Benvenuti nel blog “Orizzonte Guatemala”! Siamo un gruppo di amici del Guatemala e con questo strumento di comunicazione e condivisione vogliamo contribuire a fare conoscere l’attualità di questo bellissimo paese, al quale ci legano vincoli di amicizia e di solidarietà con tanti amici guatemaltechi.


sabato 27 ottobre 2012

651 - CORTE INTERAMERICANA CONDANNA IL GUATEMALA PER MASSACRI DI INDIGENI

La Corte Interamericana dei Diritti umani (CIDH), con sede in Costa Rica, ha annunciato venerdì una condanna contro il Guatemala per una serie di massacri contro gli indigeni avvenuti tra il 1980 e il 1982.
"Il tribunale ha determinato che lo Stato è responsabile della sparizione forzata di 17 membri della comunità, 16 di essi bambini e bambine" di Rio Negro, ha indicato la CIDH in un comunicato.
Benché la sentenza sia stata firmata il 4 settembre, è stata notificata alle parti venerdì ed è stata pubblicata sulla pagina web della Corte, che è parte dell'Organizzazione delii Stati Americani (OEA).
Il paese di Rio Negro è stato distrutto da una serie di cinque attacchi perpetrati dall'Esercito e da membri paramilitari delle Pattuglie di Autodifesa Civile.
BBC Mundo, 20/10/2012

650 - CORTE INTERAMERICANA CONDENA A GUATEMALA POR MASACRES DE INDÍGENAS

La Corte Interamericana de Derechos Humanos (CorteIDH), con sede en Costa Rica, anunció este viernes una condena contra Guatemala por una serie de masacres contra indígenas ocurridas entre 1980 y 1982.
"El tribunal determinó que el Estado es responsable de la desaparición forzada de 17 miembros de la comunidad (...) 16 de ellos niños y niñas" de Río Negro, indicó la CorteIDH en un comunicado.
Aunque la sentencia fue firmada el 4 de septiembre, fue este viernes que se notificó a las partes y se publicó en la página web de la Corte, que es parte de la Organización de Estados Americanos (OEA).
El pueblo de Río Negro fue destruido durante una serie de cinco ataques perpetrados por el Ejército y miembros de las paramilitares Patrullas de Autodefensa Civil.
BBC Mundo, 20/10/2012

giovedì 18 ottobre 2012

649 - NASCONDERE LA VERITÀ SARÀ IMPUNITÀ

Molti sono stati gli sforzi per fare, in seguito alla firma degli Accordi di Pace, un Guatemala vivibile. Aspirazione profonda dei popoli e, in particolare, desiderio inesauribile del Popolo Maya, dopo avere sofferto, durante il conflitto armato interno, la “terra bruciata”, la tortura, il terrorismo di Stato ed il genocidio in tutta la sua crudeltà. Questo paese bello e sofferto non si è ancora ristabilito dalle conseguenze. Vive le conseguenze, le cause latenti, e gli schemi violenti di azione con i quali l'apparato dello Stato storicamente ha preteso di zittire le domande sociali e politiche.
Alla fine del conflitto, nel 1996, si è detto, e così è avvenuto, che la pace non è solamente il silenzio delle armi, ma l'uso di vie razionali per la ricerca dell'intesa. Inevitabilmente, una di quelle strade è il dialogo e la cui applicazione, come strumento, non è al momento in cui divampano i conflitti, bensì al momento nel quale l'interpretazione della realtà, sociale, economica, culturale e politica obbliga a prevenire l’inizio di fatti deplorevoli. Ma l'esercizio interpretativo, da parte di colui che per primo ne è obbligato, cioè lo Stato, è inesistente e per questo privilegia l'utilizzo della forza mediante i propri strumenti repressivi.
I 48 cantoni di Totonicapán, il giorno 4 ottobre, con il blocco delle strade volevano farsi ascoltare, semplicemente perché avevano esaurito tutti i meccanismi di richiesta di dialogo, che sono risultati invalidi davanti ai poteri economici e politici che oggi invocano insistentemente il rispetto della legge. Gli stessi che oggi si impegnano a giustificare l'uso dell'esercito e delle armi mediante un gergo tipico della contro insurrezione. Inganni che pretendono di trasformarli in verità assolute mediante la ripetizione, e il cui proposito di fondo è costituire le vittime in assassini, agli individui che rispettano la legge in barbari criminali.
Quello successo il 4 di ottobre è tragico per il paese. Primo per le vittime, 8 morti e decine di feriti, un'altra volta di origine maya. Secondo, perché ci sono indizi inevitabili che è avvenuto con l'intervento di membri dell'Esercito. Se si vuole cambiare la storia, deve essere tacitamente riconosciuto. Tuttavia, sembra che ci sia nuovamente un impegno espresso in fraintendere i fatti ed imporre la verità del governo. Non è casuale, allora, che prima di conoscersi i risultati delle indagini corrispondenti, il Presidente si affretti a rendere nota la sua verità al corpo diplomatico accreditato in Guatemala, ugualmente al Gruppo dei Quattro e realizzi, sui mezzi di comunicazione, una campagna di "chiarimento" completamente parziale. I 48 cantoni, ovvio, si trovano in condizioni svantaggiate, non contano su quelle abbondanti risorse per fare conoscere la loro versione dei fatti.
Ora più che mai diventa fondamentale e prioritario che si stabilisca la verità. Deve privilegiarsi un'indagine completamente obiettiva ed indipendente. Che non ci sia la mediazione di nessun potere che la privi di valore o la renda parziale, e per quel motivo, tutti, assolutamente tutti, siamo obbligati ad pretendere e vegliare.
Rigoberta Menchú Tum, Fondazione Rigoberta Menchú Tum
Adital, 15/10/2012

648 - OCULTAR LA VERDAD SERÁ IMPUNIDAD

Muchos han sido los esfuerzos por hacer, con la firma de los Acuerdos de Paz, una Guatemala viable. Aspiración profunda de los pueblos y, en particular, deseo inagotable del Pueblo Maya después de haber sufrido, durante el conflicto armado interno, la tierra arrasada, la tortura, el terrorismo de Estado y el genocidio en toda su crudeza. De las consecuencias, este hermoso y dramático país, aún no se ha repuesto. Vive las secuelas, las causas latentes, y los esquemas violentos de actuación con los cuales el aparato del Estado históricamente ha pretendido acallar la demanda social y política.
Después de silenciadas las armas, en 1996, se ha dicho, y así es, que la paz no es solamente el silencio de estas, sino el uso de caminos racionales para la búsqueda del entendimiento. Uno de esos caminos ineludiblemente es el diálogo y cuya aplicación, como instrumento, no es al momento en que crujen los conflictos, sino al momento en el que la interpretación de la realidad, social, económica, cultural y política obliga a prevenir desencadenamientos lamentables. Pero el ejercicio interpretativo, de parte del primer obligado, es decir el propio aparato del Estado, es inexistente y por ello privilegia el uso de la fuerza mediante sus instrumentos represivos.
Los 48 cantones de Totonicapán, el día 4 de octubre, con la toma de las carreteras lo que querían era hacerse escuchar, sencillamente porque habían agotado todos los mecanismos de llamado al diálogo, los cuales resultaron inválidos delante de los poderes económico y político que hoy llaman insistentemente al respeto de la ley. Los mismos que hoy se empeñan en justificar el uso del ejército y de las armas mediante una jerga típica de la contrainsurgencia. Falacias que al repetirlas pretenden constituirlas en verdades absolutas, y cuyo propósito de fondo es constituir a las víctimas en victimarios, a los sujetos de derecho en incivilizados criminales.
Lo sucedido el 4 de octubre es trágico para el país. Primero por las víctimas, 8 muertos y decenas de heridos, otra vez de origen maya. Segundo, porque hay indicios insoslayables de que fue a manos de miembros del Ejército. Hecho que obliga a que si se quiere cambiar la historia, debe ser tácitamente reconocido. Sin embargo, parece que hay un empeño expreso nuevamente en tergiversar los hechos e imponer la verdad del gobierno. No es casual, entonces, que antes de conocerse los resultados de las investigaciones correspondientes, el Presidente se apresure a trasladar su verdad al cuerpo diplomático acreditado en Guatemala, asimismo al Grupo de los 4 y realice, en los medios de comunicación, una campaña de "aclaración” totalmente sesgada. Los 48 cantones, obvio, están en desventaja, no cuentan con esos cuantiosos recursos para dar a conocer su versión de los hechos.
Ahora más que nunca se hace fundamental y prioritario que se dé lugar a la verdad. Se debe privilegiar una investigación totalmente objetiva e independiente. Que no medie en esta poder alguno que le desvirtúe o sesgue, y por eso, todos, absolutamente todos, estamos obligados a exigir y velar.
Rigoberta Menchú Tum, Fundación Rigoberta Menchú Tum
Adital, 15/10/2012

lunedì 15 ottobre 2012

647 - FERMATI NOVE MILITARI GUATEMALTECHI PER MASSACRO DI CONTADINI

Lo scorso 4 ottobre una protesta pacifica è stata dispersa con violenza da parte dell'Esercito e ha lasciato come conseguenza la morte di otto contadini. La Procura Generale ha informato che i militari hanno ignorato le raccomandazioni della polizia e hanno agito contro i manifestanti.
Il Ministero Pubblico del Guatemala ha informato della detenzione di nove militari, compreso un colonnello dell'esercito, che sono accusati di esecuzione extragiudiziale durante la protesta pacifica di centinaia di manifestanti contadini, che ha causato otto morti la settimana scorsa.
Secondo il Pubblico Ministero Generale, Claudia Paz y Paz "di fronte a questi fatti, consideriamo il colonnello Juan Chiroy Sal come il principale responsabile dai fatti. In primo luogo il colonnello Chiroy ha ignorato le forze civili, le quali gli avevano detto che non dovevano arrivare le forze militari."
Paz ha aggiunto anche che gli otto membri dell'Esercito che hanno utilizzato le armi sarebbero processati. "È la prima volta che si processano militari per delitti successi in manifestazioni dai tempi dell'accordo di pace del 1996."
Il presidente Otto Pérez Molina aveva detto la settimana scorsa che gli agenti di sicurezza scortavano i camion con i soldati a bordo. Ha detto che sette membri dell'esercito, feriti negli scontri, hanno testimoniato di aver sparato in aria per difendersi specificamente dalla moltitudine che "minacciava in linciarli, contro una donna saldato."
Anteriormente, Pérez Molina ed altre autorità avevano affermato che gli agenti erano disarmati, oltre a indicare i contadini come responsabili per avere provocato il confronto.
L'indagine iniziale del Ministero della Difesa ha determinato che sette soldati hanno agito con le loro armi, sparando in aria, per disperdere numerosi manifestanti. Tuttavia, i contadini negano che gli spari dei soldati fossero in aria.
"Essi hanno cominciato a spararci, ci sono persone che presentano ferite di pallottole nelle gambe e sono rimasti al suolo", indicò Rigoberto Caxac, uno dei leader contadini.
I fatti sono avvenuti giovedì 4 ottobre, quando centinaia di lavoratori agricoli hanno bloccato la strada Interamericana al chilometro 170, come protesta per l'aumento del prezzo dell'energia elettrica, la proposta di riforme costituzionali del potere esecutivo e l'allungamento a cinque anni della formazione per i maestri.
L'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani in Guatemala (Oacnudh), ha condannato le morti e ferimenti, causati dagli scontri tra soldati e contadini lo scorso 4 ottobre.
Ugualmente, ha richiamato le autorità statali responsabili a sviluppare le indagini pertinenti in maniera veloce ed effettiva, per riuscire a chiarire i fatti, e così giudicare e sanzionare i responsabili.
La notizia è di TeleSUR
Adital, 11/10/2012

646 - DETIENEN A NUEVE MILITARES GUATEMALTECOS POR MATANZA DE CAMPESINOS

El pasado 4 de octubre una protesta pacífica fue dispersada con violencia por parte del Ejército y dejó como consecuencia la muerte de ocho campesinos. La Fiscalía General informó que los militares ignoraron la recomendación de la policía y actuaron contra los manifestantes.
El Ministerio Público de Guatemala informó de la detención de nueve militares, incluyendo un coronel del ejército, que son acusados de ejecución extrajudicial en la protesta pacífica de cientos de manifestantes campesinos que dejó ocho muertos la semana pasada.
De acuerdo con la Fiscal General, Claudia Paz y Paz "frente a estos hechos, consideramos al coronel Juan Chiroy Sal como el principal responsable de los hechos. En primer lugar el coronel Chiroy ignoró a las fuerzas civiles, las cuales le dijeron que no recomendaban que llegaran las fuerzas militares”.
Paz añadió que los ocho efectivos del Ejército que accionaron armas de fuego también serían procesados. "Es la primera vez que se procesa a militares por delitos ocurridos en manifestaciones desde el acuerdo de la paz de 1996”.
El presidente Otto Pérez Molina había dicho la semana pasada que los agentes de seguridad escoltaban las camionetas con los soldados a bordo. Dijo que siete efectivos del ejército, heridos en el altercado, testificaron que hicieron disparos al aire para defenderse de la turba que "amenazaba en lincharlos, específicamente contra una mujer soldado”.
Anteriormente, Pérez Molina y otras autoridades afirmaron que los agentes estaban desarmados, además de señalar a los campesinos por haber provocado el enfrentamiento.
La investigación inicial del Ministerio de Defensa determinó que siete efectivos accionaron sus armas, con disparos al aire, para dispersar a numerosos manifestantes. Sin embargo, los campesinos niegan que las detonaciones de los soldados fueran al aire.
"Ellos nos comenzaron a disparar, hay personas que presentan impactos de balas en las piernas y se quedaron ahí tirados, en el suelo", indicó Rigoberto Caxac, uno de los líderes agrícolas.
Los hechos se produjeron el jueves 4 de octubre, cuando cientos de trabajadores agrícolas bloquearon la carretera Interamericana en el kilómetro 170 de esta localidad, en rechazo al aumento del precio de la energía eléctrica, la propuesta de reformas constitucionales del Ejecutivo y el alargamiento a cinco años de la carrera magisterial.
La Oficina del Alto Comisionado de las Naciones Unidas para los Derechos Humanos en Guatemala (Oacnudh) condenó los decesos y heridos, causados por la pugna entre soldados y campesinos el pasado 4 de octubre.
Asimismo, llamó a las entidades estatales responsables a desarrollar las indagaciones pertinentes de manera pronta y efectiva, para lograr el esclarecimiento de los hechos, y así juzgar y sancionar a los responsables.
La noticia es de TeleSUR
Adital, 11/10/2012

sabato 6 ottobre 2012

645 - COMUNICATO STAMPA NAZIONI UNITE

ONU- Ufficio Diritti Umani condanna i fatti violenti avvenuti il 4 Ottobre, rivolge un appello al dialogo ed il pronto chiarimento dei fatti.
L'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani in Guatemala - OACNUDH -, condanna le sei morti violente avvenute il 4 ottobre nell’incontro di Alaska, giurisdizione di Santa Catarina Ixtahuacán, Sololá, come gli atti che hanno provocato vari feriti.
OACNUDH ha espresso la sua solidarietà alle famiglie di tutte le vittime e delle comunità indigene, particolarmente ai 48 cantoni di Totonicapán, coi quali l’Alto commissario si è riunito nella visita in Guatemala il 13 marzo del presente anno.
Davanti a questa situazione, ONU-Diritti Umani considera importante sottolineare che l'esercizio del diritto legittimo a manifestare è un pilastro fondamentale di un Stato democratico e non può implicare come risultato la morte di persone.
È necessario insistere nel dialogo come meccanismo per cercare vie di intesa che permettano di avanzare nella soluzione effettiva della problematica strutturale che ha dato origine a queste manifestazioni.
ONU-Diritti Umani rivolge un appello alle entità statali responsabili per sviluppare le indagini necessarie in maniera veloce ed effettiva, al fine di riuscire a chiarire i fatti e giudicare e sanzionare  le persone che risultino responsabili.
OACNUDH Guatemala, nella quadro del suo mandato, ha disposto missioni sul campo, e continuerà osservando questa situazione affinché si applichi debitamente la giustizia e si garantisca il rispetto alla vita e all'integrità fisica di tutte le persone, particolarmente in situazioni di conflittualità sociale.
Nazioni Unite Diritti Umani, 5 ottobre 2012

 

644 - COMUNICADO DE PRENSA NACIONES UNIDAS

Onu Derechos Humanos condena los hechos violentos ocurridos el 4 de Octubre, hace un llamado al diálogo y al pronto esclarecimiento de los hechos.
La Oficina del Alto Comisionado de las Naciones Unidas para los Derechos Humanos en Guatemala –OACNUDH-, condena las seis muertes violentas ocurridas el 4 de octubre en la cumbre de Alaska, jurisdicción de Santa Catarina Ixtahuacán, Sololá, así como los actos que provocaron varios heridos.
OACNUDH expresa su solidaridad con las familias de todas las víctimas fatales y con las comunidades indígenas, particularmente con los 48 cantones de Totonicapán, con los cuales la Alta Comisionada se reunió en su visita a Guatemala el 13 de marzo del presente año.
Ante esta situación, ONU-Derechos Humanos considera importante resaltar que el ejercicio del derecho legítimo a la manifestación es un pilar fundamental de un Estado democrático y no puede conllevar como resultado la muerte de personas.
Es necesario insistir en el diálogo como mecanismo para buscar vías de entendimiento que permitan avanzar en la solución efectiva de la problemática estructural que originó estas manifestaciones.
ONU-Derechos Humanos hace un llamado a las entidades estatales responsables para desarrollar las investigaciones necesarias de manera pronta y efectiva, con el fin de lograr el esclarecimiento de los hechos y el juzgamiento y sanción de las personas que resulten responsables.
OACNUDH Guatemala, en el marco de su mandato, ha desplegado misiones al terreno, y continuará observando esta situación para que se aplique debidamente la justicia y se garantice el respeto a la vida y la integridad física de todas las personas, particularmente en situaciones de conflictividad social.
Naciones Unidas Derechos Humanos, 5 de Octubre de 2012