Benvenuti nel blog “Orizzonte Guatemala”! Siamo un gruppo di amici del Guatemala e con questo strumento di comunicazione e condivisione vogliamo contribuire a fare conoscere l’attualità di questo bellissimo paese, al quale ci legano vincoli di amicizia e di solidarietà con tanti amici guatemaltechi.


venerdì 25 aprile 2014

828 - ANNIVERSARIO DELL'ASSASSINIO DI MONS. JUAN GERARDI

26 aprile 2014
XVI anniversario dell'assassinio di Mons. Juan Josè Gerardi
Dopo la fine della guerra civile si dedica a raccogliere testimonianze per stilare un memoriale sugli orrori della guerra civile. L'immensa mole di materiale ricavato da un team di volontari che lo aiutano viene raccolto in un volume di circa 1400 in cui ci sono i nomi di 50000 persone con la descrizione della loro morte. Il volume dal titolo Guatemala: Nunca más viene presentato alla stampa il 24 aprile 1998, alla conferenza segue una messa nella cattedrale.
Due giorni dopo in una pozza di sangue nel garage della parrocchia di san Sebastiano, viene trovato un cadavere con il volto fracassato da un blocco di cemento, il riconoscimento può avvenire solo grazie all'anello episcopale, si tratta del cadavere del vescovo settantacinquenne Juan Gerardi.

Inició el proyecto interdiocesano [Recuperación de la Memoria Histórica] -REHMI-, con la esperanza de conocer la verdad por medio de testimonios de personas que intervinieron o fueron víctimas de al violencia de los contendientes en la lucha armada, con objeto de que los sucesos aterradores de aquel genocidio no se repitan más, convencido de que la paz y la reconciliación se logran solamente conciendo la verdad. La presentación de los resultados del REMHI tuvo lugar el 24 de abril de 1998. Gerardi fue asesinado en la casa parroquial de la Iglesia San Sebastián, el 26 de abril de 1998, solo dos días después de haber presentado en la Catedral Metropolitana la primera edición del informe Guatemala: Nunca Más, en el que se analiza la violencia política y las violaciones a los derechos humanos durante los 36 años del Conflicto Armado Interno.

On 26 April 1998, two days after the publication of Guatemala: Nunca mas, Bishop Gerardi was attacked and bludgeoned to death in the garage of the parish house of San Sebastian Church, where he was the pastor. His assailants used a concrete slab as the murder weapon. The bishop was so damaged in the brutal attack that his face was unrecognisable and identification of the corpse was made by means of his episcopal ring.

827 - RICORDO DI MONS. JUAN GERARDI

Come era Monsignor Gerardi
Pastore buono e fedele. Da vescovo, lo riconoscevano come "pastore buono e fedele", assunse nella sua vita la causa di Gesù e come uomo di Chiesa, lavorò sempre per superare divisioni e confronti; voleva per il Guatemala una grande comunità di popoli riconciliati.
Sapeva ascoltare. Certamente, ci ha insegnato a vivere a partire dalle nostre radici; ascoltava, in situazioni nelle quali pochi sembrano volere imparare, ma piuttosto dare lezioni. Non si considerava tra gli uomini intellettuali, dedicati pazientemente allo studio; non produceva molto, scriveva piuttosto poco; ma sì era perspicace, intuitivo, pratico, attento, con capacità di ascolto per sapere discernere e decidere abilmente. Sono caratteristiche le sue immagini nell’atteggiamento dell'uomo che ascolta, che accetta l'altro, che vuole conoscere il suo pensiero.
Buon lettore. Fu sempre un gran lettore, la sua biblioteca contava libri su temi attuali e ben impostati; gli piaceva leggere di tutto: teologia, filosofia, dottrina sociale della Chiesa, storia... Quando le idee lo interessavano, le sottolineava in modo molto intenso; certe espressioni le raccoglieva in un circolo con la penna... o annotava alcune reazioni al margine, come normalmente faceva con i fogli delle conferenze alle quali partecipava.
Quando parlava sembrava dialogare con la persona con la quale si trovava, si mostrava vicino, e contemporaneamente tenace in quello che diceva; e chiedeva sempre l'assenso dell'altro: "Non è vero...?"
Uomo di grandi qualità interiori. Non fu facile il suo ministero; il trascorrere degli anni gli permise un doloroso apprendistato che seminò nel sue cuore convinzioni ed amarezze, e forgiò anche l'uomo di fede e di una grande ricchezza interiore, costruita così, su realtà dure e complesse, perfino incomprensioni vicine, dentro e fuori della Chiesa. Parlava tutti; non era settario né faceva distinzione di persone; la sua ricchezza era custodita maggiormente nel cuore che nella facilità di parlare; forse gli piaceva più pensare e non scrivere molto "conservava tutto nel suo cuore", come Maria la Madre del Signore. Non visse mai di fretta o con intransigenza.
Uomo sereno. Nel suo cuore trovavano posto l'ideale ed il dubbio; la convinzione e l’incertezza; l'amore e la compassione. Pur essendo un uomo del suo tempo, il cui modo di vedere la realtà evolveva con gli anni, non visse sommerso nelle nostalgie del passato, né nella disperazione del futuro. La serenità riempiva di obiettività le sue affermazioni, in generale brevi; tanto che alcuni si spazientivano e l'accusavano di essere passivo.
http://www.odhag.org.gt/05biogfia.htm

826 - RECUERDO DE MONS. JUAN GERARDI

Como fue Monseñor Gerardi
Pastor bueno y fiel. Obispo como era, y que lo reconocían como “pastor bueno y fiel”, asumió en su vida la causa de Jesús y como Iglesia, trabajó siempre para superar divisiones y enfrentamientos; quería para Guatemala una gran comunidad de pueblos reconciliados.
Sabía escuchar. Ciertamente, nos ha enseñado a vivir desde nuestras raíces; escuchaba, en situaciones en las que pocos parecen querer ya aprender lecciones, sino más bien darlas. No se clasificaba entre los hombres intelectuales, dedicados pacientemente a la investigación; no producía mucho, escribía más bien poco; pero sí era perspicaz, intuitivo, práctico, atento, con capacidad de escucha para saber discernir y decidir acertadamente. Son características las imágenes suyas en el gesto del hombre que ESCUCHA, que acepta al otro, que entra dentro de su pensamiento.
Buen lector. Siempre fue un gran lector, su buena biblioteca contaba con libros sobre temas actuales y bien fundamentados; le gustaba leer de todo: Teología, filosofía, doctrina social de la Iglesia, historia... Cuando las ideas le llamaban la atención, las subrayaba de forma muy intensa; ciertas expresiones las recogía con un círculo con bolígrafo... o anotaba alguna reacción al margen, como solía hacer con las hojas de ponencias en las que participaba.
Cuando hablaba parecía dialogar con la persona con la que se encontraba, se mostraba cercano, y al mismo tiempo insistente en lo que decía; y siempre pedía el asentimiento del otro: “¿No es verdad...?”
Hombre de gran calidad interior. No fue fácil su ministerio; el transcurrir de los años le permitió un doloroso aprendizaje, que si bien sembró en su corazón convicciones y amarguras, forjó también al hombre de fe y de una gran riqueza interior, forjado así, a golpes de realidades duras y complejas, hasta de incomprensiones cercanas, dentro y fuera de la Iglesia. Hablaba con unos y con otros; no era sectario ni hacía acepción de personas; su riqueza se encerraba más en el corazón que en la facilidad de palabra; tal vez le gustaba más pensar al no escribir mucho, “guardaba tanto en su corazón”, como María la Madre del Señor. Nunca vivió de prisas o intransigencias.
Hombre sereno. En su corazón se encerraban el ideal y la duda; la convicción y la sospecha; el amor y la compasión. A pesar de ser un hombre de su tiempo, que fue evolucionando con los años en su modo de ver la realidad, no vivió sumergido en las nostalgias del pasado, ni en la desesperación del porvenir. La serenidad llenaba de objetividad sus afirmaciones, por lo general breves; tanto que algunos se le impacientaban, y lo acusaban de pasivo.
http://www.odhag.org.gt/05biogfia.htm

825 - RECUERDO DE MONS. JUAN GERARDI


824 - RICORDO DI MONS. JUAN GERARDI

Difensore degli umili e perseguitati
"La sofferenza di Cristo nel suo corpo mistico è qualcosa che deve farci riflettere. Cioè, se il povero è escluso dalla nostra vita, allora magari anche Gesù sta fuori della nostra vita" (Juan Gerardi, 10 marzo 1998)
Nell'arco di storia che gli toccò vivere, Monsignor Juan Gerardi vide crescere l'organizzazione della Chiesa guatemalteca dopo che i decenni delle dittature liberali avevano lo scopo di confinarla nelle sacrestie; egli stesso si distinse per essere un pastore dinamico in La Verapaz ed in El Quiché; partecipò alla terza Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano realizzata a Puebla de los Ángeles, Messico, dal 28 gennaio al 13 febbraio di 1979; lì, insieme ad altri Vescovi e delegati della Chiesa guatemalteca, rinnovò il suo impegno per l'opzione preferenziale per i poveri, alla quale rimase fedele tutta la sua vita, non per ideologia, bensì per convinzione evangelica. Superati gli anni dolorosi del suo soggiorno come Vescovo in El Quiché e l'esilio, decise di mettersi al servizio della Chiesa guatemalteca, questa volta accompagnando appena l'eletto Arcivescovo di Guatemala, Monsignor Prospero Penados.
Una volta nominato vescovo ausiliare dell'Arcidiocesi di Guatemala, si impegnò in diverse maniere nell'animazione pastorale della stessa; partecipò al Sinodo Arcidiocesano, ma soprattutto portò avanti la creazione e il coordinamento dell'Ufficio di Diritti umani dell'Arcivescovato (1989), che ha lavorato a beneficio delle vittime della violenza in Guatemala per vari anni, e nella promozione e difesa dei Diritti umani. Come componente di questo Ufficio viaggiò per vari anni a Ginevra, Svizzera, al fine di denunciare a livello internazionale le violazioni ai Diritti umani in Guatemala, nelle Assemblee annuali della Commissione Diritti umani delle Nazioni Unite. Questo atteggiamento gli causava sempre critiche di alcuni settori guatemaltechi ostili. Sappiamo che la sua preoccupazione fondamentale era la protezione del diritto alla vita, come supremo dono di Dio, e insieme a questo, tutti i diritti sociali, economici e culturali che fanno dell'essere umano un individuo libero per natura lì dove Dio lo ha posto.
Partecipò ad alcuni momenti del processo di pace che incominciò a seguito della firma degli Accordi di Esquipulas II, agosto 1987, e la costituzione della Commissione Nazionale di Riconciliazione, presieduta da Monsignor Rodolfo Quezada, che era accompagnato da Monsignor Juan Gerardi.
Fu curatore attivo di molti dei documenti più significativi della CEG, sul tema della giustizia, dei diritti umani, e della costruzione della pace in Guatemala. Quelli che si opponevano sempre alla presenza della Chiesa nel campo sociale, accusavano Monsignor Gerardi di essere un prete politico, o cose simili. In più di un'occasione, apparvero "scritte" sulle pareti di alcune strade del centro della città, contro Monsignor Gerardi. Questo grande Vescovo, difensore dei Diritti umani, non si prestò mai alle ambiguità della politica, né transigeva con la corruzione di poteri. Uomo di chiesa, in nome di Dio, - senza dirlo certamente - reclamava per i deboli, per le vittime della violenza, per i bisognosi, i diritti che erano loro propri. 
http://www.odhag.org.gt/05biogfia.htm

823 - RECUERDO DE MONS. JUAN GERARDI

Defensor de los humildes y perseguidos
“El sufrimiento de Cristo en su cuerpo místico es algo que nos debe hacer reflexionar. Es decir, si el pobre está fuera de nuestra vida, entonces quizás, Jesús está fuera de nuestra vida” (Juan Gerardi, 10 de marzo de1998).
En el arco de historia que le tocó vivir a Monseñor Juan Gerardi, vio crecer la organización de la Iglesia guatemalteca luego que las décadas de dictaduras liberales la pretendieron reducir a las sacristías; él mismo se distinguió por ser un pastor dinámico en La Verapaz y en El Quiché; participó en la III ª Conferencia General del Episcopado Latinoamericano realizada en Puebla de los Ángeles, México, del 28 de enero al 13 de febrero de 1979; allí, junto con otros Obispos y delegados de la Iglesia guatemalteca, renovó su compromiso con la opción preferencial por los pobres, a la que permaneció fiel toda su vida, no por ideología, sino por convicción evangélica. Superados los años dolorosos de su estancia como Obispo en El Quiché y el exilio, decidió ponerse al servicio de la Iglesia guatemalteca, esta vez acompañando al recién elegido Arzobispo de Guatemala: Monseñor Próspero Penados.
Una vez nombrado Obispo Auxiliar de la Arquidiócesis de Guatemala, se comprometió de diversas maneras en la animación pastoral de la misma; participó en el Sínodo Arquidiocesano, pero sobre todo llevó adelante la creación y coordinación de la Oficina de Derechos Humanos del Arzobispado (1989), que durante varios años ha venido trabajando en beneficio de las víctimas de la violencia en Guatemala, y en la promoción y defensa de los Derechos Humanos. Como integrante de esta Oficina viajó durante varios años consecutivos a Ginebra, Suiza, con el fin de denunciar internacionalmente las violaciones a los Derechos Humanos en Guatemala, en las Asambleas anuales de la Comisión de Derechos Humanos de las Naciones Unidas. Esta actitud siempre le acarreaba críticas de algunos sectores guatemaltecos un tanto reacios. Sabemos que su preocupación fundamental era la protección del derecho a la vida, como supremo don de Dios, y junto a él todos los derechos sociales, económicos y culturales, que hacen del ser humano un sujeto libre por naturaleza allí donde Dios lo plantó.
Participó igualmente en algunos momentos del proceso de paz que se inició a raíz de la firma de los Acuerdos de Esquipulas II (agosto 1987) y la conformación de la Comisión Nacional de Reconciliación, presidida por Monseñor Rodolfo Quezada, a quien acompañaba Monseñor Juan Gerardi. . Fue gestor activo de muchos de los documentos más significativos de la CEG , a favor de la justicia, los derechos humanos, y la construcción de la paz en Guatemala. Aquellos que siempre se opusieron a la presencia de la Iglesia en el campo social, acusaban a Monseñor Gerardi de eclesiástico político, o cosas parecidas. En más de una ocasión, aparecieron “pintas” en las paredes de algunas de las calles del centro de la ciudad, contra Monseñor Gerardi. Este gran Obispo defensor de los Derechos Humanos, nunca se prestó a las ambigüedades de la política, ni transigía con la corrupción de poderes partidarios. Hombre de iglesia, en nombre de Dios, -sin decirlo ciertamente- reclamaba para los débiles, para las víctimas de la violencia, para los necesitados, los derechos que les eran propios.