Benvenuti nel blog “Orizzonte Guatemala”! Siamo un gruppo di amici del Guatemala e con questo strumento di comunicazione e condivisione vogliamo contribuire a fare conoscere l’attualità di questo bellissimo paese, al quale ci legano vincoli di amicizia e di solidarietà con tanti amici guatemaltechi.


giovedì 29 dicembre 2011

563 - POLEMICA AL COMPIMENTO DEI 15 ANNI DEGLI ACCORDI DI PACE


Oggi si compiono 15 anni dalla firma degli accordi della pace che hanno messo fine al conflitto armato interno che durò 36 anni, ed è motivo di festeggiamento per il Governo, e di rifiuto per gruppi sociali.
Le lamentele, alcune condivise dal presidente Álvaro Colom e dal suo successore, Otto Pérez Molina, si incentrano nel fatto che gli accordi di pace hanno fatto tacere le armi e gettato le basi per dare vita a un'agenda nazionale, ma questo è ancora in attesa di realizzarsi. 
Alcuni settori sociali vedono grandi ritardi nel compimento degli impegni e frustrazioni storiche accumulate.
Colom che oggi ha a suo carico il cambio della rosa, si è giustificato, perché, ha detto, è stato sette anni "creando le condizioni per la firma della pace."
Ha aggiunto che è stato il primo funzionario a visitare le aree colpite dal conflitto armato, come Nuevo Xalbal, Ixcán, Quiché, quando dirigeva il Fondo Nazionale per la Pace.
Pérez Molina è riunito con membri del Consiglio Nazionale per il Compimento degli Accordi di Pace, per stabilire un rilancio di quel piano nel 2012, ponendo enfasi nella sicurezza, giustizia e cambiamento climatico.
Il futuro governante, che ha detto di non essere stato invitato ai festeggiamenti di oggi, ha promesso di riunirsi col Consiglio prima della presa di possesso, il prossimo 14 gennaio, per ascoltare progetti concreti sul rilancio.
Poco da celebrare
Al contrario, ieri è stata effettuata una commemorazione alternativa di quell'avvenimento, organizzata dalla Convergenza Nazionale Maya Waqib´Kej, con attività culturali nella Piazza della Costituzione.
Secondo il dirigente contadino Daniel Pascual, la data non invita alla celebrazione, perché "le cause della guerra, come la discriminazione, il razzismo e patriarcato, continuano ad essere latenti". 
La mancanza di compimento degli accordi da parte dello Stato impedisce a quei raggruppamenti di condividere le celebrazioni del governo centrale e della Municipalità, ha aggiunto Pascual.
La Convergenza segnala ritardi negli accordi su Aspetti Socioeconomici e Situazione Agraria, ed Identità e Diritti dei Popoli Indigeni.
Indica anche che i governi, dopo la firma della pace, hanno continuato con "lo stesso modello economico" e non hanno intrapreso riforme profonde dello Stato.
Yolanda Chali, dirigente di Convergenza, ha segnalato che lo Stato è ancora il principale attore che viola i diritti umani.
Prensa Libre, 29/12/2011

562 - POLÉMICA AL CUMPLIRSE 15 AÑOS DE LLEGAR LA PAZ

Hoy se cumplen 15 años de la firma de los acuerdos de la paz, que pusieron fin al conflicto armado interno que duró 36 años, lo cual es motivo de festejo para el Gobierno, y de rechazo para grupos sociales.
Las quejas, algunas compartidas por el presidente Álvaro Colom y su sucesor, Otto Pérez Molina, se centran en que el pacto silenció las armas y sentó las bases para impulsar una agenda de nación, pero esta sigue pendiente de alcanzarse.
Sectores sociales ven grandes retrasos en el cumplimiento de los compromisos y frustraciones históricas acumuladas.
Colom, quien tendrá a su cargo hoy el cambio de la rosa, se justificó porque, dijo, estuvo siete años “creando las condiciones para la firma de la paz”.
Agregó que fue el primer funcionario en visitar áreas afectadas por el conflicto armado, como Nuevo Xalbal, Ixcán, Quiché, cuando dirigió el Fondo Nacional para la Paz.
Pérez Molina se reunió ayer con integrantes del Consejo Nacional para el Cumplimiento de los Acuerdos de Paz, para acordar un relanzamiento de ese plan en el 2012, con énfasis en seguridad, justicia y cambio climático.
El futuro gobernante, quien dijo que no fue invitado a los festejos de hoy, prometió reunirse con el Consejo antes de la toma de posesión, el próximo 14 de enero, para escuchar planteamientos concretos sobre el relanzamiento.
Poco que celebrar
En contraste, ayer se efectuó una conmemoración alternativa de aquel acontecimiento, organizada por la Convergencia Nacional Maya Waqib´Kej, con actividades culturales en la Plaza de la Constitución.
Según el dirigente campesino Daniel Pascual, la fecha no invita a la celebración, pues “causas de la guerra como la discriminación, el racismo y patriarcado siguen latentes”.
La falta de cumplimiento de los acuerdos por parte del Estado impide a esas agrupaciones compartir las celebraciones del gobierno central y la Municipalidad, agregó Pascual.
La Convergencia señala regazos en los acuerdos sobre Aspectos Socioeconómicos y Situación Agraria, e Identidad y Derechos de los Pueblos Indígenas.
También indican que los gobiernos, luego de la firma de la paz, siguieron “el mismo modelo económico” y no emprendieron reformas profundas del Estado.
Yolanda Chali, dirigente de Convergencia, señaló que el Estado aún es el principal violador de los derechos humanos.
Prensa Libre 29/12/2011

martedì 27 dicembre 2011

661 - STUDIO DEL GRUPPO DI APPOGGIO MUTUO DOCUMENTA PERMANENTI VIOLAZIONI AI DIRITTI UMANI

Lungi dal migliorare, la violenza e la situazione dei diritti umani in Guatemala stanno peggiorando. La constatazione è del Gruppo di Appoggio Mutuo (GAM), che ha divulgato una relazione con i dati del mese di novembre, per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica nazionale ed internazionale. Il dossier mette in guardia sul fatto che la violenza è aumentata del 3,3% in relazione con gli 11 mesi dell'anno precedente.
Secondo il GAM, in dieci anni di impunità e violenza, oltre 53.000 persone persero la vita, cifra che supera le morti avvenute in 36 anni di guerra civile. Un altro dato che rivela la situazione del paese è l'aumento della violenza e crudeltà dei delitti contro le donne. Nel 2011, anche gli indici degli atti violenti contro le donne sono aumentati. Le informazioni sono un'allerta per mettere in pratica azioni integrali che possano arginare la criminalità.
La relazione del GAM mostra che il sabato e la domenica in Guatemala non sono giorni di ozio e riposo, ma di paura. I fine settimana sono indicati come i periodi più pericolosi della settimana. Fino al mese di ottobre, la media è di sei persone morte a settimana.
Anche l'indice di morti violente spaventa, perché invece di diminuire, è aumentato a 3,051. Ci sono anche speculazioni che il numero sia molto maggiore, poiché i dati sulle morti violente sono presi dei mezzi di comunicazione. Dai dati dell'Istituto Nazionale di Scienze Forensi del Guatemala (Inacif), si ritiene che l'aumento sia stato di 5,679. L'attuale tasso di omicidi del paese, secondo il GAM, è di 38,6 morti ogni 100.000 abitanti.
Le armi continuano ad essere i principali strumenti che causano morti nel paese. Il 86,2% delle morti violente è stato provocato da queste armi, mentre le armi bianche sono state responsabili del 5,51% dei casi e le bastonate hanno assassinato al 4 %.
Anche i massacri sono motivo di preoccupazione, perché generalmente rimangono nell'impunità. Il GAM ha cominciato a monitorare questo tipo di casi in virtù della frequenza e della grande quantità di persone innocenti morte in solo un atto criminale. In novembre, il numero di vittime di massacri è salito a 49; di questi, 36 sono morti a causa di una azione violenta, e 13 sono rimasti feriti.
Il GAM indica anche che quelli che più soffrono per la violenza sono le popolazioni di Città del Guatemala, Villa Nueva e Mixco. In questi municipi si registrarono le maggiori quantità di vittime: 722, 186 e 171, rispettivamente. Anche la presenza di commissariati modello non riesce a contenere la criminalità nelle regioni.
In contropartita, i municipi di San Pedro Sacatepéquez, 8 vittime, Fraijanes, 5, e San Raimundo (2) sono stati considerati i meno violenti e quelli che hanno registrato la minore quantità di vittime.
In relazione alle professioni di maggiore rischio, quella di autista di autobus, considerata la più rischiosa negli ultimi tre anni, ha ceduto il posto a quella di commerciante. 113 professionisti di questo ramo sono stati uccisi. Anche le statistiche elencano al secondo e terzo posto le professioni di autista di trasporto pubblico (84) e di agricoltore (64).
Anche la violenza contro le donne deve essere ricordata, perché secondo il GAM, esse "continuano ad essere per eccellenza le vittime in tutti gli ambiti". Questo anno, le violenze contro le donne sono aumentate del 2% se si confrontano i dati del 2010. Questo mostra la necessità di dare più attenzione ai delitti commessi contro le donne, e non solo i delitti comuni, ma anche quelli relazionati con la violenza all’interno della famiglia.
Adital, 16/12/2011

560 - ESTUDIO DEL GRUPO DE APOYO MUTUO COMPRUEBA PERMANENTES VIOLACIONES A LOS DDHH

Lejos de mejorar, la violencia y la situación de los Derechos Humanos en Guatemala sólo empeoran. La constatación es del Grupo de Apoyo Mutuo (GAM), que divulgó un informe con datos del mes de noviembre para llamar la atención de la opinión pública nacional e internacional. El informe alerta sobre el hecho de que la violencia ha crecido un 3,3% en relación con los 11 meses del año anterior.
De acuerdo con el GAM, en diez años de impunidad y violencia más de 53 mil personas perdieron la vida, cifra que supera las muertes ocurridas en 36 años de guerra civil. Otro dato que revela la situación del país es el aumento de la violencia y crueldad de los delitos contra las mujeres. En 2011, los índices de actos violentos contra ellas también subieron. Las informaciones son un alerta para la puesta en práctica de acciones integrales que puedan cohibir la criminalidad.
El informe del GAN muestra que el sábado y el domingo en Guatemala no son días de ocio y descanso, sino de miedo. El fin de semana es señalado como el período más peligroso de la semana. Hasta el mes de octubre, el promedio es de seis personas muertas por fin de semana.
El índice de muertes violentas también asusta, porque en lugar de disminuir, aumentó 3,051. Hay también especulaciones de que el número sea bastante mayor, ya que los datos sobre muertes violentas son tomados de los medios de comunicación. Basado en datos del Instituto Nacional de Ciencias Forenses de Guatemala (Inacif), se cree que el aumento haya sido de 5,679. La actual tasa de homicidios del país, según el GAM, es de 38,6 muertes cada 100 mil habitantes.
Las armas de fuego continúan siendo los principales instrumentos causantes de las muertes en el país. El 86,2% de las muertes violentas fueron provocadas por estas armas, mientras que las armas blancas fueron responsables del 5,51% de los casos y las golpizas victimaron al 4,0%.
Las masacres también son motivo de preocupación, pues generalmente terminan en la impunidad. El GAM comenzó a monitorear este tipo de casos en virtud de la recurrencia y de la gran cantidad de personas inocentes muertas en sólo un acto delictivo. En noviembre, el número de víctimas de masacres subió a 49; de éstos, 36 murieron durante una acción violenta, y 13 quedaron heridos.
El GAM también relata que los que más sufren por la violencia son las poblaciones de la ciudad de Guatemala, Villa Nueva y Mixco. En estos municipios se registraron las mayores cantidades de víctimas: 722, 186 y 171, respectivamente. Inclusive la presencia de comisarías modelo no logra cohibir la criminalidad en las regiones.
En contrapartida, los municipios de San Pedro Sacatepéquez (8 víctimas), Fraijanes (5) y San Raimundo (2) fueron considerados los menos violentos y los que produjeron la menor cantidad de víctimas fatales.
En relación con las profesiones de mayor riesgo, la de conductor de ómnibus –considerada la más vulnerable en los últimos tres años- salió del tope y dio lugar a la de comerciante. 113 profesionales de este ramo fueron muertos. Las estadísticas también reportan en el segundo y tercer lugar las profesiones de conductor de transporte de colectivo (84) y de agricultor (64).
La violencia contra la mujer también necesita ser recordada, porque según el GAM, ellas "siguen siendo las víctimas por excelencia en todos los ámbitos”. Este año, las envestidas violentas contra las mujeres aumentaron un 2% si se compara con datos de 2010. Esto muestra la necesidad de dar más atención a los delitos cometidos contra ellas y no sólo a los llamados delitos comunes, sino también a los relacionados con la violencia intrafamiliar.
Adital, 16/12/2011

venerdì 23 dicembre 2011

559 - LO STATO GUATEMALTECO RICONOSCE RESPONSABILITÀ NEL MASSACRO DI LAS DOS ERRES

Il presidente Álvaro Colom ha riconosciuto a nome dello Stato guatemalteco la responsabilità nel massacro di Las Dos Erres, in un incontro realizzato nel Palazzo Nazionale della Cultura. Ciò come parte del compimento della sentenza della Corte Interamericana di Diritti umani (CIDH), del 24 novembre 2009.
Francisco Arriaga, uno dei sopravvissuti, aveva chiesto alla giustizia guatemalteca di investigare gli autori intellettuali del massacro; gli ordini vennero dall’alto, sono più colpevoli quelli che ordinarono di realizzare questo genocidio rispetto agli esecutori.
Il massacro di Las Dos Erres fu commesso tra il 6 e l’8 dicembre di 1982, quando un gruppo di soldati appartenenti ad una gruppo elite denominato kaibil assassinò 201 persone, tra uomini, donne e bambini.
Adital, 16/12/2011

558 - ESTADO GUATEMALTECO RECONOCE RESPONSABILIDAD EN MASACRE DE LAS DOS ERRES

El presidente Álvaro Colom reconoció en nombre del estado guatemalteco la responsabilidad en la masacre de Las Dos Erres en un acto realizado en el Palacio Nacional de la Cultura. Esto como parte del cumplimiento de la sentencia de la Corte Interamericana de Derechos Humanos (CIDH) del 24 de noviembre de 2009.
Francisco Arriaga, uno de los sobrevivientes, pidió a la justicia guatemalteca que se investigue a los autores intelectuales de la matanza; las órdenes vinieron de arriba, son más culpables los que ordenaron realizar este genocidio que quienes lo hicieron, indicó.
La masacre de Las Dos Erres fue cometida entre el 6 y 8 de diciembre de 1982, cuando un grupo de soldados pertenecientes a un grupo élite denominado kaibil asesinó 201 personas, entre hombres, mujeres y niños.
Adital, 16/12/2011

domenica 18 dicembre 2011

557 - 279 MIGRANTI GUATEMALTECHI SONO STATI ASSASSINATI QUESTO ANNO

Statistiche delle istituzioni che vigilano sui diritti degli emigranti indicano che nel 2011 sono stati rimpatriati in Guatemala 279 cadaveri di migranti dagli Stati Uniti e dal Messico. Secondo quanto è indicato, un totale di 29.211 guatemaltechi sono stati rimpatriati in 2011.
Isabel Enríquez, coordinatrice del Tavolo Nazionale per le Migrazioni (Menamig), ha indicato che di ogni dieci corpi non identificati che sono seppelliti nelle fosse comuni in Messico, sei sono migranti centroamericani. E’ stato indicato che di ogni dieci donne migranti, sei sono vittime di abusi e violenza sessuale, "un altro indicatore che dimostra razzismo e xenofobia contro gli emigranti."
La Pastorale della Mobilità Umana, ha informato che nel 2011, sono stati deportati dagli Stati Uniti, 29.211 guatemaltechi e dal Messico 29.209, per un totale di 59.000 guatemaltechi.
Mauro Verzeletti, segretario aggiunto del Pastorale, ha lamentato questa situazione, come la morte degli emigranti che cercano opportunità in un altro paese.
Due giorni fa è un guatemalteco stato assassinato dalla pattuglia di confine dell'Arizona, negli Stati Uniti. L'informazione preliminare afferma che il giovane aveva 28 anni, era originario di Rio Hondo, Zacapa. "È da condannare che le autorità migratorie stiano agendo in questo modo, quando un emigrante si altera, perché semplicemente un emigrante si è alterato quando è stato imprigionato dalle autorità migratorie, gli hanno sparato, esistono altri meccanismi che non devono togliere la vita alle persone, è una brutta pratica che si sta estendendo al Messico e agli Stati Uniti", ha riferito.
Nel quadro della Celebrazione della Giornata Internazionale delle Persone Migranti e del XXI anniversario della Convenzione per la Protezione dei Diritti di tutti i Lavoratori Migranti e le loro famiglie, si svolgerà un evento di 8 giorni di attività, che inizia il 10 di dicembre e si conclude il 18 dicembre.
Le azioni delle differenti organizzazioni, che includono anche la Procura dei Diritti umani e l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR), intendono realizzare una campagna che cerca la ratifica e l'applicazione della Convenzione del 1990, sulla libertà di circolazione e il diritto di scegliere dove stabilirsi, la chiusura dei centri di detenzione delle persone di altre nazionalità e la cancellazione dei programmi ed accordi che violino i diritti umani alle frontiere.
CEG, 6 - 12 dicembre 2011

556 - UNOS 279 MIGRANTES GUATEMALTECOS HAN SIDO ASESINADOS ESTE AÑO

Estadísticas de las instituciones que velan por los derechos de los migrantes indican que en 2011 han sido repatriados a Guatemala 279 cadáveres de víctimas migrantes desde Estados Unidos y México. Según se indica, un total de 28,211 guatemaltecos han sido repatriados en 2011.
Isabel Enríquez, coordinadora de la Mesa Nacional para las Migraciones (Menamig), indicó que de cada diez cuerpos no identificados que depositan en las fosas comunes en México, seis son migrantes centroamericanos. Según se indicó, de cada diez mujeres migrantes, seis son víctimas de abusos y violencia sexual, “otro indicador que demuestra racismo y xenofobia en contra de los migrantes”.
La Pastoral de Movilidad Humana, informó que en lo que va del año, han sido deportados desde Estados Unidos, 29,211 guatemaltecos y desde México 29,209 lo que hace un total de 59 mil guatemaltecos.
Mauro Verzeletti, secretario adjunto de la Pastoral, lamentó esta situación, así como la muerte de los migrantes que buscan una oportunidad en otro país.
Hace dos días fue asesinado un guatemalteco por la patrulla fronteriza de Arizona, Estados Unidos. La información preliminar da cuenta que el joven tenía 28 años, era originario de Río Hondo Zacapa. “Es repudiable que las autoridades migratorias estén actuando de esta forma, cuando un migrante se altera, porque simplemente un migrante se ha alterado cuando fue aprisionado por las autoridades migratorias, le dispararon, existe otro mecanismo que no necesita quitar la vida de las personas, es una mala práctica que se está extendiendo a México y a Estados Unidos”, refirió.
En el marco de la Celebración del Día Internacional de las Personas Migrantes y el XXI aniversario de la Convención sobre la Protección de los Derechos de todos los Trabajadores Migratorios y sus Familias, se llevará a cabo una jornada de 8 días de activismo, que inicia el 10 de diciembre y concluye el 18.
Las acciones de las diferentes organizaciones, que también incluyen a la Procuraduría de los Derechos Humanos y el Alto Comisionado de las Naciones Unidas para los Refugiados (ACNUR), pretenden realizar una campaña que busca la ratificación y la aplicación de la Convención de 1990, sobre la libertad de circulación y el derecho de elegir donde establecerse, el cierre de los centros de detención de personas de otras nacionalidades y la cancelación de los programas y acuerdos que violen los derechos humanos en las fronteras.
CEG, 6 - 12 de diciembre 2011

domenica 11 dicembre 2011

555 - PERCHÉ HANNO VOTATO PER PÉREZ MOLINA LE AREE DISTRUTTE DALLA GUERRA?

Una semplice croce bianca di cemento indica il luogo, vicino al ponte attraverso il quale si entra nel piccolo villaggio di Chel, nel dipartimento dell’altopiano guatemalteco del Quiché, dove 95 civili maya ixil furono brutalmente assassinati il 3 aprile 1982.
Non c’è nessuna targa, né fiori, né i nomi incisi sulla pietra, solo un umile promemoria degli uomini e donne crivellati a colpi di arma da fuoco o fatti a pezzi a fendenti e dei bambini, i cui piccoli corpi furono gettati contro le rocce dai soldati della Task Force Gumarcaj.
Il massacro è descritto nei dettagli in "Guatemala: Memoria del silenzio", la relazione elaborata dalla Commissione per il Chiarimento Storico, patrocinata dalle Nazioni Unite, dopo la firma degli Accordi di Pace nel 1996.
Agli inizi della decade del 1980, i municipi come il Triangolo Ixil, Santa María Nebaj, San Gaspar Chajul e San Juan Cotzal, nel Quiché, si erano trasformati in uno dei principali scenari delle operazioni insurrezionali dell'Esercito Guerrigliero dei Poveri (EGP).
"La guerriglia sono i pesci. Il popolo è il mare. Se non puoi prendere i pesci, devi prosciugare il mare". Così giustificava il dittatore Efraín Ríos Montt (1982-83) le sue azioni brutali contro la popolazione ixil nel tentativo di eliminare le forze ribelli.
Il presidente eletto del Guatemala, il generale ritirato dell'esercito Otto Pérez Molina, fu uno dei comandanti della Task Force Gumarcaj, ubicata a Chajul, dove 26 villaggi furono distrutti totalmente o parzialmente, si verificarono dieci massacri, 317 civili disarmati furono assassinati e 9.000 persone furono sfollate.
I risultati delle elezioni di quest’anno rivelano un dato sorprendente: la maggioranza di elettori delle tre municipalità ixil hanno scelto Pérez Molina nel primo turno elettorale. Ma questo risultato si capovolse durante il ballottaggio, il 6 novembre, quando questi elettori hanno scelto il candidato oppositore Manuel Baldizón.
Vincoli con molteplici massacri
Nel marzo 1982, un mese prima del massacro di Chel, era stata commessa un'altra atrocità, questa volta nel municipio di Rabinal, nel dipartimento settentrionale di Baja Verapaz, dove le Pattuglie di Difesa Civile, come erano conosciute le forze paramilitari, assassinarono 70 donne e 107 bambini.
Rabinal ha votato massicciamente per il conservatore Partito Patriota (PP) di Pérez Molina, sia al primo turno che al ballottaggio, in due elezioni generali consecutive. Questo sembra confermare una tendenza preoccupante: alcune delle popolazioni maya, che subirono la peggiore violenza della politica di "terra bruciata" dell'Esercito, appoggiano un candidato che partecipò attivamente a quel capitolo sanguinoso della storia del Guatemala.
Juan Dionisio Marcos de Leon, leader giovanile maya di Nebaj, nacque un anno dopo i massacri nel Triangolo Ixil, ma è molto informato sulla storia del suo paese. Ha detto che, paradossalmente, molta gente in Nebaj considera Rios Montt come un eroe. "Amano Rios Montt perché secondo loro ha fatto costruire la strada nell'area ixil. Ma ciò era stato fatto allo scopo di poter mobilitare l’esercito, non per beneficiare la popolazione ixil", ha detto De Leon.
I parenti di quegli assassinati dall'Esercito tendono a scegliere opzioni non militari, come il partito governante Unità Nazionale della Speranza (UNE). Il resto tende a votare indipendentemente per il candidato che distribuisca più donazioni, indipendentemente se è un generale ritirato dell'Esercito che assassinò il suo popolo.
Perché il cambiamento?
Ma perché le tre municipalità ixil votarono per Pérez Molina nel primo turno e per Baldizón nel ballottaggio?
Il politologo Renzo Rosal, dell'Università Rafael Landívar, afferma che le atrocità della guerra non crearono una coscienza antimilitare tra le popolazioni indigene colpite, a causa della breccia generazionale tra gli elettori di oggi e i danneggiati dal conflitto armato.
"Alle nuove generazioni interessa guardare avanti, la storia è come una zavorra che cercano di negare", disse.
Quindici anni dopo gli Accordi di Pace, il Ministero dell’Educazione non ha ancora incluso il conflitto armato e le sue cause nel piano di studi. Come risultato, una nuova generazione dei guatemaltechi non è informata della propria storia.
Gli ex paramilitari hanno ancora un forte potere sulle strutture politiche locali e molte popolazioni indigene sono profondamente conservatrici a causa dell'influenza delle chiese evangeliche, che normalmente predicano che gli stessi poveri sono i colpevole della loro situazione, aggiunge Rosal.
Della stessa opinione è Edgar Gutiérrez, collaboratore principale di Mons. Juan José Gerardi nell'elaborazione della relazione Recupero della Memoria Storica (REMHI), un sforzo diretto dalla Chiesa Cattolica per registrare le violazioni dei diritti umani commesse durante il conflitto armato.
"I massacri in sé sono un dato che crea una frattura nella storia e nella vita delle comunità. Ma che cosa succede poi? Chi ha interpretato quella storia durante gli ultimi trenta anni? Nella maggioranza di luoghi è stato l'Esercito quello che è rimasto, dicendo ‘vi abbiamo salvati, [i gruppi guerriglieri] vi hanno ingannato, vi hanno usato e vi hanno abbandonato", ha detto Gutiérrez.
"Io sono tornato, dopo il REMHI, in varie comunità dove raccolsi le testimonianze e la gente continua a parlare dello stesso passato con la stessa amarezza, ma ora aggiunge gli inganni del governo, il fatto dell’incompleto risarcimento e l'assalto di bande giovanili. Non c'è una connessione diretta tra quel passato dantesco e il significato di un governo del PP", aggiunse.
Adital, 08/12/2011

554 - ¿POR QUÉ VOTARON POR PÉREZ MOLINA LAS ZONAS ASOLADAS POR LA GUERRA?

Una sencilla cruz blanca de cemento marca el lugar, junto al puente por el que se entra a la pequeña aldea de Chel, en el departamento altiplánico guatemalteco del Quiché, donde 95 civiles mayas ixil fueron brutalmente asesinados el 3 de abril de 1982.
No hay ninguna placa, ni flores, ni nombres grabados en piedra, sólo un humilde recordatorio de los hombres y mujeres acribillados a balazos o tajeados a machetazos y los infantes cuyos pequeños cuerpos fueron lanzados contra las rocas por soldados de la Fuerza de Tarea Gumarcaj.
La masacre está descrita detalladamente en "Guatemala: Memoria del silencio”, el informe elaborado por la Comisión para el Esclarecimiento Histórico patrocinada por Naciones Unidas, después de firmarse los Acuerdos de Paz en 1996.
A inicios de la década de 1980, los municipios como el Triángulo Ixil: Santa María Nebaj, San Gaspar Chajul y San Juan Cotzal, en el Quiché, se habían convertido en uno de los principales escenarios de las operaciones insurgentes del Ejército Guerrillero de los Pobres (EGP).
"La guerrilla son los peces. El pueblo es el mar. Si no puedes atrapar los peces, tienes que secar el mar”. Así justificaba el dictador Efraín Ríos Montt (1982-83) sus embestidas brutales contra la población ixil en un esfuerzo por expulsar a las fuerzas rebeldes.
El presidente electo de Guatemala, el general retirado del Ejército Otto Pérez Molina, fue uno de los comandantes de la Fuerza de Tarea Gumarcaj, estacionada en Chajul, donde 26 aldeas fueron destruidas total o parcialmente, se produjeron 10 masacres, 317 civiles desarmados fueron asesinados y 9,000 personas fueron desplazadas.
Los resultados de las elecciones de este año revelan un hallazgo sorprendente: la mayoría de votantes de las tres municipalidades ixil escogieron a Pérez Molina en la primera ronda. Sin embargo, este resultado se invirtió durante la segunda vuelta, el 6 de noviembre, cuando dichos votantes favorecieron al candidato opositor Manuel Baldizón.
Vínculos con múltiples masacres
En marzo de 1982, un mes antes de la masacre de Chel, se cometió otra atrocidad, esta vez en la municipalidad de Rabinal, en el departamento norteño de Baja Verapaz, donde las Patrullas de Defensa Civil, como eran conocidas las fuerzas paramilitares, asesinaron a 70 mujeres y 107 niños.
Rabinal votó masivamente por el derechista Partido Patriota (PP) de Pérez Molina, en primera y segunda ronda, en dos elecciones generales consecutivas. Esto parece confirmar una tendencia preocupante: algunas de las poblaciones mayas que llevaron la peor parte de la política de "tierra arrasada” del Ejército, apoyan a un candidato que participó activamente en ese capítulo sangriento de la historia de Guatemala.
Juan Dionisio Marcos de León, líder juvenil maya de Nebaj, nació un año después de las masacres en el Triángulo Ixil, pero está muy al tanto de la historia de su pueblo. Dijo que, paradójicamente, mucha gente en Nebaj considera a Ríos Montt como un héroe. "Adoran a Ríos Montt porque según ellos llevó la carretera al área ixil. Pero eso lo hizo con el objetivo planificado de movilizar un cuerpo militar, no para beneficiar al pueblo ixil”, dijo De León.
Los familiares de los asesinados por el Ejército tienden a elegir opciones no militares, como el partido gobernante Unidad Nacional de la Esperanza (UNE). El resto tiende a votar por el candidato que reparta más dádivas, independientemente de si es un general retirado del Ejército que asesinó a su pueblo.
¿Por qué el giro?
Pero ¿por qué las tres municipalidades ixil votaron por Pérez Molina en la primera ronda y por Baldizón en la segunda?
El politólogo Renzo Rosal, de la Universidad Rafael Landívar, dice que las atrocidades de la guerra no crearon una conciencia antimilitar entre las poblaciones indígenas afectadas debido a la brecha generacional entre los votantes de hoy y los afectados por el conflicto armado.
"A las nuevas generaciones les interesa ver hacia adelante, la historia es como un lastre que intentan negar”, dijo.
Quince años después de los Acuerdos de Paz, el Ministerio de Educación todavía no ha incluido el conflicto armado y sus causas en el plan de estudios. Como resultado, una nueva generación de los guatemaltecos no está enterada de su propia historia.
Los ex paramilitares tienen aún un fuerte poder sobre las estructuras políticas locales y muchas poblaciones indígenas son profundamente conservadoras debido a la influencia de las iglesias evangélicas, que suelen predicar que los mismos pobres son los culpables de su situación, agrega Rosal.
De la misma opinión es Edgar Gutiérrez, colaborador principal de Mons. Juan José Gerardi en la elaboración del informe Recuperación de la Memoria Histórica (REMHI), un esfuerzo dirigido por la Iglesia Católica para registrar violaciones de los derechos humanos cometidas durante el conflicto armado.
"Las matanzas en sí mismas son un dato que rompe la historia y la vida de las comunidades. Pero ¿qué pasa después? ¿Quién interpretó esa historia durante los últimos 30 años? En la mayoría de lugares fue el Ejército el que quedó diciendo ‘los hemos rescatado, [los grupos guerrilleros] los engañaron, los usaron y los abandonaron’”, dijo Gutiérrez.
"Yo he vuelto, después del REMHI, a varias de las comunidades donde recogí testimonios y la gente sigue hablando del mismo pasado con la misma amargura, sólo que ahora agrega los engaños del gobierno, lo incompleto del resarcimiento y el asalto de pandillas juveniles. No hay una conexión directa entre ese pasado dantesco y el significado de un gobierno del PP”, añadió
Adital, 08/12/2011

domenica 4 dicembre 2011

553 - IL VESCOVO ÁLVARO RAMAZZINI ESIGE ‘COERENZA ETICA ' AI PAESI DEL NORD


L’oro non è la vita per le comunità guatemalteche. “Appoggiamo la resistenza pacifica delle comunità indigene contro le attività minerarie”. Il vescovo guatemalteco Álvaro Ramazzini della diocesi di San Marcos ha chiesto in Svizzera una maggiore "coerenza etica nella politica di sviluppo" verso il suo paese. E ha richiamato la società civile del Nord ad esigere più trasparenza nelle relazioni commerciale Nord-Sud.
"Oggi nessuno sa realmente quali sono i guadagni delle imprese che operano nel nostro paese", ha sottolineato.
"La società civile deve impegnare tutte le sue forze affinché le relazioni commerciali si basino sulla giustizia e non sul profitto", ha segnalato l'alto prelato durante una visita a Berna, organizzata dalla Rete Guatemala ed Amnesty International / Svizzera, con l'appoggio di altre ONG elvetiche che promuovono la Campagna "Diritti senza frontiere".
È importante, ha insistito il vescovo cattolico romano, creare coscienza affinché la società dei paesi del Nord del mondo capisca che il proprio benessere non deve basarsi sulla mancanza di benessere dei paesi del Sud del mondo.
“Non si deve allontanare lo sguardo e l'attenzione verso il Guatemala", ha sottolineato il vescovo di San Marcos, diocesi dove è attiva l'impresa mineraria canadese Marlin, “il cui sfruttamento di risorse naturali, in particolare oro e argento, non lascia nulla alla nostra gente" e produce solamente "danni ecologici irreparabili", ha sottolineato.
Situazione guatemalteca
Una radiografia rapida della situazione sociale attuale del paese centroamericano, include, come elemento principale, l'aumento del problema già cronico della povertà, con corollari significativi come l'incremento delle migrazioni verso gli Stati Uniti d’America, nonostante le misure sempre di più restrittive di quel paese, ha affermatoRamazzini.
La situazione di miseria, prosegue il prelato di San Marcos, si manifesta anche negli alti livelli di denutrizione infantile, che colpisce il 59% dei bambini tra 1 e 5 anni.
Quella realtà strutturale "legata strettamente all'attuale modello neoliberale imperante", spinge i settori contadini - come quelli della sua regione -, a "produrre papavero per guadagnare denaro. Si è rafforzato negli ultimi anni il potere del narcotraffico in diverse zone del paese", con la sua conseguenza di armi, militarizzazione e violenza crescente.
Droghe ed armi, un "binomio inseparabile" secondo il vescovo cattolico, che ha evidenziato l'aumento significativo negli ultimi anni, in particolare, della violenza contro le donne.
La responsabilità dello Stato
A livello economico, si mantiene l'attuale modello polarizzante, con il correlato della "grande concentrazione". Diverse fonti, sottolinea il vescovo, indicano che la ricchezza del paese si concentra oggi, praticamente, nelle mani di 59 famiglie.
In quel quadro, lo Stato presenta una grande fragilità. "Richiama gli investimenti stranieri senza imporre misure o regolamentazioni che aiutino il paese ad uscire dalla povertà".
Ciò si esprime, per esempio, nel terreno del settore minerario, con lo sfruttamento da parte delle multinazionali, che non rispettano gli accordi dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, sottoscritti dal Guatemala. Come l’Accordo 169, che esige la consultazione preventiva delle comunità indigene prima di implementare qualunque progetto nei loro territori, spiega.
E per quello che "il diritto alla consultazione previa appare oggi come un chiara e importante rivendicazione delle comunità. È un momento in cui i popoli indigeni continuano ad acquisire coscienza dei loro diritti", enfatizza. Per quel motivo "appoggiamo la resistenza pacifica delle comunità contro il settore minerario.... E continueremo a farlo".
Un esempio concreto: la Miniera Marlin, della Goldcorp, di origine canadese – che opera attraverso la Montana Exploradora del Guatemala - insediata nel territorio del Municipio San Miguel di Ixtahuacán, in San Marcos. I "suoi dirigenti non danno informazioni né sui guadagni reali, né sull'inquinamento dei fiumi o delle acque sotterranee, né sull'impatto del drenaggio acido", enfatizza Ramazzini.
Con l'aggravante del disprezzo totale per mettere le proprie ricchezze a disposizione delle necessità sociali, spiega il vescovo membro della Conferenza Episcopale del Guatemala. "Il contratto originale stabiliva che la Marlin doveva pagare per imposte e regalie l’1%. In quel tempo, 4 anni fa, l'oncia di oro si vendeva a 420 dollari statunitensi. Due mesi fa l'oncia di oro è arrivata a 1.510 dollari.... E tuttavia continuano sempre a pagare l’1% del prezzo base di quattro anni" fa, denuncia.
Coscienza cittadina internazionale
Ci ribelliamo, sottolinea il leader cattolico di San Marcos, "contro l'atteggiamento dei paesi ricchi che mantengono il loro stile di vita a costo della povertà delle nazioni povere e poi offrono un po' di cooperazione, molte volte condizionata su quello che bisogna fare con la stessa cooperazione".
E sottolinea, in quel senso, l'importanza di iniziative delle società civili del Nord, come la Svizzera, che ha appena lanciato la Campagna "Diritti senza Frontiere", per esigere alle filiali delle multinazionali elvetiche, che operano nel Sud del mondo, il rispetto dei diritti umani ed ambientali secondo gli stessi criteri vigenti in Svizzera.
"Non solo è importante lo svolgimento della Campagna, ma anche assicurare che dopo, gli obiettivi dell'iniziativa si realizzino pienamente", sottolinea il vescovo guatemalteco.
Il rispetto di questa iniziativa "sarebbe una dimostrazione di coerenza etica nella politica di sviluppo" della Svizzera. Indicando, come sintesi, grandi sfide e responsabilità delle nazioni ricche.
In un momento internazionale molto importante ed appropriato. "Stiamo a soli quattro anni del termine stabilito per l’applicazione degli Obiettivi del Millennio.... E sono poche le nazioni che hanno adempiuto, per esempio, la proposta di destinare lo 0,7% del Prodotto Interno Lordo per la cooperazione allo sviluppo. È ora di fare passi significativi", conclude Ramazzini.
[Sergio Ferrari, di E-CHANGER, ONG svizzera di cooperazione solidale membro della Campagna "Diritti senza Frontiere"].
Adital, 30/11/2011

552 - OBISPO ÁLVARO RAMAZZINI EXIGE ‘COHERENCIA ÉTICA’ A LOS PAÍSES DEL NORTE

El oro no es la vida para las comunidades guatemaltecas. "Apoyamos la resistencia pacífica de las comunidades indígenas contra la minería”.
El Obispo guatemalteco Álvaro Ramazzini de la diócesis de San Marcos exigió en Suiza una mayor "coherencia ética en la política de desarrollo” hacia su país. Y llamó a la sociedad civil del Norte a exigir más transparencia en las relaciones comerciales Norte-Sur.
"Hoy nadie sabe realmente cuáles son las ganancias de las empresas que operan en nuestro país”, enfatizó.
"La sociedad civil debe poner todas sus fuerzas para que las relaciones comerciales se basen en la justicia y no en el provecho”, señaló el alto prelado durante una visita a Berna, organizada por la Red Guatemala y Amnistía Internacional /Suiza con el apoyo de otras ONG helvéticas que promueven la Campaña "Derecho sin Fronteras”.
Es importante, insistió el obispo católico romano, hacer conciencia para que la sociedad del norte entienda que su bienestar no debe basarse en la falta de bienestar de los pueblos del sur.
"No se debe perder la mirada y la atención hacia Guatemala”, subrayó el obispo de San Marcos, diócesis donde se concentra la empresa minera canadiense Marlin, cuya explotación de recursos naturales, en particular el oro y la plata, "no le deja nada a nuestra gente” y produce, solamente, "daños ecológicos irreparables”, subrayó.
Situación guatemalteca
Una radiografía rápida de la situación social actual del país centroamericano, incluye, como síntoma principal el aumento del problema ya crónico de la pobreza, con corolarios significativos como el incremento de la migración hacia los Estados Unidos de Norteamérica, a pesar de las medidas cada vez más restrictiva de este país, expresó Ramazzini.
La situación de miseria, insiste el prelado de San Marcos, se expresa también en los altos niveles de desnutrición infantil, que golpean al 59 % de los niños de entre 1 y 5 años.
Esa realidad estructural, "ligada estrechamente al actual modelo neoliberal imperante”, empuja a sectores campesinos - como los de su región-, a "producir amapola para ganar dinero. Se ha ido fortaleciendo en los últimos años el poder del narcotráfico en diversas zonas del país”, con su consecuencia de armas, militarización y violencia creciente.
Drogas y armas, un "binomio inseparable” según el dirigente católico, quien advirtió sobre el aumento significativo en los últimos años, particularmente, de la violencia contra las mujeres.
La responsabilidad del Estado
A nivel económico, se mantiene el actual modelo polarizante, con el correlato de la "gran concentración”. Diversas fuentes, analiza el obispo, indican que la riqueza del país se concentra hoy, prácticamente, en las manos de 59 familias.
En ese marco, el Estado presenta una gran fragilidad. "Llama a la inversión extranjera sin imponer medidas o reglamentaciones que ayuden al país a salir de la pobreza”.
Eso se expresa, por ejemplo, en el terreno de la minería, con explotaciones de trasnacionales que no respetan los convenios de la Organización Internacional del Trabajo, suscriptos por Guatemala. Como el 169, que exige la consulta previa de las comunidades indígenas antes de implementar cualquier proyecto en sus territorios, explica.
Y de allí que "el derecho a la consulta previa aparece hoy como una clara y sostenida reivindicación de las comunidades. Es un momento en que los pueblos indígenas van ganando conciencia sobre sus derechos”, enfatiza. Por eso, "apoyamos la resistencia pacífica de las comunidades contra la minería...Y lo seguiremos haciendo”.
Un ejemplo concreto: la Mina Marlin, de la Goldcorp, de origen canadiense – explotada a través de la Montana Exploradora de Guatemala- instalada en el territorio del Municio San Miguel de Ixtahuacán, en San Marcos. "Sus directivos, no dan información ni sobre las ganancias reales, ni sobre la contaminación de los ríos o las aguas subterráneas, ni sobre el impacto del drenaje ácido”, enfatiza Ramazzini.
Con el agravante del desprecio total por ajustar sus riquezas a las necesidades sociales, explica el miembro de la Conferencia Episcopal de Guatemala. "El contrato original establecía que la Marlin debía pagar por impuestos y regalías el 1%. En ese entonces, hace 4 años, la onza de oro se vendía a 420 dólares estadounidenses. Hace apenas dos meses la onza de oro llegó a 1.510 dólares...Y sin embargo siempre siguen pagando el 1% del precio de base de hace cuatro años”, denuncia.
Conciencia ciudadana internacional
Nos rebelamos, subraya el líder católico de San Marcos, "contra la actitud de los países ricos que mantienen su estilo de vida a costa de la pobreza de las naciones pobres y luego dan un poco de cooperación, muchas veces condicionada a exigencias sobre lo que hay que hacer con la misma”.
Y subraya, en ese sentido, la importancia de iniciativas de las sociedad civil del norte, como la suiza, que acaba de lanzar la Campaña "Derecho sin Fronteras” para exigir a las filiales de las trasnacionaleshelvéticas que operan en el sur, el respeto de los derechos humanos y ambientales según los mismos criterios vigentes en Suiza.
"No solo es importante la Campaña en marcha, sino también asegurar que luego, los términos de la iniciativa se cumplan plenamente”, subraya el obispo guatemalteco.
El respeto de esta iniciativa "sería una muestra de coherencia ética en la política del desarrollo” de Suiza. Indicando, a manera de síntesis, grandes desafíos y responsabilidades de las naciones ricas.
En un momento internacional muy importante y oportuno. "Estamos a solo cuatro años del plazo definido para que se apliquen los Objetivos del Milenio...Y son muy pocas las naciones que han cumplido, por ejemplo, con la proposición de destinar el 0.7% del Producto Interno Bruto para la cooperación al desarrollo. Es hora de dar pasos significativos”, concluye Ramazzini.
[Sergio Ferrari, colaboración de prensa de E-CHANGER, ONG suiza de cooperación solidaria miembro de la Campaña "Derecho sin Fronteras”].
Adital, 30/11/2011