENTI PER IL GUATEMALA

L'Organizzazione delle Nazioni Unite, ONU, ha commemorato la firma a 51 mani della Carta delle Nazioni Unite, il 24 ottobre 1945, ratificata dagli allora paesi membri. Oggi, 68 anni dopo, l'ONU riprende le sfide che ancora deve affrontare il Guatemala. "La breccia continua ad essere molto larga. C'è crescita economica, ma poca crescita sociale", si rammarica Valerie Julliand, coordinatore residente del Sistema delle Nazioni Unite.
"La povertà e la disuguaglianza in Guatemala sono più marcate che in altri paesi dell'America Latina", spiega. Il miglioramento, commenta Julliand, incomincia dalla lotta contro la denutrizione. "Se un bambino non è ben nutrito, non può sviluppare il suo potenziale mentale. Non sarà un adulto sano, e se non affrontiamo questo problema, non c'è soluzione."
"La denutrizione limita lo sviluppo del paese. Non avere una buona alimentazione i due primi anni di vita implica un ritardo che non si potrà mai recuperare", ha segnalato Mario Touchette, rappresentante del Programma Mondiale degli Alimenti.
Segue, l'uguaglianza di genere. "Se non si lascia alle donne la possibilità di esercitare i propri diritti così come gli uomini e, inoltre, sono vittime di violenza e non hanno accesso all'educazione e la politica, non si avanzerà mai”, sostiene Julliand.
María Machicado, rappresentante di ONU Donne in Guatemala, ha ricordato che molti di questi temi "hanno profonde cause strutturali." Non possiamo pensare che incrementare i processi per femminicidio riduce la violenza."
Machicado ha stimato come un risultato l'investimento che si sta realizzando, "ma ancora si considera la donna e la bambina come un oggetto di proprietà", commentò.
Bisogna cambiare modelli culturali", affermò Machicado.
La violenza, un altro punto chiave. Il tasso di omicidi è "allarmante", commentò Julliand; "38 per ogni 100.000 abitanti, e nei giovani la cifra aumenta a 170 per 100.000."
Non ci sono spazi sicuri e liberi di violenza. Molte gravidanze sono frutto di delitti", spiegò Yolanda Ávila, rappresentante del Fondo per la Popolazione delle Nazioni Unite.
Infine, la salute. "Non esistono condizioni per garantire l'implementazione dei diritti sessuali e riproduttivi, la popolazione indigena e rurale non ha accesso", denunciò Avila. "La risposta istituzionale non raggiunge la copertura del 100%."
Ernesto Sinópoli, rappresentante dell'ONU per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO, in inglese), ha spiegato che il problema della denutrizione è serio e che deve lavorarsi per sradicare la fame, ed ha affermato che nei prossimi quattro anni appoggeranno programmi di sviluppo rurale con enfasi sull'agricoltura familiare.
Il capo della Segreteria per la Sicurezza Alimentare e Nutrizionale (Sesán), Luis Enrique Monterroso, ha indicato che le valutazioni delle agenzie internazionali non includono gli avanzamenti del “Patto Fame Zero” perché si basano su dati ufficiali, richiesti nell'inchiesta sulla Salute Materno Infantile del 2009.
La seconda preoccupazione dell'ONU è il tasso di omicidi di 38 per 100.000, e che in alcuni regioni arriva a 80 per 100.000.
Il coordinatore residente ha detto che, separando i dati, la popolazione più colpita è quella dei giovani tra 15 e 23 anni, poiché il tasso può arrivare fino a 170 omicidi per 100.000 abitanti. Ha sottolineato che i paesi in guerra hanno un tasso di 80 morti per 100.000 abitanti.
Il presidente Otto Pérez Molina assicurò nello scorso agosto che il tasso di omicidi era diminuito del 15% in tutto il paese e che nel dipartimento di Guatemala era di 5%.
Richard Barathe, direttore per il Guatemala del Programma dell'ONU per lo Sviluppo, ha sottolineato i problemi di governabilità e gli alti livelli di conflittualità causati specialmente dal rifiuto dello sfruttamento di risorse naturali.
Barathe assicurò che appoggeranno il paese per ridurre questi indici.
Durante i primi 15 mesi di governo, secondo dichiarazioni del vicepresidente Roxana Baldetti, sono stati risolti sette conflitti sociali, di 1.200 che c'e ne sono nel paese, molti dei quali sono latenti da anni.
Il rappresentante dell'ONU per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco), Julio Carranza, ha spiegato che l’Unesco è preoccupata per la violenza contro i giornalisti. Ha affermato che il Governo deve garantire il lavoro che fa la stampa e provvedere condizioni per effettuare con libertà questo lavoro.
Il Dirigente annunciò nello scorso agosto che avrebbe installato un sistema di protezione per i giornalisti, affinché un'unità di investigazione determini chi sono i responsabili degli attacchi contro la corporazione e che siano processati.
Ricardo García, coordinatore del Programma dell'ONU sul HIV in Guatemala (Onusida), ha spiegato che in America Centrale il Guatemala è l'unico che si considera ancora "di impatto", poiché esistono sfide e brecce importanti nell'accesso alle cure e alla prevenzione.
Il funzionario ha assicurato che nel paese non si è superata la trasmissione del virus da madre a figlio durante il parto.
Il Ministero della Salute ha un budget di 17 milioni di quetzales per la cura dei pazienti con HIV, ma destina 15 milioni di quetzales in medicine. Altri coordinatori parlarono di femminicidio e violenza contro la donna, dovuto a cause strutturali, migrazioni, specialmente della popolazione rurale, indigena e povera, e gravidanze in adolescenti che aumentano.
Centro de Estudios de Guatemala, 23-29/10/2013

800 - ONU RESALTA CINCO DESAFÍOS PENDIENTES PARA GUATEMALA

La Organización de las Naciones Unidas (ONU) conmemoró la firma a 51 manos de la Carta de las Naciones Unidas, el 24 de octubre de 1945, ratificada por los entonces países miembros. Hoy, 68 años después, la ONU repasa los retos que todavía debe enfrentar Guatemala. “La brecha sigue siendo muy larga. Hay crecimiento económico, pero poco crecimiento social”, lamenta Valerie Julliand, coordinadora residente del Sistema de las Naciones Unidas.
“La pobreza y la desigualdad en Guatemala son más marcadas que en otros países de América Latina”, explica. La mejora, comenta Julliand, empieza por la lucha contra la desnutrición. “Si un niño no es bien nutrido, no puede desarrollar su potencial mental. No será un adulto sano, y si no enfrentamos este problema, no hay solución”.
“La desnutrición limita el desarrollo del país. No tener una buena alimentación los dos primeros años de vida implica un retraso que nunca se podrá recuperar”, alarmó Mario Touchette, representante del Programa Mundial de Alimentos.
Después, la igualdad de género. “Si no se deja a las mujeres la posibilidad de ejercer sus derechos de la misma manera que los hombres y, además, son víctimas de violencia y no tienen acceso a la educación y a la política, nunca se avanzará”, resumió Julliand.
María Machicado, representante de ONU Mujeres en Guatemala, recordó que muchos de estos temas “tienen profundas causas estructurales”. “No podemos pensar que incrementando los juzgados de feminicidio vamos a reducir la violencia”.
Machicado valoró como un logro la inversión que se está realizando, “pero todavía se considera a la mujer y niña como un objeto de propiedad”, comentó.
“Hay que cambiar patrones culturales”, afirmó Machicado.
La violencia, otro punto clave. “La tasa de homicidios es alarmante”, comentó Julliand; “38 por cada 100 mil habitantes, y en los jóvenes la cifra asciende a 170 por 100 mil”.
“No hay espacios seguros y libres de violencia. Muchos embarazos son fruto de delitos”, explicó Yolanda Ávila, representante del Fondo de Población de las Naciones Unidas.
Por último, la salud. “No existen condiciones para garantizar la implementación de los derechos sexuales y reproductivos, la población indígena y rural no tiene acceso”, denunció Ávila. “La respuesta institucional no alcanza la cobertura del cien por cien”.
Ernesto Sinópoli, representante de la ONU para la Alimentación y la Agricultura (FAO, en inglés), explicó que el problema de desnutrición es serio y que se debe trabajar para erradicar el hambre, y afirmó que en los próximos cuatro años apoyarán programas de desarrollo rural con énfasis en la agricultura familiar.
El jefe de la Secretaría de Seguridad Alimentaria y Nutricional (Sesán), Luis Enrique Monterroso, ha indicado que las evaluaciones de las agencias internacionales no incluyen los avances del Pacto Hambre Cero porque se basan en datos oficiales, recabados en la encuesta de Salud Materno Infantil del 2009.
La segunda preocupación de la ONU es la tasa de homicidios de 38 por cien mil habitantes, y que en algunas regiones llega a 80 por 100 mil.
La coordinadora residente dijo que, al separar los datos, la población más afectada son los jóvenes de entre 15 y 23 años, ya que la tasa puede llegar hasta 170 homicidios por cien mil habitantes. Destacó que los países en guerra tienen una tasa de 80 muertes por cien mil habitantes.
El presidente Otto Pérez Molina aseguró en agosto último que la tasa de homicidios se redujo 15 por ciento en todo el país y que en el departamento de Guatemala era de 5 por ciento.
Richard Barathe, director de país del Programa de la ONU para el Desarrollo, destacó los problemas de gobernabilidad y altos niveles de conflictividad causados en especial por el rechazo a la explotación de recursos naturales.
Barathe aseguró que apoyarán al país para reducir estos índices.
Durante los primeros 15 meses de gobierno, según declaraciones de la vicepresidenta Roxana Baldetti, se solucionaron siete conflictos sociales, de mil 200 que hay en el país, muchos de los cuales se arrastran desde años atrás.
El representante de la ONU para la Educación, la Ciencia y la Cultura (Unesco), Julio Carranza, explicó que a esa agencia le preocupa la violencia que se genera contra los periodistas. Aseguró que el Gobierno debe garantizar el trabajo que hace la Prensa y proveer condiciones para efectuar con libertad esta labor.
El Ejecutivo anunció en agosto último que instalaría un sistema de protección a periodistas, para que una unidad de investigación determine quiénes son los responsables de los ataques contra el gremio y que sean llevados a los tribunales.
Ricardo García, coordinador del Programa conjunto de la ONU sobre el VIH Sida en Guatemala (Onusida), explicó que en Centroamérica el país es el único que todavía se considera “de impacto”, debido a que existen desafíos y brechas importantes en el acceso a tratamiento y prevención.
El diplomático aseguró que en el país no se ha superado la transmisión del virus de madre a hijo durante el parto.
El Ministerio de Salud tiene un presupuesto de Q17 millones para la atención de pacientes con VIH, pero destina Q15 millones en medicamentos. Otros coordinadores hablaron sobre femicidio y violencia contra la mujer, debido a causas estructurales, migraciones, especialmente de la población rural, indígena y pobre, y embarazos en adolescentes, que se incrementan.
Centro de Estudios de Guatemala, 23-29/10/2013

sabato 9 novembre 2013

799 - CASI DI GENOCIDIO NON DEVONO RICEVERE AMNISTIA: NAVY PILLAY

Navy Pillay, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani, ha ricordato che i casi di genocidio non devono godere di amnistia. Questa affermazione è stata espressa dopo che la Corte di Costituzionalità ha emesso una sentenza a beneficio di Efraín Ríos Montt, nella quale si ordina ad un tribunale di argomentare il perché essere concede o rifiuta questo beneficio all'accusato.
“Spero che il giudizio a Rios Montt conduca, alla fine, al giustizia tanto anelata da migliaia di vittime di gravi violazioni di diritti umani e crimini contro l'umanità, commesse durante i 36 anni di conflitto in Guatemala”, dichiarò Pillay in un'intervista a Radio ONU.
L’Alto Commissario ha segnalato che l'amnistia non deve essere mai applicata al genocidio e ai crimini contro l'umanità, per quello ha sottolineato che gli Stati hanno l'obbligo di rispettare le leggi internazionali che così stabiliscono.
Rios Montt è stato condannato a 80 anni di prigione, lo scorso 10 maggio, per i delitti di genocidio e contro l'umanità, per la morte di 1.771 membri dell'etnia Ixil, in Quiché, durante il suo governo.
Tuttavia, 10 giorni dopo la sentenza, la Corte Costituzionale il CC ha revocato la condanna, affermando che erano avvenuto errori durante il processo.
Mercoledì 23 ottobre, la Suprema Corte ordinò al Tribunal A de Mayor Riesgo di emettere una nuova risoluzione nella quale stabilisca perché al generale in pensione si deve applicare o no l'amnistia, basandosi sul Decreto 8-86.
Questo Decreto concedeva l’amnistia ai militari e guerriglieri che commisero violazioni tra il 23 marzo 1982 ed il 1 gennaio 1986, tuttavia rimase senza validità dopo la Legge di Riconciliazione Nazionale.
Centro de Estudios de Guatemala, 23-29/10/2013

798 - CASOS DE GENOCIDIO NO DEBEN TENER AMNISTÍA: NAVY PILLAY

Navy Pillay, Alta Comisionada de Naciones Unidas para los Derechos Humanos, recordó que los casos de genocidio no deben gozar de amnistía, la postura fue expresada luego de que la Corte de Constitucionalidad (CC) emitió un fallo a favor de Efraín Ríos Montt, en el que se ordena a un tribunal argumentar el por qué ser otorga o deniega este beneficio al acusado.
Espero que el juicio a Ríos Montt conduzca, al final, a la tan anhelada justicia para miles de víctimas de graves violaciones de derechos humanos y crímenes contra la humanidad, cometidos durante los 36 años de conflicto en Guatemala, declaró Pillay en una entrevista a Radio ONU.
La Alta Comisionada señaló que la figura de la amnistía nunca debe ser aplicada al genocidio y a los crímenes contra la humanidad, por lo que enfatizó que los Estados tienen la obligación de respetar las leyes internacionales que así lo estipulan.
Ríos Montt fue condenado a 80 años de prisión, el pasado 10 de mayo, por los delitos de genocidio y contra la humanidad, por la muerte de 1 mil 771 miembros de la etnia Ixil, en Quiché, durante su gobierno.
Sin embargo, 10 días después de la sentencia, la CC revocó la condena argumentando que habían existido errores durante el proceso.
El miércoles 23 de octubre, la Máxima Corte ordenó al Tribunal A de Mayor Riesgo emitir una nueva resolución en la que fundamente porque el militar retirado debe aplicar o no a la amnistía, basándose en el Decreto 8-86.
Este Decreto daba amnistía a los militares y guerrilleros que cometieron violaciones entre el 23 de marzo de 1982 y el 1 de enero de 1986, sin embargo quedó sin vigencia tras la Ley de Reconciliación Nacional.
Centro de Estudios de Guatemala, 23-29/10/2013