Benvenuti nel blog “Orizzonte Guatemala”! Siamo un gruppo di amici del Guatemala e con questo strumento di comunicazione e condivisione vogliamo contribuire a fare conoscere l’attualità di questo bellissimo paese, al quale ci legano vincoli di amicizia e di solidarietà con tanti amici guatemaltechi.


domenica 28 novembre 2010

329 - LA TEMPESTA PERFETTA: IMPATTO DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO E LA CRISI ECONOMICA SULL'INFANZIA E L'ADOLESCENZA

Presentazione
In Guatemala, sia gli effetti del cambiamento climatico sia quelli della crisi economico-finanziaria mondiale hanno provocato una "tempesta perfetta" che ha conseguenze sulla situazione dell'infanzia e dell'adolescenza in molti modi e che può condizionare il raggiungimento pieno delle loro potenzialità. In questo documento si troveranno dati, cifre ed attestazioni di persone che stanno soffrendo le conseguenze di questi due fenomeni che, sebbene hanno avuto la loro origine al di fuori della Repubblica, hanno grandi conseguenze nel suo interno. La "tempesta perfetta", derivata del rialzo dei prezzi, le difficili circostanze economico-finanziarie, il cambiamento climatico e la perdita di opportunità di impiego, hanno conseguenze nella popolazione del paese, alcune delle quali sono state raccontate qui. Questo ha fatto aumentare il numero di persone che soffrono la fame, deteriorandosi la loro salute ed esponendoli ad una maggiore vulnerabilità ed abuso in un contesto di impunità, tra gli altri aspetti.
La somma di queste crisi aumentano le vulnerabilità sociali, ambientali ed economiche, come è diventato palese dopo il passaggio dell’uragano Agatha in Guatemala, che distrusse le infrastrutture e danneggiò migliaia di ettari di produzione agricola in ventuno dei ventidue dipartimenti del paese. Agatha ebbe come conseguenza un impatto psicosociale significativo tra le persone che furono più colpite, provocando sfollati e penose cifre di decine di morti, come danni alle infrastruttura e alle reti di comunicazione.
Dietro ogni cifra esposta in questo documento, ci sono persone che sono parte integrante ed attiva della società guatemalteca, oltre la loro condizione sociale, economica, etnica e sessuale. In questo documento si cerca anche di dare visibilità alla situazione dell'infanzia e dell'adolescenza del Guatemala, al fine di sviluppare risposte adeguate ed appropriate per tutte le sfere dalla loro vita. Con tale proposito, da settembre dell'anno 2008, UNICEF ha realizzato differenti azioni per conoscere le conseguenze del cambiamento climatico e la crisi economica su bambine, bambini ed adolescenti, mediante studi qualitativi ed inchieste quantitative in differenti regioni del paese.
Benché non esistano soluzioni magiche, la situazione della vita delle persone può cambiare nella misura in cui si prendano le decisioni corrette, che facciano in modo che la crescita economica diventi sostenibile nel tempo. Questa è la maniera più efficiente e meno costosa di affrontare future crisi economiche, come di assicurare un migliore sviluppo per l'infanzia e l'adolescenza. Se non si prendono le decisioni opportune ed adeguate, anche la situazione cambierà, ma in maniera negativa.
Senza smettere di preoccuparci - per le analisi, studi… - dobbiamo impegnarci a migliorare la situazione dell'infanzia e dell'adolescenza del Guatemala, davanti alle difficili situazioni vissute nel passato e che si prevedono per il futuro, date le circostanze relative agli aspetti climatici, la crisi alimentaria e la problematica economico-finanziarie.
Introduzione
Sono molti le famiglie guatemalteche che stanno soffrendo, nella loro vita quotidiana, le conseguenze dirette del cambiamento climatico e della crisi economica che si riflettono, soprattutto, nella perdita di impiego e potere d'acquisto, e questo limita le possibilità di rifornirsi ed alimentarsi. Aspetti come l’abbandono scolastico, la formazione di coppie di giovanissima età che non ricevono sostegno, compromessi nella dieta alimentare, lo sfruttamento sessuale commerciale, la migrazione o la partecipazione a commerci illeciti, sebbene non sono conseguenze dirette delle crisi economiche e climatiche, si sono acutizzati come risultato delle stesse.
Gli effetti del cambiamento climatico in Guatemala si sono approfonditi nell'ultima decade. Se non si prendono le misure opportune per assicurare un sviluppo compatibile con l'ecosistema ma, soprattutto, che copra le necessità della società, senza mettere a rischio la sicurezza alimentare degli anni futuri, cioè, la disponibilità ed l’accesso agli alimenti, la situazione può aggravarsi. Per esempio, le piogge torrenziali durante l'anno 2010 hanno conseguenze sulle condizioni di vita della popolazione, principalmente per la rilevanza dei danni e per le perdite per la popolazione in condizioni di sussistenza.
La perdita di coltivazioni e l'incremento dei prezzi degli alimenti si trovano, ugualmente, inquadrati in un contesto di crisi economica che si sta ripercuotendo sulle esportazioni ed importazioni, sull'investimento straniero, sul turismo e sulle rimesse, tra altri. Tutto ciò ha un impatto negativo nella riscossione fiscale in Guatemala, diminuendo le risorse pubbliche per lo sviluppo di bambine, bambini ed adolescenti, per i quali la situazione, già prima di questi fenomeni non lontana dall'ideale.
La perdita di opportunità di impiego - dovuto alla contrazione dell'economia ed agli effetti delle crisi ambientali - colpisce la società guatemalteca, spingendo molte persone a realizzare lavori pericolosi o che si situano fuori della legge, per ottenere delle entrate. Tutto sembra indicare che la ripresa lavorativa sarà più lenta della ripresa economica mondiale.
Già da ora, la priorità deve essere migliorare la qualità di vita delle bambine, bambini ed adolescenti del Guatemala. Non solo perché rappresentano il 49% della popolazione totale del paese, ma anche perché lo sviluppo sociale ed economico si gioca ora. In questo senso, se non si prendono decisioni opportune, gli effetti della crisi economica sull'infanzia e l'adolescenza guatemalteche porteranno con sé aumento della breccia sociale, soprattutto tra la popolazione indigena rurale, specialmente le donne.
Le politiche e programmi dovranno aiutare a minimizzare l'impatto di entrambe le problematiche, privilegiando la protezione sociale che garantisca il compimento delle necessità basilari delle persone maggiormente svantaggiate. La ripresa economica sarà fragile se non porta con sé, come minimo, il rafforzamento con volto umano del tessuto sociale.
Unicef - Guatemala
Adital – 19/11/2010

328 - LA TORMENTA PERFECTA: IMPACTO DEL CAMBIO CLIMÁTICO Y LA CRISIS ECONÓMICO EN LA NIÑEZ Y LA ADOLESCENCIA

Presentación
En Guatemala, tanto los efectos del cambio climático como los de la crisis económico-financiera mundial han provocado una «tormenta perfecta» que tiene consecuencias sobre la situación de la niñez y la adolescencia de múltiples maneras y que puede condicionar el alcance pleno de sus potencialidades. En este documento se encontrarán datos, cifras y testimonios de personas que están sufriendo los embates de estos dos fenómenos que, si bien tuvieron su origen fuera de esta República, tienen grandes consecuencias en su interior. La «tormenta perfecta» derivada del alza de los precios, las difíciles circunstancias económico-financieras, el cambio climático y la pérdida de oportunidades de empleo, tiene consecuencias en la población del país, algunas de las cuales se relatan aquí. Esto ha hecho aumentar el número de personas que pasan hambre, resintiéndose su salud y exponiéndolas a una mayor vulnerabilidad y abuso en un contexto de impunidad, entre otros aspectos.
La suma de estas crisis aumentan las vulnerabilidades sociales, medioambientales y económicas, como ha quedado patente tras el paso de la tormenta Agatha por Guatemala, la cual destruyó infraestructura y arrasó miles de hectáreas de producción agrícola en veintiuno de los veintidós departamentos del país. Agatha tuvo como consecuencia un impacto psicosocial significativo entre las personas que fueron más afectadas, provocando desplazados y cifras lamentables de decenas de muertos, así como daños en infraestructura y redes de comunicación.
Tras cada cifra expuesta en este documento hay personas que son parte integrante y activa de la sociedad guatemalteca, más allá de su condición social, económica, étnica y sexual. En este documento también se busca visibilizar la situación de la niñez y la adolescencia de Guatemala, con el fin de desarrollar respuestas adecuadas y apropiadas para todas las esferas de su vida. Con tal propósito, desde septiembre del año 2008, UNICEF ha realizado diferentes acciones para conocer las consecuencias del cambio climático y la crisis económica en niñas, niños y adolescentes mediante estudios cualitativos y encuestas cuantitativas en diferentes regiones del país.
Aunque no existen soluciones mágicas, la situación de la vida de las personas puede cambiar en la medida en que se tomen las decisiones correctas que logren que el crecimiento económico se haga sostenible en el tiempo. Esta es la manera más eficiente y menos costosa de enfrentar futuras crisis económicas, así como de asegurar un mejor desarrollo para la niñez y la adolescencia. Si no se toman las decisiones oportunas y adecuadas, la situación también cambiará, pero de manera negativa.
Sin dejar de preocuparnos -por los análisis, estudios…- debemos ocuparnos por mejorar la situación de la niñez y la adolescencia de Guatemala ante las difíciles situaciones que se han vivido y se prevén para el futuro, dadas las circunstancias en torno a los aspectos climáticos, la crisis alimentaria y la problemática económico-financiera.
Introducción
Son muchos los hogares guatemaltecos que están padeciendo en su vida diaria las consecuencias directas del cambio climático y la crisis económica que se reflejan, sobre todo, en la pérdida de empleo y poder adquisitivo, lo que limita las posibilidades de abastecerse y alimentarse. Aspectos como la deserción escolar, la formación de parejas a temprana edad en hogares que no reciben remesas, arreglos en la dieta, la explotación sexual comercial, la migración o la incorporación a negocios ilícitos, si bien no son consecuencias directas de las crisis económica y climática, sí se han agudizado como resultado de las mismas.
Los efectos del cambio climático en Guatemala se han profundizado en la última década. Si no se toman las medidas oportunas para asegurar un desarrollo compatible con el medio ambiente pero, sobre todo, que cubra las necesidades de la sociedad sin poner en riesgo la seguridad alimentaria de los años venideros, es decir, la disponibilidad y acceso a los alimentos, la situación puede agravarse Por ejemplo, las lluvias torrenciales acaecidas durante el año 2010 tienen consecuencias sobre las condiciones de vida de la población, principalmente por la magnitud de los daños y pérdidas para la población en situación de subsistencia.
La pérdida de cultivos y el incremento de los precios de los alimentos se encuentran, asimismo, enmarcados en un contexto de crisis económica que está repercutiendo en las exportaciones e importaciones, a la inversión extranjera, al turismo y a las remesas, entre otros. Todo ello tiene impacto negativo en la recaudación fiscal de Guatemala, disminuyendo los recursos públicos para el desarrollo de niñas, niños y adolescentes, para quienes la situación antes de estos fenómenos distaba de ser la ideal.
La pérdida de oportunidades de empleo -debido a la contracción de la economía y a los efectos de las crisis ambientales- afecta a la sociedad guatemalteca, orillando a muchas personas a realizar trabajos peligrosos o que se sitúan fuera de la ley para obtener ingresos. Todo parece indicar que la recuperación laboral será más lenta que la recuperación económica mundial.
Desde ya, la prioridad ha de ser mejorar la calidad de vida de las niñas, niños y adolescentes de Guatemala. No sólo porque representan el 49% de la población total del país, sino porque el desarrollo social y económico se juega ahora. En este sentido, si no se toman decisiones oportunas, los efectos de la crisis económica sobre la niñez y la adolescencia guatemaltecas traerán consigo una mayor brecha social, sobre todo entre la población indígena rural, especialmente las mujeres.
Las políticas y programas deberán ayudar a minimizar el impacto de ambas problemáticas, privilegiando la protección social que garantice el cumplimiento de las necesidades básicas de las personas en mayor desventaja. La recuperación económica será frágil si no trae consigo, como mínimo, el fortalecimiento con rostro humano del tejido social.
Unicef - Guatemala
Adital – 19/11/2010

venerdì 26 novembre 2010

327 - ASSOCIAZIONE DI ABITANTI ESIGE SICUREZZA NELLE COMUNITÀ PERIFERICHE

A partire dall'assassinio del vicepresidente dell'Associazione Coordinatore Nazionale degli Abitanti delle Aree Marginali del Guatemala (ACONAPAMG), Maynor Enrique García Morales, sabato 6 novembre, gli abitanti che vivono in aree marginali e vulnerabili del Guatemala manifestarono pubblicamente domenica 7, per esigere sicurezza nelle comunità.
Secondo le relazioni, García Morales è stato ucciso con colpi d’arma da fuoco, pochi minuti prima della commemorazione del settimo anniversario della comunità ‘Cinque di Novembre ', della quale era il presidente. L'Associazione, indignata per la tragedia, ha rivolto un richiamo "alla popolazione, in generale, affinché si unisca e lotti contro tutte queste manovre e disordini, che causano questo tipo di violenza in tutto il paese", ed ha chiesto dei provvedimenti alle autorità.
"Esigiamo dal governo della Repubblica attenzione immediata per la sicurezza e dal Congresso della Repubblica che approvino urgentemente leggi sulla sicurezza e che sia vigilato il loro compimento", sottolineano.
L'Associazione ha chiesto anche che il Ministero Pubblico svolga un’indagine immediata sugli omicidi e sui casi simili che sono successi in altre associazioni del paese. Inoltre, chiedono che la Polizia Civile Nazionale fermi gli autori materiali ed intellettuali dei crimini.
L'associazione lamenta che, a causa dell'anticipazione della campagna elettorale, le dispute tra funzionari politici e dell'attuale amministrazione stanno generando la mancanza di protezione sociale e l'abbandono della popolazione più bisognosa. Gli abitanti informarono che alcuni dei funzionari dicono che "in tutto il mondo esiste violenza senza controllo", e ciò è una giustificazione sull'incapacità di risolvere questa situazione.
Ci "dispiacciamo di quegli atti sanguinari poiché con questa morte sono due i compagni assassinati, entrambi importanti nell'organizzazione", hanno affermato. Gli abitanti ricordarono che il leader assassinato è stato il responsabile della creazione del logo di un pugno della mano sinistra, con i colori rosso e nero, che rappresentano i colori storici delle lotte dei popoli.
Adital 9/11/2010

326 - ASOCIACIÓN DE MORADORES EXIGE SEGURIDAD EN LAS COMUNIDADES MARGINALES

A partir del asesinato del vicepresidente de la Asociación Coordinadora Nacional de Moradores de Áreas Marginales de Guatemala (ACONAPAMG), Maynor Enrique García Morales, el sábado pasado (6), los moradores y moradoras asociados que viven en áreas marginales y vulnerables de Guatemala, se manifestaron públicamente el domingo (7) para exigir seguridad en las comunidades.
Según los informes García Morales fue muerto a tiros minutos antes de la conmemoración del séptimo aniversario de la comunidad ‘Cinco de Noviembre’, de la cual era su presidente. La Asociación, indignada con la tragedia, hizo un llamado "al pueblo, en general, para que nos unamos y luchemos contra todas estas maniobras y desordenes que generaron este tipo de violencia en todo el país", y exigió providencias de las autoridades.
"Exigimos al gobierno de la República, atención inmediata con la seguridad y al Congreso de la República que apruebe urgentemente leyes de seguridad y que vigilen su cumplimiento", resaltan.
La Asociación exigió, también, que el Ministerio Público haga una investigación inmediata de los asesinatos y sobre los casos semejantes que puedan haber ocurrido en otras asociaciones del país. Además, piden que la Policía Civil Nacional detenga a los autores materiales e intelectuales de los crímenes.
La asociación reclama que debido a la anticipación de las campañas electorales, las disputas entre funcionarios políticos y de la actual administración están generando la desprotección social y el abandono de la población más necesitada. Los moradores informaron que algunos de esos funcionarios  dicen que "en todo el mundo existe violencia sin control", lo que para ellos es una justificativa sobre la incapacidad para solucionar esta desgracia.
"Lamentamos esos actos sangrientos ya que con esta muerte son dos los compañeros asesinados, ambos importantes en la organización", afirmaron. Los moradores rememoraron que el líder asesinado fue el responsable por la creación del logotipo de un puño de la mano izquierda, con los colores rojo y negro, que representan los colores históricos de las luchas de los pueblos.
Adital 9/11/2010

mercoledì 24 novembre 2010

325 - GAM: OTTOBRE E' STATO IL TERZO MESE PIÙ VIOLENTO DELL'ANNO IN GUATEMALA

Nonostante la diminuzione del numero di morti violente in relazione al 2009, quest’anno le morti in Guatemala sembrano essere state più brutali. Questo è quello che afferma il Gruppo di Appoggio Mutuo (GAM) nel riepilogo della "Relazione sulla situazione dei diritti umani in Guatemala e dei fatti di violenza da gennaio ad ottobre del 2010."
Secondo la relazione, il mese di ottobre è stato il terzo più violento dell'anno 2010 nel paese, inferiore solamente a gennaio e marzo. Delle 2.688 morti violente registrate quest’anno, 292 sono avvenute il passato mese. In relazione al numero di feriti, anche le cifre sono alte: delle 1447 persone ferite per cause violente, 161 sono state ferite nel mese di ottobre.
"È importante sottolineare che a causa della costante violenza che si vive nel paese, la popolazione non è rimasta di braccia conserte, e in molte occasioni si è organizzata, utilizzando metodi fuori della legge per riuscire a controllare in alcun modo gli alti indice delinquenziali, come succede col fenomeno dei linciaggi", sottolinea la relazione.
I numeri non lasciano dubbi. Secondo lo studio, vi è stata una crescita del 12% dei linciaggi in relazione all'anno 2009. Mentre l'anno scorso 166 persone furono linciate, questo anno il GAM ha già registrato 189 persone morte e ferite come prodotto di questa pratica, 17 vittime solamente il mese scorso.
Il GAM richiama anche l'attenzione sull'elevato numero di massacri avvenuti nel paese. Secondo la pubblicazione, dall'epoca della dittatura militare il Guatemala non registrava massacri collettivi come quelli dei giorni attuali. "Durante il mese di ottobre, si sono prodotti 12 massacri, che hanno causato per lo meno 40 morti e 26 persone ferite", segnala.
Per il Gruppo, i differenti massacri possono giustificare l'aumento di persone morte e ferite durante il mese di ottobre, tendenza che il GAM crede che continuerà nei prossimi mesi a causa delle feste di fine di anno e delle azioni di gruppi criminali. "
"Risalta che ultimamente i gruppi di delinquenti stanno utilizzando i minori di età, poiché non sono imputabili secondo la legge, e a loro volta questi minorenni, oltre ad essere utili alla delinquenza comune ed organizzata, si trasformano anche in vittime", ricorda.
Prendendo in considerazione ciò, la relazione del GAM sottolinea l'importanza di agire da giovani ed adolescenti, con progetti educativi ed attività che presentino altre strade differenti alla criminalità.
In relazione alle professioni più esposte alla violenza, quella di autista dei trasporto pubblici continua ad essere la più rischiosa, con 111 morti nei primi dieci mesi di quest’anno. Segue un'altra professione, quella di commerciante, che anche preoccupa il Gruppo, perché ha registrato già 88 morti nel 2010.
Il documento sottolinea anche i casi di violenza contro le donne. Confrontato con lo stesso periodo, l’anno 2010 ha avuto 22 donne in più vittime di violenza rispetto all'anno scorso. "È necessaria l'introduzione di politiche chiare ed efficienti che contribuiscano all'educazione del nucleo familiare, tentando di eliminare il maltrattamento tanto fisico come il psicologico, in questo modo possono diminuire gradualmente le morti di donne nel paese", crede.
Per terminare l'analisi, il GAM richiama l'attenzione su alcune questioni relazionate allo Stato di Diritto in Guatemala. In riferimento alla Polizia Nazionale Civile, per esempio, il Gruppo critica la riduzione del budget della polizia e suggerisce l'aumento di effettivo ed investire nelle squadre. Allo stesso formo, indica la necessità di realizzare un "piano di riduzione" delle armi non registrate, che per il GAM sono le principali responsabili delle violazioni subite dalla popolazione del Guatemala.
Di fronte all’avvicinarsi delle elezioni, anche il Gruppo osserva la mancanza di rispetto in relazione a questa tematica. Secondo il documento, i termini stabiliti dalla Legge Elettorale e dai Partiti Politici non sono rispettati nella campagna. Per quel motivo considerano importante che il Supremo Tribunale Elettorale si pronunci pubblicamente al riguardo.
Adital, 22/11/2010

324 - GAM: OCTUBRE FUE EL TERCER MES MÁS VIOLENTO DEL AÑO EN GUATEMALA

A pesar de la disminución del número de muertes violentas en relación a 2009, este año, las muertes en Guatemala parecen haber sido más brutales. Esto es lo que afirma el Grupo de Apoyo Mutuo (GAM) en el resumen ejecutivo del "Informe sobre situación de los derechos humanos en Guatemala y hechos de violencia de enero a octubre de 2010".
Según el informe, el mes de octubre fue el tercero más violento del año 2010 en el país, solamente inferior a enero y marzo. De las 2.688 muertes violentas registradas este año, 292 ocurrieron el pasado mes. En relación al número de heridos, las cifras también son altas: de 1447 personas heridas por causas violentas, 161 fueron heridas en el mes de octubre.
"Es importante resaltar que a raíz de la constante violencia que se vive en el país, la población no se ha quedado de brazos cruzados, y en muchas ocasiones se organizan, utilizando métodos fuera de la ley para lograr controlar de alguna forma los altos índices delincuenciales, tal como ocurre con el fenómeno de los linchamientos", destaca.
Los números no dejan mentir. De acuerdo con la investigación, hubo un crecimiento de 12% en los linchamientos en relación al año 2009. Mientras, el año pasado, 166 personas fueron linchadas, este año, el GAM ya registró 189 personas muertas y heridas como producto de esta práctica, 17 víctimas solamente el mes pasado.
El GAM llama la atención también sobre el elevado número de masacres ocurridas en el país. Según la publicación, desde la época de la dictadura militar Guatemala no registraba masacres colectivas como las de los días actuales. "Durante el mes de octubre, se produjeron 12 masacres, las cuales dejaron por lo menos 40 víctimas mortales y 26 personas heridas", revela.
Para el Grupo, las diferentes masacres pueden justificar el aumento de personas muertas y heridas durante el mes de octubre, tendencia que el GAM cree que va a continuar en los próximos meses a causa de la fiestas de fin de año y de las acciones de grupos criminales. "
"Cabe resaltar que últimamente los grupos delincuenciales están utilizando menores de edad, debido a que estos son inimputables según la ley, estos menores luego de ser útiles a la delincuencia común y organizada, a su vez se convierten también en víctimas", recuerda.
Tomando en cuenta esto, el informe del GAM, destaca la importancia de actuar a favor de jóvenes y adolescentes, con educación y actividades que muestren otros caminos diferentes a la criminalidad.
En relación a las profesiones más vulnerables a la violencia, la de motorista de transporte colectivo continúa siendo la más riesgosa, con 111 muertos en los diez primeros meses de este año. Además, otra profesión, la de comerciante, también preocupa al Grupo, pues ya contabilizó 88 muertos en 2010.
El documento también destaca los casos de violencia contra las mujeres. Comparado con el mismo período, 2010 tuvo 22 mujeres víctimas de violencia más que el año pasado. "Es necesaria la implantación de políticas claras y eficientes que contribuyan a la educación del núcleo familiar, tratando de eliminar el maltrato tanto físico como el psicológico, de esta forma pueden disminuirse paulatinamente las muertes de mujeres en el país", cree.
Para finalizar el análisis, el GAM llama la atención sobre algunas cuestiones relacionadas al Estado de Derecho en Guatemala. En referencia a la Policía Nacional Civil, por ejemplo, el Grupo critica la reducción de presupuesto policial y sugiere el aumento de efectivos e invertir en equipos. De la misma forma, indica la necesidad de realizar un "plan de despistolización" de las armas no registradas, que para el GAM, son las principales responsables por las violaciones sufridas por la población de Guatemala.
Ante la proximidad de las elecciones, el Grupo también observa falta de respeto en relación a esta temática. Según el documento, los plazos establecidos por la Ley Electoral y de Partidos Políticos no están siendo respetados en la campaña. Por eso consideran importante que el Supremo Tribunal Electoral se pronuncie públicamente al respecto.
Adital, 22/11/2010

domenica 21 novembre 2010

323 - GRAVIDANZE PRECOCI

Ogni giorno, dieci bambine partoriscono in Guatemala.
Ogni 7,5 minuti un'adolescente rimane incinta in Guatemala, e questo determina che nei centri di salute si assistano dieci bambine al giorno che arrivano alla vigilia del parto. Hanno appena avuto il loro primo ciclo mestruale, hanno appena concluso la scuola primaria ed i loro ventri cominciano ad ingrossarsi, arrivano le nausee, come se fosse una cosa da nulla, il rifiuto delle loro famiglie.
Le gravidanze in precoce età, in questo paese determinano, inoltre, che nelle sale operatorie almeno 2.198 bambine tra i 10 e 17 anni diventino mamme ogni mese.
Lo studio "Avanzamenti e sfide nella salute sessuale e riproduttiva in Guatemala", realizzato dall'Istituto tedesco Guttmacher, determinò che qualcosa preoccupa i membri dell'Associazione di Donne Medico, infatti è emerso che da gennaio a giugno di questo anno, i suoi colleghi hanno praticato parti cesarei e assistito parti normali di almeno 13.193 bambine, che hanno partorito il loro primo o secondo figlio.
La dottoressa Alma Palma, vice ministro della Salute, ha indicato a SEMlac che ciò si deve a che le guatemalteche non sono informate sulla sessualità ed in alcune aree i servizi sono insufficienti o di scarsa qualità.
I comportamenti sessuali sono ad alto rischio, e la maggioranza di esse non hanno potere di decisione rispetto alla loro vita sessuale e riproduttiva, ha segnalato. E nelle bambine la situazione si aggrava, sostiene Mirna Montenegro, presidentessa dell'Associazione Guatemalteca delle Donne Medico (AGMM).
Le persone minori di età non hanno educazione sessuale, nelle case ci sono tabu e nelle scuole non è insegnato loro il rischio di avere relazioni sessuali precoci.
Anche Montenegro ha criticato il sistema, perché "non esiste un studio sulla proporzione dell'abuso sessuale ed incesto, perché non si affronta socialmente. Molte volte le mamme non credono che il padre o il patrigno ha violentato le bambine" sottolinea. "E ciò succede ancora quando è qualcosa di evidente", ha rimarcato.
La dottoressa Mirna Monroy, direttrice dell'Istituto di Scienze Forense, ha informato SEMlac che solo nel primo semestre del 2010 la SEMlac ha realizzato 1.990 perizie per abuso sessuale.
La gran maggioranza di questi casi riguardano bambine ed adolescenti, e molte di queste gravidanze sono causate da un parente prossimo.
"Il sistema di giustizia non è effettivo affinché i colpevoli paghino per i loro delitti e le bambine ricevano cure integrali", ha aggiunto la Montenegro. "Per quel motivo, il silenzio è forte", ha precisato. "E lo Stato non offre strutture o la possibilità che la minorenne si trasferisca in un altro gruppo familiare in questi casi. Non esiste appoggio", ha indicato.
E mentre generano la vita, le ragazze corrono anche il rischio di morire, perché i loro corpi non sono preparati per una gravidanza.
Dal Programma Nazionale di Salute Riproduttiva del Ministero di Salute si è comunicato che il 20,1% dei parti registrati da gennaio a giugno 2010 corrisponde ad adolescenti tra i 10 e 19 anni di età, mentre il 17% delle morti materne registrate corrisponde ad adolescenti tra 10 e 19 anni.
Molte nascite tra le adolescenti sono impreviste o non desiderate, sostiene Edilzar Castro, dell'Associazione Pro Benessere della Famiglia. La sua affermazione si incentra sul fatto che il 29% delle nascite recenti da donne adolescenti non erano state pianificate, come hanno detto loro stesse alle autorità sanitarie.
L'Inchiesta sulla Salute Materno Infantile 2008-2009 assicura che il 18,5% delle adolescenti tra 15 a 17 anni, ed il 42,7% da 18 a 19 anni, riferisce di avere esperienze sessuali, ma senza protezione.
Il Guatemala occupa il terzo posto in una lista di nove paesi del continente americano per le gravidanze precoci, hanno detto le dottoresse dell'AGMM.
Il tasso di fecondità adolescente in Guatemala è di 114 nascite per 1.000 donne tra 15 e 19 anni di età, è una delle più alte in America Latina ed nei Caraibi, dove la media regionale è di 80 ogni 1.000.
Il ministro della salute, Ludwin Ovalle, ha affermato che in paesi come il Guatemala, le complicazioni della gravidanza ed il parto sono le principali cause di morte tra le donne da 15 a 49 anni.
La morte materna avviene per emorragie, infezioni, ipertensione ed aborto. "Quelle cause determinano la tragedia", aggiunge Castro.
Nelle donne discendenti dalle 21 etnie maya la situazione si aggrava. In Chimaltenango, una regione eminentemente indigena, le bambine diventano madri appena hanno avuto il loro primo ciclo mestruale.
Così è stato censito in questo primo semestre, quando i medici hanno assistito 216 parti di bambine, cioè una nascita al giorno. "Solo in sei casi di questi c’è stata denuncia di abuso, dato che risulta basso e poco reale", ha sottolineato Montenegro, dell'AGMM.
Elsa Martínez, vicepresidente di AGMM, ha indicato che si devono investigare i casi di bambine incinte, per sanzionare i responsabili degli abusi.
In questo paese dell'area, il Procuratore delle Donne del Ministero Pubblico, Yolanda Sandoval, ha segnalato a SEMlac che da gennaio a giugno del 2010 ha ricevuto 27.000 denunce di violenza contro la donna, un terzo di esse corrisponde ad abusi sessuali.
Il Guatemala possiede un quadro legale importante per l'attenzione alla popolazione adolescente, come la Legge di Accesso Universale ed Equo dei Servizi di Pianificazione Familiare e la Legge di Protezione Integrale all'Infanzia ed Adolescenza.
Carolina Salazar, membro dell'Associazione Guatemalteca delle Donne Medico, ha segnalato che il problema è legato alla credenza popolare che la donna nasce per avere figli, compresi i casi in cui succede per incesto e violazione, o per la poca educazione sessuale che riceve.
SEMlac, Servizio di Notizie della Donna dell'America latina ed i Caraibi
Adital, 27/10/2010

322 - EMBARAZO TEMPRANO

A diario, 10 niñas dan a luz en Guatemala.
Cada 7,5 minutos se embaraza una adolescente en Guatemala, lo que provoca que en los centros de salud se atienda a 10 niñas al día que llegan en labor de parto. Apenas han tenido su primer ciclo menstrual, recién dejan la primaria y sus vientres comienzan a abultarse, llegan los mareos, las náuseas y, por si fuera poco, el rechazo de sus familias.
Los embarazos a temprana edad en este país provocan, además, que en los quirófanos al menos 2.198 niñas entre los 10 y 17 años se conviertan al mes en mamás.
El estudio "Avances y desafíos en la salud sexual y reproductiva en Guatemala", realizado por el Instituto alemán Guttmacher, determinó que algo preocupa a las integrantes de la Asociación de Mujeres Médicas, quienes destacaron que de enero a junio de este año, sus colegas practicaron cesáreas y partos normales al menos a13.193 niñas que dieron a luz a su primer o segundo hijo.
La doctora Alma Palma, vice ministra de Salud, indicó a SEMlac que eso se debe a que las guatemaltecas no conocen sobre sexualidad y en algunas áreas los servicios son insuficientes o de mala calidad.
Los comportamientos sexuales son de alto riesgo y la mayoría de ellas no tienen poder de decisión respecto de su vida sexual y reproductiva, señaló. Y en las niñas se acentúa más, opinó Mirna Montenegro, presidenta de la Asociación Guatemalteca de Mujeres Médicas (AGMM).
Las personas menores de edad carecen de educación sexual, en los hogares hay tabúes y en las escuelas no se les enseña los riesgos de tener relaciones sexuales tempranas.
Montenegro también criticó al sistema, pues "no existe un estudio sobre la proporción del abuso sexual e incesto, porque no se aborda socialmente. Muchas veces las mamás no creen que el padre o el padrastro violó a las niñas" destaca. "Y esto ocurre aún cuando es algo evidente", remarcó.
La doctora Mirna Monroy, directora del Instituto de Ciencias Forense, informó a SEMlac que sólo en el primer semestre de 2010 esa entidad realizó 1.990 peritajes por abuso sexual.
La gran mayoría de estos casos son niñas y adolescentes, y muchos de estos embarazos son generados por un pariente cercano.
"El sistema de justicia no es efectivo para que los victimarios paguen por sus delitos y las niñas reciban atención integral", agregó Montenegro. "Por eso, el silencio es más fuerte", precisó. "Y el Estado no ofrece albergues o la posibilidad de que la menor se traslade a otro grupo familiar en estos casos. No existe apoyo", indicó.
Y mientras dan la vida, también corren el riesgo de morir porque sus cuerpos no están preparados para un embarazo.
Desde el Programa Nacional de Salud Reproductiva del Ministerio de Salud se ha divulgado que el 20,1 por ciento de los partos registrados de enero a junio 2010 corresponde a adolescentes entre los 10 y 19 años de edad, mientras que el 17 por ciento de las muertes maternas registradas corresponden a adolescentes entre 10 y19 años.
Muchos nacimientos en adolescentes son imprevistos o no deseados, sugiere Edilzar Castro, de la Asociación Pro Bienestar de la Familia. Su afirmación se centra en que el 29 por ciento de los nacimientos recientes en mujeres adolescentes no fueron planeados, según dijeron ellas mismas a las autoridades de salud.
La Encuesta de Salud Materno Infantil 2008-2009 asegura que el 18,5 por ciento de las adolescentes entre 15 a 17 años, y el 42,7 por ciento de 18 a 19 años refieren tener experiencia sexual pero sin protección.
Guatemala ocupa el tercer lugar en una lista de nueve países del continente americano en embarazos tempranos, dijeron las doctoras de la AGMM.
La tasa de fecundidad adolescente en Guatemala es de 114 nacimientos por 1,000 mujeres entre los 15 y19 años de edad, es una de las más altas en América Latina y el Caribe, en donde el promedio regional es de 80 por 1,000.
El ministro de salud, Ludwin Ovalle, destaca que en países como Guatemala, las complicaciones del embarazo y el parto son las principales causas de muerte entre las mujeres de 15 a 49 años.
La muerte materna viene por hemorragias, infecciones, hipertensión y aborto. "Esos males conforman la tragedia", agrega Castro.
En las mujeres descendientes de las 21 etnias mayas la situación se agrava. En Chimaltenango, una región eminentemente indígena, las niñas se convierten en madres recién han tenido su primer periodo de menstruación.
Así quedó registrado en este primer semestre, cuando los médicos atendieron 216 partos en niñas, es decir un nacimiento por día. "Sólo en seis casos de estos hubo denuncia de abuso, lo cual resulta bajo y poco real", destacó Montenegro, de la AGMM.
Elsa Martínez, vicepresidente de AGMM, indicó que se debe investigar los casos de niñas embarazadas para aplicar sanciones a los responsables de abusos.
En este país del área la Fiscal de la Mujer del Ministerio Público, Yolanda Sandoval, señaló a SEMlac que de enero a junio de 2010 recibieron 27.000 denuncias de violencia contra la mujer, un tercio de ellas corresponde a abuso sexuales.
Guatemala cuenta con un marco legal importante para la atención a la población adolescente, como la Ley de Acceso Universal y Equitativo de Servicios de Planificación Familiar y la Ley de Protección Integral a la Niñez y Adolescencia.
Carolina Salazar, miembro de la Asociación Guatemalteca de Mujeres Médicas, señaló que el problema tiene que ver con la creencia de que la mujer nace para tener hijos, incluidos los casos en que ocurre por incesto y violación, o por la poca educación sexual que se recibe.
SEMlac (Servicio de Noticias de la Mujer de Latinoamérica y el Caribe)
Adital, 27/10/2010

sabato 20 novembre 2010

321 - FOTO MARLIN -



 


Fotos Copae San Marcos

martedì 16 novembre 2010

320 - GUADAGNI MILIONARI DELLO SFRUTTAMENTO MINERARIO NON ARRIVANO ALLE COMUNITÀ – 3 -

Oltre la miniera, nella comunità di Ajel, alcune persone si sono unite e hanno denunciato presso la Procura dei Diritti umani ed altre istanze locali che le loro case hanno subito danni.
I danneggiati assicurano che le esplosioni che effettua la miniera causano sismi che danneggiano le loro abitazioni - di mattone crudo.
I tecnici dell'impresa lo negano, ma oltre dieci residenze hanno crepe che vanno del suolo al soffitto.
Altri abitanti del luogo dicono che le loro case non hanno subito danni, benché riconoscano che esiste paura nell'ambiente, per quello che le persone possano denunciare.
"Noi vogliamo che sistemino le nostre abitazioni, ma essi non vogliono", assicura Gregoria Pérez.
La marcata divisione tra gli abitanti di questi municipi genera discussioni, che nessuna autorità tenta di risolvere.
Denaro senza controllo
Fino ad ora, nessuna autorità rende conto di come investe il denaro che ogni mese lo Stato riceve per le operazioni della Montana Exploradora nel paese.
Nel 2007, alcuni funzionari spiegarono che tutto andava ad un fondo comune, e benché parlassero della necessità di legiferare, affinché quelle risorse ritornassero alle comunità confinanti con il progetto minerario, il Congresso non ha raggiunto ancora un accordo rispetto alla Legge per il settore minerario.
In quanto agli oltre 23 milioni di quetzales dati alla Municipalità di San Miguel Ixtahuacán, il vicesindaco spiega che può rendere conto solo del denaro ricevuto tra gennaio e dicembre del 2008 - nove milioni di quetzales -, che è stato investito in macchinari per il mantenimento delle strade.
"Quello che si riceva questo anno sarà investito nel nostro progetto di sviluppo", ha assicurato.
Nuova indagine.
Alcuni rappresentanti del Centro per i Diritti umani dell'Università di Notredame dell'Indiana (USA) inizieranno un studio sugli effetti che le operazioni della Montana Exploradora hanno avuto in San Marcos con la miniera Marlin.
L'investigazione si propone di stabilire se c'è un impatto ambientale negativo per la popolazione e se questa è stata vittima di violazioni ai suoi diritti, secondo quanto ha indicato Doug Cassel, direttore del Centro.
L'iniziativa di effettuare lo studio nasce dall'invito effettuato dalla Chiesa Cattolica del Guatemala a quella istituzione internazionale, con la quale è stato firmato un accordo per una indagine indipendente.
Secondo Cassel, l'anno scorso anche furono invitati da Goldcorp Inc. per effettuare la stessa indagine, ma questa fu respinta perché l'impresa non "offriva le garanzie di indipendenza per i risultati della relazione", ha detto Cassel.
Più costi che benefici
La relazione su “Settore minerario dei Metalli e Sviluppo Sostenibile in America Centrale, una valutazione di costi e benefici”, edito in febbraio dall'organizzazione OXFAM America, conclude che le operazioni minerarie non hanno giocato una ruolo significativo nell'economia di Guatemala, Honduras ed El Salvador, e che i contributi dell'industria mineraria in quei paesi dovrebbe essere bilanciata da tutti i suoi costi. Dalla prospettiva finanziaria, il documento segnala come problemi delle operazioni minerarie: volatilità dei mercati dei beni minerali; il settore minerario a cielo aperto genera poco lavoro ed i suoi cicli sono relativamente brevi; pertanto, offre pochi vantaggi alle economie locali.
I rischi dell'ambiente vanno dal drenaggio acido della miniera fino alle infiltrazioni della diga di sbarramento, che pur essendo prevedibili, la miniera ne ignora le regole, secondo quanto assicura la relazione.
L'OXFAM nota che sono le comunità più vicine alle operazioni minerarie quelle che soffrono le conseguenze, per questo i lavori devono contare sul totale consenso degli abitanti. Nella relazione si trovano anche le conclusioni degli investigazioni effettuate da istituzioni come la Banca Mondiale, che segnalano che lo sviluppo di queste risorse ha un impatto minimo negli sforzi per diminuire gli indici di povertà.
Nicolás Aguilar, primo consigliere comunale di San Miguel Ixtahuacán, San Marcos, assicura che non ci sono prove delle denunce che gli abitanti del municipio hanno fatto contro la miniera. Sostiene che l'impresa appoggia le comunità, benché riconosca che le regalie dovrebbero essere maggiori.
"Stiamo resistendo"
Timoteo Sánchez, sindaco del villaggio Pie de la Cuesta, Sipacapa, San Marcos, assicura che lo sviluppo non è arrivato alle comunità e che gli abitanti hanno paura per i rischi ambientali delle loro terre.
Marlin – Il contributo della Montana
La miniera Marlin si trova in Sipacapa e San Miguel Ixtahuacán, San Marcos.
Più sfruttamento – Saranno ampliate le operazioni
Goldcorp Inc. ha calcolato nel 2004 che il progetto Marlin avrebbe avuto una durata di tredici anni, durante i quali sarebbero estratti 2,1 milioni di once di oro e 29,2 milioni di once di argento - combinando attività a  cielo aperto e sotterranea -.
http://www.prensalibre.com/pl/2009/marzo/15/296810.html]
(Prensa Libre) - Adital – 25/10/2010

319 - GANANCIAS MILLONARIAS POR EXPLOTACIÓN MINERA NO LLEGAN A LAS COMUNIDADES – 3 -

Más arriba de la mina, en la comunidad de Ajel, personas se han unido y denunciado en la Procuraduría de los Derechos Humanos y otras instancias locales que sus casas han afrontado daños.
Los afectados aseguran que las explosiones que efectúa la mina ocasionan sismos que dañan sus viviendas -de adobe.
Los técnicos de la empresa lo niegan, pero más de 10 residencias tienen grietas que van del suelo al techo.
Otros lugareños dicen que sus casas no han afrontado daños, aunque reconocen que existe temor en el ambiente, por lo que las personas puedan denunciar.
"Nosotros queremos que arreglen nuestras viviendas, pero ellos no quieren", asegura Gregoria Pérez.
La marcada división entre los habitantes de estos municipios genera confrontación que ninguna autoridad trata de resolver.
Dinero sin control
Hasta ahora, ninguna autoridad da cuenta de cómo se invierte el dinero que mes a mes el Estado capta por las operaciones de Montana Exploradora en el país.
En el 2007, funcionarios explicaron que todo se iba al fondo común, y aunque hablaron de la necesidad de legislar para que esos recursos regresaran a las comunidades aledañas al proyecto, el Congreso aún no ha alcanzado un acuerdo respecto de la Ley de Minería.
En cuanto a los más de Q23 millones entregados a la Municipalidad de San Miguel Ixtahuacán, el vicealcalde explica que solo puede dar cuentas del dinero recibido entre enero y diciembre del 2008 -unos Q9 millones-, el cual se invirtió en maquinaria para dar mantenimiento a tramos carreteros.
"Lo que se reciba este año será invertido en nuestro proyecto de desarrollo", aseguró.
Nueva investigación
Representantes del Centro de Derechos Humanos de la Universidad de Notredame de Indiana, EE. UU., iniciarán un estudio sobre los efectos que las operaciones de Montana Exploradora han tenido en San Marcos con la mina Marlin.
La investigación pretende establecer si hay un impacto ambiental negativo para la población y si ésta ha sido víctima de violaciones a sus derechos, indicó Doug Cassel, director del Centro.
La iniciativa de efectuar el estudio surge de la invitación efectuada por la Iglesia Católica de Guatemala a dicha institución internacional, con la cual se firmó un acuerdo de independencia en la investigación.
Según Cassel, el año pasado también fueron invitados por Goldcorp Inc. para efectuar la misma investigación, pero ésta fue rechazada por considerar que la empresa "no ofrecía las garantías de independencia para los resultados del informe", expresó.
Informe
Más costos que beneficios
El informe sobre Minería de Metales y Desarrollo Sostenible en Centroamérica, una valoración de costos y beneficios, publicado en febrero por la organización OXFAM, América, concluye en que la operación minera no ha jugado un papel significativo en la economía de Guatemala, Honduras y El Salvador, y que la contribución de la industria minera en esos países debería estar balanceada con todos sus costos. Desde la perspectiva financiera, el documento señala como inconvenientes de la operación minera: volatilidad de los mercados de los bienes minerales; la minería a cielo abierto genera poco trabajo y sus ciclos son relativamente cortos; por tanto, ofrece pocas ventajas a las economías locales.
Los riesgos del entorno van desde el drenaje ácido de mina hasta las filtraciones de la presa de cola, que aunque pueden prevenirse, las mineras ignoran las reglas, asegura el informe.
La OXFAM advierte que son las comunidades más cercanas a la operación minera las que padecen las consecuencias, por lo que los trabajos deben contar con el total consentimiento de los pobladores. En el informe también se citan conclusiones de investigaciones efectuadas por instituciones como el Banco Mundial, que señalan que el desarrollo de estos recursos tiene un impacto mínimo en los esfuerzos por disminuir los índices de pobreza.
Posiciones
Nicolás Aguilar, concejal primero de San Miguel Ixtahuacán, San Marcos, asegura que no hay pruebas de las denuncias que pobladores del municipio han hecho en contra de la mina. Sostiene que la empresa apoya a las comunidades, aunque reconoce que las regalías deberían ser mayores.
"Estamos en resistencia"
Timoteo Sánchez, alcalde comunitario de la aldea Pie de la Cuesta, Sipacapa, San Marcos, asegura que el desarrollo no ha llegado a las comunidades y que los pobladores tienen temor por los riesgos medioambientales de sus tierras.
Marlin - Los aportes de Montana
La mina Marlin se encuentra en Sipacapa y San Miguel Ixtahuacán, San Marcos.
Más explotación
Ampliarán operaciones
Goldcorp Inc. calculó en el 2004 que el proyecto Marlin tendría una duración de 13 años, durante los cuales serían sustraídas 2.1 millones de onzas de oro y 29.2 millones de onzas de plata -combinando actividad a cielo abierto y subterránea-.
[
http://www.prensalibre.com/pl/2009/marzo/15/296810.html]
(Prensa Libre) - Adital – 25/10/2010

318 - GUADAGNI MILIONARI DELLO SFRUTTAMENTO MINERARIO NON ARRIVANO ALLE COMUNITÀ – 2 -

Prensa Libre ha visitato i municipi che confinano con la miniera, per conoscere da vicino le opinioni degli abitanti e se realmente con Marlin era arrivata la prosperità agli abitanti.
Ma quello che trovò, fu il contrario. Paura, incertezza, frustrazione, indifferenza e conformismo sono alcuni dei sentimenti ed atteggiamenti che segnalano gli abitanti, quando si chiede loro sui benefici che hanno ottenuto della miniera.
Gli antichi proprietari dei terreni dove opera Marlin non immaginarono mai che le loro terre "valevano oro"; al contrario, alcuni assicurano che li obbligarono a venderli, con l'argomento che non erano produttive.
Tra lacrime, Emitelio Bámaca, di 74 anni, ricorda che, nel 2004, leader della Montana Exploradora offrirono 4.000 quetzales per corda di terreno, oltre ad impieghi e sviluppo per la popolazione. “Non ci dissero mai che era oro quello che avrebbero estratto da qui… ed ad alcuni li obbligarono a vendere", ricorda con dispiacere.
Quattro anni dopo aver iniziato lo sfruttamento dei metalli preziosi - oro ed argento - nel luogo, non tutti condividono l'idea che quell'industria ha portato benefici per i contadini che vivono lì: "Qui eravamo poveri, e continuiamo ad essere poveri", ha detto Silvia Pérez, chi risiede vicino alla miniera.
"Noi abbiamo bisogno di progetti produttivi che ci permettano di lavorare vicino alle nostre case, perché qui manca il lavoro", sostiene Timoteo Sánchez, sindaco del villaggio Pie de la Cuesta (Sipacapa), municipio nel quale gli abitanti si sono opporsi ai lavori di sfruttamento, nonostante la miniera assolo occupi il 13% del suo territorio.
Rappresentanti della miniera assicurano che più di mille persone lavorano nell'impresa, tra locali e di altri dipartimenti. Quelli che furono contrattati dicono essere tranquilli. "Io non ho avuto nessun problema, e la cosa buona è che pagano puntuale", assicura Celestino Pérez, che lavora da quattro anni con Montana.
Quelli che non riuscirono ad avere un impiego o furono licenziati, dicono che temono per il futuro ambientale della regione. "Vogliamo sapere che cosa succederà con tutti i rifiuti", dice Manuel Ambrosio Tojil, di Sipacapa.
I 294.7 di milioni quetzales che l'impresa afferma di aver pagato allo Stato del Guatemala fino a gennaio 2009 - tra imposta sul Reddito, regalie e contributi alla comunità - non sono sufficienti, assicurano gli abitanti. In realtà, fino a alcuni mesi fa neanche la Municipalità di San Miguel Ixtahuacán era soddisfatta con gli oltre 23 milioni di quetzales che la Montana Exploradora gli ha consegnato in questi anni.
"Noi chiediamo di più per quello che stanno facendo; per quel motivo presentiamo loro un progetto di sviluppo, ed ora consegneranno un milione di quetzales mensili, addizionale alle regalie", spiegò Nicolás Aguilar, primo consigliere comunale di quella località.
Da vicino
Arrivare da Sipacapa e San Miguel Ixtahuacán in auto, dalla città di San Marcos, continua ad essere difficile, oltre alle avvertenze di precauzione da parte di alcuni autorità, per conflittualità della zona. Si devono percorrere circa 60 chilometri su strade sterrate.
Benché la distanza sia relativamente breve, il cattivo stato della strada fa che il viaggio superi le tre ore. In quella direzione non ci sono segnali di transito, e per seguire la strada giusta verso la miniera bisogna chiedere costantemente agli abitanti.
Inoltre, questo mese il Governo effettua lavori di riparazione su quelle arterie di comunicazione, perciò è comune trovare blocchi e deviazioni.
I rappresentanti della miniera raccomandano arrivare a Marlin lungo la strada Interamericana, in direzione di Huehuetenango, ed attraversare al chilometro 241. Da quel lato il viaggio richiede meno tempo, ma anche le vie sono sterrate.
In quel tratto i segnali stradali sono frequenti, e nelle comunità che si trovano durante il tragitto si osservano le opere della miniera, come cucine comunitarie nelle scuole, cassette dei medicinali nei centri di salute e pali dell’illuminazione elettrica.
Tutte quelle opere sono dipinte di azzurro e verde, e recano il logo della Montana Exploradora. A fianco di ognuna si osserva un cartello con gli importi investiti dalla miniera (Q24,2 milioni in totale) e dalla comunità in ogni progetto.
Tuttavia, le persone che vivono ai lati della strada insistono nel dire che le opere non sono sufficienti e si lamentano del costante passaggio di camion e la polvere che si "solleva" nell'aria.
In San Miguel Ixtahuacán c'è un tratto di poco più di 19 chilometri che è stato asfaltato dalla miniera, ma secondo dati ufficiali, quello solo rappresenta il 2% delle strade del municipio.
I terreni che oggi sono proprietà della miniera sono cintati. Quelli che sono già stati sfruttati sono rimboscati dai lavoratori, ma neanche ciò è sufficiente per gli abitanti, che pensano che la terra rimarrà inquinata dal cianuro che si usa per l'estrazione di metalli preziosi.
Da differenti tratti della strada si può osservare la diga di sbarramento - composta da acqua, cianuro ed altri rifiuti della miniera -, la quale si è trasformata nella principale preoccupazione degli abitanti, che discutono il futuro dei liquidi che vi si depositano. La "nostra" terra è avvelenata, si lamentano.
I rappresentanti della miniera assicurano che una impianto di trattamento ripulisce l'acqua, che si asciugherà in futuro, e su quel terreno semineranno alberi, per rimboschire il luogo. I lavoratori, nel frattempo, affermano che non temono nessun problema futuro.
L'organizzazione Sierra Madre - creata dalla miniera - sarà la responsabile della protezione dell’ambiente quando finisca lo sfruttamento di metalli.
(Prensa Libre) - Adital – 25/10/2010

317 - GANANCIAS MILLONARIAS POR EXPLOTACIÓN MINERA NO LLEGAN A LAS COMUNIDADES – 2 -

Prensa Libre visitó los municipios aledaños a la mina, para conocer de cerca las opiniones de los pobladores y si realmente con Marlin había llegado la prosperidad a sus habitantes.
Pero lo que se encontró fue todo lo contrario. Temor, incertidumbre, frustración, indiferencia y conformismo son algunos de los sentimientos y actitudes que trasladan los habitantes al preguntarles sobre los beneficios que han obtenido de la mina.
Los antiguos propietarios de los terrenos donde opera Marlin nunca imaginaron que sus tierras "valían oro"; por el contrario, algunos aseguran que los obligaron a venderlas, con el argumento de que no eran productivas.
Entre lágrimas, Emitelio Bámaca, de 74 años, recuerda que, en el 2004, promotores de Montana Exploradora ofrecieron Q4 mil por cuerda de terreno, además de empleo y desarrollo para la población. "Nunca nos dijeron que era oro lo que sacarían de aquí… y a algunos los obligaron a vender", lamenta.
Cuatro años después de iniciada la explotación de metales preciosos -oro y plata- en el lugar, no todos comparten la idea de que esa industria ha dado beneficios para los campesinos que viven allí: "Aquí éramos pobres, y seguimos siendo pobres", refirió Silvia Pérez, quien reside cerca de la mina.
"Nosotros necesitamos proyectos productivos que nos permitan trabajar cerca de nuestros hogares, porque aquí hace falta empleo", expresó Timoteo Sánchez, alcalde comunitario de la aldea Pie de la Cuesta, Sipacapa, municipio del que los pobladores se han opuesto a trabajos de explotación, pese a que la mina solo ocupa el 13 por ciento de su territorio.
Representantes de la mina aseguran que más de mil personas laboran en la empresa, entre lugareños y de otros departamentos. Los que fueron contratados dicen estar tranquilos. "Yo no he tenido ningún problema, y lo bueno es que pagan puntual", asegura Celestino Pérez, quien trabaja desde hace cuatro años con Montana.
Los que no lograron un empleo o fueron despedidos dicen que temen por el futuro medioambiental de la región. "Queremos saber qué pasará con todos los desechos", expresa Manuel Ambrosio Tojil, de Sipacapa.
Los Q294.7 millones que la empresa reporta como pagados al Estado de Guatemala hasta enero del 2009 -entre Impuesto sobre la Renta, regalías y aportes a la comunidad- no son suficientes, aseguran pobladores.
De hecho, hasta hace algunos meses ni siquiera la Municipalidad de San Miguel Ixtahuacán estaba satisfecha con los más de Q23 millones que Montana Exploradora le ha entregado en estos años.
"Nosotros pedimos más por lo que están haciendo; por eso les presentamos un proyecto de desarrollo, y ahora entregarán Q1 millón mensual, adicional a las regalías", explicó Nicolás Aguilar, concejal primero de esa localidad.
De cerca
Llegar a Sipacapa y San Miguel Ixtahuacán en vehículo, desde la cabecera de San Marcos, sigue siendo difícil, además de las advertencias de precaución de parte de algunas autoridades, por lo conflictivo de la zona. Se deben recorrer unos 60 kilómetros en camino de terracería.
Aunque la distancia es relativamente corta, el mal estado de la carretera hace que el viaje supere las tres horas. En esa ruta no hay señales de tránsito, y para seguir el camino correcto hacia la mina se debe preguntar constantemente a los pobladores.
Además, este mes el Gobierno efectúa trabajos de reparación en esas arterias, por lo que es común encontrar bloqueos y desvíos.
Los representantes de la mina recomiendan llegar a Marlin a través de la carretera Interamericana, rumbo a Huehuetenango, y cruzar en el kilómetro 241. De ese lado el viaje se lleva menos tiempo, pero la arteria también es de terracería.
En ese tramo las señales de tránsito sí son constantes, y en las comunidades que se encuentran en el camino se observan proyectos de la mina, como cocinas comunitarias en escuelas, botiquines en los centros de salud y postes de alumbrado eléctrico.
Todas esas obras están pintadas de azul y verde, e identificadas con el logo de Montana Exploradora. A un costado de cada una se observa un rótulo con los montos invertidos por la mina (Q24.2 millones en total) y por la comunidad en cada proyecto.
Sin embargo, las personas que viven a la orilla del camino insisten en que las obras no son suficientes y se quejan del constante paso de camiones y el polvo que se "alborota en el ambiente".
En San Miguel Ixtahuacán hay un tramo de poco más de 19 kilómetros que fue asfaltado por la minera, pero según datos oficiales, eso solo supone el 2 por ciento de las carreteras del municipio.
Los terrenos que hoy son propiedad de la mina están cercados. Los que ya fueron explotados son reforestados por los trabajadores, pero eso tampoco es suficiente para los pobladores, quienes opinan que la tierra quedará contaminada por el cianuro que se utiliza para la extracción de metales preciosos.
Desde diferentes tramos de la ruta se puede observar la represa de cola -compuesta de agua, cianuro y otros desechos de la mina-, la cual se ha convertido en la principal preocupación de los vecinos, quienes cuestionan el futuro de los líquidos que en ella se depositan. "Nuestra tierra está envenenada", lamentan.
Los representantes de la mina aseguran que una planta de tratamiento limpia el agua que en un futuro se secará, y sobre ese terreno sembrarán árboles, para reforestar el lugar. Los trabajadores, mientras tanto, afirman que no temen ningún problema posterior.
La organización Sierra Madre -creada por la minera- será la responsable de velar por el cuidado ambiental del lugar cuando termine la explotación de metales.
(Prensa Libre) - Adital – 25/10/2010

316 - GUADAGNI MILIONARI DELLO SFRUTTAMENTO MINERARIO NON ARRIVANO ALLE COMUNITÀ – 1 -

Gli abitanti di Sipacapa e San Miguel Ixtahuacán, San Marcos, hanno opinioni contrarie sui benefici che la miniera Marlin apporta a quella regione. Mentre alcuni difendono l'impresa estrattiva - Montana Exploradora del Guatemala -, altri assicurano che i più di ventitre milioni di quetzales che ha ricevuto la comunità a titolo di regalie non è niente in paragone degli oltre quattromila milioni di quetzales che la compagnia ha ottenuto per i prodotti commercializzati, in quattro anni di operazioni.
Secondo il dossier annuale di Goldcorp Inc, del Canada – filiale di Montana Exploradora del Guatemala -, l'impresa nel 2008 registrò 258,1 milioni US$ di entrate, ed un guadagno nelle operazioni di 100 milioni US$, per la miniera Marlin.
Quell'anno la produzione ha raggiunto le 241.400 once di oro, delle quali, 241.300 sono state vendute. Il prezzo media dell'oncia al mercato internazionale è stato di US$ 870. Se prendiamo in considerazione che all'impresa costa US$ 191 produrre ogni oncia, stiamo parlando di un guadagno di US$ 679 per unità.
Queste cifre collocano Marlin nella terza posizione per il rendimento, dopo le miniere Alumbrera, in Catamarca (Argentina), che ha ottenuto US$ 135.3 milioni di utili, e Red Lake, in Ontario (Canada), il cui sfruttamento ha prodotto US$ 231.5 milioni di utili.
Rosa María De Frade, deputata della Commissione per l’Energia e le Miniere del Congresso, pensa che il principale beneficio che Goldcorp Inc. sta portando nel paese è che unicamente paga il 18% - approssimativo - di tasso effettivo di imposte, mentre altre miniere del continente pagano tra il 42 e 64 % - in Canada, 63,80 %; in Messico, 62,90; negli Stati Uniti il 45,90; ed in Argentina, il 42,50.
Un altro dei vantaggi è la variazione che ha avuto il prezzo dell'oro nel mercato internazionale negli ultimi quattro anni: US$ 474,3 quando Montana iniziò le operazioni; e US$ 870.2 nel gennaio del 2009.
Monsignor Álvaro Ramazzini, vescovo di San Marcos, pensa che lo Stato guatemalteco non sta prendendo sul serio aspetti molto basilari e fondamentali della problematica.
"Parlo di Stato perché non è solo l’Esecutivo. I vantaggi che potrebbero ottenersi da quell'investimento straniero non sono reali perché non sono giusti", ha affermato.
Carlos Meany, ministro dell’Energia e delle Miniere condivide l'idea che le regalie che riceve il Guatemala per le operazioni minerarie sono basse. Dovrebbero essere tra il 4, 5, o 6% … secondo il prezzo internazionale dell'oro", ha sostenuto.
Il funzionario ha aggiunto che le comunità devono essere le più beneficiate, per questo suggerisce che siano Consigli Dipartimentali per lo Sviluppo che ricevano tra il 60 e 70% del denaro, ma che il tema deve essere ampiamente discusso, per quella ragione "l’Esecutivo appoggia la moratoria alla Legge del Settore minerario", puntualizzò.
Quello che riceve il paese
La Legge per il Settore minerario vigente dal 1997 stabilisce che la Montana deve pagare allo Stato il 1% delle regalie del prodotto commercializzato. Di quella quantità, il 50% deve essere consegnato alla municipalità proprietaria dei terreni dove opera la miniera, in questo caso, San Miguel Ixtahuacán.
Nicolás Aguilar, sindaco di questo municipio, afferma che il municipio riceve ogni mese tra 900.000 Quetzales e un milione di Quetzales di regalie.
Dati ufficiali rendono conto che da novembre 2005 a dicembre 2008 la miniera Marlin, di Montana Exploradora, ha avuto entrate superiori ai 4.456 milioni di Quetzales, per i prodotti commercializzati, e di questi, l’1% - cioè 44.561.000 quetzales – è stato pagato allo Stato del Guatemala, in quello stesso periodo.
Goldcorp Inc. riposta nella sua pagina Internet che fino a gennaio 2009 sono stati pagati 294.727.329.69 allo Stato del Guatemala, tra imposte, regalie e contributi volontari alla comunità.
(Prensa Libre) - Adital – 25/10/2010

315 - GANANCIAS MILLONARIAS POR EXPLOTACIÓN MINERA NO LLEGAN A LAS COMUNIDADES – 1 -

Habitantes de Sipacapa y San Miguel Ixtahuacán, San Marcos, tienen opiniones encontradas sobre los beneficios que la mina Marlin deja a esa región. Mientras unos defienden a la empresa extractora -Montana Exploradora de Guatemala-, otros aseguran que los más de Q23 millones que ha recibido la comunidad en concepto de regalías no es nada en comparación con los más de Q4 mil millones que la compañía ha obtenido por producto comercializado, en cuatro años de operaciones.
Según el reporte anual de Goldcorp Inc, de Canadá -subsidiaria de Montana Exploradora de Guatemala-, la empresa registró en el 2008 unos US$258.1 millones en ingresos, y una ganancia en operación de US$100 millones, por la mina Marlin.
Ese año la producción alcanzó las 241 mil 400 onzas de oro, de las cuales, 241 mil 300 fueron vendidas. El precio promedio de la onza en el mercado internacional fue de US$870. Si tomamos en cuenta que a la empresa le cuesta US$191 producir cada onza, estamos hablando de una ganancia de US$679, por unidad.
Estas cifras colocaron a Marlin en la tercera posición de rentabilidad, después de las minas Alumbrera, en Catamarca, en Argentina la cual reportó US$135.3 millones de utilidad, y Red Lake, en Ontario, Canadá cuya explotación dejó US$231.5 millones de utilidad.
Rosa María De Frade, diputada de la Comisión de Energía y Minas del Congreso, opina que el principal beneficio que Goldcorp Inc. tiene al operar en el país es que únicamente paga el 18 por ciento -aproximado- de tasa efectiva de impuestos, mientras que en otras minas del continente pagan entre el 42 y 64 por ciento -en Canadá, 63.80 por ciento; México, 62.90; EE. UU., 45.90; y Argentina, 42.50-.
Otra de las ventajas es la variación que ha tenido el precio del oro en el mercado internacional en los últimos cuatro años: US$474.3 cuando montana inició operaciones; y US$870.2 en enero del 2009.
Monseñor Álvaro Ramazzini, obispo de San Marcos opina que el Estado guatemalteco no está tomando en serio aspectos muy básicos y fundamentales de la problemática.
"Hablo de Estado porque no es solo el Ejecutivo. Las ventajas que se podrían obtener de esa inversión extranjera no son reales porque no son justas", expresó.
Carlos Meany, ministro de Energía y Minas comparte la idea de que las regalías que recibe Guatemala por la operación minera son bajas. "Deberían estar entre el 4, 5, ó 6 por ciento… según el precio internacional del oro", expresó.
El funcionario agregó que las comunidades deben ser las más beneficiadas, por lo que sugiere que sean los concejos Departamentales de Desarrollo los que reciban entre el 60 y 70 por ciento del dinero, pero que el tema debe ser ampliamente discutido, por esa razón "el Ejecutivo apoya la moratoria a la Ley de Minería", puntualizó.
Lo que recibe el país
La Ley de Minería vigente desde 1997 establece que Montana debe pagar al Estado el 1 por ciento de las regalías del producto comercializado. De esa cantidad, el 50 por ciento se debe entregar a la municipalidad propietaria de los terrenos donde opera la mina, en este caso, San Miguel Ixtahuacán.
Nicolás Aguilar, alcalde de este municipio, afirma que esa comuna recibe cada mes entre Q900 mil y Q1 millón 50 por concepto de regalías.
Datos oficiales dan cuenta de que de noviembre del 2005 a diciembre del 2008 la mina Marlin, de Montana Exploradora, tuvo ingresos superiores a los Q4 mil 456 millones, por producto comercializado, y de éstos, el 1 por ciento -Q44 millones 561 mil- fue pagado al Estado de Guatemala, en ese mismo período.
Goldcorp Inc. reporta en su página de Internet que hasta enero del 2009 se pagaron Q294 millones 727 mil 329.69 al Estado de Guatemala, entre impuestos, regalías y aportes voluntarios a la comunidad.
(Prensa Libre) - Adital – 25/10/2010

domenica 14 novembre 2010

314 - MANIFESTO DELLE COMUNITA’ DEL PETEN - 2 -

Per questi motivi e per il rifiuto del Presidente della Repubblica del Guatemala Alvaro Colom, alla richiesta delle comunità della municipalità di La Libertad dello scorso novembre 2009, nella quale si convocava una riunione aperta e generale, per esporre tutte queste situazioni e necessità, per i problemi che si stanno vivendo, esigiamo:
§ che si garantisca alle comunità il diritto alla vita, protezione della popolazione e loro sviluppo integrale come lo stabilisce la Costituzione Politica della Repubblica del Guatemala, nell’articolo 1 e 2.
il riconoscimento immediato delle comunità e popolazioni che abitano nella Sierra Lacandon e Laguna del Tigre, come stabilisce l’Articolo 14, paragrafo 1 della Convenzione 169 OIT, la permanenza perpetua degli abitanti nella terra che tradizionalmente hanno occupato, garantendone la protezione effettiva dei diritti di proprietà e possesso della stessa, svincolandoli dalle bande del crimine organizzato e dalle grandi aziende di allevamento bestiame.
§ la sospensione ed annullamento delle licenze per i megaprogetti idroelettrici, turistici, minerari e delle monoculture, concesse senza consultazione e informazione delle comunità, violando l'Articolo 15 della Convenzione 169 OIT, la Dichiarazione Universale dei Diritti dei Popoli Indigeni, il Codice Municipale e la Legge sulla Decentralizzazione del Potere.
§ l’esercizio del diritto di partecipazione delle comunità nella protezione, regolazione, utilizzazione, gestione e conservazione delle aree protette e delle risorse naturali esistenti nei propri territori come stabilito dall’Articolo 15, paragrafo 1 del Convenzione 169 OIT, legge del Guatemala di oggi.
§ la sospensione immediata delle minacce, ordini di sgombero delle comunità che abitano nella Laguna del Tigre e Sierra Lacandon. La cessazione immediata della presenza militare nei municipi di San Andres e La Libertad ed il ritiro dei distaccamenti militari della Laguna del Tigre.
§ che si riconosca il diritto alla resistenza del popolo per la protezione e difesa dei diritti e garanzie sanciti dalla Costituzione, come è stabilito nell’Articolo 45 della Costituzione Politica della Repubblica e che non vengano criminalizzati i leader e le comunità che sono nel loro diritto.
§ che si fornisca e garantisca il rispetto dei diritti umani economici e sociali, i diritti di partecipazione politica previsti nella legge di decentralizzazione, inclusa la formazione dei Consigli Comunitari per lo Sviluppo e del Codice Municipale, come hanno stabilito e richiedono il Processo di Pace e la Costituzione politica della Repubblica del Guatemala.
§ che venga effettuata un’indagine sugli sfratti delle comunità La Colorada, El Florido, Centro I e di altre comunità sfrattate, per stabilire le violazioni dei diritti umani e garantire un risarcimento dei danni e delle perdite causate alle comunità che sono state evacuate.
Non riusciamo a capire come il governo attuale abbia respinto le proposte internazionali per risolvere i problemi delle aree protette. Né possiamo capire come il Presidente Alvaro Colom, nel novembre 2009, si sia rifiutato di parlare con la gente di queste zone per trovare soluzioni condivise. Ciò che intendiamo e sappiamo è che le comunità hanno bisogno di acqua e di terra per sopravvivere e che prendere acqua e terra per darla alle aziende è come toglierci il diritto alla vita.
Più nessuna concentrazione! Più nessuna delocalizzazione! Più nessun trasferimento né sgombero nel Peten! PETEN TERRA DI TRASFERITI E DI SFRATTATI; PRESENTI NELLA LOTTA PER UNA STESSA CAUSA IERI, OGGI E SEMPRE! Questa delegazione formerà una commissione di verifica che possa garantire il giusto processo e dare un seguito alle osservazioni di oggi delle nostre comunità.

313 - MANIFIESTO DE LAS COMUNIDADES DE PETÉN – 2 –

Por todo esto y ante la negativa del señor Presidente de la República de Guatemala Ing. Álvaro Colom, a la solicitud de las comunidades del municipio de La Libertad cursada el pasado mes de noviembre del 2009, en donde se le convocó a una reunión abierta y masiva para exponer todas estas situaciones y necesidades de los problemas que estamos pasando, exigimos:
- Que se garantice a las comunidades su derecho a la vida, la protección de los pobladores y su desarrollo integral tal como lo establece' la Constitución Política de la República de Guatemala, en los artículos 1 y 2.
- El reconocimiento inmediato de las comunidades y pobladores que habitan en La Sierra Lacandón y La Laguna del Tigre, tal como lo establece el Artículo 14 inciso 1 del Convenio 169 de la alT, la permanencia perpetua de los pobladores en las tierras que tradicionalmente han ocupado y garantizar la protección efectiva de los derechos de propiedad y posesión sobre la tierra, desvinculándoles de los actores del crimen organizado y las grandes fincas ganaderas.
- Suspensión y anulación de licencias para megaproyectos hidroeléctricos, turísticos, mineros y de monocultivos, otorgadas sin consulta y proceso de información a las comunidades en violación del Artículo 15 del Convenio 169 de la alT, la Declaración Universal de los Derechos de los Pueblos Indígenas, el Código Municipal y la Ley de Descentralización del Poder.
- Ejercer el derecho de las comunidades en la participación de protección, regulación, utilización, administración y conservación de las áreas protegidas y los recursos naturales existentes en sus tierras como lo establece el Artículo 15, inciso 1 del Convenio 169 de la alT, hoy día ley de Guatemala.
- La suspensión inmediata de las amenazas, órdenes de desalojo de comunidades que habitan en la Laguna del Tigre y Sierra Lacandón. El cese inmediato de la presencia militar en los municipios de San Andrés y la Libertad y el retiro de los destacamentos militares de La Laguna del Tigre.
- Asimismo que se reconozca el derecho de resistencia del pueblo para la protección y defensa de los derechos y garantías consignados en la Constitución, como se establece en el Artículo 45 de la Constitución Política de la República y no criminalice a los y las líderes y comunidades que están en su legítimo derecho.
- Que se proporcione y garantice el cumplimiento de los derechos humanos económicos y sociales, sus derechos de participación política prevista en la ley de descentralización incluyendo la formación de Cocodes y Código Municipal, como lo establece y exige el Proceso de Paz y la Constitución Política de la República de Guatemala.
- Que se lleve una investigación de los desalojos en las comunidades La Colorada, El Florido, Centro I y demás comunidades desalojadas, para establecer las violaciones de derechos humanos y se garantice un resarcimiento de los daños y perjuicios causados a los comunitarios que fueron desalojados.
No podemos entender cómo es que el actual gobierno ha desechado propuestas internacionales para dar solución a los problemas de las áreas protegidas. Tampoco podemos entender cómo es que el Presidente Álvaro Colom se negó a hablar con la población de estas áreas para buscar soluciones conjuntas en el mes de noviembre del año 2009. Lo que si entendemos y sabemos las comunidades es que necesitamos de agua y tierra para sobrevivir y que quitarnos el agua y la tierra para entregársela a las compañías es igual que quitarnos el derecho a la vida.
iNo más concentraciones! iNo más reubicaciones! ¡No más desplazamientos y no más desalojos en Petén! PETEN TIERRA DE DESPLAZADOS Y DESPOJADOS; PRESENTES EN LA LUCHA, EN UNA MISMA CAUSA AYER, AHORA Y SIEMPRE Esta delegación conformará una comisión de verificación que pueda garantizar el debido proceso y seguimiento a lo expuesto por nuestras comunidades el día de hoy.

312 - MANIFESTO DELLE COMUNITA’ DEL PETEN – 1 –

Tutti noi, firmatari di questo Manifesto e membri di questa piccola delegazione rappresentante delle nostre comunità, siamo vicini alle comunità della Laguna del Tigre, Ruta Bethel, Ruta Naranjo e Sierra Lacandón, che sono parte dei municipi San Andrés e La Libertad, del dipartimento del Petén. Oggi 10 settembre 2010, noi e le nostre comunità per mezzo nostro, esponiamo al Congresso della Repubblica, alle persone del Governo Alvaro Colom, alla Comunità Nazionale ed Internazionale, ciò che segue:
I nostri antenati, originari della costa del sud del Guatemala, dell’Oriente, dell’Alta Verapaz, di Huehuetenango e di altre regioni del paese, spinti dalla mancanza di terra, dalla fame e dai programmi dei diversi Governi della Repubblica, molti anni fa sono arrivati qui nel Petén ed hanno abitato questa terra con le proprie famiglie ed i propri sforzi.
Ora molti dei nostri padri, noi stessi e le nostre comunità, siamo stati sfollati dalla guerra in altre terre più al nord, nello stesso territorio del Peten. E’ così che la nostra storia, le storie delle nostre comunità, sono piene di concentrazioni, spostamenti, sradicamenti e trasferimenti forzati uno dopo l'altro, in varie parti del paese.
Ecco perché, signori, non dovrebbe essere difficile per voi capire che una volta per tutte chiediamo di rimanere e vivere nella terra che ci è abbiamo abitato, nella quale abbiamo versato sudore e sangue, acquisita di diritto e che non siamo disposti ad abbandonare.
E’ anche per questo che ci siamo uniti davanti al governo, alla comunità nazionale ed internazionale, per denunciate quello che segue:
- Le politiche pubbliche dello Stato guatemalteco di rendere invisibili tanto l’esistenza delle nostre comunità, come la resistenza del nostro popolo, nell’area della Laguna del Tigre, del municipio de San Andrés, della Sierra Lacandón e Ruta Bethel, del municipio de La Libertad, e del dipartimento della riserva, coprendo in tal modo la nostra esistenza, nascondendo i nostri diritti politici, sociali, economici, culturali e umani che proteggono gli individui e le comunità.
- Se ci viene negato il diritto alla nostra terra, lavorata da noi stessi, se ci viene negato il diritto politico, dato che a molte delle nostre comunità non è permesso fare costruzioni in muratura, né di avere Consigli Comunitari per lo sviluppo di secondo livello, ne di avere sindaci ausiliari e pertanto non ci è permesso neppure di svilupparci. La sola cosa che viene permessa a migliaia di persone è sopravvivere fino ad essere sfrattati e trasportati in altri luoghi.
- Dalle autorità competenti ci è stato negato e ci viene negata ora, sia la partecipazione politica delle persone che il riconoscimento giuridico delle nostre comunità, ed il diritto ad una vita degna con servizi quali educazione e salute.
- Denunciamo l’usurpazione della nostra terra e la concentrazione della stessa per lo sviluppo di megaprogetti, come le grandi monoculture e i grandi allevamenti di bestiame, restringendo ogni giorno di più le terre disponibili per la sopravvivenza della popolazione della riserva, deviando i fiumi ed esaurendo le fonti di acqua, per mezzo delle perforazioni di pozzi meccanici, come nel caso delle grandi piantagioni di papaya nella Ruta Bethel e Áreá Central.
- Denunciamo allo Stato guatemalteco le mega piantagioni di teak che coprono una gran parte del municipio della Libertad e l’esaurimento della laguna La Gloria e de Las Cuaches, sempre nel municipio de La Libertad, come le grandi semine di palma africana, in altre aree del dipartimento della riserva.
Nessuna delle nostre comunità è stata ufficialmente informata dell’istallazione dei megaprogetti e, peggio ancora, nessuna delle nostre comunità è stata consultata per l’istallazione e lo sviluppo degli stessi. E’ così che nelle comunità dove noi viviamo, lo Stato e le imprese, violano totalmente il diritti all’informazione dei nostri popoli e delle comunità, così come il diritto ad essere consultati per i progetti che, in forma diretta ed indiretta, ci riguardano, obbligandoci a cambiare vita e violando la nostra dignità. Il diritto di accesso all'informazione e alla consultazione al momento sono legge dello Stato del Guatemala.
- Denunciamo la realizzazione di megaprogetti come il 4 Balam, la realizzazione di progetti di infrastruttura come la strada dal Ceibo a Flores, così come la realizzazione dei 5 progetti idroelettrici sul fiume Usumacinta che sarà determinante per l’acqua del fiume della Pasion, concessioni petrolifere e minerarie effettuate sia nel comune di San Andres e La Libertad.
- Stavamo già vivendo e risiedevamo nella Sierra Lacandón e nella Laguna della Tigre quando, né informati né consultati, il governo stabilì la Legge delle Aree Protette, attualmente non ci è permesso di progettare, partecipare come popolazione né come comunità, all’amministrazione e sviluppo di questa area protetta, cosa che sarebbe compresa nelle stessa legge, l'unica opzione che ci è data è quella di abbandonare le nostre terre.
- Siamo molto preoccupati per la legge della Inamovibilità della Finca 292, nel Petén, che occupa cinque municipi, in particolare nell’Area de Amortiguamientos della Libertad, poiché la maggior parte delle nostre comunità sta cercando di legalizzare la proprietà della terra, e questa impedisce ed arresta il processo di certezza giuridica della stessa.
- gli sfratti forzati realizzati nelle comunità La Colorada, San Andrés, El Florido e Centro I de La Libertad e San Andrés, e la mancanza di controllo da parte delle autorità della giusta applicazione della legge. Questi sfratti sono stati realizzati senza approfondire la possibilità di dialogo con le popolazioni e senza prevedere una nuova ubicazione delle stesse comunità, come prevedrebbe la legge. Cioè sfratti violenti e in un solo colpo ovunque, senza nessun tipo di assistenza, senza nessuna consegna di terra alla comunità sfrattata.
- Denunciamo anche le minacce pubbliche di sfratto contro le 37 comunità della Laguna del Tigre, effettuate dal presidente della Repubblica Alvaro Colom, il giorno 23 luglio 2010 a Santa Elena, Peten.
In queste dichiarazioni si accusano le 37 comunità, che popolano la Laguna del Tigre, di danni all’ambiente, si qualificano come popolazione che ha invaso, al tempo stesso si prolungano i contratti di sfruttamento della compagnia petrolifera Perenco, la quale, perforando i propri pozzi nella zona centrale dell’area protetta, causa danni irreparabili all'ambiente.
- Denunciamo lo spiegamento dell’Esercito, annunciato per il prossimo 15 settembre, per la pubblica sicurezza e la militarizzazione dei municipi de La Libertad e San Andres, così come la criminalizzazione delle comunità della Laguna del Tigre, vincolandole con i proprietari dei grandi allevamenti di bestiame e con le bande del crimine organizzato, che si sono potuti stabilire nell’area grazie alla compiacenza dell’Esercito che ne controlla l’accesso, poiché amministrano il traghetto sul fiume San Pedro.

311 - MANIFIESTO DE LAS COMUNIDADES DE PETÉN - 1 –

Todos nosotros, firmantes de este Manifiesto y miembros de esta pequeña delegación representativa de nuestras comunidades, somos vecinos y vecinas de comunidades de la Laguna del Tigre, Ruta Bethel, Ruta Naranjo y Sierra Lacandón, que forman parte de los municipios San Andrés y La Libertad, en el departamento de Petén.
Nosotros y nuestras comunidades por nuestro medio nos estamos haciendo presentes hoy 10 de septiembre de 2010 ante el Congreso de la República para exponer ante personeros del gobierno de Álvaro Colom, ante la Comunidad Nacional e Internacional, lo siguiente:
Es por esto señores que no les debe ser dificil a ustedes entender que de una vez y por siempre queremos permanecer y vivir en las tierras que nos ha tocado colonizar y sobre las cuales tenemos sudor y sangre derramada, derechos adquiridos y que no estamos dispuestos a abandonar.
Es por esto que también ante el gobierno, ante la comunidad nacional y la comunidad internacional nos hemos juntado para denunciar lo siguiente:
1. Las políticas públicas del Estado guatemalteco de invisibilizar tanto la existencia de nuestras comunidades, como la resistencia de nuestros pueblos, en área la Laguna del Tigre, del municipio de San Andrés, la Sierra Lacandón y Ruta Bethel, del municipio de La Libertad ambas en el departamento de retén, de este modo tapando nuestra existencia, ocultan nuestros propios derechos tanto políticos, sociales, económicos, culturales, como los derechos humanos que amparan a las personas y alas comunidades.
2. Se nos está negando el derecho a nuestra propia tierra, trabajada por nosotros, se nos están negando nuestros derechos políticos, dado que a muchas de nuestras comunidades ni siquiera se les permite hacer construcciones de viviendas firmes, ni tener COCODES (consejos Comunitarios de Desarrollo), de segundo nivel, ni tener alcaldes auxiliares y por lo tanto tampoco se les permite poder desarrollar. Lo único que se les permite a miles de personas es sobrevivir hasta ser desalojadas o acarreadas a otros lugares.
3. Se ha negado y se nos está negando ahora por parte de las autoridades correspondientes tanto la participación política de nuestros pueblos como el reconocimiento jurídico de nuestras comunidades y los derechos a una vida digna con servicios de educación y salud.
4. Denunciamos la usurpación de nuestras tierras y la concentración de tierras destinadas al desarrollo de megaproyectos, así como a los grandes monocultivos y a la gran ganadería, estrechando cada día más las tierras disponibles para la sobrevivencia de la población del retén, desviando sus ríos y agotando los nacimientos de agua por medio de la perforación de pozos mecánicos, como es el caso de grandes plantaciones de Papaya en la Ruta Bethel y Áreá Central.
5. Denunciamos as! ante el Estado Guatemalteco las mega-plantaciones de Teca que cubren una gran parte del municipio de La Libertad y el agotamiento de la laguna La Gloria y de Las Cuaches, siempre en el municipio de La Libertad, así como las grandes siembras de palma africana, en otras áreas del departamento del Petén.
6. Ninguna de nuestras comunidades ha sido oficialmente informada de la instalación de ningún megaproyecto y mucho menos ninguna de nuestras comunidades ha sido consultada para establecer el desarrollo de los mismos. Es de este modo que en las comunidades en donde nosotros vivimos, el Estado y las empresas, violan de manera total los derechos de nuestros pueblos y comunidades a la información, así como el derecho de nuestros pueblos y comunidades a ser consultados por los proyectos que de forma directa o indirecta les van a afectar y queriéndonos obligar a cambiar nuestras vidas, violentando nuestra dignidad. El derecho al acceso a la información y a la consulta en este momento son ley en el Estado de Guatemala.
7. Denunciamos la implementación de los megaproyectos como son el 4 Balam, la implementación de proyectos de infraestructura, como es la carretera desde el Ceibo a Flores, así como la realización de 5 proyectos hidroeléctricos sobre el río Usumacinta que determinarán las aguas del río La Pasión, las concesiones petroleras y mineras realizadas tanto en el municipio de San Andrés como en La Libertad, Petén.
8. Estábamos ya viviendo y asentados en la Sierra Lacandón y en la Laguna del Tigre cuando ni informados ni consultados el gobierno estableció la Ley de Áreas Protegidas, actualmente ni siquiera se nos permite plantear, participar como población, ni como comunidades, en la administración y desarrollo de esas áreas protegidas, cosa que contempla la misma ley, la única opción que se nos da es la de abandonar nuestras tierras.
9. Nos preocupa de sobremanera la Ley de Inamovilidad de la Finca 292, Petén, la cual tiene cobertura en 5 municipios y específicamente en las Áreas de Amortiguamientos de la Libertad, ya que en la mayoría de nuestras comunidades se está buscando la legalización de la tierra y esto impide y paraliza el proceso de certeza jurídica de nuestras tierras.
10. Denunciamos los desalojos forzosos realizados en las comunidades La Colorada, San Andrés, El Florido y Centro I de La Libertad y San Andrés, así como la falta de seguimiento por parte de las autoridades en caso de seguir el debido proceso que marca la ley. Estos desalojos se han realizado sin agotar las posibilidades de dialogo con la población y sin tener previsto la reubicación de estas comunidades como lo señala la ley. Es decir se desalojo violentamente y dejaron tirada por todas partes, sin ningún tipo de asistencia y sin ninguna entrega de tierra a la comunidad desalojada.
11. Asimismo denunciamos también las amenazas publicas de desalojo en contra las 37 comunidades de la Laguna del Tigre, efectuadas por el presidente de la República Álvaro Colom, el día 23 de julio del año 2010 en Santa Elena, Petén.
12. Dentro de estas declaraciones se acusa a las 37 comunidades que pueblan la Laguna del Tigre de daños al medio ambiente, se les califica como población invasora, al mismo tiempo que se prolongan los contratos de explotación a la compañía petrolera Perenco, que esta perforando sus pozos, en la zona central del área protegida y causando daños irreparables al medio ambiente.
13. Denunciamos el despliegue, anunciado para el próximo 15 de septiembre, del Ejército para tareas de seguridad pública y así como la militarización de los municipios de la Libertad y San Andrés, así como la criminalización de las comunidades de La Laguna del Tigre, vinculando a los comunitarios con los dueños de las grandes fincas ganaderas y actores del crimen organizado, que se han podido establecer en el área gracias a la complacencia del Ejército que resguarda el acceso a la zona, ya que se encuentran administrando el ferry, en el río San Pedro.