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giovedì 12 giugno 2014

841 - MIGUEL ASTURIAS MORI’ 40 ANNI FA

Lunedì si commemorano 40 anni della morte del Premio Nobel per la Letteratura guatemalteco Miguel Asturias, per cui è una buona occasione per ricordare il lascito letterario che ha lasciato al suo paese e al mondo della letteratura.
Asturias fu un rivoluzionario, con forti convinzioni, che contribuì alla liberazione delle dittature militari del paese nel decennio del 1940. Ma oltre alla politica, il suo contributo è stato grande nell'arte e nella letteratura del paese. Lasciò opere maestre, poesia, teatro e preziose prove.
Lo scrittore guatemalteco Dante Liano, che risiede in Italia, considera Asturias come "il maggiore scrittore guatemalteco di tutti i tempi". Commenta che una delle prove della sua affermazione sono "gli smisurati tentativi di ogni generazione posteriore di demolire la sua figura, inventando gli argomenti più spropositati, che vanno dall'attacco personale all'attacco della sua estetica".
Liano assicura che l'influenza di Asturias nella letteratura ispano-americana e nella spagnola è grande. "Riuscì a utilizzare la lingua come quasi nessuno ha fatto dal Secolo d’Oro spagnolo. Di lui si può dire la sua capacità di invenzione, alla quale solo quella di Gabriel García Márquez si può paragonare".
L'affermazione di Liano è confutata da molti studiosi, perché è attribuito a García Márquez il titolo di padre del realismo magico, un stile letterario che lanciò lo scrittore colombiano verso il successo mondiale; tuttavia, Asturias cominciò prima con creazioni su quello stile, pensano altri.
“Asturias è stato il primo che coltivò il realismo magico in America Latina. Il padre di quella corrente fu il pittore tedesco Franz Roh, nel 1925. Successivamente lo coltivarono Juan Rulfo ed Alejo Carpentier. García Márquez arrivò molto dopo. Dato che ebbe diffusione mediatica, tutto il mondo crede che egli inventò quello stile", spiega lo scrittore guatemalteco Mario Roberto Morali.
Apporto letterario
L'opera del Nobel per la Letteratura 1967 nella letteratura universale, che è definita da Morales come una “versione estetica della nostra interculturalità".
Liano pensa che Asturias condivide il merito, in quanto al lascito intellettuale al paese, con altri illustri scrittori come Luis Cardoza y Aragón, Augusto Monterroso e Mario Monteforte Toledo. "Essi diedero alla nostra letteratura un livello universale che deve essere l'aspirazione di tutti coloro che vengono dopo. Fecero perdere il complesso di sottosviluppo e di inferiorità alla nostra letteratura", afferma.
Tuttavia, Liano conclude che Asturias ha lasciato a tutte le persone di lingua spagnola una lingua elegante che era lo spagnolo dei guatemaltechi, elevato alle sue potenze artistiche più alte.
Prensa Libre 06/06/2014

840 - MIGUEL ÁNGEL ASTURIAS FALLECIÓ HACE 40 AÑOS

El lunes se conmemoran 40 años de la muerte del Nobel de Literatura guatemalteco Miguel Ángel Asturias, por lo cual es buen momento para recordar el legado literario que le dejó a su país y al mundo de las letras.
Asturias fue un revolucionario, con fuertes convicciones, que contribuyó a la liberación de las dictaduras militares del país en la década de 1940. Pero más allá de la política, su aporte fue grande al arte y la literatura del país. Dejó obras maestras, poesía, teatro y valiosos ensayos.
El escritor guatemalteco Dante Liano, quien reside en Italia, considera a Asturias como "el mayor escritor guatemalteco de todos los tiempos". Comenta que una de las pruebas de su afirmación son "los desaforados intentos de cada generación posterior por demoler su figura, inventando los argumentos más disparatados, que van desde el ataque personal al ataque de su estética".
Liano asegura que la influencia de Asturias en la literatura hispanoamericana y en la española es grande. "Logró manejar el idioma como casi nadie lo ha hecho desde el Siglo de Oro español. De él se puede decir su capacidad de invención, a la que solo la de Gabriel García Márquez se le asemeja".
La aseveración de Liano es refutada por muchos estudiosos, porque se le atribuye a García Márquez el título de padre del realismo mágico, un estilo literario que lanzó al colombiano al éxito mundial; sin embargo, Asturias comenzó antes con creaciones de ese corte, opinan otros.
"Asturias fue el primero que cultivó el realismo mágico en América Latina. El padre de la expresión fue el pintor alemán Franz Roh, en 1925. Luego lo cultivaron Juan Rulfo y Alejo Carpentier. García Márquez llegó mucho después. Pero como se volvió mediático, todo el mundo cree que él inventó ese estilo", explica el escritor guatemalteco Mario Roberto Morales.
APORTE LITERARIO
La obra del Nobel de Literatura 1967 ha trascendido en las letras universales, la cual define Morales como "una versión estética de nuestra interculturalidad".
Liano opina que Asturias comparte mérito, en cuanto al aporte intelectual al país, con otros ilustres escritores como Luis Cardoza y Aragón, Augusto Monterroso y Mario Monteforte Toledo. "Ellos le dieron a nuestra literatura un nivel universal que debe ser la aspiración de todo aquel que viene después. Hicieron perder el complejo de subdesarrollo y de inferioridad a nuestra literatura", expresa.
Sin embargo, Liano concluye en que Asturias dejó a todas las personas de habla hispana una lengua de lujo, que era el español de los guatemaltecos elevado a sus potencias artísticas mayores.
Prensa Libre 06/06/2014