Benvenuti nel blog “Orizzonte Guatemala”! Siamo un gruppo di amici del Guatemala e con questo strumento di comunicazione e condivisione vogliamo contribuire a fare conoscere l’attualità di questo bellissimo paese, al quale ci legano vincoli di amicizia e di solidarietà con tanti amici guatemaltechi.


domenica 25 settembre 2011

524 - RELAZIONE REGISTRA 15 AGGRESSIONI A GIORNALISTI IN PRIMO SEMESTRE DI 2011

Il Guatemala ha registrato, solo nel primo semestre di quest’anno, quindici aggressioni a giornalisti, direttamente vincolate all'esercizio della professione. La cifra risulta nella relazione “Situazione della libertà di espressione in Guatemala”, resa pubblica settimana scorsa dal Centro Informativo sul Guatemala (Cerigua), a partire da un'investigazione dell'Osservatorio dei Giornalisti di Cerigua.
Undici aggressioni sono avvenute nei dipartimenti e quattro in Città del Guatemala, capitale del paese. Il documento sottolinea che per la prima volta la maggioranza delle aggressioni sono avvenute a danno di giornalisti dei dipartimenti, e non nella capitale. Nei tre anni precedenti si sono registrate 146 aggressioni, delle quali 84 in Città del Guatemala e 62 nei dipartimenti.
Le forme di aggressione sono state: nove minacce, due limitazioni all'accesso alle fonti, un caso di assedio, due intimidazioni e l'assassinio dello animatore di TV, Yansi Ordóñez, trovato morto con ferite di arma bianca nel municipio di Nueva Concepcion, dipartimento di Escuintla.
La maggioranza delle aggressioni proviene da autorità locali, forze di sicurezza e politici che si disputavano qualche carico nelle elezioni realizzate domenica 11 settembre.
Solo una delle minacce è stata attribuita al crimine organizzato. Membri dei gruppi ‘Las Zetas' hanno avvisato la stampa che non volevano notizie sul massacro nel dipartimento del Petén, dove 27 lavoratori sono stati assassinati in rappresaglia per un debito del padrone che non è stato trovato.
Tuttavia, la notizia considera che il fatto di esserci poche minacce da parte del narcotraffico si deve ad un processo di autocensura imposta ai giornalisti che temono per la loro integrità fisica.
Cerigua manifesta preoccupazione per il numero di aggressioni in questo primo semestre. Nel 2010, in tutto l'anno si sono registrati 19 casi, mentre in soli sei mesi del 2011, le aggressioni sono aumentate a 15. Nel secondo semestre, secondo la relazione, sono stati segnalati nove attentati contro la stampa, generalmente attribuiti a partiti politici.
Secondo l'analisi del Centro, il Guatemala vive un dei periodi più violenti dalla fine del conflitto interno, dal 1996. La situazione si sarebbe aggravata con l'inizio del periodo elettorale, nel maggio di quest’anno.
Nella sua parte finale, la relazione sottolinea che la campagna sta verificando la sorte della giornalista Alaíde Foppa, scomparsa dal novembre 1980.
Durante la presentazione della Relazione, il procuratore dei Diritti umani (PDH), Sergio Montes, ha affermato che la violenza contro i giornalisti è abbastanza grave e deve essere risolta non solo con azioni di polizia di prevenzione, ma anche con politiche pubbliche, che garantiscano libertà e sicurezza nell'esercizio della professione.
Il documento completo questo nel link:

523 - INFORME REGISTRA 15 AGRESIONES A PERIODISTAS EN PRIMER SEMESTRE DE 2011

Guatemala registró, solo en el primer semestre de este año, 15 agresiones a periodistas, directamente vinculadas al ejercicio profesional. La cifra consta en el informe Estado de la situación de la libertad de expresión en Guatemala, publicado semana pasada por el Centro de Reportes Informativos sobre Guatemala (Cerigua), a partir de una investigación del Observatorio de los Periodistas de Cerigua.
11 agresiones fueron registradas en los departamentos y cuatro en Ciudad Guatemala, capital del país. El documento destaca que por la primera vez la mayoría de las agresiones fueron sufridas por periodistas de los departamentos, y no en la capital. En los tres años anteriores se registraron 146 agresiones, de las cuales 84 se dieron en Ciudad Guatemala y 62 en los departamentos.
Las formas de agresión se desglosan así: nueve amenazas, dos limitaciones en el acceso a la fuente, un caso de asedio, dos intimidaciones y el asesinato del animador de TV, Yansi Ordóñez, encontrado muerto con heridas de arma blanca en el municipio de Nueva Concepción, departamento de Escuintla.
La mayoría de las agresiones procedió de autoridades locales, fuerzas de seguridad y políticos que disputaban algún cargo en las elecciones realizadas el pasado domingo (11).
Solo una de las amenazas fue atribuida al crimen organizado. Miembros del grupos ‘Los Zetas' advirtieron a la prensa que no querían mas publicaciones sobre la masacre del departamento del Petén, donde 27 trabajadores fueron asesinados en represalia por un deuda del patrón que no fue encontrado.
Sin embargo, el reporte considera que el hecho de haber pocas amenazas por parte del narcotráfico se debe a un proceso de autocensura impuesto a los periodistas, que temen por su integridad física.
Cerigua manifiesta preocupación por el número de agresiones en este primer semestre. En 2010, en todo el año se registraron 19 casos, mientras en solo seis meses de 2011, las agresiones se elevaron a 15. En el segundo semestre según el informe, ya fueron reportados nuevos atentados contra la prensa, generalmente atribuidos a partidos políticos.
Según el análisis del Centro, Guatemala vive un dos los periodos más violentos desde el final del conflicto interno, en 1996. La situación se habría agravado con el inicio del periodo electoral, en mayo de este año.
En su parte final, el reporte destaca la campaña exigiendo investigación del paradero de la periodista Alaíde Foppa, desaparecida desde noviembre de 1980.
Durante la presentación del Informe, el procurador de los Derechos Humanos (PDH), Sergio Montes, afirmó que la violencia contra periodistas es bastante grave y debe ser resuelta no solo con acciones policiales de prevención, sino también con políticas públicas que garanticen libertad y seguridad en el ejercicio de la profesión.
El documento completo esta en el link:
http://issuu.com/cerigua/docs/estado_situacion_libertad_expresion_2011
Adital, 20/09/2011

mercoledì 21 settembre 2011

522 - MONS. RAMAZZINI A BRUXELLES


Messaggio di Mons. Alvaro Ramazzini, Bruxelles, 14 settembre 2011 

lunedì 19 settembre 2011

521 - DENUNCIANO DANNI DEL SETTORE MINERARIO IN GUATEMALA DAVANTI AD UNIONE EUROPEA

Il vescovo di San Marcos, in Guatemala, Álvaro Ramazzini, ha esposto mercoledì davanti ad alti funzionari dell'Unione Europea (UE) i danni causati dal settore minerario estrattivo nel suo paese, e ha criticato il recente accordo di associazione tra le due parti, considerando che non è a favore dei diritti della popolazione locale.
 "L'UE parla di una crescita includente e di una economia verde. Ma mi domando fino a dove le sue intenzioni sono vere o solo una facciata per continuare a sostenere un modello economico", ha indicato Ramazzini in una conferenza stampa a Bruxelles.
Nella sua opinione, la crescita che cerca l'UE si basa solo su una "prospettiva economica e non c'è un consolidamento del rispetto dei diritti umani o delle domande delle popolazioni indigene."
Ramazzini, che questa settimana si è riunito con rappresentanti del Parlamento Europeo, ha oggi previsto un colloquio con il capo dell'Unità della Commissione Europea per le relazioni con Messico ed America Centrale, Petros Mavromichalis, e membri del Servizio Europeo di Azione Estera.
Il vescovo ha sottolineato l'importanza che la comunità internazionale orienti le proprie politiche di cooperazione con il Guatemala per affrontare meglio le cause che generano la fame e la povertà nel paese.
In quel senso, ha sottolineato che chiederà al prossimo Governo del Guatemala, che sarà scelto nel ballottaggio dei comizi presidenziali il prossimo 6 novembre, che garantisca il diritto all'alimentazione ed i diritti umani.
Ramazzini ha descritto anche il caso dello sfruttamento della miniera di oro Marlin in Guatemala, proprietà dell'impresa canadese Goldcorp ma che conta con azionariato svedese.
L'anno scorso, la Commissione Interamericana di Diritti umani (CIDH, dell'Organizzazione di Stati Americani, OEA), aveva ordinato la chiusura delle sue operazioni per il suo impatto sull’ambiente e sulla popolazione indigena, ma il Governo guatemalteco ha annunciato lo scorso giugno che non avrebbe rispettato la sentenza.
Il vescovo considerò paradossale che paesi, come la Svezia, concedano un importante aiuto allo sviluppo a paesi poveri come il Guatemala ma che, a loro volta, si avvantaggino di "una compagnia che estrae oro ed argento e lascia al paese una regalia del 1%", ha commentato.
Ha detto con dispiacere che, benché il paese non viva una "situazione di guerra", negli ultimi anni si sono registrati più omicidi che nel tempo del conflitto, principalmente a causa della delinquenza relazionata con il traffico di droghe, che passano della Colombia al Messico.
Relativamente al prossimo presidente del paese, Ramazzini si è dimostrato convinto che "un governo di quattro anni non avrà la capacità di risolvere le problematiche che abbiamo."
"Per quel motivo, insistiamo in che le sue proposte devono essere dello Stato e non del governo", ha concluso.
Prensa Libre 14/09/2011

520 - DENUNCIAN DAÑOS DE MINERÍA EN GUATEMALA ANTE UNIÓN EUROPEA

El obispo de San Marcos, en Guatemala, Álvaro Ramazzini, expuso este miércoles ante altos funcionarios de la Unión Europea (UE) los perjuicios de la minería extractiva en su país, y criticó el reciente acuerdo de asociación entre las dos partes al considerar que no atiende a los derechos de la población local.
“La UE habla de un crecimiento inclusivo y una economía verde. Pero me pregunto hasta dónde sus intenciones son verdaderas o sólo una fachada para seguir sosteniendo un modelo económico”, indicó Ramazzini en una rueda de prensa ofrecida en Bruselas.
En su opinión, ese crecimiento que busca la UE está basado sólo en una “perspectiva económica y no hay un fortalecimiento del respeto a los derechos humanos o a las demandas de las poblaciones indígenas” .
Ramazzini, que esta semana se ha reunido con representantes del Parlamento Europeo, tiene hoy previsto entrevistarse con el jefe de la Unidad de la Comisión Europea para las relaciones con México y Centroamérica, Petros Mavromichalis, y miembros del Servicio Europeo de Acción Exterior.
El obispo destacó la importancia de que la comunidad internacional oriente sus políticas de cooperación con Guatemala para combatir mejor las causas que generan el hambre y la pobreza en el país.
En ese sentido, instó a pedir al próximo Gobierno de Guatemala, que será elegido en la segunda vuelta de los comicios presidenciales el próximo 6 de noviembre, que garantice el derecho a la alimentación y los derechos humanos.
Ramazzini también detalló el caso de la explotación en Guatemala de la mina de oro Marlin, propiedad de la empresa canadiense Goldcorp pero que cuenta con accionariado sueco.
El año pasado, la Comisión Interamericana de Derechos Humanos (CIDH) de la Organización de Estados Americanos (OEA) ordenó el cierre de sus operaciones por su impacto en el medioambiente y en la población indígena, pero el Gobierno guatemalteco anunció el pasado junio que no acataría el fallo.
El obispo consideró paradójico que países como Suecia otorguen una importante ayuda al desarrollo a países pobres como Guatemala pero que, a su vez, se beneficien de “una compañía que extrae oro y plata y deja al país una regalía del 1 por ciento”, comentó.
Lamentó que aunque el país no esté en una “situación de guerra” , en los últimos años se han registrado más homicidios que en tiempos de conflicto, principalmente por la delincuencia relacionada con el tráfico de drogas que pasan de Colombia a México.
En lo referente al próximo presidente del país, Ramazzini se mostró convencido de que “un gobierno de cuatro años no tendrá la capacidad de resolver la problemática que tenemos”.
“Por eso, insistimos en que sus propuestas deben ser de estado y no de gobierno”, concluyó.
Prensa Libre 14/09/2011

giovedì 15 settembre 2011

519 - OLTRE UN MILIONE DI BAMBINI E BAMBINE MINORI DI 5 ANNI SOFFRONO DI DENUTRIZIONE

Oltre un milione di bambini e bambine guatemaltechi tra zero e cinque anni patiscono la fame. L'informazione è contenuta nel bollettino “Semi che non germogliano e raccolti che si perdono”, elaborato recentemente dal Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia (Unicef), dall'Istituto Centroamericano di Studi Fiscali (Icefi) e dalla Campagna “Te Toca”.
Con queste cifre, il Guatemala è il paese latinoamericano con il maggior numero di bambini denutriti, e la 6ª nazione in tutto il mondo. La percentuale di bambini denutriti è del 49,8%, tuttavia, c'è differenza secondo i gruppi sociali interessati.
Mentre il 65,9% dei bambini indigeni sono denutriti, la percentuale diminuisce a circa la metà, tra i non indigeni (36,2%). La percentuale di bambini indigeni che soffrono la fame supera quella dei bambini dell'Afghanistan, dove l'indice di denutrizione è del 59%, considerata la più alta del mondo.
Nel settore rurale, la cifra è del 58,6%, e nell'area urbana scende al 34,3%. Anche i gruppi sociali meno colpiti soffrono un’alta percentuale di denutrizione, comparata con la media dell'America Latina, che è del 15%.
Secondo il bollettino, gli alti indici di denutrizione infantile sono prodotto di una situazione sociale ingiusta, dove impera la negligenza in aree come salute, educazione, servizi sanitari di base, e fonti di reddito, principalmente nelle campagne.
In questo scenario, c'è la probabilità che il 70% dei bambini nascano denutriti, una volta che le madri non hanno accesso a centri di salute e ad un'alimentazione adeguata durante la gravidanza.
In tutte le generazioni di bambini denutriti, si ricomincia un ciclo, sottolinea il testo. Il cervello non riesce a svilupparsi in modo adeguato per mancanza di nutrimento nei tre primi anni di vita. In questa situazione, le bambine e bambini guatemaltechi vedono compromesso il loro sviluppo fisico ed emozionale, non riescono a rompere il ciclo della povertà, e non hanno le condizioni di base per partecipare attivamente alla vita sociale.
Per combattere la denutrizione infantile in Guatemala, secondo gli specialisti, è necessario portare avanti progetti e programmi fino al 2021, la cui realizzazione richiede una spesa totale di quasi 14.000 milioni di quetzales. La somma può sembrare alta, ma rappresenta solamente una percentuale tra 0,3 e 1,75% del Prodotto Interno Lordo del paese.
D'altra parte, il coordinatore della pubblicazione, Jonathan Menkos, segnala i cambiamenti che possono aiutare nella lotta contro la denutrizione infantile. “Si sono identificati alcuni meccanismi che devono essere discussi dalla società. In materia impositiva devono rivedersi le entrate per le Imposte sul Reddito, diminuirsi i privilegi fiscali e gli esoneri a certi settori produttivi, la creazione di nuove imposte ed inoltre esaminare l'indebitamento e le priorità dell'aiuto internazionale", puntualizzò.
Per vedere il documento completo, accedere a:
http://www.icefi.org/categories/16?clas=5&detail=243
Adital, 06/09/2011

518 - MÁS DE UN MILLÓN DE NIÑOS Y NIÑAS MENORES DE 5 AÑOS SUFREN DESNUTRICIÓN

Más de un millón de niños y niñas guatemaltecos entre cero y cinco años sufren hambre. La información está contenida en el boletín Semillas que no germinan y cosechas que se pierden, elaborado recientemente por el Fondo de las Naciones Unidas para la Infancia (Unicef), el Instituto Centroamericano de Estudios Fiscales (Icefi) y la Campaña Te Toca.
Con estas cifras, Guatemala es el país latinoamericano con más niños/as desnutridos, y la 6ª nación en todo el mundo. El porcentaje de niños con desnutrición es de 49,8%, sin embargo, hay diferencia según los grupos sociales afectados.
Mientras el 65,9% de los niños indígenas están desnutridos, el porcentaje se reduce a un poco de la mitad, entre los no-indígenas – 36,2%. El porcentaje de niños indígenas que padecen hambre, supera al de los niños de Afganistán, donde el índice de desnutrición es de 59%, considerada la más alta del mundo.
En el sector rural, la cifra es de 58,6%, y en el urbano baje a 34,3%. Aun los grupos menos afectados enfrentan un porcentaje de alta de desnutrición, comparada con la media de América Latina, que es de 15%.
Según el boletín, los altos índices de desnutrición infantil son producto de una situación social injusta, donde impera el descuido en áreas como salud, educación, saneamiento básico, protección social y generación de renta, principalmente en el campo.
En este escenario, hay la probabilidad de que 70% los niños nazcan desnutridos, una vez que las madres no tienen acceso a centros de salud y a una alimentación adecuada durante el embarazo.
En cada generación de niños desnutridos, se reinicia un ciclo, apunta el texto. El cerebro no consigue desarrollarse de manera adecuada por la falta de nutrientes en los tres primeros años de vida. Con esta situación, las niñas y niños guatemaltecos tiene perjudicado su desarrollo físico y emocional, no consiguen romper el ciclo de la pobreza, y no tienen las condiciones básicas para participar activamente en la sociedad.
Para combatir la desnutrición infantil en Guatemala, según especialistas, es necesario llevar a cabo proyectos y programas hasta 2021 cuya realización demanda un gasto total de casi 14 mil millones de quetzales. La suma puede parecer alta, pero representa solamente entre 0,3 y 1,75% del Producto Interno Bruto (PIB) del país.
Por otro lado, el coordinador de la publicación, Jonathan Menkos, señala cambios que pueden ayudar en la lucha contra la desnutrición infantil. "Se han identificado algunos mecanismos que deben ser discutidos por la sociedad. En materia impositiva deben revisarse los ingresos por Impuesto sobre la Renta, reducirse los privilegios fiscales y las exoneraciones a ciertos sectores productivos, la creación de nuevos impuestos y además examinar el endeudamiento y las prioridades de la ayuda internacional”, puntualizó.
Para ver el documento completo, acceda: http://www.icefi.org/categories/16?clas=5&detail=243
Adital, 06/09/2011 

lunedì 12 settembre 2011

517 - PÉREZ E BALDIZÓN AL BALLOTTAGGIO, QUANDO MANCANO IL 5% DEI VOTI DA SCRUTINARE

Il Guatemala ha parlato dalle urne. Otto Pérez Molina (del Partito Patriota PP), 35.9% e Manuel Baldizón (del partito Libertà Democratica Rinnovata, Lider) 23.52%, hanno ottenuto voti alle elezioni generali del 2011 che gli permetterebbero di passare al ballottaggio, previsto per il prossimo 6 novembre. Eduardo Suger, di CREO, ha totalizzato il 16,15%.
Secondo i dati divulgati verso le ore 11 ore nella pagina del Tribunale Supremo Elettorale (TSE), il resto di candidati aveva ottenuto i seguenti risultati:  Mario Estrada (UCN) 8%, Harold Caballeros (Viva EG) 6 %, Rigoberta Menchú (Frente de Izquierda) 3,18%, Juan Gutiérrez (Pan) 2,75 %, Alejandro Giammattei (CASA), 1,03 %, ed Adela de Torrebiarte, (ADN) 0,41 %.
Il candidato del PP ha raggiunto 1.534.399 voti e il candidato di Lider 1.300.047 suffragi. Suger, il terzo, aveva 688.617 voti.
Pérez Molina ha vinto in 18 dipartimenti e Baldizón nei restanti quattro: Quetzaltenango, Suchitepéquez, Escuintla e Retalhuleu; Suger è al terzo posto in quasi tutti i dipartimenti e il massimo che si è avvicinato è stato al secondo posto. Mario Estrada è arrivato al secondo posto delle votazioni in Jalapa e Zacapa.
Nella capitale, Pérez è primo con il 40,54%, Suger secondo con il 25,11%, al terzo posto è arrivato Caballeros con l’11,67%, Baldizón quarto con il 10,07% e Estrada terzo con il 3,99 %.
Fino a quel momento erano state scrutinate 15.843 delle 16.668 sedi elettorali.
In base a quella percentuale di voti, il TSE indica che 4.861.757 guatemaltechi censiti hanno votato, cioè un 65%, con il 35% di astensionismo, il margine più basso degli ultimi sei comizi celebrati nel periodo democratico, dal 1985 che era intorno al 40%.
I magistrati del TSE hanno divulgato i primi risultati ufficiali alle ore 22.28, quando era previsto di rendere pubblici i risultati alle ore 21.
Tempi
Sebbene le prime notizie sono state comunicate poco più di un'ora e mezza prima che nel 2007, il pubblico in generale e gli osservatori hanno lamentato la lentezza nella trasmissione di dati dai centri di votazione alla centrale di calcolo del TSE, installata nel hotel Grand Tikal Futuro, dovuta alla grande aspettativa generata dai sistemi di software implementati, che si pensava garantissero una divulgazione rapida.
I magistrati si sono giustificati sostenendo che la lentezza nella trasmissione era originata nelle sedi di voto.  "Vogliamo chiedere scusa per comunicare i dati a questa ora, ma i risultati delle giunte riceventi i voti sono arrivati con troppa lentezza", ha detto María Eugenia Villagrán, presidentessa del TSE, al momento della prima conferenza.
In quell'occasione sono stati comunicati i risultati preliminari di 366 delle 16.668 sedi ufficiali di voto; appena il 2,20%.
Tuttavia, l'attesa è diventata più lunga, ed il ritardo, più evidente. Le ore passavano fino a che alle ore 0,30 i magistrati hanno reso pubblica la seconda informazione, con 3.000 sedi scrutinate, il 18%, quando quattro anni fa, a mezzanotte era già stato scrutato il 24% delle sedi.
Comportamento del paese.
Nella maggioranza di dipartimenti ha dominato Pérez Molina, con Baldizón al secondo posto, anche se quel secondo posto è di Suger, in forma schiacciante, nel dipartimento di Guatemala.
La popolazione guatemalteca ha risposto alla chiamata di assistere alle elezioni già presto nella mattina, per evitare la pioggia, per paura che avrebbe potuto cadere durante il pomeriggio.
Inoltre, passato il mezzogiorno, Villagrán ha affermato che il 50% dei cittadini iscritti aveva già votato.
Prensa Libre 12/09/2011

516 - PÉREZ Y BALDIZÓN VAN A SEGUNDA VUELTA, A FALTA DE 5 POR CIENTO DE VOTOS POR ESCRUTAR

Guatemala ha hablado en las urnas. Otto Pérez Molina, del Partido Patriota (PP, 35.9 por ciento) y Manuel Baldizón, de Libertad Democrática Renovada (Líder, 23.52 por ciento), obtuvieron los votos en las elecciones generales del 2011 que les permitirían pasar a la segunda vuelta, prevista para el próximo 6 de noviembre. Eduardo Suger, de Creo, sumó 16.15 por ciento.
Según los datos divulgados a eso de las 11 horas en la página del Tribunal Supremo Electoral (TSE), el resto de candidatos estaban así: Mario Estrada (UCN) 8 por ciento, Harold Caballeros (Viva EG) 6 por ciento, Rigoberta Menchú (Frente de Izquierda) 3.18 por ciento, Juan Gutiérrez (PAN) 2.75 por ciento, Alejandro Giammattei (CASA) 1.03 por ciento, y Adela de Torrebiarte (ADN) 0.41 por ciento.
El candidato del PP sumaba un millón 534 mil 399 votos y el aspirante de Líder tenía un millón tres mil 47 sufragios. Suger, el tercero, tenía 688 mil 617 votos.
Pérez Molina ganó en 18 departamentos y Baldizón en los restantes cuatro, Quetzaltenango, Suchitepéquez, Escuintla y Retalhuleu; Suger quedó casi en todos los departamentos en tercer lugar y lo más que llegó a aproximarse fue al segundo lugar. Mario Estrada llegó al segundo lugar de las votaciones en Jalapa y Zacapa.
En la capital, Pérez fue primero con 40.54%, Suger segundo con 25.11%, al tercer lugar llegó Caballeros con 11.67%, Baldizón quedó en cuarto con 10.07% y Estrada en quinto con 3.99%.
Hasta ese momento iban contabilizadas 15 mil 843 de 16 mil 668 mesas electorales.
Con base en ese porcentaje de votos despachados, el TSE indica que cuatro millones 861 mil 757 guatemaltecos empadronados votaron, es decir un 65 por ciento y 35 por ciento de abstencionismo, el margen más bajo de los últimos seis comicios celebrados en era democrática desde 1985, que rondaban el 40 por ciento.
Los magistrados del TSE divulgaron los primeros resultados oficiales a las 22.28 horas, cuando se tenía previsto hacerlo a las 21 horas.
Tiempos
Si bien el primer reporte fue poco más de hora y media antes que en el 2007, el público en general y observadores se quejaron de la lentitud en la transmisión de datos desde los centros de votación a la central de cómputo del TSE, instalada en el hotel Grand Tikal Futura, debido a la gran expectativa generada por los sistemas de software implementados, que suponían una divulgación rápida.
Los magistrados justificaron que la lentitud estuvo en las juntas receptoras de votos. “Queremos pedir disculpas por estar saliendo hasta esta hora, pero los resultados de las juntas receptoras de votos han tenido demasiada lentitud”, dijo María Eugenia Villagrán, presidenta del TSE, al momento de dar la primera conferencia.
En esa ocasión se dieron resultados preliminares de 366 de 16 mil 668 juntas receptoras de voto; apenas el 2.20 por ciento.
Sin embargo, la espera se hizo más larga, y el retraso, más evidente. Las horas pasaron hasta que a las 0.30 horas los magistrados presentaron el segundo reporte preliminar, con tres mil mesas escrutadas —18 por ciento—, cuando hace cuatro años a las 12 de la noche se reportaba el 24 por ciento de las juntas.
Comportamiento del país
En la mayoría de departamentos dominó Pérez Molina, al igual que Baldizón en el segundo lugar, aunque esa casilla fue de Suger, en forma contundente, en el departamento de Guatemala.
La población guatemalteca atendió el llamado de asistir a tempranas horas en la mañana, para evitar la lluvia, por temor a que se pudieran registrar durante la tarde.
Además, pasado el mediodía, Villagrán afirmó que el 50 por ciento de los ciudadanos empadronados ya habían votado.
Prensa Libre 12/09/2011

sabato 10 settembre 2011

515 - IL GUATEMALA DI FRONTE ALLE ELEZIONI GENERALI DELLA DOMENICA 11 DI SETTEMBRE - 2

Il 26 agosto scorso cinque organizzazioni e reti mondiali di prestigio, tra le quali Via Contadina, FIAN (Organizzazione Internazionale per il Diritto all'Alimentazione) CIDSE (Agenzie Cattoliche dello Sviluppo), CIFCA (Iniziativa di Copenhagen per America Centrale e Messico), ed APRODEV, Agenzia legata al Consiglio Mondiale delle chiese, hanno fatto sentire la loro voce in Guatemala.
Hanno pubblicato una Relazione, elaborata tra 2009 e 2010, da una Missione Internazionale organizzata da quelle istituzioni, nella quale esprimono la grande preoccupazione per "la crisi alimentare prolungata che continua a causare stragi in Guatemala" e "il clima di criminalizzazione e persecuzione dei difensori dei diritti umani", specialmente coloro che difendono i diritti economici, sociali, culturali e delle donne.
Gli organismi internazionali rivolgono 15 raccomandazioni allo Stato ed ai futuri nuovi governanti, che vanno da misure per assicurare lo sviluppo rurale-sociale del paese, fino alla depurazione della Polizia Nazionale, passando specialmente per il rafforzamento dei diritti lavorativi dei contadini.
“Ci preoccupa molto la questione della sovranità alimentare. Non vediamo un’aziona coerente delle autorità né della comunità internazionale", sottolinea Karl Heuberger. La tragedia è che con le sue ricchezze naturali il Guatemala potrebbe alimentare tutta l'America Centrale, ed oggi vive una penuria alimentare crescente, che minaccia perfino trasformarsi in carestia”, spiega.
Dietro questa contraddizione, il modello economico egemone attuale: "grandi estensioni di terre coltivabili dedite indiscriminatamente a multinazionali minerarie o di agro-combustibili", cosa che danneggia la produzione indigeno-contadina locale e condanna quei settori ogni giorno all’emarginazione.
La responsabilità della comunità internazionale
"I governi, principalmente gli europei, le istituzioni internazionali, le ONG per lo sviluppo ha oggi una gran responsabilità verso il Guatemala e l’America Centrale", sottolinea quasi come grido di allarme il responsabile di HEKS-EPER per l'America Centrale.
“Devono riflettere sulla necessità di un'alleanza reale con i movimenti sociali, ed i popoli indigeni che continuano a lavorare e mobilitarsi. Rafforzando le loro azioni, riconoscendo le loro rivendicazioni. Devono esprimere una chiara volontà politica, coordinarsi meglio. Si investono risorse finanziarie ma non sempre con la migliore logica. È importante riflettere perché un paese ricco come il Guatemala si confronta con la fame e la crisi di alimenti", interroga.
La Comunità internazionale deve esprimere in modo deciso al nuovo Governo del Guatemala "il ruolo fondamentale che ha la garanzia al diritto all'alimentazione e la protezione dei difensori dei diritti umani per il funzionamento della democrazia e le strategie di sviluppo di successo", raccomanda la missione internazionale delle cinque grandi organizzazioni internazionali che hanno visitato il paese centroamericano.
Insistendo nel fatto che lo "Stato guatemalteco deve rispettare la Dichiarazione Universale dei diritti dei Popoli Indigeni dell'ONU e l'Accordo 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro." E deve rivedere le politiche che sostengano l'investimento nella produzione di agro-combustibili, il settore minerario e megaprogetti energetici, per prevenire violazioni del diritto all'alimentazione, alla terra, all'acqua e dei diritti dei popoli indigeni, insistono le cinque reti internazionali tra le quali Via Contadina.
[* Sergio Ferrari, collaboratore di E-CHANGER, ONG svizzera di cooperazione solidale presente in America Centrale].
Adital, 02/09/2011

514 - GUATEMALA DE CARA A LAS ELECCIONES GENERALES DEL DOMINGO 11 DE SEPTIEMBRE – 2

El 26 de agosto pasado cinco organizaciones y redes mundiales de prestigio, entre las cuales Vía Campesina, FIAN (Organización Internacional para el Derecho a la Alimentación) CIDSE (Agencias Católicas del Desarrollo), CIFCA (Iniciativa de Copenhague para América Central y México) y APRODEV (Agencia ligada al Consejo Mundial de iglesias) hicieron escuchar su voz en Guatemala misma.
Publicaron un Informe elaborado entre 2009 y 2010 por una Misión Internacional que dichas redes habían organizado. Donde expresan la enorme preocupación por "la crisis alimentaria prolongada que sigue causando estragos en Guatemala” y "el clima de criminalización y persecución de las y los defensores de derechos humanos”, especialmente aquéllos que defienden los derechos económicos, sociales, culturales y de las mujeres.
Los organismos internacionales elevan 15 recomendaciones al Estado y a los futuros nuevos gobernantes, que van desde medidas para asegurar el desarrollo rural-social del país, hasta la depuración de la Policía Nacional, pasando por el fortalecimiento de los derechos laborales especialmente en el campo.
"Nos preocupa mucho la cuestión de la soberanía alimentaria. No vemos un accionar coherente de las autoridades ni de la comunidad internacional”, enfatiza Karl Heuberger. La tragedia es que con sus riquezas naturales Guatemala podría alimentar toda América Central, y hoy vive una penuria alimenticia creciente que amenaza incluso convertirse en hambruna, explica.
Detrás de esa contradicción el modelo económico hegemónico actual: "grandes extensiones de tierras cultivables entregadas indiscriminadamente a trasnacionales mineras o de agro-combustibles”, lo que atenta contra la producción indígena-campesina local y condena a esos sectores cada día a más marginación.
La responsabilidad de la comunidad internacional
"Los gobiernos, principalmente los europeos, las instituciones internacionales, las ONG de desarrollo tienen hoy una gran responsabilidad hacia Guatemala y Centroamérica”, enfatiza casi como grito de alarma el responsable de HEKS-EPER para Centroamérica.
"Deben reflexionar sobre la necesidad de una alianza real con el movimiento social, y los pueblos indígenas que siguen trabajando y movilizándose. Reforzando su actuar, reconociendo sus reivindicaciones. Deben expresar una clara voluntad política, coordinarse mejor. Se invierten recursos financiero pero no siempre con la mejor lógica. Es importante reflexionar porqué un país rico como Guatemala se confronta al hambre y a la crisis de alimentos”, interroga.
La Comunidad internacional debe expresar de forma contundente al nuevo Gobierno de Guatemala "el rol fundamental que tiene la garantía al derecho a la alimentación y la protección de los defensores de los derechos humanos par el funcionamiento de la democracia y las estrategias de desarrollo exitosas”, recomienda la misión internacional de las cinco grandes organizaciones internacionales que visitaron el país centroamericano.
Insistiendo en que el "Estado guatemalteco debe respetar la Declaración Universal de los derechos de los Pueblos Indígenas de la ONU y el Convenio 169 de la Organización Internacional del Trabajo”. Y debe revisar las políticas que fomenten la inversión en la producción de agro-combustibles, la minería y megaproyectos energéticos para prevenir violaciones del derecho a la alimentación, a la tierra, al agua y de los derechos de los pueblos indígenas, insisten las cinco redes internacionales entre las cuales la Vía Campesina.
[*Sergio Ferrari, colaboración de prensa E-CHANGER - ONG suiza de cooperación solidaria presente en Centroamérica].
Adital, 02/09/2011

513 - IL GUATEMALA DI FRONTE ALLE ELEZIONI GENERALI DELLA DOMENICA 11 DI SETTEMBRE

Una democrazia fragile, minacciata dall’autoritarismo e dalla fame.
28 partiti politici e 10 candidati alla presidenza - tra essi 3 donne – si disputeranno domenica 11 settembre la volontà di sette milioni trecentomila guatemaltechi, su una popolazione totale di 14 milioni di abitanti. Le inchieste preliminari anticipano la possibile vittoria del candidato di estrema destra Partido Patriota, l'ex-generale dell'esercito Otto Pérez Molina. Minacce di autoritarismo e "mano dura" aleggiano sul futuro politico del più popolosa delle nazioni centroamericane, nella quale il tema dell'insicurezza cittadina occupa un posto centrale. Tra 15 e 20 persone muoiono per giorno in tutto il paese a causa della violenza sociale di origine delinquenziale.
Se l'elettorato aveva avuto la forza di respingere, nelle elezioni del novembre 2003, l'ex-dittatore Efraín Ríos Montt, (convertitosi in pastore evangelico fondamentalista), questa occasione potrebbe aprire le porte istituzionali ad un'opzione non meno militarista di quella che aveva proposto a quel tempo il generale.
La fragile democrazia guatemalteca, concepita nella sua attuale versione dopo le negoziazioni di pace tra il potere e la guerriglia dell'URNG nel dicembre 1996, rischia così di fare un passo indietro nel suo lento consolidamento. E si pone in controtendenza, in una regione che-salvo l'eccezione dell’Honduras - si è allontanata nel secolo XXI da colpi di stato e opzioni di estrema destra.
L'ex-guerriglia del Frente Farabundo Martí (FMLN), governa in El Salvador. Il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN), controlla il potere in Nicaragua e le inchieste anticipano la vittoria quasi sicura di Daniel Ortega nella prossima tornata elettorale del 6 di novembre. Mentre in Honduras, la massiccia mobilitazione sociale è riuscita nel maggio scorso a fare tornare in patria l'ex-presidente esiliato Manuel ‘Mel ' Zelaya, dimostrando che senza la partecipazione del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare (FNRP) quel paese diventa politicamente ingovernabile.
Destra- estrema destra dominante
Domenica 11 settembre, oltre all’esecutivo, l'elettorato dovrà designare 158 deputati nazionali; 20 deputati al Parlamento Centroamericano e 333 autorità municipali.
Se si compiessero le previsioni dei sondaggi elettorali dominanti alla fine di agosto, l'ex-generale Pérez Molina vincerebbe agevolmente. La percentuale dal 40 a 45 di voti che potrebbe raccogliere, tuttavia, non gli permetterebbero di conquistare il potere al primo turno. Il secondo turno, che si realizzerà il 6 novembre, sarebbe per lui un esercizio puramente formale, trovandosi oggi davanti a tutti i candidati.
Molto dietro a Pérez Molina, si trovano secondo i sondaggi della fine di agosto, anche i candidati di destra Manuel Baldizón, intorno a 18,5%, ed Eduardo Suger, con l’11% delle intenzioni di voto.
Rigoberta Menchú, premio Nobel della Pace, sostenuta dall'antica guerriglia e dal partito indigeno Winaq otterrebbe meno del 3% dei voti. In un paese grande, dove il 70% della popolazione è indigeno, una parte maggioritaria della stessa non si sente oggi rappresentata dalle organizzazioni politico-indigene con aspirazioni elettorali.
Sicurezza, diritti umani, sovranità alimentare
Benché la problematica della violenza sociale appaia come un tema importante, l’estrema destra lo sottolinea e lo utilizza politicamente.
“Il mio Governo sarà con mano dura; combatto il crimine organizzato e tutta la violenza con l'Esercito... si creeranno strategie militari per sradicare la violenza dalla sua radice", enfatizza nei suoi discorsi Pérez Molina. Ricorrendo, perfino, a ristabilire le “Fuerzas de tarea” (task force), gruppi paramilitari, una tattica militare usata per l'Esercito contro la guerriglia tanto in Guatemala come in buona parte dell'America Latina durante le decadi degli anni 70,80,90, quando imperava la Dottrina della Sicurezza Nazionale.
"Molte delle nostre controparti in Guatemala ci dicono la loro gran preoccupazione per questo discorso e per questa prospettiva prossima di maggiore violenza istituzionale e ondata repressiva.... che minaccerebbe principalmente i difensori dei diritti umani e i movimenti sociali nella loro totalità", nota Karl Heuberger, responsabile dell'ONG evangelica svizzera HEKS-EPER per l'America Centrale.
Per Heuberger, il tema della violenza nasconde altre due tematiche molto presenti nella preoccupazione quotidiana dei guatemaltechi: la sicurezza alimentare e la persecuzione dei difensori dei diritti umani.
Adital, 2/09/2011

512 - GUATEMALA DE CARA A LAS ELECCIONES GENERALES DEL DOMINGO 11 DE SEPTIEMBRE

Una democracia frágil, amenazada por el autoritarismo y el hambre
28 partidos políticos y 10 candidatos presidenciales –entre ellas 3 mujeres- disputarán el domingo 11 de septiembre la voluntad de 7 millones 300 mil guatemaltecos, sobre una población total de 14 millones de habitantes. Las encuestas preliminares anticipan la posible victoria del candidato del ultraderechista Partido Patriota, el ex–general del ejército Otto Pérez Molina. Amenazas de autoritarismo y "mano dura” sobrevuelan el futuro político de la más poblada de las naciones centroamericanas. En la cual el tema de la inseguridad ciudadana ocupa un lugar central. Entre 15 y 20 personas mueren por día en todo el país por la violencia social de origen delincuencial.
Si el electorado tuvo la energía de rechazar en las urnas en la elección de noviembre 2003 al ex – dictador Efraín Ríos Montt, (reconvertido a pastor evangélico fundamentalista), podría en esta ocasión abrirle las puertas institucionales a una opción no menos militarista que la que propuso en su momento el general.
La frágil democracia guatemalteca, concebida en su actual versión luego de las negociaciones de paz entre el poder y la guerrilla de la URNG en diciembre de 1996, arriesga así dar un paso atrás en su lenta consolidación. Y transita en contramano en una región que –salvo la excepción hondureña- se ha alejado en el siglo XXI de golpes y opciones ultraderechistas.
La ex–guerrilla del Frente Farabundo Martí (FMLN) gobierna en El Salvador. El Frente Sandinista de Liberación Nacional (FSLN) controla el poder en Nicaragua y las encuestas anticipan la casi segura victoria de Daniel Ortega en la próxima contienda electoral del 6 de noviembre. En tanto en Honduras, la masiva movilización social logró en mayo pasado la vuelta al país del ex – presidente exilado Manuel ‘Mel’ Zelaya, demostrando que sin la participación del Frente Nacional de Resistencia Popular (FNRP) ese país se torna políticamente inviable.
Derecha –extrema derecha dominante
El domingo 11 de septiembre, además del ejecutivo, el electorado deberá designar a 158 diputados nacionales; 20 diputados al Parlamento Centroamericano y 333 autoridades municipales.
Si se cumplieran las previsiones de las tendencias electorales dominantes a fines de agosto, el ex – general Pérez Molina ganaría cómodamente. La franja del 40 a 45 % de votos que podría recoger, sin embargo, no le permitirían coronarse en la primera vuelta. El segundo turno a realizarse el 6 de noviembre sería para él un ejercicio puramente formal al ubicarse hoy por delante de los candidatos que le siguen.
Muy por detrás de Pérez Molina, se ubicaban según los sondeos de fines de agosto, los también candidatos de derecha Manuel Baldizón (en torno de 18,5%) y Eduardo Suger, con 11% de las intenciones de votos.
Rigoberta Menchú, premio Nobel de la Paz, sostenida por la antigua guerrilla y el partido indígena Winaq obtendría menos del 3 % de los votos. En un país vasto donde el 70% de la población es indígena, una parte mayoritaria de la misma no se siente hoy representada en las organizaciones político-indígenas con aspiraciones electorales.
Seguridad, derechos humanos, soberanía alimentaria
Aunque la problemática de la violencia social aparece como un tema importante, la ultraderecha se encarga de agitarlo y utilizarlo políticamente.
"Mi Gobierno será con mano dura; voy a combatir el crimen organizado y toda la violencia con el Ejército...se crearán estrategias militares para erradicar la violencia desde su raíz”, enfatiza en sus discursos Pérez Molina. Apelando, incluso, a reestablecer "fuerzas de tarea” (task forces – grupos paramilitares), una táctica militar empleada por el Ejército contra la guerrilla tanto en Guatemala, como en buena parte de América Latina durante las décadas de los años 70,80,90 donde imperó la Doctrina de la Seguridad del Nacional.
"Muchas de nuestras contrapartes en Guatemala nos expresan su gran preocupación antes este discurso y esta perspectiva cercana de mayor violencia institucional y de ola represiva....Que apuntaría principalmente a los defensores de derechos humanos y al movimiento social en su totalidad”, advierte Karl Heuberger, responsable de la ONG evangélica suiza HEKS-EPER para Centroamérica.
Para Heuberger, el tema de la violencia esconde otras dos temáticas muy presentes en la preocupación cotidiana de los guatemaltecos: la seguridad alimentaria y la persecución a los defensores de los derechos humanos.
Adital, 2/09/2011

giovedì 1 settembre 2011

511 - EL ORO O LA VIDA

.
Actualmente Centro América sufre una invasión de empresas mineras transnacionales. Goldcorp es la compañía de oro canadiense con mayor expansión en el área. Durante los últimos años sus operaciones han provocado contaminación, enfermedades, muerte, división comunitaria y criminalización de la protesta social.
En Honduras y El Salvador la indignación y la organización crecen cada día. En Guatemala más de 50 Pueblos Mayas han decidido poner freno a la expansión minera por medio de Consultas Comunitarias.
Esta lucha apenas comienza.
www.caracolproducciones.org/
.
Attualmente il Centro l'America subisce l’invasione di imprese minerarie multinazionali. Goldcorp è la compagnia canadese di estrazione di oro con maggiore espansione nell'area. Durante gli ultimi anni le sue operazioni hanno provocato inquinamento, malattie, morte, divisione nelle comunità e la criminalizzazione della protesta sociale.
In Honduras ed El Salvador l'indignazione e l'organizzazione crescono ogni giorno. In Guatemala oltre cinquanta comunità Maya hanno deciso di mettere un freno all'espansione mineraria mediante le Consultazioni Comunitarie.
Questa lotta è appena cominciata.
www.caracolproducciones.org/

510 - INCONTRO PER DISCUTERE CON I CANDIDATI ALLA PRESIDENZA PROPOSTE PER I MIGRANTI

Il prossimo 11 settembre il Guatemala si mobiliterà per scegliere chi governerà il paese per i prossimi quattro anni. Davanti alla congiuntura, e nella quadro della Settimana Nazionale del Migrante, il Gruppo di Lavoro Immigrazione ed Elezioni 2011, realizzerà il 31 agosto l’incontro “Immigrazione: un impegno dello Stato 2012-2016.
L'obiettivo è ascoltare i candidati alla presidenza, ma contemporaneamente, presentare proposte sulle domande dei guatemaltechi che emigrano all'esterno. Per questo proposito, più di 20 organizzazioni sociali vincolate ai migranti guatemaltechi negli Stati Uniti, familiari, attivisti dei diritti umani dei migranti, accademici e membri della Chiesa Cattolica, presenteranno la proposta ‘Migrazioni, un impegno dello Stato 2012-2016', finalizzata ad una politica integrale che cerchi di arrivare al rispetto ai diritti umani per evitare la migrazione forzata e migliorare l'offerta di lavoro in Guatemala.
Tra i candidati alla presidenza, hanno confermato la presenza all’incontro Manuel Baldizón, del partito Leader; Harold Caballeros, di VIVA-EG; Juan Gutiérrez, del Partido Avanzada Nazional (Pan); Patricia de Arzú, del Partito Unionista; Rigoberta Menchú, del Frente Amplio; Alejandro Giammattei, del Partito Casa; ed Adela de Torrebiarte, di Acción de Desarrollo Nacional (ADN).
Stimati attualmente in 1,5 milioni, gli emigranti inviano in Guatemala circa quattro mille milioni di dollari per anno, significativa somma per la fragile economia del paese. Nonostante il loro apporto, affrontano una difficile situazione, solo nel 2010, 28.000 guatemaltechi sono stati deportati degli Stati Uniti, principale paese di destino degli emigranti.
Secondo la coordinatrice esecutiva del Tavolo Nazionale per le migrazioni in Guatemala (Menamig), Elisabel Enríquez, il tema migratorio non è prioritario nella maggioranza dei programmi dei partiti politici, ciò che costituisce motivo di preoccupazione per i movimenti e finisce alimentando il ciclo migratorio.
Bisogna prendere in considerazione che, nella misura in cui gli emigranti all’estero non abbiano diritto al voto, il tema migratorio continuerà ad essere per i politici un tema di basso profilo", afferma. Ella denuncia anche che negli ultimi processi elettorali ci sono state molte promesse agli emigranti che alla fine non sno state realizzate.
Per il "voto castigo"
Stanchi di tante promesse vuote, il gruppo di emigranti ‘Guatemalteche e Guatemaltechi per un Voto Cosciente', ha inviato lettere ai suoi parenti in Guatemala, il giorno 1º agosto, esortandoli a non votare per partiti che non prendono sul serio il tema dell'emigrazione.
"Nonostante le promesse già da molti anni - i periodi di governo di Portillo, Berger e Colom - di organizzare il voto e la rappresentanza dei guatemaltechi all'estero, alla fine semplicemente si sono presi gioco di noi. Ci riempiono di elogi; ma non riconoscono i nostri diritti. Noi siamo convinti che è arrivato il momento di fare i conti, cioè, di dimostrare con il “voto punizione” che abbiamo peso politico”, sostengono.
Adital, 30/08/2011

509 - GRUPO REALIZA FORO PARA DEBATIR CON PRESIDENCIABLES PROPUESTAS PARA INMIGRANTES

El próximo día 11 de septiembre, Guatemala se movilizará para escoger quien gobernará el país por los próximos cuatro años. Ante la coyuntura, y en el marco de la Semana Nacional del Inmigrante, el Grupo de Trabajo Inmigraciones y elecciones 2011, realizará mañana (31) el foro Inmigraciones: un compromiso del Estado 2012-2016.
El objetivo es escuchar a los presidenciables, pero al mismo tiempo, presentar propuestas sobre las demandas de los guatemaltecos que emigran al exterior. Para este propósito, más de 20 organizaciones sociales vinculadas a emigrantes guatemaltecos en los Estados Unidos, familiares, activistas de derechos humanos de migrantes, académicos y miembros de la Iglesia Católica, presentarán la propuesta ‘Migraciones, un compromiso del Estado 2012-2016’,orientada por una política Integral persiguiendo el respeto a los derechos humanos para evitar emigración forzada y mejorar la oferta de trabajo en Guatemala.
Entre los candidatos a la presidencia, confirmaron presencia en el Foro Manuel Baldizón, del partido Líder; Harold Caballeros, de Viva-EG; Juan Gutiérrez, del Partido Avanzada Nacional (PAN); Patricia de Arzú, del Partido Unionista; Rigoberta Menchú, del Frente Amplio; Alejandro Giammattei, del Partido Casa; y Adela de Torrebiarte, de Acción de Desarrollo Nacional (ADN).
Estimados actualmente, en 1,5 millones, los emigrantes mandan a Guatemala cerca de cuatro mil millones de dólares por año, significativa suma para la fragilizada economía del país. A pesar de su aporte, enfrentan una difícil situación, sólo en 2010, mas de 28 mil guatemaltecos fueron deportados de los Estados Unidos, principal país destino de los emigrantes.
Según la coordinadora ejecutiva del la Mesa Nacional para las migraciones en Guatemala, (Menamig), Elisabel Enríquez, el tema migratorio no es prioritario en la mayoría de los programas de los partidos políticos, lo que constituye motivo de preocupación para los movimientos y termina alimentando el ciclo migratorio.
"Hay que tomar en cuenta que, en la medida en que los migrantes en el exterior no tengan derecho al voto, el tema migratorio seguirá siendo para los políticos un tema de bajo perfil”, afirma. Ella denuncia también que en los últimos procesos electorales hubo muchas promesas a los migrantes que finalmente no fueron cumplidas.
Por el "voto castigo”
Cansados de tantas promesas vacías, el grupo de emigrantes ‘Guatemaltecas y Guatemaltecos por un Voto Consciente’, envió cartas a sus familiares en Guatemala, el día 1º de agosto, exhortándolos a no votar por partidos que no toman en serio el tema de la emigración.
"Pese a las promesas a lo largo de muchos años –los períodos de gobierno de [Alfonso] Portillo, [Óscar] Berger y [Alvaro] Colom-- de organizar el voto y la representación de las guatemaltecas y guatemaltecos en el extranjero, al final simplemente se han burlado de nosotros. Nos llenan de elogios; pero no reconocen nuestros derechos. Nosotros estamos convencidos de que ha llegado el momento de pasarles la factura, es decir, de demostrar con el voto castigo que tenemos peso político”,argumentan.
Adital, 30/08/2011