Benvenuti nel blog “Orizzonte Guatemala”! Siamo un gruppo di amici del Guatemala e con questo strumento di comunicazione e condivisione vogliamo contribuire a fare conoscere l’attualità di questo bellissimo paese, al quale ci legano vincoli di amicizia e di solidarietà con tanti amici guatemaltechi.


sabato 30 marzo 2013

711 - EFRAÍN RÍOS MONTT INCRIMINATO PER GENOCIDIO IN GUATEMALA

Documenti statunitensi e guatemaltechi presentano l’ascesa al potere del dittatore.
Il nuovo processo per genocidio di Efrain Rios Montt, generale dell'esercito in pensione ed ex dittatore del Guatemala, si apre oggi con la presentazione dei primi testimoni dell'accusa. Il processo avrà luogo nonostante i ripetuti sforzi da parte degli avvocati della difesa per arrestare il procedimento con ricorsi legali e un'offerta di amnistia. Il 12 marzo, la Corte Costituzionale ha respinto la richiesta di amnistia, una volta per tutte, aprendo la strada all’inizio del processo.
Insieme al suo ex capo dell'intelligence, Mauricio José Rodríguez Sánchez, Ríos Montt è accusato di essere l’ideatore di una violenta campagna controinsurrezionale durante il suo regime 1982-1983, campagna che ha cercato di distruggere le forze della guerriglia e tutti coloro che l’hanno sostenuta. L'accusa sostiene la responsabilità dei due uomini per quindici massacri documentati nella regione Ixil, del dipartimento di Quiché, che hanno causato la morte di 1771 uomini disarmati, donne e bambini.
Chi è Efraín Ríos Montt? All’inizio del processo, il National Security Archive offre questo breve abbozzo biografico e una descrizione primi mesi del generale al potere per comprendere l'uomo, il suo ruolo di dittatore militare del Guatemala, e i reati per i quali è stato incriminato. Le informazioni provengono non solo da documenti declassificati americani rilasciati sotto FOIA, ma da documenti segreti militari guatemaltechi ottenuti dall'Archivio in anni di ricerca per conto del Progetto di Documentazione del Guatemala. Nelle prossime settimane offriremo ulteriori analisi e documenti sulla strategia anti-insurrezionale dell'esercito guatemalteco sotto Ríos Montt e l'impatto che aveva tra le comunità Maya Ixil nella regione del paese.
Nato nel dipartimento nord-occidentale di Huehuetenango, l’educazione militare di Efraín Ríos Montt è iniziata con quattro anni di Accademia militare guatemalteca, un corso di fanteria presso la Scuola delle Americhe a Panama nel 1950, e la formazione anti-insurrezionale a Fort Bragg in North Carolina nel 1961. La sua carriera è proseguita nell’esercito guatemalteco con posizioni nella prestigiosa Brigata Mariscal Zavala (1963-1967), poi Maggiore dell'esercito (1967-68), e l'Ufficio di Ispettore Generale (1968). [DOD 4/2/74] Nel 1969, Ríos Montt è stato nominato comandante della Brigata Guardia d'Onore, poi della Brigata Mariscal Zavala, e dal 1970-72 è stato direttore dell'Accademia Militare, dove ha conquistato la fedeltà dei giovani ufficiali ai suoi ordini. Divenne Capo di Stato Maggiore nel 1972. [DIA 3/23/82]
Dopo tre mesi negli Stati Uniti come Direttore degli Studi del Collegio di Difesa Interamericano nel 1973, è tornato in Guatemala con aspirazioni politiche e si è presentato come candidato presidenziale del Partito Popolare Democratico nel 1974. Ha perso in una elezione nella quale ha ampiamente creduto di essere stato defraudato da Kjell Laugerud e successivamente è andato in Spagna come addetto militare negli anni 1974-1977. E' poi tornato in Guatemala ed è rimasto in servizio attivo senza assegnazione fino al colpo di stato contro il presidente Romeo Lucas García, quando il sostegno all'interno del corpo dei giovani ufficiali lo proiettò verso la leadership del paese. [DIA e DIA 3/23/82 3/27/82]
Il colpo di stato mise il Guatemala sotto il controllo di una giunta militare provvisoria guidata da Rios Montt e da altri due ufficiali dell'esercito, il generale Horacio Maldonado Schaad e il colonnello Francisco Luis Gordillo. Anche se non universalmente rispettato all'interno delle forze armate a causa della sua personalità eccentrica e della fede religiosa evangelica, Ríos Montt era considerato un funzionario del ministero la cui sconfitta nelle elezioni presidenziali del 1974, palesemente fraudolenta, ha dato una "reputazione di onestà" tra i giovani ufficiali, secondo un rapporto dall'Ufficio di presidenza del Dipartimento di Stato di Intelligence e Ricerca. [8/4/82 EUR]
Subito dopo il colpo di stato, la giunta ha sospeso la Costituzione del 1965 e sciolto il Congresso. [Ordine generale 7-82]. Al contrario, il governo avrebbe dovuto operare sulla base di un nuovo "Statuto fondamentale del governo" (Decreto Legge 24-82, Statuto Fondamentale di Governo), firmato il 27 aprile 1982. Lo Statuto ha dichiarato che i militari avrebbero dovuto assumere le funzioni del potere esecutivo e del potere legislativo, affermando: "Le funzioni legislative saranno svolte dal governo militare per mezzo di leggi deliberate per questo." [EFG Articolo 4, pagina 2]. Il documento ha dato alla giunta il comando delle forze armate, così come il quadro giuridico per l'attuazione della sua strategia politica, presentato nel Piano nazionale per la sicurezza e lo sviluppo (PNSD).
Il PNSD, un documento chiave redatto da un gruppo di lavoro dello Stato Maggiore dell'Esercito e dal Centro per gli Studi Militari il 1 ° aprile 1982, denunciava il deterioramento della stabilità del paese e proponeva un piano radicale per trasformare la società con un "nazionalismo compatibile con le tradizioni del paese. "Lo Stato avrebbe agito come motore di un progetto di contro-insurrezione che avrebbe coordinato le dimensioni "politiche, economiche, psico-sociale e militare" della vita nazionale, per sconfiggere la guerriglia. Al fine di raggiungere i propri scopi, il PNSD raccomandava, tra gli altri obiettivi, la concessione di una maggiore capacità legale anti-sovversive ad enti governativi; migliorare le operazioni di sicurezza interna, aumentando l'intelligence militare e la creazione di un piano di controllo della popolazione. Il Piano ha richiesto l'applicazione di "azione psicologica a tutti i livelli," il monitoraggio delle condizioni economiche che hanno favorito la sovversione, la promozione di soluzioni, e la creazione di un processo di "formazione ideologica nazionale." Il PNSD era un riflesso degli intenti della giunta di sfruttare tutte le azioni dello Stato, compreso lo sviluppo rurale e i programmi sociali, a sostegno delle forze controinsurrezionali. [Plan Nacional de Seguridad y Desarrollo]
Insieme, il Piano nazionale e lo Statuto fondamentale di governo garantirono alla giunta un quadro politico e giuridico in cui le forze armate avrebbero potuto operare liberamente per adottare tutti i mezzi necessari per schiacciare l'insurrezione. Decreti legge aggiuntivi permisero ai militari di espandere la propria giurisdizione in tutti gli affari dello Stato, assicurando che nessun'altra istituzione avrebbe interferito con i loro obiettivi di contro-insurrezione. Le leggi concessero alle forze armate una maggiore flessibilità operativa e ampliarono la loro autorità su settori civili della società guatemalteca. Il Decreto legge 44-82, per esempio, ha mobilitato la popolazione civile in pattuglie [Ordine Generale 18-82]; il Decreto Legge 47-82 ha creato nuovi comandi speciali militari per l’aviazione civile e per i riservisti di marina. [Ordine Generale 19-82]. Queste e altre misure servivano a creare strutture di contro-insurrezione negli altopiani, che erano parte integrante dello sforzo bellico, creando le infrastrutture necessarie per effettuare operazioni di “terra bruciata” contro la popolazione civile nelle zone di conflitto.
Dopo aver accettato la presidenza della giunta, Ríos Montt si è affrettato a affermare il controllo sulle forze armate, a consolidare la sua base di potere e minare potenziali congiure contro insurrezionali. Ordinò una nuova assegnazione di massa di centinaia di agenti, spostando molti dei quali da posti importanti all'interno dello staff presidenziale e della guardia nella capitale a posizioni tattiche in basi isolate nelle campagne. [Ordine Generale 10-82]. Nel febbraio 1983, più della metà di quelli nominati sono stati trasferiti o sollevati di nuovo. Questo era il modo Ríos Montt di "mantenere la leadership militare e l'equilibrio ed evitare la creazione di centri di potere" che avrebbero potuto sfidarlo o cacciarlo. [Ambasciata degli Stati Uniti, 2/18/83]
La US Defense Intelligence Agency descriveva un iniziale test di abilità di Ríos Montt nel mantenere la disciplina militare su giovani ufficiali, quando un gruppo di loro si era opposto alla sua decisione di nuove assegnazioni di massa, mediante l’Ordine Generale n.10, rilasciato il 12 aprile 1982. I capitani Mario S. López Serrano, Roberto Letona Hora e Otto Pérez Molina - oggi il presidente eletto del Guatemala - sono stati scelti per operazioni presumibilmente illegali e il coinvolgimento in una congiura contro insurrezionale, e brevemente arrestati e confinati nella Base Brigata d’Onore. Sono stati liberati da Ríos Mont il giorno successivo, dopo aver consultato il gruppo della Giunta consultiva, ma la sua decisione è stato accolta. Prima che fossero rilasciati, Ríos Montt ha parlato in privato con i tre, avvertendoli che le prove della loro corruzione sarebbero state rese pubbliche se la loro opposizione ai trasferimenti degli ufficiali fosse continuata. Successivamente ogni ufficiale del gruppo dissidente che è stato riassegnato dall'Ordine generale è entrato in servizio. [DIA, 5/10/82]
Settantotto giorni dopo il colpo di stato, Ríos Montt sciolse la Giunta e nominò se stesso presidente del Guatemala. [Ordine Generale 15-82]. L'amnistia che era stata dichiarata il 24 maggio per i reati politici commessi da "membri delle fazioni sovversive" o da membri delle forze di sicurezza è venuta meno il 30 giugno e il 1° luglio Ríos ha dichiarato un mese di stato d'assedio. Egli ha sostenuto che 1.857 persone hanno ottenuto l'amnistia, ma – secondo affermazioni citate dall'ambasciata degli Stati Uniti - era necessario andare oltre "coloro che hanno portato il caos in Guatemala ... coloro che offrono il paradiso rosso della schiavitù, coloro che hanno scatenato la catena della morte". Allo scopo di porre fine alla rivolta e istituire la giustizia al posto dell’ "abuso di potere", che aveva avuto come conseguenza il ritrovamento di cadaveri abbandonati ogni giorno sul ciglio della strada, Ríos Montt ha annunciato la creazione di tribunali speciali, che avrebbero cercato i sovversivi e punito i colpevoli. Ha detto che la "battaglia finale" contro i guerriglieri era iniziata e che sarebbe stata una "lotta senza confini." [Ambasciata degli Stati Uniti, 7/1/82]
***
Per una sintesi del processo in corso, commenti e analisi, vedere un nuovo sito lanciato dalla Open Society Justice Initiative, in collaborazione con il National Security Archive, l'International Center for Transitional Justice, CEJIL e il nuovo sito guatemalteco Plaza Pública:
http://www.riosmontt-trial.org/
Kate Doyle, National Security Archive Electronic Briefing Book No. 419,
19/03/2013

710 - INDICTED FOR GENOCIDE: GUATEMALA'S EFRAÍN RÍOS MONTT

U.S. and Guatemalan Documents Trace Dictator's Rise to Power
The groundbreaking genocide trial of Efraín Ríos Montt, retired army general and former dictator of Guatemala, opens today with the presentation of the prosecution's first witnesses. The trial will take place despite repeated efforts by defense lawyers to halt the proceedings with legal appeals and a bid for amnesty. On March 12, the Constitutional Court rejected the amnesty request once and for all, clearing the way for the trial to begin.
Along with his former intelligence chief, José Mauricio Rodríguez Sánchez, Ríos Montt stands accused of masterminding a violent counterinsurgency campaign during his 1982-83 regime that sought to destroy opposing guerrilla forces and anyone who supported them. The indictment accuses the two men of responsibility for fifteen documented massacres in the Ixil region of the country's Quiché department, resulting in the deaths of 1,771 unarmed men, women and children. Read more about the charges and defense tactics
here; and about the evidentiary hearing that led to today's oral or "debate" phase here.
Who is Efraín Ríos Montt? As the trial gets underway, the National Security Archive offers this brief biographic sketch and a description of the general's first months in power to provide background for understanding the man, his role as military dictator of Guatemala, and the crimes for which he has been indicted. The information comes not only from declassified U.S. documents released under FOIA, but from secret Guatemalan military documents obtained by the Archive through years of research on behalf of the Guatemala Documentation Project. In the coming weeks, we will offer additional analysis and documents about the Guatemalan army's counterinsurgency strategy under Ríos Montt and the impact he had among Mayan communities in the country's Ixil region.
Born in the northwestern department of Huehuetenango, Efraín Ríos Montt's military education began with four years at the Guatemalan Military Academy, an infantry course at the School of the Americas in Panama in 1950, and counterinsurgency training at Fort Bragg in North Carolina in 1961. He rose through the ranks of the Guatemalan army with positions in the prestigious Mariscal Zavala Brigade (1963-67), Army General Staff (1967-68), and Office of Inspector General (1968). [
DOD 4/2/74] In 1969, Ríos Montt was named commander of the Honor Guard Brigade, then of Mariscal Zavala, and from 1970-72 served as director of the Military Academy, where he won the loyalty of the junior officers enrolled under him. He became Army Chief of Staff in 1972. [DIA 3/23/82]
After three months in the United States as Director of Studies of the Inter-American Defense College in 1973, he returned to Guatemala with political aspirations and ran as the Christian Democratic Party's presidential candidate in 1974. He lost in an election widely believed to have been stolen by Kjell Laugerud and went to Spain as military attaché in 1974-1977. He then returned to Guatemala and remained on active duty without assignment until the coup against President Romeo Lucas García, when support within the junior officer corps propelled him into the country's leadership. [
DIA 3/23/82 and DIA 3/27/82]
The coup placed Guatemala under the control of a Provisional Military Junta led by Ríos Montt and two other army officers, Gen. Horacio Maldonado Schaad and Col. Francisco Luis Gordillo. Although not universally respected within the military due to his eccentric personality and evangelical religious views, Ríos Montt was considered a professional officer whose defeat in the blatantly fraudulent presidential election of 1974 gave him a "reputation for honesty" among younger officers, according to a report by the State Department Bureau of Intelligence and Research. [
INR 8/4/82]
Immediately after the coup, the junta suspended the 1965 Constitution and dissolved Congress. [
Orden General 7-82] Instead, the government would operate under a new "Fundamental Government Statute" (Decree Law 24-82, Estatuto Fundamental de Gobierno), signed on April 27, 1982. The statute declared that the military would take over the functions of the executive branch as well as the legislature, stating, "The legislative functions will be carried out by the military government by means of decreed laws." [EFG Article 4, page 2] The document gave the junta command over the armed forces, as well as the legal framework for the implementation of its political strategy, laid out in the National Plan for Security and Development (PNSD).
The PNSD, a key document drafted by a working group from the Army General Staff and the Center for Military Studies on April 1, 1982, decried the deterioration of the country's stability and proposed a sweeping plan to transform society with a "nationalism compatible with the traditions of the country." The State would act as the engine of a counterinsurgency project that would coordinate the "political, economic, psychosocial and military" dimensions of national life to defeat the guerrillas. In order to achieve its goals, the PNSD recommended, among other objectives, granting increased legal capacity to anti-subversive government entities, improving internal security operations, augmenting military intelligence and creating a plan for population control. The Plan called for the application of "Psychological Action at every level," the monitoring of economic conditions that fostered subversion, the promotion of solutions, and the establishment of a process for "national ideological formation." The PNSD was a reflection of the Junta's intent to harness all actions of the State, including rural development and social programs, in support of the counterinsurgency. [
Plan Nacional de Seguridad y Desarrollo]
Together, the National Plan and the Fundamental Government Statute provided the junta with a political and legal framework within which the armed forces could operate freely to take whatever means necessary to crush the insurgency. Additional decree laws permitted the military to expand their jurisdiction into all affairs of state, ensuring that no other institution interfered with their counterinsurgency objectives. The laws granted the armed forces greater operational flexibility and expanded their authority over civilian sectors of Guatemalan society. Decree Law 44-82, for example, mobilized the civilian population into patrols [
Orden General 18-82]; Decree Law 47-82 created new Special Military Commands for civilian air force and naval reservists. [Orden General 19-82] These and other measures served to establish counterinsurgency structures in the highlands that were integral to the war effort, creating the infrastructure necessary to carry out scorched earth operations against the civilian population in conflict zones. After accepting the junta presidency, Ríos Montt moved quickly to assert control over the armed forces, consolidate his power base and undermine potential countercoup plotting. He ordered a massive reassignment of hundreds of officers, moving many of them out of important posts within the presidential staff and guard in the capital to tactical positions dispersed on bases across the countryside. [Orden General 10-82] By February 1983, more than half of those appointed had been transferred or relieved again. This was Ríos Montt's way to "keep the military leadership off balance and prevent the establishment of power bases" that might challenge or oust him. [US Embassy, 2/18/83]
The U.S. Defense Intelligence Agency described an early test of Ríos Montt's ability to maintain military discipline over powerful young officers when a group of them opposed his decision to order massive reassignments through General Order No. 10, issued on April 12, 1982. Captains Mario S. López Serrano, Roberto Letona Hora and Otto Pérez Molina - today the elected president of Guatemala - were singled out for allegedly corrupt dealings and involvement in countercoup plotting, and briefly arrested and confined on the Honor Brigade base. They were freed by Ríos the next day after he consulted with the Junta advisory group, but his point was made. Before they were released, Ríos reportedly spoke privately with the three, warning them that evidence of their corruption would be made public if their opposition to the officer transfers continued. Subsequently every officer from the dissident group who was reassigned by the General Order turned up for duty. [
DIA, 5/10/82]
Seventy eight days after the coup, Ríos Montt disbanded the junta and named himself President of Guatemala. [
Orden General 15-82] An amnesty that had been declared on May 24 for political crimes committed by "members of subversive factions" or by members of the security forces was ended on June 30, and on July 1 Ríos declared a month-long state of siege. He claimed that 1,857 people turned themselves in under the amnesty, but - as the US Embassy quoted him as saying - it was now necessary to go after "those who have brought chaos to Guatemala… those who offer the red paradise of slavery, those who have unleashed the chain of death." In order to end the insurgency and institute justice in place of the "abuse of power," which had resulted in bodies found daily by the roadside, Ríos Montt announced the creation of special tribunals that would try subversives and execute those found guilty. He said the "final battle" against the guerrillas had begun and it would be a "fight without limits." [US Embassy, 7/1/82]
 * * *
For ongoing trial summaries, commentary and analysis, see a new Website launched by the Open Society Justice Initiative in partnership with the National Security Archive, the International Center for Transitional Justice, CEJIL and the Guatemalan news site Plaza Pública:
http://www.riosmontt-trial.org/
Kate Doyle, National Security Archive Electronic Briefing Book No. 419,
19/03/2013

martedì 26 marzo 2013

709 - RIOS MONTT 31 ANNI DOPO IL COLPO DI STATO MILITARE CHE LO HA PORTATO AL POTERE.

Seduto di fronte alla giustizia che gli reclama i crimini commessi contro i civili in Guatemala nel corso di 17 mesi, in cui di fatto ha governato il paese, il generale in pensione José Efraín Ríos Montt commemora oggi il 31 ° anniversario della sua ascesa al potere con un colpo di stato.
A mezzogiorno del 23 marzo 1982, Rios Montt, che allora aveva 56 anni, in una conferenza stampa presso il Palazzo Nazionale, ex Palazzo del Governo, aveva offerto al paese di uscire dalla crisi nella quale lo aveva lasciato il deposto presidente Romeo Lucas Garcia.
Affiancato dai generali Francisco Gordillo e Horacio Maldonado, che con lui componevano la giunta militare e che avrebbe ignorato mesi dopo quando si è proclamato Capo dello Stato, Rios Montt ha anche annunciato una guerra implacabile contro le forze della guerriglia.
Quel giorno rivolse "un appello agli agricoltori ad abbandonare la pistola, prendere il machete e mettersi al lavoro", assicurò che non ci sarebbero più stati assassinii ma solo "fucilati" e avvertì che le forze armate avrebbero prevenuto la diffusione del comunismo.
Oggi, 31 anni dopo, e ad 86 anni, Rios Montt è ancora protagonista della vita politica di questo paese centroamericano, ora sotto processo per la morte di migliaia di indigeni Ixil causata dall'esercito durante i mesi in cui era a capo del potere.
Dallo scorso 19 marzo, insieme al suo ex capo dei servizi segreti militari, anche lui generale in pensione, Jose Rodriguez, è accusato dal procuratore per i diritti umani della morte di 1.771 Ixil, avvenuta in 16 diversi massacri nel Triangolo Ixil nel dipartimento del Quiché.
Da quel giorno, Rios Montt ha sentito le testimonianze di almeno 40 superstiti della repressione scatenata dall'esercito in quella zona del paese, con l'obiettivo, secondo i piani militari, di "togliere l'acqua al pesce", vale a dire, mettere fine alla base sociale che gli abitanti dei villaggi avrebbero potuto offrire alle forze ribelli.
Genocidio, per lo sterminio di migliaia di vittime Ixil durante la sua amministrazione, e delitti contro l'umanità, tortura, stupri, rapine e violenze contro altre vittime, sono crimini che l'accusa intende dimostrare che hanno commesso Rios Montt e Rodriguez.
Se riconosciuto colpevole dal giudice, potrebbe essere condannato a più di cento anni di carcere.
Il processo, il primo che si terrà nel paese nei confronti di un ex capo di Stato per le violazioni dei diritti umani che si sono verificate durante la guerra civile in Guatemala tra il 1960 e il 1996, che hanno provocato più di 200.000 morti, potrebbe continuare per almeno due mesi.
Prensa Libre 23/03/2013

708 - RÍOS MONTT 31 AÑOS DESPUÉS DEL GOLPE MILITAR QUE LO LLEVÓ AL PODER

Sentado frente a la Justicia que le reclama los crímenes cometidos en contra de la población civil de Guatemala durante los 17 meses que gobernó de facto el país, el general retirado José Efraín Ríos Montt conmemora hoy el 31 aniversario de su llegada al poder por medio de un golpe de Estado.
Al mediodía del 23 de marzo de 1982, Ríos Montt, entonces de 56 años, en una conferencia de prensa en el Palacio Nacional, antigua casa de Gobierno, ofrecía sacar al país de la crisis en la que lo había sumido el depuesto presidente Romeo Lucas García.
Flanqueado por los generales Francisco Gordillo y Horacio Maldonado, junto a los que integraba la Junta Militar de Gobierno, y a los que desconoció meses después al declararse Jefe de Estado, Ríos Montt también anunciaba una guerra sin cuartel en contra de las fuerzas guerrilleras.
Ese día hizo “un llamado al campesino a que deje el fusil, agarre el machete y se ponga a trabajar”, aseguró que no habría más asesinados “solo fusilados” y advirtió que las Fuerzas Armadas evitarían el avance del comunismo.
Hoy, 31 años después, y con 86 años de vida, Ríos Montt sigue siendo protagonista de la vida política de este país centroamericano, ahora procesado por las muertes de miles de indígenas ixiles a manos del Ejército durante los meses que estuvo al frente del poder.
Desde el pasado 19 de marzo, junto a su exjefe de Inteligencia Militar, el también general retirado, José Rodríguez, son acusados por la Fiscalía de Derechos Humanos de la muerte de 1 mil 771 ixiles perpetradas en 16 diferentes matanzas colectivas en el denominado Triángulo Ixil, en el departamento de Quiché.
A partir de ese día, Ríos Montt ha escuchado los testimonios de al menos 40 supervivientes de la represión desatada por el Ejército en esa zona del país, con el objetivo, según los planes militares, de “quitar el agua al pez”, es decir, acabar con la base social que los pobladores podrían representar para las fuerzas insurgentes.
Genocidio, por el exterminio de que fueron víctimas los miles de ixiles durante su Gobierno, y deberes contra la humanidad, por las torturas, violaciones sexuales, robos y demás vejámenes en contra de las víctimas, son los delitos que la Fiscalía pretende demostrar que cometieron Ríos Montt y Rodríguez.
De ser encontrados culpables por el tribunal, podrían ser condenados a penas de más de cien años prisión.
El juicio, el primero en realizarse en el país en contra de un exjefe de Estado por las violaciones a los derechos humanos ocurridas durante la guerra interna de 36 años que padeció Guatemala entre 1960 y 1996, la cual se saldó con más de 200 mil muertos, podrían prolongarse por al menos dos meses.
Prensa Libre 23/03/2013

sabato 23 marzo 2013

707 - TRIBUNALE ASCOLTA 12 TESTIMONI DEI MASSACRI

Nel secondo giorno di dibattito per genocidio, 12 testimoni hanno testimoniato contro i generali ritirati José Efraín Ríos Montt e José Mauricio Rodríguez Sánchez, accusati di essere stati gli autori intellettuali di 17 massacri nell'area ixil, Quiché.
Il giudizio è incominciato alle 8.30 ore, con la testimonianza di Inés Gómez López. Il Tribunal Primero A de Alto Impacto la chiamò affinché raccontasse i fatti commessi dalll'Esercito in Villa Ortensia 2, San Juan Cotzal.
Gómez ricordò che il 10 settembre 1982 le forze castrensi entrarono nel luogo citato. Portarono via tutti gli abitanti e bruciarono le case. Mio padre, Nicolás Gómez, morì quel giorno" ha detto tra lacrime.
Giacinto López, che ora ha 82 anni, ha spiegato ai giudici che l'Esercito ammazzò cinque membri della sua famiglia.
"Io stavo lavorando nel campo, dove coltivavo la mia milpa. Quando arrivai a casa mia vidi i miei figli e suoceri morti. Ammazzarono anche quattro vacche che avevo", ha affermato.
Juan López Matón, un altro testimone, disse al Tribunale che il 2 settembre 1982 morirono sua moglie, Jacinta Raymundo Ceto, ed i suoi figli Tomás e Miguel López Ceto. Indicò la responsabilità del fatto alle forze armate.
"Io credo che approfittarono del fatto che gli uomini non stavano nella casa. Io uscii a lavorare nel campo, mentre tornavo a casa mia, durante il tragitto vicino all'entrata, vidi che loro tre erano stesi al suolo", ricordò.
López descrisse che i cadaveri avevano i crani fracassati. "Sembrava che li avevano colpiti con un machete", descrisse.
Le testimonianze si sono protratte fino alle ore 14.45, quando il Tribunale decise di sospendere l'udienza. Oggi continuerà il dibattito, con ulteriori testimonianze di familiari di vittime e sopravvissuti.
In tutte le dichiarazioni, il Tribunale ha ricevuto appoggio da interpreti dell'Organismo Giudiziale, dalla lingua ixil allo spagnolo.
I difensori, i giudici e i querelanti chiesero che traduttori privati li assistano. Con questo cercano di "non essere sorpresi da cattive traduzioni", disse César Calderón, che difende Rodríguez Sánchez.
Durante il dibattito si ascolteranno 205 persone, tra periti e testimoni.
Nomina difensore
L'avvocato Segno Antonio Cornejo Marroquín riassunse la difesa di Rios Montt. Ieri, il militare gli telefonò e gli chiese che si facesse carico del caso.
Cornejo entrò nella sala di udienze alle ore 10. Per alcuni minuti conversò con il militare e si presentò nel tribunale come difensore di questo.
Martedì, l'ex capo di Stato aveva sostituito i suoi quattro avvocati, tra essi Cornejo, e aveva nominato Francisco García Gudiel; tuttavia, questo solo lo rappresentò per tre ore, poiché per avere discusso coi giudici fu espulso della sala.
Giacinto López: “I miei figli morirono"
"L'Esercito arrivò da Salquil Grande, Santa María Nebaj, il 15 Luglio 1982. Io lavoravo in campagna, non mi trovavo nella mia casa. Quando arrivai vidi che i miei figli Magdalena, Domingo e Pedro, ed i miei suoceri, Pedro Raymundo e María Pérez erano morti. Mia figlia era stata pugnalata al collo. Vidi che stava al suolo."
Tomás Chávez Brito: "Ho perso 11 parenti”
"Il distaccamento militare si trova in La Perla, Santa María Nebaj. Il 4 novembre entrarono a Saxibán.
Quello giorno morirono mia mamma, i miei sei fratelli, due dei miei nipoti ed i miei due cognati.
A causa dell'Esercito ho perso 11 parenti. I miei nipoti erano molto piccoli. Essi non avevano fatto niente a nessuno."
Santiago Pérez: “Lo vidi impiccato"
"Il 17 Luglio 1982 arrivarono i militari al villaggio Chuatuj, Santa María Nebaj. Spararono contro gli abitanti. Mio figlio, Antonio Pérez González, morì quel giorno. Ma non fu a causa degli spari. I soldati entrarono a casa mia. Quando io ritornai lo vidi appeso con una corda. Era legato piedi e mani."
Prensa Libre 20/03/2013

706 - TRIBUNAL ESCUCHA A 12 TESTIGOS DE MASACRES

En el segundo día de debate por genocidio, 12 testigos declararon contra los generales retirados José Efraín Ríos Montt y José Mauricio Rodríguez Sánchez, acusados de haber sido los autores intelectuales de 17 masacres en el área ixil, Quiché.
El juicio se inició a las 8.30 horas, con el testimonio de Inés Gómez López. El Tribunal Primero A de Alto Impacto la llamó para que relatara los hechos cometidos por el Ejército en Villa Hortensia 2, San Juan Cotzal.
Gómez recordó que el 10 de septiembre de 1982 ingresaron las fuerzas castrenses en el referido lugar. “Se llevaron a todos los pobladores y quemaron las casas. Mi padre, Nicolás Gómez, murió ese día”, dijo entre lágrimas.
Jacinto López, quien ahora tiene 82 años, les explicó a los jueces que el Ejército mató a cinco miembros de su familia.
“Yo estaba trabajando en el monte, donde cuidaba mi milpa. Cuando llegué a mi casa vi a mis hijos y suegros muertos. También mataron cuatro vacas que tenía”, expresó.
Juan López Matón, otro testigo, dijo al Tribunal que el 2 de septiembre de 1982 murieron su esposa, Jacinta Raymundo Ceto, y sus hijos Tomás y Miguel López Ceto. Responsabilizó a las fuerzas armadas del hecho.
“Yo creo que aprovechaban que los hombres no estábamos en la casa. Yo salí a trabajar en el campo, cuando iba a mi casa, en el camino cerca de la entrada, vi que ellos tres estaban tirados en el suelo”, recordó.
López describió que los cadáveres tenían los cráneos destrozados. “Parecía que los habían golpeado con un machete”, describió.
Las declaraciones se extendieron hasta las 14.45 horas, cuando el Tribunal determinó suspender la audiencia. Hoy continuará el debate, con más testimonios de familiares de víctimas y sobrevivientes.
En todas las declaraciones, que incluyen dos del martes recién pasado, el Tribunal recibió apoyo de intérpretes del Organismo Judicial, del idioma ixil al español.
Los defensores, el Ministerio Público y los querellantes pidieron que traductores particulares les asistan. Con ello buscan “no ser sorprendidos por malas interpretaciones”, dijo César Calderón, quien defiende a Rodríguez Sánchez.
Durante el debate se escuchará a 205 personas, entre peritos y testigos.
Nombra defensor
El abogado Marco Antonio Cornejo Marroquín reasumió la defensa de Ríos Montt. Ayer, el militar lo llamó por teléfono y le pidió que se hiciera cargo del caso.
Cornejo ingresó en la sala de audiencias a las 10 horas. Por unos minutos platicó con el militar y se presentó en el tribunal como defensor de este.
El martes, el ex jefe de Estado sustituyó a sus cuatro abogados, entre ellos Cornejo, y nombró a Francisco García Gudiel; sin embargo, este solo lo representó por tres horas, ya que por haber discutido con los jueces fue expulsado de la sala.
Jacinto López: “Mis hijos murieron”
“El Ejército llegó a Salquil Grande, Santa María Nebaj, el 15 de julio de 1982. Yo trabajaba en el monte, no estaba en mi casa.
Cuando llegué vi que mis hijos Magdalena, Domingo y Pedro, y mis suegros, Pedro Raymundo y María Pérez estaban muertos. A mi hija la apuñalaron en el cuello. Vi que estaba boca abajo”.
Tomás Chávez Brito: “Perdí a 11 familiares”
“El destacamento militar está en La Perla, Santa María Nebaj. El 4 de noviembre entraron a Saxibán.
Ese día murieron mi mamá, mis seis hermanos, dos de mis sobrinos y mis dos cuñados. Por el Ejército perdí a 11 familiares. Mis sobrinos estaban muy pequeños. Ellos no le habían hecho nada a nadie”.
Santiago Pérez: “Lo vi colgado”
“El 17 de julio de 1982 llegaron los militares a la aldea Chuatuj, Santa María Nebaj. Dispararon contra los pobladores. Mi hijo, Antonio Pérez González, murió ese día. Pero no fue por los disparos.
Los soldados entraron a mi casa. Cuando yo regresé lo vi colgado con un lazo. Estaba atado de pies y manos”.
Prensa Libre 20/03/2013

domenica 17 marzo 2013

705 - NEGATA L’AMNISTIA AL GENERALE JOSÉ EFRAÍN RÍOS MONTT

Un tribunale del Guatemala ha negato l'amnistia all'ex governante di facto guatemalteco José Efraín Ríos Montt, al potere durante uno dei periodi più sanguinosi della guerra civile che sconvolse il paese negli anni 80.
Rios Montt governò il paese con mano dura tra il 1982 e il 1983, dopo essere arrivato al potere per mezzo di un colpo di Stato.
La decisione permette che continui il processo per genocidio di indigeni. Rios Montt, di 86 anni, è accusato di ordinare assassini, torture e l’allontanamento dalle proprie terre di migliaia di indigeni maya.
I suoi avvocati cercano di bloccare il processo, argomentando che Rios Montt è protetto da una legge di amnistia. Questa è la quarta volta che il tribunali gli nega la richiesta.
Durante la guerra civile negli anni 1960-1996, otre 200.000 persone persero la vita o furono fatte scomparire in Guatemala, secondo le Nazioni Unite.
BBC MUNDO, 14/03/2013

704 - NIEGAN AMNISTÍA AL GENERAL JOSÉ EFRAÍN RÍOS MONTT

Un tribunal de Guatemala le negó una amnistía al exgobernante de facto guatemalteco José Efraín Ríos Montt, quien en los años 80 presidió uno de los periodos más sangrientos de la guerra civil que azotó al país.
Ríos Montt gobernó el país con mano dura tre 1982 y 1983 tras llegar al poder por medio de un golpe de Estado.
La decisión permite que continúe el juicio que se le sigue por genocidio de indígenas. A Ríos Montt, de 86 años, se le acusa de ordenar asesinatos, torturas y el desplazamiento de miles de indios mayas.
Sus abogados buscan bloquear el juicio, argumentando que Ríos Montt está protegido por una ley de amnistía. Esta es la cuarta vez que los tribunales le niegan la petición.
Durante la guerra civil de 1960-1996, más de 200.000 personas perdieron la vida o fueron desaparecidas en Guatemala, según las Naciones Unidas.
BBC MUNDO, 14/03/2013

lunedì 11 marzo 2013

703 - 93% DI ADULTI ED IL 100% DI BAMBINI DICONO ‘NO’ AL SETTORE MINERARIO

Per la prima volta nella storia il villaggio Los Planes, in San Rafael las Flores, Santa Rosa, in Guatemala, ha organizzato un centro di votazione per portare a termine la consultazione di ‘Buona fede ' nella quale centinaia di abitanti hanno fatto sentire la loro voce riguardo alla presenza mineraria. Il risultato è stato che poco più del 93,5% degli adulti ha votato contro la miniera ed il 6,3% a favore, e c’è stato anche il 100% del rifiuto da parte dei bambini, che si sono pronunciati mediante urne infantili.
Gli abitanti hanno commentato che non li sorprende che nessun giornale o televisione fosse presente , perché sembrano stare zitti dato che i grandi imprenditori li comprano, come ha detto una elettrice, che vive vicino alla miniera, e che ha anche affermato di sperare che con la consultazione le autorità possano dare qualche tipo di attenzione e risposta al Villaggio Los Planes. Si è rammaricata che solo quando ci sono morti si avvicinano al luogo e che ciò avviene da quando la miniera si è installata nel posto, perché prima il luogo godeva di tranquillità sociale ed armonia.
Alle cinque del pomeriggio il centro è stato chiuso alle votazioni e si è proceduto allo scrutinio di voti. Gli abitanti hanno celebrato i risultati sperando che le autorità li prendano in considerazione. I bambini sceglievano un colore, introducevano la loro mano, lasciavano una impronta e collocavano frasi a favore della vita, dell'ecosistema, contro la miniera e per la pace.
Questo hanno fatto i membri della giunta infantile di votazione, in questo tavolo il 100% dei bambini hanno detto ‘No’ al settore minerario in San Rafael La Flores. I bambini e le bambine hanno presentato i risultati della loro votazione infantile all'assemblea comunitaria.
Fonte: Comunità di Popolazione in Resistenza
Adital, 08.03.13 - Guatemala

702 - 93% DE ADULTOS Y EL 100% DE NIÑO DICEN ‘NO’ A LA MINERÍA

Por primera vez en la Historia la Aldea los Planes, en San Rafael las Flores, Santa Rosa, en Guatemala, tuvo un centro de votación que se instaló para llevar a cabo la consulta de ‘Buena fe’ en la que centenares de vecinos se hicieron escuchar por la presencia minera. El resultado fue que poco más del 93.5% de los adultos votó en contra de la mina y el 6.3% en favor, frente al 100% del rechazo de los niños que mediante urnas infantiles se pronunciaron también.
Los vecinos comentaron que no les sorprende que ningún medio escrito o televisivo se hiciera presente pues parecen estar calladitos por que los grandes empresarios los compran, expresó una votante que también dijo que por estar a escasos metros de la mina espera que con la consulta las autoridades puedan dar algún tipo de atención y respuesta a la Aldea los Planes. Lamentó que solo cuando hay muertos se acercan al lugar y eso es desde que la mina se llegó a instalarse al lugar, pues antes el lugar gozaba de tranquilidad social y armonía.
A las cinco de la tarde el centro fue cerrado para votar y se procedió al recuento de votos. Vecinos celebraron los resultados esperando que las autoridades los tomen en cuenta. Los niños elegían un color, introducían su mano, la estampaban y colocaban frases por la vida, el medio ambiente, contra la mina y por la paz.
Esta fue los miembros de la junta infantil de votación, allí en esta mesa el 100% de niños dijieron ‘NO’ a la minería en San Rafael las Flores. Los niños y las niñas presentaron los resultados de su mesa de votación infantil a la asamblea comunitaria.
Fuente: Comunidades de Población en Resistencia
Adital, 08/03/2013  

venerdì 1 marzo 2013

701 - PDH METTE IN EVIDENZA LA SITUAZIONE DEI BAMBINI GUATEMALTECHI E ADOLESCENTI

In Guatemala il periodo della vita di maggior vulnerabilità è quello dei bambini e degli adolescenti, che si è aggravato, in caso d residenza nelle zone rurali, di povertà, del genere e di diversità culturale, secondo il Dossier Annuale: Situazione dei diritti umani in Guatemala 2012.
Il documento, redatto dal Procuratore per i diritti umani (PDH), evidenzia che le persone nella fascia di età 0-18 anni sono diventate le principali vittime di violazioni dei propri diritti, di fronte a un sistema di protezione debole e inconsistente, che riguarda tutti i tipi di vulnerabilità che colpisce i bambini e gli adolescenti.
Secondo la pubblicazione, la mancanza di una istituzione, legata ai bambini a livello di comunità, genera le azioni di violenza contro i bambini restino impuniti o, diventino pratiche standard.
La PDH ha evidenziato nella sua relazione che aggravano la situazione dei bambini e degli adolescenti, i conflitti sociale, il possesso o proprietà di terreni e la presenza della criminalità organizzata, che stanno creando una cultura della tolleranza verso la violenza di cui i bambini e gli adolescenti sono spettatori e vittime.
Il rapporto ha sottolineato che, sebbene in Guatemala ci sono diverse leggi a favore dei bambini, queste rappresentano uno standard minimo, per quello di cui ha bisogno la popolazione di questo paese.
Secondo Paulo Sérgio Pinheiro, esperto indipendente del tema, l'unicità della fanciullezza, il loro potenziale e la vulnerabilità, la loro dipendenza dagli adulti, impone di prendere maggiori misure per la protezione contro la violenza.
Pinheiro ha detto che ogni società, qualunque sia la propria cultura,economia o condizione sociale, può e deve porre fine alla violenza e dgli attacchi contro i bambini; ha anche sottolineato la necessità di modificare la mentalità della società e le condizioni economiche e sociali della popolazione.
Infine, il rapporto avverte che il PDH, nonostante i regolamenti e le politiche pubbliche a favore dei bambini e adolescenti del Guatemala, essi continuano a subire aggressioni alla loro integrità e della sicurezza personale.
Cerigua, Adital, 27/02/2013 

700 - PDH DESTACA PRECARIA SITUACIÓN DE LA NIÑEZ Y ADOLESCENCIA GUATEMALTECA

En Guatemala el ciclo de vida de mayor vulnerabilidad es la niñez y la adolescencia, que se agrava bajo las circunstancias de ruralidad, pobreza, sexo y diversidad cultural, según el Informe Anual Circunstanciado: Situación de los Derechos Humanos de Guatemala 2012.
El documento, elaborado por la Procuraduría de los Derechos Humanos (PDH), destaca que las personas comprendidas en las edades de 0 a 18 años se han convertido en las principales víctimas de violaciones a sus derechos, ante un sistema de protección débil, desarticulado, el cual tiende a todo tipo de vulnerabilidad que afecta a la niñez y adolescencia.
De acuerdo con la publicación, la falta de presencia institucional, vinculada a la niñez en el ámbito comunitario, genera que las acciones de violencia hacia la niñez quede en la impunidad, o bien, sean prácticas normalizadas.
La PDH reveló en su informe que se suma a la situación de la niñez y adolescencia la conflictividad social, por pertenencia o posesión de tierras y la presencia de la delincuencia organizada, que están creando una cultura de tolerancia hacia los actos de violencia donde los niños, niñas y adolescentes son espectadores y víctimas.
Le entidad subrayó que aunque en Guatemala existen diversas leyes a favor de la infancia, éstas representan una normativa mínima, para lo que necesita esta población en el país.
Según Paulo Sérgio Pinheiro, experto independiente en el tema, el carácter único de la niñez, su potencial y vulnerabilidad, su dependencia de los adultos, hace imperativo que se tengan más acciones de protección contra la violencia.
Pinheiro indicó que toda sociedad, sea cual sea su trasfondo cultural, económico o social, puede y debe poner fin a la violencia y las agresiones contra la infancia, además subrayó la necesidad de transformar la mentalidad de las sociedades y las condiciones económicas y sociales de esta población.
Finalmente, el informe de la PDH advierte que a pesar de las normativas y las políticas públicas a favor de la niñez y adolescencia guatemalteca, ellos y ellas siguen sufriendo constantemente atropellos a su integridad y seguridad personal.
Cerigua, Adital, 27/02/2013