Benvenuti nel blog “Orizzonte Guatemala”! Siamo un gruppo di amici del Guatemala e con questo strumento di comunicazione e condivisione vogliamo contribuire a fare conoscere l’attualità di questo bellissimo paese, al quale ci legano vincoli di amicizia e di solidarietà con tanti amici guatemaltechi.


sabato 29 gennaio 2011

375 - '' NON PRIVERAI DEI LORO DIRITTI I MIGRANTI ''

La Commissione di Pastorale della Mobilità Umana e la Conferenza Episcopale del Guatemala, preoccupate dai continui sequestri, uccisioni e deportazioni massicce di emigranti centroamericani e messicani, rendono pubblico questo comunicato alla comunità nazionale ed internazionale, diretto in particolare ai governi della regione:
1. Si constata come l'applicazione di politiche migratorie restrittive in nome della "sicurezza nazionale" ha condannato a morte a migliaia di emigranti che cercano la realizzazione integrale dei loro sogni per mezzo di un lavoro degno ed onesto. Molte leggi in paesi che si considerano cristiani non incarnano i valori di un'etica davvero cristiana. Mai, come ora, si è dimenticato il rispetto dovuto alla vita umana. L'applicazione in forma eccessiva di sanzioni alle persone sprovviste di documenti contraddice i principi del libero spostamento previsto negli strumenti internazionali.
2. La Chiesa Cattolica, fondata sui principi evangelici della Dottrina Sociale, sostiene che la dignità delle persone ed i diritti inerenti non hanno frontiere, e devono essere rispettati in tutte le nazioni del mondo. Ai nostri giorni si parla tanto sia a favore sia contro gli emigranti, tuttavia, gli Stati devono accettare che non sono coerenti nella pratica di difendere il diritto umano di libero spostamento.
A ciò si aggiunge, deplorevolmente, ciò che è successo negli ultimi tempi: la negazione del Dream Act nei gli Stati Uniti, che impedisce ai giovani il diritto ad uno sviluppo integrale.
3. Attualmente con la diffusione del razzismo e della xenofobia, gli emigranti vivono quotidianamente nei paesi di transito e destinazione delle violazioni ai loro diritti umani con le pratiche nefaste delle detenzioni, retate, sequestri, e massacri. Attraverso WIKILEAK è stata evidenziata l’esistenza di negoziazioni segrete tra i governi degli Stati Uniti e del Messico per investigare gli emigranti nelle prigioni del Messico e trovare ragioni per accusarli. Questa pratica, se è vera, è un grave attentato contro la vita e la dignità della persona umana ed una tremenda violazione etica dei diritti degli emigranti.
4. Esistono accordi e trattato internazionali che difendono i diritti degli emigranti. In base ad essi devono svilupparsi sistemi di detenzione moderni con meccanismi che difendano l'integrità fisica e morale degli emigranti, prevengano aggressioni e rispettino i loro diritti. In questo contesto condanniamo fermamente qualunque ingerenza delle agenzie di investigazione governative nel controllo ed investigazione degli emigranti.
5. Le legittime autorità dello Stato hanno l'obbligo di proteggere gli emigranti da qualunque aggressore. Per questo non può giustificarsi moralmente il ricorso alle retate, agli incarceramenti e alle deportazioni di massa.
6. Esprimiamo il nostro disaccordo con l'argomento che l'applicazione dei controlli di frontiera e la militarizzazione delle frontiere ridurrà gli indici di criminalità della nostra società commessi dal narcotraffico e dal crimine organizzato. È una errore promettere porre fine alla delinquenza e al crimine organizzato promuovendo progetti come il piano Merida, che è fallito nella regione ed è diventato una strategia per fermare gli emigranti. La soluzione per evitare la migrazione forzata eticamente è l'applicazione di politiche di sviluppo sociale, per ristabilire il tessuto sociale rotto da un'economia neoliberale globalizzata e selvaggia. Con questo comunicato chiediamo il rafforzamento del sistema di protezione dei diritti umani degli emigranti, affinché sia efficiente, efficace ed umano. Ugualmente sollecitiamo principalmente il rafforzamento del sistema di giustizia degli Stati che condanni le azioni criminali contro gli emigranti, di coloro che transitano in Messico e sono ingiustamente incarcerati nelle prigioni di Messico, Stati Uniti ed America Centrale.
Infine eleviamo le nostre richieste ai Governi degli Stati Uniti e del Messico, affinché facciano uso delle facoltà che concede la Convenzione Internazionale dei Diritti umani dei lavoratori migratori e dei loro parenti, e si compia il rispetto dei diritti delle persone migranti. Chiediamo al Governo della Repubblica del Guatemala di incrementare la vigilanza sulle azioni dei governi di Messico e Stati Uniti, per contrastare la situazione di vulnerabilità degli emigranti. Esortiamo con fermezza i Rappresentanti e Senatori Repubblicani e Democratici degli Stati Uniti affinché rendano più veloce la riforma migratoria, che sia umana, integrale e comprensiva. Desideriamo che il Governo del Messico non attenui gli sforzi nella lotta ai sequestratori e che non criminalizzi gli emigranti. Speriamo in azioni chiare a beneficio del rispetto la vita degli emigranti.
Tutti noi che viviamo in questa regione delle Americhe siamo chiamati a costruire una vera cultura di rispetto della vita, principalmente degli emigranti, e a collaborare efficacemente per combattere la violenza e la morte che causano dolore e sofferenze a centinaia di famiglie.
Non vogliamo concludere questo comunicato senza invocare su tutti i nostri paesi la benedizione di Dio Nostro Padre e chiedere alla Sacra Famiglia che protegga la vita di coloro che emigrano.
Città del Guatemala, 28 Gennaio 2011.
.
Mons.Alvaro Ramazzini Imeri,
Presidente della Pastorale della Mobilità Umana
Conferenza Episcopale del Guatemala

374 - ''NO ROBARÁS EL DERECHO DEL MIGRANTE'' (Ex. 20,15)

La Comisión de la Pastoral de Movilidad Humanad e la CEG, preocupada ante los constantes secuestros, muertes y deportaciones masivas de migrantes centroamericanos y mexicanos hace público este comunicado a la comunidad nacional e internacional, dirigido en particular a los gobiernos de la región:
1. Se constata que la aplicación de políticas migratorias restrictivas en nombre de la "seguridad nacional" ha condenado a muerte a miles de migrantes que buscan la realización integral de sus sueños a través de un trabajo digno y honrado. Muchas leyes en países que se consideran cristianos no encarnan los valores de una ética verdaderamente cristiana. Nunca, como ahora, se ha olvidado el respeto debido a la vida humana. La aplicación del castigo a las personas indocumentadas de forma desmesurada contradice los principios de la libre locomoción prescritos en los instrumentos internacionales.
2. La Iglesia Católica fundamentada en los principios evangélicos aplicados por la Doctrina Social sostiene y defiende que la dignidad de las personas y los derechos inherentes no tienen fronteras, y debe de ser respetada por toda las naciones del mundo. En nuestros días se habla tanto a favor como en contra de los migrantes, sin embargo, los Estados deben aceptar que no son coherentes en la práctica de defender el derecho humano de la libre locomoción.
A ello se añade, lamentablemente, lo ocurrido en los últimos tiempos: la negación del Dream Act en los Estados Unidos que impide a los jóvenes el derecho a un futuro de desarrollo integral.
3. Actualmente con la difusión del racismo y xenofobia los migrantes viven cotidianamente en los países de tránsito y destino violaciones a sus derechos humanos con las prácticas nefastas de las detenciones, redadas, secuestros, y masacres. A través de WIKILEAK se ha evidenciado la existencia de negociaciones secretas entre los gobiernos de Estados Unidos y México para investigar a los migrantes en las carceles de México y encontrar razones para acusarlos. Esta práctica, de ser verdadera, es un gravísimo atentado contra la vida y la dignidad de la persona humana y una tremenda violación ética de los derechos de los migrantes.
4. Existen convenios y tratados intemacionales que defienden los derechos de los migrantes. En base a ellos deben desarrollarse sistemas de detención modemos con mecanismos que defiendan la integridad fisica y moral de los migrantes, prevengan agresiones y respeten sus derechos. En este contexto condenamos firmemente cualquier injerencia de las agencias de investigación gubemamentale es nel control e investigación de los migrantes.
5. Las legítimas autoridades del Estado tienen la obligación de proteger a los migrantes de los agresores sean quienes sean. Por ello no se puede justificar moralmente el recurso a las redadas, encarcelamientos y deportaciones masivas.
6. Expresamos nuestro desacuerdo con el argumento de que la aplicación de los controles fronterizos y la militarizacion de las fronteras reducirá los índices de criminalidad de nuestra sociedad cometidos por el narcotráfico y crimen organizado. Es una falacia prometer acabar con la delincuencia y el crimen organizado promoviendo proyectos como el plan Mérida que ha fracasado en la región y se ha vuelto una estrategia para detener migrantes. La solución para evitar la migración forzada es la aplicación de políticas de desarrollo social éticamente, para restablecer el tejido social roto por una economía neoliberal globalizaday salvaje. Con este comunicado pedimos el fortalecimiento del sistema de protección de los derechos humanos de los migrantes, para que sea, eficiente, eftcaz y humano. Asimismo urgimos el fortalecimiento del sistema de justicia de los Estados que condene las acciones criminales en contra de los migrantes, principalmente de quienes transitan en México y cumplen prisión injustamente en las cárceles de México, Estados Unidos y Centroamérica.
Finalmente elevamos nuestras peticiones a los Gobiemos de Estados Unidos y México, para que hagan uso de la facultad que le concede la Convención Intemacional de los Derechos Humanos de los trabajadores migratorios y sus familiares, y se cumpla el irrestricto respeto a los derechos de las personas en movilidad. Demandamos del Gobierno de la República de Guatemala incrementar la vigilancia sobre las acciones de los gobiernos de México y Estados Unidos, para contrarrestar la situación de wlnerabilidad de los migrantes. Exhortamos vehementementea los Representantes y Senadores Republicanos y Demócratas de Estados Unidos, que agilicen la reforma migratoria humana, integral y comprensiva. Deseamos que el Gobierno de México no desmaye en el combate a los secuestradores y que no criminalice a los migrantes. Queremos acciones contundentes a favor del respeto a la vida de los migrantes.
Todos cuantos vivimos en esta región de las Américas estamos llamados a construir una verdadera cultura de respeto a la vida, principalmente de los migrantes, y a colaborar eficazmente a combatir la violencia y la muerte que causan dolor y sufrimientos a cientos de familiar.
No queremos terminar este comunicado sin invocar sobre todos nuestros países la bendición de Dios Padre Nuestro y pedirle a la Sagrada Familia que proteja la vida de quienes emigran.
Guatemala de la Asunción, Enero 28 de 2011.
Monseñor Alvaro Ramazzini Imeri,
Obispo de San Marcos,
Presidente de Pastoral de Movilidad Humana

sabato 22 gennaio 2011

373 - CRIMINI DI GUERRA SI CONOSCERANNO NELLA CAPITALE

La procura generale ha ottenuto che cinque casi di massacri, perpetrati nella provincia durante il conflitto armato, siano giudicati nella capitale, a fronte del rischio che si ostacolino le indagini nel luogo dove avvennero i fatti. Le richieste di trasferimento dei giudizi sono state decise dalla Camera Penale della Corte Suprema di Giustizia (CSJ).
Édgar Pérez, querelante nei processi per i massacri avvenuti a Dos Erres e nel villaggio Los Josefinos, Petén; a Panzós, Alta Verapaz; in quello del distaccamento militare in Rabinal, Bassa Verapaz; e la sparizione forzata dell'ex guerrigliero Efraín Bámaca, avvenuta a Retalhuleu, ha detto che dovranno incominciare le indagini nel 2011, poiché si riapriranno quei casi.
La maggioranza di massacri si perpetrarono tra il 1978 e il 1982, quando governavano il paese i generali Fernando Romeo Lucas García, José Efraín Ríos Montt ed Oscar Humberto Mejía Víctores.
La relazione presentata dalla Commissione per il Chiarimento Storico afferma che in quel periodo si commisero crimini di rilevanza internazionale, dei quali esistono una serie di processi contro ufficiali militari, per genocidio, crimini di lesa umanità, crimini di guerra, sparizioni forzate, torture, esecuzioni extragiudiziali e violazioni sessuali contro donne, tra gli altri.
"La guerra interna che incominciò nel 1960 e finì nel 1996 lasciò più di duecentomila morti o scomparsi", afferma una relazione del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, che sottolinea come il 93% dei massacri furono commessi dall'Esercito.
Pérez ha spiegato che l'obiettivo del trasferimento dei processi è quello di evitare che si ostacolino le indagini e che si proteggano le vittime, i colpevoli, come gli operatori di giustizia, poiché nella capitale ci sono migliori condizioni logistiche che nei tribunali della provincia.
Trasferendo al Primo Tribunale di Alto Rischio esistono minori rischi per i giudici, ha sottolineato. "Un giudice nella provincia non ha sicurezze, non ha una vettura blindata, per questo è necessario che i casi si giudichino nella capitale", ha detto Pérez. Ha aggiunto che in alcuni processi i testimoni vivono ancora insieme ai colpevoli, cosa che rende difficile che testimonino contro di loro.
La richiesta di trasferimento dei processi dalla provincia alla capitale è competenza del Procuratore Generale, per questo è stato valutato ognuno ed è stato constatato che esiste il rischio che si ostacoli l'indagine, ha commentato il presidente della Camera Penale, César Barrientos. "Credo che lo Stato del Guatemala cerchi di garantire la giustizia in ogni caso, e si cerca che sia efficiente e si rispetti il giusto processo", ha detto.
Aura Elena Farfán, presidentessa dell'Associazione dei Parenti dei Detenuti e Scomparsi del Guatemala, ha detto che considerano con ottimismo che i processi siano spostati nella capitale, poiché si dimostra buona volontà della CSJ, affinché si ottenga giustizia per i crimini commessi durante il conflitto armato. "Considero molto incoraggiante che possa applicarsi la giustizia. Cerchiamo la verità di ciò che ha causato quelle morti e che si trovino i responsabili materiali ed intellettuali", ha detto.
Centro di Studi del Guatemala, 22 dicembre-3 gennaio 2011

372 - CRÍMENES DE GUERRA SE CONOCERÁN EN LA CAPITAL

El Ministerio Público (MP) logró que cinco casos de masacres, perpetradas en la provincia durante el conflicto armado, sean juzgados en la capital, ante el riesgo de que se obstaculicen las investigaciones en el lugar donde ocurrieron los hechos. Las peticiones del traslado fueron resueltas a favor por la Cámara Penal de la Corte Suprema de Justicia (CSJ).
Édgar Pérez, querellante adhesivo en los procesos que se llevan por las masacres ocurridas en el parcelamiento Dos Erres y la aldea Los Josefinos, Petén; en Panzós, Alta Verapaz; en el del destacamento militar en Rabinal, Baja Verapaz; y la desaparición forzada del ex guerrillero Efraín Bámaca, ocurrida en Retalhuleu, dijo que deberán iniciarse las investigaciones en el 2011, ya que se reabrirán esos casos.
La mayoría de masacres se perpetraron entre 1978 y 1982, cuando gobernaban el país los generales Fernando Romeo Lucas García, José Efraín Ríos Montt y Óscar Humberto Mejía Víctores.
El informe presentado por la Comisión del Esclarecimiento Histórico afirma que en ese período se cometieron crímenes de trascendencia internacional, de los cuales existe una serie de procesos legales contra oficiales militares, por genocidio, crímenes de lesa humanidad, crímenes de guerra, desapariciones forzadas, torturas, ejecuciones extrajudiciales y violaciones sexuales contra mujeres, entre otros.
“La guerra interna, que empezó en 1960 y terminó en 1996, dejó más de 200 mil muertos o desaparecidos”, asevera un informe del Programa de las Naciones Unidas para el Desarrollo, el cual resalta que el 93 por ciento de las masacres fueron ejecutas por el Ejército.
Pérez explicó que el objetivo del traslado de los casos es evitar que no se obstaculicen las investigaciones y que se proteja a las víctimas, los victimarios, así como a los operadores de justicia, ya que en la capital hay mejores condiciones de logísticas que en los juzgados de la provincia.
Al ser traslados al Juzgado Primero de Alto Riesgo existe menor riesgo para los juzgadores, insistió. “Un juez en la provincia no tiene seguridad, menos un carro blindado, por ello es necesario que los casos se juzguen en la capital”, expuso Pérez. Agregó que en algunos procesos testigos aún conviven con victimarios, lo cual dificulta que declaren en su contra.
La petición del traslado de los procesos de la provincia a la capital es competencia del MP, por ello se evaluó cada uno y se constató que existe riesgo de que se obstruya la investigación, comentó el presidente de la Cámara Penal, César Barrientos. “Creo que el Estado de Guatemala busca garantizar la justicia en cada caso, y se busca que sea eficiente y se respete el debido proceso”, enfatizó.
Aura Elena Farfán, presidenta de la Asociación de Familiares Detenidos-Desaparecidos de Guatemala, manifestó que ven con optimismo que los procesos sean trasladados a la capital, ya que se demuestra buena voluntad de la CSJ para que se logre justicia por los crímenes cometidos durante el conflicto armado. “Considero muy esperanzador que pueda aplicarse la justicia. Lo que buscamos es la verdad de lo que sucedió con esas muertes y se encuentre a los responsables materiales e intelectuales”, expresó.
Centro de Estudios de Guatemala 22 diciembre – 3 enero de 2011

domenica 16 gennaio 2011

371 - DONNE GUATEMALTECHE FURONO STERILIZZATE SENZA IL LORO CONSENSO

Nel 1974, nell'ospedale generale San Juan di Dio, finanziati dall'organizzazione internazionale Population Council, ci furono esperimenti di sterilizzazione su donne guatemalteche, offrirono loro consulenza medica gratuita e non le informarono mai di quello che avevano fatto loro.
Donne guatemalteche furono utilizzate per esperimenti di sterilizzazione chimica durante la decade degli anni Settanta, secondo le informazioni ottenute dal giornale El Periódico, che le ricava dalla relazione "Dal Controllo della Natalità al Genocidio", elaborato dal medico spagnolo Alfredo Embid, coordinatore dell'Associazione di Medicina Alternativa di Spagna.
A causa di ciò, più di 50 donne in età fertile non rimasero incinte o, in alcuni casi, non ebbero mai figli, si legge nel documento. Embid spiega che le donne non diedero mai il loro consenso affinché si facessero esperimenti su di esse ed assicura che le ingannarono.
Nel 1974, nell'ospedale generale San Juan di Dio, con aiuto finanziario dell'organizzazione internazionale Population Council, si fecero esperimenti di sterilizzazione su donne guatemalteche che erano state motivate con la promessa di assistenza medica gratuita.
Queste pratiche atroci non erano realizzate solo come esperimenti; nella relazione si dice che erano politiche attivate dagli Stati Uniti in paesi del terzo mondo; non domandavano alle donne se erano d’accordo, ma la pratica era fatta con inganni o, in altri casi, erano condizionate all'aiuto che gli organismi internazionali offrivano.
Secondo la documentazione, il procedimento avveniva per mezzo della sterilizzazione chimica, la quale consisteva nell’iniettare nell'utero un farmaco denominato paraformaldeido, il quale produce una grave infiammazione dell'endometrio che arriva a bloccare l'entrata delle tube di Falloppio.
In quel procedimento era estratto l'utero a differenti intervalli per continuare ad osservare clinico-patologicamente l'avanzamento della cicatrizzazione e accertarsi del successo della sterilizzazione, senza che le pazienti avessero conoscenza di ciò che era stato fatto loro realmente, si legge nel documento.
Questa fu una pratica imposta in vari paesi in via di sviluppo col proposito di controllare la natalità; tuttavia, ciò che molti ignorano è la forma crudele con cui furono fatte questi esperimenti, che lasciarono molte donne sterili.
Il giornale si è messo in contatto con il medico Alfredo Embid, che ha manifestato di conoscere i casi del Guatemala grazie alle relazioni che ha redatto. Ha aggiunto che "questo tipo di esperimenti non è qualcosa di nuovo, avvennero nel secolo scorso in vari paesi e ha aggiunto che deplorevolmente i casi rimasero impuni."
Ha affermato che "i peggiori casi dei quali hanno conoscenza furono quelli avvenuti nelle Filippine e che invece di condannare i medici che realizzarono quel tipo di esperimenti, furono portati negli Stati Uniti per proteggerli."
Il Guatemala non ha una legge che preveda come delitto l'uso di esseri umani per esperimenti; tuttavia, la Corte penale internazionale sostiene che la sterilizzazione forzata è considerato "crimine" di lesa umanità.
Centro di Studi del Guatemala, 22 dicembre-3 gennaio 2011

370 - GUATEMALTECAS FUERON ESTERILIZADAS SIN SU CONSENTIMIENTO

En 1974, en el hospital general San Juan de Dios, financiados por la organización internacional Population Council, hubo experimentos de esterilización en mujeres guatemaltecas, les ofrecieron atención médica gratuita y nunca les informaron de lo que se les hacía.
Mujeres guatemaltecas fueron utilizadas para hacer experimentos de esterilización química durante la década de los setenta, de acuerdo con información obtenida por el matutino elPeriódico, la cual se consigna en el informe “Del Control de la Natalidad al Genocidio”, elaborado por el médico español Alfredo Embid, coordinador de la Asociación de Medicina Alternativa de España.
Debido a esa situación más de 50 mujeres en edad fértil jamás quedaron embarazadas o, en algunos casos, nunca tuvieron hijos, se lee en el documento. Embid explica que las mujeres nunca dieron su consentimiento para que se hicieran experimentos con ellas y asegura que las engañaron.
En 1974, en el hospital general San Juan de Dios, con ayuda financiera de la organización internacional Population Council, se hicieron experimentos de esterilización en guatemaltecas, a quienes habían motivado con la promesa de una atención médica gratuita.
Estas prácticas atroces no eran realizadas solo como experimentos; en el informe se consigna que eran políticas implementadas por Estados Unidos en países del tercer mundo; no les preguntaban a las mujeres si estaban de acuerdo, sino que se les hacía la práctica con engaños o, en otros casos, se les condicionaba la ayuda que los organismos internacionales brindaban.
Según la documentación, el procedimiento se hizo por medio de la esterilización química, la cual consistía en inyectar en el útero un fármaco denominado paraformaldehído, el cual produce una grave inflamación del endometrio que llega a bloquear la entrada de las trompas de Falopio.
En ese proceso se les extraía el útero a diferentes intervalos para ir observando clínico-patológicamente el avance de la cicatrización y comprobar el éxito de la esterilización, sin que las pacientes tuvieran conocimiento de lo que realmente se les hacía, se lee en el documento.
Esta fue una práctica impuesta en varios países en desarrollo con el propósito de controlar la natalidad; sin embargo, lo que muchos desconocen es la forma cruel con que fueron hechas estas pruebas que dejaron a muchas mujeres estériles.
El matutino se contactó con el médico Alfredo Embid, quien manifestó que tiene conocimientos de los casos de Guatemala gracias a informes que ha recopilado. Agregó que “este tipo de experimentos no es algo nuevo, se dieron desde el siglo pasado en varios países y agrega que los casos lamentablemente quedaron impunes”.
Expresó que “los peores casos de los cuales tiene conocimiento fueron los llevados a cabo en Filipinas y que lejos de condenar a los médicos que realizaron ese tipo de experimentos, fueron llevados a Estados Unidos para protegerlos”.
Guatemala no cuenta con una ley que tipifique como delito el uso de humanos para experimentos; sin embargo, la Corte penal internacional habla de que la esterilización forzada es considerada “crimen de lesa humanidad”.
Centro de Estudios de Guatemala 22 diciembre – 3 enero de 2011

venerdì 14 gennaio 2011

369 - OLTRE 29.000 GUATEMALTECHI RIMPATRIATI QUEST’ANNO

L'aeroplano bianco, proveniente dalla Louisiana (Stati Uniti) è arrivato giovedì 30 dicembre in Guatemala, alle ore 13,30; portava 97 clandestini guatemaltechi. Quell'aeronave è stata l'ultima di 304 ad arrivare questo anno, che ha segnato il record storico di deportazioni - 29.950 - che ha superato la cifra del 2008, quando furono espulsi della nazione nordamericana 28.160 guatemaltechi.
Tra i rimpatriati vi era Cristino Arnoldo Pérez, di 28 anni; egli è stato l'ultimo ad abbandonare l'aeronave. Come ha raccontato Pérez, ha vissuto sette anni negli Stati Uniti. Il suo ultimo domicilio fu in Nebraska, dove risiedeva vicino a sua moglie e due figli.
Pérez ha raccontato ai funzionari della Migrazione guatemaltechi come nel 2003 decise di abbandonare Palestina de los Altos, Quetzaltenango, per uscire per ultima volta dal paese attraverso la frontiera di La Mesilla, La Democrazia, Huehuetenango, ed intraprendere la strada verso il nord. .
I rimpatri dal Messico salgono a 28.900, tra gennaio ed il 27 dicembre. Quella cifra rappresenta una lieve diminuzione rispetto al 2009, quando furono 28.786. Anche quel dato è minore di quello del 2008, quando furono 36.546, e molto meno che nel 2007, quando furono 49.475.
Il gruppo dei guatemaltechi è stato quello che maggiore numero di deportati ha raggiunto quest’anno, comparato coi 23.247 honduregni allontanati dal Messico, ai 10.643 salvadoregni e ai 831 nicaraguensi.
Il Tavolo Nazionale per le Migrazioni in Guatemala (Menamig), la Pastorale della Mobilità Umana della Conferenza Episcopale e la Coalizione Nazionale di Immigranti Guatemaltechi negli Stati Uniti (Conamigua), in una conferenza stampa, hanno chiesto che migliori il trattamento dei migranti negli USA e in Messico.
Marcos Yax, presidente di Conamigua, ha affermato: "Preoccupa l'insicurezza nel paese che determina la migrazione di massa." Ha aggiunto: "Consideriamo che lo Stato dovrebbe offrire le condizioni necessarie affinché ci siano investimenti, e generare opportunità per mezzo di opportune politiche, affinché la gente non debba andarsene."
Allo stesso modo, Mauro Verzeletti, della Pastorale della Mobilità Umana, ha segnalato che: "USA e Messico hanno responsabilità per il trattamento giusto ai migranti, ma il Governo del Guatemala deve fare un lavoro molto serio in ambito strutturale, poiché c'è una struttura socioeconomica che non funziona e non c'è creazione importante di impiego affinché i giovani abbiano lavoro."
Víctor Hugo Herrera, presidente di Menamig, ha affermato che ci sono molta violenza ed una difficile situazione socioeconomica in Guatemala, che presentano un panorama scoraggiante, e questo causa la ricerca di opportunità in altri paesi
Centro di Studi del Guatemala, 22 dicembre-3 gennaio di 2011

368 - MÁS DE 29 MIL GUATEMALTECOS DEPORTADOS ESTE AÑO

El avión blanco, proveniente de Luisiana, Estados Unidos arribó el jueves 30,  a Guatemala, a las 13.30 horas; en él viajaban 97 indocumentados guatemaltecos. Esa aeronave fue la última de 304 en arribar este año, que impuso la marca histórica de deportaciones —de 29 mil 95— que superó a la del 2008, cuando fueron expulsados de la nación norteamericana 28 mil 160 guatemaltecos.
Entre los retornados estaba Cristino Arnoldo Pérez, de 28 años; él fue el último en abandonar la aeronave.  Según narró Pérez, vivió siete años en Estados Unidos. Su último domicilio fue en Nebraska, donde residía junto a su esposa y dos hijos.
Pérez comentó a los delegados de Migración guatemaltecos cómo fue que en el 2003 decidió abandonar Palestina de los Altos, Quetzaltenango, para salir por última vez del país por la frontera de La Mesilla, La Democracia, Huehuetenango, y emprender el camino hacia el norte. .
Las deportaciones desde México ascienden a 28 mil 90, entre enero y el 27 de diciembre. Esa cifra significa una leve disminución respecto del 2009, cuando se reportaron 28 mil 786. Ese registro también es menor al del 2008, cuando fueron 36 mil 546, y mucho menos que en el 2007 —49 mil 475—.
El colectivo nacional fue el que mayor número de deportados suma este año, comparado con los 23 mil 247 hondureños expulsados de México, 10 mil 643 salvadoreños y 831 nicaragüenses.
La Mesa Nacional para las Migraciones en Guatemala (Menamig), la Pastoral de Movilidad Humana de la Conferencia Episcopal y la Coalición Nacional de Inmigrantes Guatemaltecos en Estados Unidos (Conamigua), en conferencia de prensa, exigieron  que se mejore la atención de los migrantes en EEUU. y México.
Marcos Yax, presidente de Conamigua, expresó: “Preocupa la inseguridad en el país, que origina migración masiva”. Agregó: “Consideramos que el Estado debería dar las condiciones necesarias para que haya inversión, y generar oportunidades a través de políticas para que la gente no se tenga que ir”.
Asimismo, Mauro Verzeletti, de la Pastoral de Movilidad Humana, señaló: “EEUU. y México tienen responsabilidad de buen trato con los migrantes, pero el Gobierno de Guatemala tiene que hacer un trabajo muy serio en el ámbito estructural, debido a que hay una estructura socio-económica que no funciona y no hay generación importante de empleo para que los jóvenes tengan trabajo”.
Víctor Hugo Herrera, presidente de Menamig, afirmó que hay mucha violencia y una mala situación socioeconómica en Guatemala, que presentan un panorama desalentador, lo que ocasiona la búsqueda de oportunidades en otros países
Centro de Estudios de Guatemala 22 diciembre – 3 enero de 2011

sabato 8 gennaio 2011

367 - IL GOVERNO AUMENTA DEL 13,75% IL SALARIO MINIMO

Il presidente Álvaro Colom confermò mercoledì 29 dicembre l'aumento al salario minimo per il 2011. Per il settore agricolo e non agricolo l'incremento sarà del 13,75%, e per il settore delle maquilas del 14,88%. Con questa decisione il salario per i lavoratori del campo e della città sale da Quetzales 56 a Quetzales 63,7 per un totale mensile di Quetzales 2.161, cifra che comprende un bonus di Quetzales 50.
Per il settore delle maquilas sarà da Quetzales 51,75 a Quetzales 59,45; al mese questi lavoratori riceveranno Quetzales 2.033,50.
La "mia intenzione è per lo meno equipararlo al paniere basico degli alimenti, sarebbe la prima volta nella storia che il paese avrebbe un salario minimo che copra per lo meno l'alimentazione, e l'altro scenario è la possibilità di unificare tutti i salari in un solo salario", aveva anticipato in mattinata Colom durante il suo programma via radio Dall’Ufficio Presidenziale.
I calcoli dell'Istituto Nazionale di Statistica rivelano che il costo del paniere basico fino allo scorso novembre era di Q 2.138,40 e quello del paniere basico vitale di Q 3.902.
Ronaldo Robles, Segretario delle Comunicazioni Sociali della Presidenza, ha spiegato che l'incremento decretato risponde al fatto che il Governo prevede un panorama economico ottimista per 2011. "Il prezzo dei prodotti tradizionali di esportazione è stato eccezionalmente alto nel 2010; è logico che anche i lavoratori si vedano favoriti per quella situazione", ha spiegato.
Tuttavia, Robles ha detto che non ci sono ancora condizioni "affinché il salario minimo delle maquilas sia equiparato con gli altri. "Fondamentalmente più che un'analisi politica è economica", ha esposto il presidente. Ha affermato che ci sono state delle consultazioni, ma che l'incremento è una decisione dello Stato. "È il Presidente che decide, nessun altro”, ha affermato.
Con differenze geografiche, secondo i dati dell'Istituto Nazionale di Statistica (INE), l'inflazione è più alta in Petén e Jutiapa, spiega Adolfo Lacs, rappresentante dei sindacati nella Commissione Nazionale per il Salario. Quanto ha previsto il Presidente riprende gli stessi punti che i sindacalisti portarono al tavolo di discussione, aggiunse Lacs. "Chiediamo che si recuperi la capacità di acquisto del 1990, cioè Quetzales 70 giornalieri, i lavoratori ne hanno attualmente 56", ha dichiarato.
Il sindacalista José Pinzón assicura che la decisione è a scopo elettorale e non soddisfa le necessità reali della classe lavoratrice. Ha detto che la proposta era di un salario da Q80 a Q100 giornalieri.
Centro de Estudios de Guatemala, 21 dicembre 2010 - 3 gennaio 2011

366 - GOBIERNO AUMENTA 13.75% AL SALARIO MÍNIMO

El presidente Álvaro Colom confirmó el miércoles 29 el aumento al salario mínimo para 2011. Para el sector agrícola y no agrícola el incremento será de 13.75 por ciento, y para el sector maquila de 14.88 por ciento. Con esta decisión el salario para el campo y la ciudad sube de Q56 a Q63.7 para un total mensual de Q2 mil 161, monto que incluye una bonificación de Q250.
Para el sector maquila subirá de Q51.75 a Q59.45; al mes este grupo recibirá Q2 mil 33.50.
“Mi intención es por lo menos equipararlo a la canasta básica de alimentos, sería la primera vez en la historia que el país tendría un salario mínimo que por lo menos cubra la alimentación, y el otro escenario es la posibilidad de unificar todos los salarios en un solo salario”, había adelantado Colom por la mañana durante su programa radial Despacho Presidencial.
Los cálculos del Instituto Nacional de Estadística revelan que el costo de la canasta básica de alimentos hasta noviembre pasado era de Q2 mil 138.40 y el de la canasta básica vital de Q3 mil 902.
Ronaldo Robles, Secretario de Comunicación Social de la Presidencia,  explicó que el incremento decretado responde a que el Gobierno prevé un panorama económico optimista para 2011. “El precio de los productos tradicionales de exportación ha sido excepcionalmente alto en 2010; es lógico que los trabajadores también se vean favorecidos por esa situación”, explicó.
Sin embargo, Robles expuso que aún “no hay condiciones” para que el salario mínimo de la maquila se equipare con los otros.   “Fundamentalmente más que un análisis político es económico”, expuso el mandatario. Contó que hubo consultas, pero que el incremento es una decisión del Estado. “Es el Presidente quien decide, nadie más”, aseveró.
Con la diferenciación geográfica, según datos del Instituto Nacional de Estadística (INE), la inflación es más alta en Petén y Jutiapa, explica Adolfo Lacs, representante de los sindicatos en la Comisión Nacional del Salario.   Lo planteado por el Presidente son los mismos puntos que los sindicalistas llevaron a la mesa de discusión, añadió Lacs. “Pedimos que se recupere la capacidad de compra de 1990, es decir Q70 diarios, los trabajadores tienen actualmente Q56”, declaró.
El sindicalista José Pinzón asegura que la decisión es electorera y no satisface las necesidades reales de la clase trabajadora. Expuso que la propuesta era de un salario de Q80 a Q100 diarios.
Centro de Estudios de Guatemala, 21 diciembre 2010-  3 enero 2011

lunedì 3 gennaio 2011

365 - SALARI MINIMI IN GUATEMALA

Storicamente in Guatemala le condizioni di lavoro e di la vita della classe lavoratrice sono pessime, questo poiché la maggioranza dei grandi imprenditori non hanno coscienza e responsabilità sociale, si oppongono a pagare salari conformi alle necessità della classe lavoratrice e delle loro famiglie, è per quel motivo che i salari che riceve per la vendita della loro forza lavoro fisica e mentale sistematicamente sono stati e continuano ad essere da fame e miseria, essendo questa la causa principale dei gravi problemi che affronta oggi il Guatemala.
Attualmente il salario minimo in Guatemala è di quetzales 56,00 quotidiani, cioè quetzales 1.953,33 mensili, (244,16 dollari), mentre il prezzo del paniere basico vitale per il mese di novembre 2010 è aumentato a quetzales 3.902,19, (487,77) dollari, secondo le informazioni ufficiali dell'Istituto Nazionale di Statistica (INE), ciò significa che il salario minimo non è sufficiente nemmeno per acquisire la metà del paniere basico vitale. E l’unica cosa che sanno dire gli imprenditori è di opporsi a qualunque incremento del salario minimo, non parliamo poi di un incremento salariale generale, adducendo il fatto che la situazione economica non lo permette, perché la crisi mondiale "ha causato molte perdite" e che il Guatemala ha patito danni molto forti nell'agricoltura a causa dell’inverno e dei disastri naturali che ha causato la tormenta "Ágatha." Sebbene è certo che ci sono stati danni a causa del rigido inverno, ciò non implicò che l'economia si deteriorasse significativamente, è oltre a ciò, dopo la crisi economico mondiale, i paesi europei hanno avuto miglioramenti nei salari e è diminuita la disoccupazione con modeste crescite nel PIL; il Guatemala ha avuto una crescita nel Prodotto Interno Lordo, migliore che alcuni di questi paesi, ma che cosa è stato fatti con i benefici di quella crescita? la popolazione guatemalteca non li vede da nessun lato, perché gli imprenditori continuano ad opporsi ad incrementare i salari e ad una "Riforma Fiscale."
Sembra che agli imprenditori non interessi minimamente il benessere dei lavoratori, essendo questi che generano la ricchezza, perché se c’è stato un incremento nel PIL, significa che ci sono condizioni per migliorare salari e per una "Riforma Fiscale" in linea con questa crescita, che fornisca al governo le risorse necessarie per il funzionamento dello Stato e per gli investimenti sociali tanto necessari in Guatemala, a causa delle condizioni di vita tanto miserabili in cui vive la maggioranza della popolazione. Molto si è criticato il governo attuale per il programma “La mia famiglia progredisce” ed il programma “Borsa solidale”, e in realtà può fare rabbia vedere come si consumano i fondi pubblici in questi programmi, ma quella non è la cosa negativa, la cosa deplorevole è che questi programmi si usino come piattaforma politica elettorale e atti di corruzione, questo è ciò che dà fastidio ai guatemaltechi, e non i benefici che sta ricevendo la gente povera, poiché la povertà ed povertà estrema in cui si trovano è risultato delle politiche imprenditoriali e dei governi, perché sarebbe stato peggiore che queste risorse si fossero destinate alla costruzione di opere di infrastruttura milionarie, che aggiungono gli stessi imprenditori, non sono state abbastanza forti da sopportare le condizioni climatiche invernali, e inoltre che dire dei problemi che ha attualmente l'aeroporto "L'Aurora", quella spesa milionaria che incomincia ora a vedersi, non è stato denaro gettato nella spazzatura? e ciò causa ancor più indignazione.
Ora è compito del Presidente della Repubblica decretare un adeguamento del salario minimo o no, ovviamente in questo momento sta ricevendo pressioni dagli imprenditori per non farlo, con l’idea che l'anno 2011 si dovrà fare necessariamente una "Riforma Fiscale", non si può stare con Dio e con il diavolo, se il Presidente Álvaro Colom ha sufficiente carattere, benché sia per una volta in tutta la sua amministrazione, deve decretare un aggiustamento del salario minimo, che sebbene non risolverà i problemi economici della classe lavoratrice, migliorerà un po' la critica situazione delle lavoratrici, dei lavoratori e delle loro famiglie, perché gli imprenditori hanno già aumentato i prezzi durante l'ultimo trimestre del 2010, incrementando anche i loro milionari conti e i loro beni. Inoltre deve procedere a sollecitare al Congresso della Repubblica la "Riforma Fiscale", avendo presente in ogni momento che l'incremento del PIL permette le due cose.
Non deve dimenticarsi che la povertà, la fame, l'ingiustizia, e la miseria sono le cause dei cambiamenti sociali bruschi, non di un gruppo con idee e filosofie, ma di un paese affamato ed desideroso di una vita degna, che garantisca il futuro proprio e dei propri figli, tale e come lo stabiliscono gli Articoli 2 e 4 della Costituzione Politica della Repubblica del Guatemala, che nella pratica sono lettera morta.
.
Per questo l'Unione Sindacale dei Lavoratori del Guatemala (UNSITRAGUA)
CHIEDE
- al Presidente Álvaro Colom di decretare un adeguamento dei salari minimi secondo il valore del paniere basico secondo l'INE,
- al Settore Imprenditoriale di adottare una politica imprenditoriale con responsabilità sociale che permetta un'equa distribuzione della ricchezza, per mezzo di condizioni di lavoro decente e salari degni, affinché la classe lavoratrice e il popolo in generale riescano ad avere uno sviluppo integrale.
Attentamente, Giovanni Villela
Giunta dei Coordinatori e Sotto coordinatori UNSITRAGUA
Guatemala, 27 dicembre 2010.
Adital, 30/12/10

364 - SALARIOS MÍNIMOS DE MISERIA EN GUATEMALA

Históricamente en Guatemala las condiciones de trabajo, y vida de la clase trabajadora son pésimas, esto debido a que la mayoría de los grandes empresarios no tienen conciencia y responsabilidad social, se oponen a pagar salarios acorde a las necesidades de la clase trabajadora y sus familias, es por eso que los salarios que recibe por la venta de su fuerza de trabajo física y mental sistemáticamente han sido y continúan siendo de hambre y miseria, siendo la causa principal de los graves problemas que enfrenta Guatemala hoy en día.
En la actualidad el salario mínimo en Guatemala es de Q. 56.00 diarios, es decir  Q. 1,953.33 mensuales (244.16 dólares), mientras el precio de la canasta básica vital para el mes de noviembre 2010  se elevó a Q. 3,902.19 (487.77 dólares) según información oficial del Instituto Nacional de Estadística -INE-, eso significa que el salario mínimo no alcanza ni para adquirir la mitad de la canasta básica vital. Y lo único que saben decir los empresarios, es que se oponen a cualquier incremento al salario mínimo, no digamos a un incremento salarial general, aducen que la situación económica no lo permite, pues la crisis mundial "dejó muchas pérdidas" y que Guatemala sufrió daños en la agricultura a causa de un invierno muy fuerte y los desastres naturales que ocasionó la tormenta "Ágatha".  Si bien es cierto que hubo daños por el severo invierno, eso no implicó que la economía se dañara significativamente, es más, después de la crisis económica mundial, los países europeos han tenido mejoras en sus salarios y ha disminuido el desempleo con modestos crecimientos en el PIB;  Guatemala tuvo crecimiento en el Producto Interno Bruto -PIB- mejor que algunos de estos países, pero qué se hicieron los beneficios de ese crecimiento, la población guatemalteca no los mira por ningún lado, pues los empresarios siguen oponiéndose a incrementar salarios y a una "Reforma Fiscal".
Pareciera que a los empresarios no les preocupa en lo más mínimo el bienestar de los trabajadores, siendo estos quienes les generan la riqueza, pues si hubo incremento en el PIB, significa que sí hay condiciones para mejorar salarios y para una "Reforma Fiscal" acorde a este crecimiento, que dote al gobierno de los recursos necesarios para el funcionamiento del Estado y la inversión social tan necesaria en Guatemala, debido a las condiciones de vida tan miserables en que vive la mayoría de la población.  Mucho se ha criticado al gobierno actual por el programa de mi familia progresa y el programa de la bolsa solidaria, y es que en verdad pudiera dar cólera ver como se gastan los fondos públicos en estos programas, pero eso no es lo malo, lo deplorable es que estos programas se utilicen como plataforma política electoral y actos de corrupción, eso es lo que nos tiene molestos a los guatemaltecos, y no por los beneficios que está recibiendo la gente pobre, ya que la pobreza y extrema pobreza en que se encuentran es resultado de las políticas empresariales y sus gobiernos, pues fuera peor que estos recursos se hubieran destinado a la construcción de obras de infraestructura millonarias y como alegan los mismos empresarios, no fueron lo suficientemente eficientes para soportar el invierno, y que decir de los problemas que está teniendo actualmente el aeropuerto "La Aurora", acaso ese gasto millonario que empieza a verse no fue dinero tirado a la basura y nos causa más indignación.
Ahora le corresponde al Presidente de la República decretar un ajuste al salario mínimo o no, por supuesto que en este momento está teniendo presión empresarial para no hacerlo, en el entendido que el año entrante tendrá que hacerse una necesaria "Reforma Fiscal", no se puede estar con Dios y con el diablo, si el Presidente Álvaro Colom tiene el carácter suficiente, aunque sea por una vez en toda su administración, debe decretar un ajuste al Salario Mínimo, que si bien no resolverá los problemas económicos de la clase trabajadora, paleará un poco la crítica situación de las trabajadoras, trabajadores y sus familias, pues los empresarios ya incrementaron precios durante el último trimestre del 2010, incrementando sus millonarias cuentas y bienes.  Además debe proceder a solicitar al Congreso de la República la "Reforma Fiscal", teniendo presente en todo momento que el incremento en el PIB permite las dos cosas.
No debe olvidarse que la pobreza, el hambre, la injusticia, y la miseria; son los detonantes de los cambios sociales bruscos, no de un grupo con ideas y filosofías, sino de un pueblo hambriento y urgido por una vida digna, que garantice el futuro  propio y de sus hijos, tal y como lo establecen los Artículos 2o. y  4o. de la Constitución Política de la Republica de Guatemala, pero que en la practica son letra muerta.
.
Por lo que La Unión Sindical de Trabajadores de Guatemala (UNSITRAGUA)
DEMANDA
-Del Presidente Álvaro Colom decretar un ajuste a los Salarios Mínimos acorde al costo de la Canasta Básica Vital según el INE,
-Del Sector Empresarial asumir una política empresarial con responsabilidad social que permita una equitativa distribución de la riqueza por medio de Trabajo Decente y Salarios Dignos para que la clase trabajadora y pueblo en general logre un desarrollo integral.
Atentamente, Giovanni Villela
Junta de Coordinadores y Sub.Coordinadores UNSITRAGUA
Guatemala, 27 de diciembre de 2010.
Adital, 30/12/10

sabato 1 gennaio 2011

363 - GUATEMALA E IL RISCHIO DI "MESSICANIZZAZIONE" DELLA LOTTA ANTINARCOTRAFFICO

Il governo del Guatemala, paese che subisce l'attività dei cartelli messicani della droga, ha adottato misure simili a quelle adottate in Messico: l’utilizzo dei militari contro i narcotrafficanti.
Il più recente evento contro il narcotraffico in Guatemala è stato lo stato di assedio decretato nel dipartimento di Alta Verapaz, nel nord del paese, il 19 dicembre. La misura comprende il trasferimento di 650 soldati nella zona, ed il Congresso del Guatemala la dovrà ratificare il 22 di dicembre.
L'uso interno dell'esercito in Guatemala non è nuovo.
Avvenne durante il conflitto armato, che si prolungò per più di tre decenni fino alla sua conclusione nel 1996, e che causò approssimativamente 5.500 morti all’anno, come numerose denunce contro i militari per violazioni di diritti umani.
Ora, quando la Polizia Nazionale Civile (PNC) non è sufficiente a contenere il crimine organizzato ed il paese registra seimila omicidi all’anno, l'esercito viene inviato di nuovo per le strade con una strategia che, ad alcuni, ricorda a quella del Messico.
"È differente in ogni paese"
Nonostante ciò, l'analista politico Héctor Rosada ha detto a BBC Mundo che non si può parlare di una "messicanizzazione" nel caso guatemalteco.
"La situazione sarà determinata dalla relazione tra le forze di sicurezza ed il crimine organizzato, come la reazione di uno di fronte all'altro, che è differente in ogni paese", spiegò Rosada.
Per affrontare il narcotraffico ed altre manifestazioni delinquenziali, il Guatemala ha a disposizione 20.000 poliziotti, la cifra che aspirava ad avere nel 2000, e che non è aumentata, a causa delle destituzioni e della cattura di agenti ed ufficiali coinvolti in casi di corruzione o in diversi crimini.
Solo nel 2009, sono stati destituiti 1.500 poliziotti.
"Premessa falsa"
Questa settimana le autorità hanno ricollocato in altri commissariati i 325 agenti di polizia assegnati all’Alta Verapaz. Tutti saranno investigati, secondo il ministro del Governo, Carlos Menocal.
Il funzionario ha annunciato che un'unità militare d’elite potrebbe rimanere, dopo il mese previsto per lo stato di assedio, per seguire le tracce dei trafficanti.
Menocal attribuisce l'incremento del narcotraffico nel paese al fatto che nell'amministrazione del presidente Óscar Berger, che governò il paese tra il 2004 e il 2007, è stato ridotto l'esercito del 66%, e non del 33%, come disponevano gli accordi di pace", come ha detto alla BBC Mundo. In ottobre, il ministro rivelò che potevano coprire solo due terzi della vigilanza militare che c'era nella zona nord occidentale del paese nel 2004.
Tuttavia, Eduardo Stein, vicepresidente durante il governo di Berger, ha fatto notare che è una "premessa falsa" pensare che l'esercito sarà più efficace della polizia contro il narcotraffico, sostenendo che è meno facile da corrompere.
Corruzione ed impunità
L'attuale presidente Álvaro Colom attribuisce il 41% degli omicidi al narcotraffico, e spera in una riforma della polizia che crei poliziotti più professionali e meglio remunerati.
Ma l'iniziativa non ha finanziamenti, e per continuare avrebbe bisogno della volontà politica del prossimo partito governante, che sarà eletto dalle elezioni del 2011.
Il governo segnala, nel frattempo, che la recente approvazione di una Legge di Estinzione di Dominio permetterà allo Stato di utilizzare le risorse sequestrate al crimine organizzato per rinforzare la sicurezza.
"ciò che è stato sequestrato [la prima fine settimana di ottobre] avrebbe pagato lo stipendio di 325 poliziotti per un anno", ha detto Menocal. È lo stesso numero di poliziotti assegnato all’Alta Verapaz.
Lo Stato avrà anche l'appoggio della Commissione Internazionale Contro l'Impunità in Guatemala (CICIG), costituita nel 2007, ed il cui mandato è stato rinnovato fino al 2013, su richiesta del governo attuale.
Come ha detto a BBC Mundo l'ambasciatore del Messico in Guatemala, Eduardo Ibarrola, "l'impunità è la grande causa della delinquenza in America Centrale" come lo fu in Messico. La CICIG ha stabilito che in Guatemala c'è un 98% di impunità, ed i narcotrafficanti sembrano avere preso nota.
Ampliamento dello stato di assedio?
Da parte sua, l'ex direttore di Intelligence militare, Mario Mérida, qualifica come "tardivo" lo Stato di assedio. Il "suo obiettivo è cercare informazioni, e non ha un progetto strategico", segnala Merida a BBC Mundo. "Cobán [Alta Verapaz] è una specie di [centro di] comando del narcotraffico, ma le rotte sono al nord dei dipartimenti di Quiché e Huehuetenango, ed al sud del Petén."
Il Ministero Pubblico sostiene che le Zeta, il principale gruppo narcotrafficante stabilitosi in Alta Verapaz, ha creato un corridoio di travasamento tra Izabal e Zacapa (frontiera con Honduras), e Huehuetenango, frontiera orientale con il Messico.
Colom ha annunciato la possibilità di ampliare lo Stato di assedio a Huehuetenango, San Marcos, Petén ed Izabal, ma il ministro della Difesa, Abraham Valenzuela, ha spiegato che tutto dipende dalla disponibilità delle truppe.
L'esercito ha 17.200 elementi, che il governo spera di ampliare a 21.0000 nel 2011, se ha sufficienti fondi.
BBC Mundo 22/12/2010

362 - GUATEMALA Y EL RIESGO DE "MEXICANIZACIÓN" EN LA LUCHA ANTINARCO

El gobierno de Guatemala, país que padece la actividad de los carteles mexicanos de la droga, ha adoptado medidas similares a las empleadas en México: el combate militar contra los traficantes.
El más reciente evento contra el narcotráfico en Guatemala fue el Estado de Sitio decretado en el norteño departamento de Alta Verapaz el 19 de diciembre. La medida incluyó el traslado de 650 soldados a la zona, y el Congreso de Guatemala deberá ratificarla este 22 de diciembre.
El uso interno del ejército en Guatemala no es nuevo.
Ocurrió durante el conflicto armado que se prolongó por más de tres décadas hasta su resolución en 1996, y que dejó un estimado de 5.500 muertos por año, así como numerosas sindicaciones contra los militares por violaciones de derechos humanos.
Ahora, cuando la Policía Nacional Civil (PNC) es insuficiente para contener al crimen organizado y el país sufre 6 mil homicidios anuales, el ejército es sacado de nuevo a las calles en una estrategia que, para algunos, recuerda a la de México.
"Es diferente en cada país"
No obstante, el analista político Héctor Rosada dijo a BBC Mundo que no se puede hablar de una "mexicanización" en el caso guatemalteco.
"La situación estará determinada por la relación entre las fuerzas de seguridad y el crimen organizado, así como la reacción de uno ante el otro, que es diferente en cada país", explicó Rosada.
Para enfrentar al narcotráfico y otras manifestaciones delincuenciales, Guatemala tiene 20 mil policías, la cifra que aspiraba a tener en 2000, y que no aumenta debido a las destituciones y capturas de agentes y oficiales involucrados en casos de corrupción, o diversos crímenes.
Sólo en 2009, 1,500 policías fueron destituidos.
"Premisa falsa"
Esta semana las autoridades reubicaron en otras comisarías a los 325 agentes de policía asignados a Alta Verapaz. Todos serán investigados, según el ministro de Gobernación, Carlos Menocal.
El funcionario anunció que una unidad militar élite podría permanecer después del mes que dura el Estado de Sitio para seguir la huella a los traficantes.
Menocal atribuye el incremento del narcotráfico en el país a que en la administración del presidente Oscar Berger, que gobernó el país entre 2004 y 2007, "se redujo el ejército en un 66%, no en un 33%, como mandaban los acuerdos de paz", según dijo a BBC Mundo.
En octubre, el ministro reveló que sólo podían cubrir dos tercios de la vigilancia militar que había en el noroccidente del país en 2004.
Sin embargo, Eduardo Stein, vicepresidente durante el gobierno de Berger, advirtió que es una "premisa falsa" pensar que el ejército será más efectivo que la policía contra el narcotráfico al asumir que es menos corruptible.
Corrupción e impunidad
El actual mandatario Álvaro Colom, quien atribuye el 41% de los homicidios al narcotráfico, también apuesta por una reforma policial que busca producir policías más profesionales y mejor remunerados.
Pero la iniciativa carece de financiamiento, y para continuar necesitaría la voluntad política del próximo partido gobernante, que será electo los comicios de finales de 2011.
El gobierno señala, entre tanto, que la reciente aprobación de una Ley de Extinción de Dominio permitirá al Estado utilizar recursos decomisados al crimen organizado para reforzar la seguridad.
La impunidad es el gran detonante de la delincuencia en Centroamérica
"Lo decomisado [el primer fin de semana de octubre] hubiera pagado el sueldo de 325 policías por un año", dijo Menocal. Es el mismo número de policías asignado a Alta Verapaz.
El Estado también tendrá el apoyo de la Comisión Internacional Contra la Impunidad en Guatemala (CICIG), establecida en 2007, y cuyo mandato fue renovado hasta 2013, a petición del gobierno actual.
Según dijo a BBC Mundo el embajador de México en Guatemala, Eduardo Ibarrola, "la impunidad es el gran detonante de la delincuencia en Centroamérica" como lo fue en México. La CICIG estableció que en Guatemala hay un 98 por ciento de impunidad, y los narcotraficantes parecen haber tomado nota
¿Ampliación del Estado de Sitio?
Por su parte, el ex director de Inteligencia Militar, Mario Mérida, califica como "tardío" el Estado de Sitio. "Su objetivo es buscar información, y no tiene un planteamiento estratégico", señala Mérida a BBC Mundo. "Cobán [Alta Verapaz] es una especie de [centro de] comando del narcotráfico, pero las rutas están al norte de los departamentos de Quiché y Huehuetenango, y al sur de Petén".
El Ministerio Público sostiene que los Zetas, el principal grupo narcotraficante afincado en Alta Verapaz, creó un corredor de trasiego entre Izabal y Zacapa (frontera con Honduras) y Huehuetenango (frontera oriental con México).
Colom anunció la posibilidad de ampliar el Estado de Sitio a Huehuetenango, San Marcos, Petén e Izabal, pero el ministro de la Defensa, Abraham Valenzuela, explicó que todo depende de la disponibilidad de tropa.
El ejército tiene 17,200 elementos, que el gobierno espera ampliar a 21 mil en 2011, si tiene suficientes fondos.
BBC Mundo 22/12/2010