Benvenuti nel blog “Orizzonte Guatemala”! Siamo un gruppo di amici del Guatemala e con questo strumento di comunicazione e condivisione vogliamo contribuire a fare conoscere l’attualità di questo bellissimo paese, al quale ci legano vincoli di amicizia e di solidarietà con tanti amici guatemaltechi.


martedì 29 ottobre 2013

797 - DITTATORE GUATEMALTECO PUÒ ESSERE AMNISTIATO PER I CRIMINI DI GENOCIDIO

Il dittatore José Efraín Ríos Montt, che governò il Guatemala negli anni 1982-1983 ed è stato condannato per genocidio e crimini di guerra, può potrebbe essere libero delle accuse. Questo perché la Corte costituzionale ha sostenuto, mercoledì 24 ottobre, la retroattività della amnistia generale adottata nel paese nel 1986, creando un precedente per la liberazione del generale di 87 anni. La notizia ha suscitato critiche da parte delle organizzazioni per i diritti umani all'interno e all'esterno del paese. Amnesty International (AI) afferma che una eventuale amnistia Rios Montt sarebbe una "farsa giudiziaria". In un comunicato, Sebastian Elgueta, ricercatore per il Guatemala di AI, avverte: "Questo nuovo sviluppo è allarmante. Se confermato, il paese avrà regredito diversi decenni. L’amnistia non può mai essere applicata al genocidio e ai crimini contro l'umanità", dice, aggiungendo che della decisione beneficeranno anche gli altri condannati per sparizioni forzate, violenze sessuali, torture e omicidi.
In questo contesto, la Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH) sta chiedendo ai parlamenti dei 28 Stati membri dell'UE di non ratificare l' Accordo di associazione UE - America centrale. In una dichiarazione, la FIDH esprime la sua costernazione per la decisione e mette in discussione l'indipendenza e l'imparzialità della Corte Costituzionale.
La Fondazione Rigoberta Menchú si è espressa chiedendo cautela e allertando in modo che non ci sia un errore di interpretazione delle informazioni rese dalla Corte costituzionale. Anche così, chiede alla società guatemalteca di essere vigile su possibili manovre della Corte e per affermare che tutte le persone siano giudicate nel rispetto della Costituzione e del diritto internazionale, in modo che i reati di ogni genere non rimangano impuniti.
E’ necessario ricordare che la Corte ha concesso l'amnistia, ma ha chiesto al giudice del Tribunal de Mayor Riesgo A, Patricia Flores, di emettere una risoluzione chiedendo perché accetta la richiesta di cancellazione della pena da parte della difesa del militare. Le critiche risiedono nel fatto che, al momento di valutare le argomentazioni della difesa, esiste la possibilità di amnistia al dittatore.
L'articolo 8 della Legge di Riconciliazione Nazionale del 1996, che prevede l'amnistia per i reati politici commessi durante il conflitto armato interno, limita il campo di applicazione di tale beneficio, in modo che rimanga chiaro che "l'estinzione della responsabilità penale alla quale si riferisce la legge non si applica ai crimini di genocidio, tortura e sparizione forzata, così come dei delitti che siano imprescrittibili, o prevedano l’estinzione della responsabilità penale ai sensi del diritto nazionale con i trattati internazionali ratificati dal Guatemala".
Rios Montt ha governato il Guatemala dal 23 marzo 1982 al 8 agosto 1983. In quel breve periodo fu intensa la repressione militare contro l’etnia indigena Ixil, che rappresenta uno dei più piccoli gruppi di sopravvissuti Maya del paese. Si stima che in quasi un anno e mezzo di governo complessivo, 1.771 indigeni sono stati uccisi.
Il dittatore è stato condannato nel maggio di quest'anno a 80 anni di carcere. Tuttavia, 10 giorni dopo, la sentenza è stata ribaltata dalla Corte costituzionale per vizi di forma, per questo motivo, il processo è stato riaperto. Rios Montt è oggi agli arresti domiciliari in attesa del risultato del suo processo. Un nuovo processo avrà inizio nel mese di aprile 2014.
Adital, 25/10/2013

796 - DICTADOR GUATEMALTECO PUEDE SER AMNISTIADO POR DELITOS DE GENOCIDIO

El dictador José Efraín Ríos Montt, que gobernó Guatemala entre 1982 y 1983 y que fue condenado por genocidio y delitos de guerra, puede estar cerca de quedar libre de las acusaciones. Esto porque la Corte Constitucional apoyó, el último miércoles, 24 de octubre, la retroactividad de la amnistía general adoptada en el país en 1986, lo que abre precedente para la liberación del general de 87 años. La noticia generó críticas de parte de organizaciones de derechos humanos de dentro y fuera del país.
Amnistía Internacional (AI) afirma que una eventual amnistía de Ríos Montt sería una "farsa judicial”. En un comunicado, Sebastián Elgueta, investigador para Guatemala de AI, alerta: "Esta nueva evolución es alarmante. Si se confirma, el país habrá retrocedido varias décadas. Las amnistías nunca pueden ser aplicadas al genocidio y a los delitos contra la humanidad”, manifiesta, agregando que la decisión beneficiará también a otros condenados por desapariciones forzadas, violencia sexual, tortura y asesinatos.
En ese contexto, la Federación Internacional de Derechos Humanos (FIDH) está solicitando a los parlamentos de los 28 Estados de la Unión Europea que no ratifiquen el Acuerdo de Asociación Unión Europea - América Central. En un comunicado, la FIDH manifiesta su consternación ante la decisión judicial y cuestiona la independencia e imparcialidad de la Corte Constitucional.
La Fundación Rigoberta Menchú también se manifestó pidiendo cautela y alertando para que no haya una interpretación equivocada de la información divulgada por la Corte Constitucional. Aún así, pide a la sociedad guatemalteca que se mantenga alerta sobre las posibles maniobras de la Corte y para que reivindique que todas las personas sean juzgadas respetándose la Constitución Política y el derecho internacional, para que delitos de cualquier naturaleza no queden impunes.
Cabe recordar que la Corte no concedió la amnistía, pero pidió a la jueza de Mayor Riesgo "A”, Patricia Flores, que emita una resolución fundamentando por qué acepta el pedido de anulación de pena realizado por la defensa del militar. Las críticas residen en el hecho de que, al evaluarse los argumentos de la defensa, existe la posibilidad de amnistía al dictador.
El artículo 8 de la Ley de Reconciliación Nacional, de 1996, en que se prevé la amnistía para delitos políticos cometidos durante el conflicto armado interno, limita el alcance de ese beneficio, de modo que deja en claro que "la extinción de la responsabilidad penal a que se refiere la ley no será aplicable a los delitos de genocidio, tortura y desaparición forzada, así como a los delitos que sean imprescriptibles o que no admitan la extinción de responsabilidad penal de conformidad con el derecho interno a los tratados internacionales ratificados por Guatemala”.
Ríos Montt gobernó Guatemala del 23 de marzo de 1982 al 8 de agosto de 1983. En ese corto período, la represión militar fue intensa en contra de comunidades indígenas ixiles, etnia que representa uno de los menores grupos maya sobrevivientes del país. Se estima que, en este casi año y medio de gobierno del general, 1.771 indígenas fueron asesinados.
El dictador fue condenado en mayo de este año a 80 años de prisión. Sin embargo, 10 días después, la decisión judicial fue anulada por la Corte Constitucional por errores de procedimiento, que por ese motivo, el proceso volvió a abrirse. Ríos Montt se encuentra hoy con prisión domiciliaria esperando el resultado de su proceso judicial. Un nuevo juicio va a comenzar en abril de 2014.
Adital, 25/10/013

lunedì 28 ottobre 2013

795 - MONS. RAMAZZINI SULLE SOCIETÀ MINERARIE STRANIERE

Le società minerarie, principalmente canadesi, che sfruttano l'oro, l'argento e altri metalli in Guatemala e in Messico, "non solo lasciano soltanto le briciole, ma stanno generando conflitti sociali, e poi, in aggiunta, distruggono l'ambiente". E’ quanto afferma il Vescovo di Huehuetenango, in Guatemala, Sua Ecc. Mons. Alvaro Leonel Ramazzini Imeri. In una nota pervenuta all’Agenzia Fides, il Vescovo sottolinea che "per mantenere la pace sarebbe sufficiente fermare lo sfruttamento delle miniere in Guatemala", dove attualmente quattro miniere estraggono metalli, ma è noto che più di 168 lavorano senza autorizzazione.
"In Guatemala si assiste da più di otto anni ad una lotta per i cambiamenti nella legge mineraria. Ci sono gruppi contrari all'estrazione… Noi proponiamo una riforma profonda che davvero chiuda l'attività del settore estrattivo" ha detto il Vescovo parlando anche a nome della comunità locale. Quindi ha ribadito: "è sempre meglio consultare la popolazione circa l'attività mineraria. Per esempio a Huehuetenango, confinante con il Chiapas, praticamente tutta la popolazione non vuole questo tipo di attività mineraria, e dei 32 comuni, 30 sono contrari".
Mons.Ramazzini Imeri ha denunciato inoltre che queste compagnie minerarie "producono solo mali per l'impatto ambientale: lo spreco dell'acqua nelle zone dove scarseggia, l'uso di cianuro che va a finire nei fiumi. Alla fine poi non ci sono neanche vantaggi economici per il paese". Anche le aziende canadesi rappresentano "un generatore di conflitto sociale, poiché non rimane niente della ricchezza che dicono di lasciare alle comunità: infatti dell'1 per cento che devono pagare secondo la legge, lo 0,5 per cento va al comune e l'altro 0,5 al governo centrale".
Agenzia Fides, 23/10/2013

794 - MONS. RAMAZZINI SOBRE LAS EMPRESAS MINERAS EXTRANJERAS

Las empresas mineras, principalmente canadienses que explotan oro, plata y otros mentales en Guatemala y en México “no sólo dejan migajas sino que son generadoras de conflictos sociales, además de que destruyen el medio ambiente”. Es lo afirmado por el obispo de Huehuetenango, en Guatemala, Su Exc. Mons. Alvaro Leonel Ramazzini Imeri. En una nota recibida en la Agencia Fides, el obispo subraya que “para mantener la paz sería suficiente que paremos la explotación de minas en Guatemala”, donde actualmente se extraen metales de cuatro minas pero se sabe que trabajar por lo menos 168 más sin autorización.
“En Guatemala se asiste a una lucha desde hace más de ocho años para lograr cambios en la Ley de Minería. Hay muchos grupos en contra de la extracción... Nosotros proponemos hacer una reforma profunda que realmente cierre las actividades de industria de extracción” ha dicho el obispo hablando también en nombre de la comunidad local. Luego ha añadido: “lo ideal es que se consulte a los pueblos” acerca de la explotación minera porque por ejemplo en Huehuetenango, departamento colindante con Chiapas, prácticamente “todas las poblaciones no quieren ya minería; de los 32 municipios, 30 se oponen”.
Mons. Ramazzini Imeri ha denunciado además que las empresas que explotan minas “generan muchos males por el impacto ambiental: el uso del agua en países donde comienza a escasear, el uso del cianuro y conflictividad, además de que dejan poquísimas ventajas económicas”. Además las compañías canadienses “son un generador de conflictividad social, porque no dejan nada de riqueza para las comunidades: porque del 1 por ciento de lo que deben pagar según la ley, el 0.5 por ciento va al ayuntamiento y el otro 0.5 al gobierno central”.
Agencia Fides, 23/10/2013

793 - MGR. RAMAZZINI ON FOREIGN MINING COMPANIES

The mining companies, mostly Canadian, which exploit the gold, silver and other metals in Guatemala and Mexico, "not only leave crumbs, but are generating social conflicts, and then, in addition, destroy the environment". This is what the Bishop of Huehuetenango, Guatemala, His Exc. Mgr. Alvaro Leonel Ramazzini Imeri said. In a note sent to Fides Agency, the Bishop points out that "in order to maintain peace it would be enough to stop the exploitation of mines in Guatemala", where currently four mines extract metals, but it is known that more than 168 work without permission.
"For eight years there has been a struggle for changes in the mining laws in Guatemala. There are groups opposed to the extraction ... We propose a radical reform that closes the mining sector activity", said the Bishop speaking also on behalf of the local community. Then he reiterated: "It is always best to consult the population about the mining activity. For example, in Huehuetenango, bordering Chiapas, virtually the entire population does not want this type of mining, and out of 32 municipalities, 30 are opposed".
Msg. Ramazzini Imeri also denounced that these mining companies "have a negative environmental impact: the waste of water in areas where it is scarce, the use of cyanide which ends up in the rivers. There are no economic benefits for the country". Canadian companies also represent "a generator of social conflict, since there is nothing left of the wealth they say they leave to the community: in fact out of the 1 per cent they have to pay according to the law, 0.5 percent goes to the municipality and the another 0.5 to the central government".
Agenzia Fides 23/10/2013