Benvenuti nel blog “Orizzonte Guatemala”! Siamo un gruppo di amici del Guatemala e con questo strumento di comunicazione e condivisione vogliamo contribuire a fare conoscere l’attualità di questo bellissimo paese, al quale ci legano vincoli di amicizia e di solidarietà con tanti amici guatemaltechi.


giovedì 22 agosto 2013

789 - CEG HA MOSTRATO PREOCCUPAZIONE PER L'ESCALATION DI VIOLENZA

La Conferenza Episcopale del Guatemala (CEG) ha espresso preoccupazione per la crescente violenza che colpisce il Paese e perché i cittadini "a poco a poco pericolosamente si rassegnano" ad accettare come normale ". E ' dovere di tutte le persone non perdere il senso del rispetto per la vita. Ci stiamo abituando alle 17 morti violente al giorno, senza dire niente, e la cosa peggiore è l'indifferenza", ha spiegato Rodolfo Valenzuela, presidente della CEG, in una conferenza stampa, dopo aver reso pubblica lettera pastorale dei vescovi del Guatemala, in occasione della celebrazione dell'Anno della Fede.
Il sacerdote ha aggiunto che è dovere di tutta la società lottare per la sicurezza e richiedere alle autorità "di mantenere le promesse".
Valenzuela era anche preoccupato per gli alti livelli di corruzione nel paese, e ha detto che questa non è diffusa solo nelle istituzioni governative, ma anche nelle imprese private e tra i cittadini "comuni".
"Abbiamo bisogno di fare una riflessione perchè i cambiamenti devono venire anche dal basso. Anche il guatemalteco comune sistemare le cose con una butarella, invece di rispettare la legge ", ha spiegato Valenzuela.
Centro de Estudios de Guatemala, 7-13 agosto 2013

788 - CEG MOSTRO PREOCUPACIÓN POR CRECIENTE VIOLENCIA

La Conferencia Episcopal de Guatemala (CEG) mostró preocupación por la creciente violencia que afecta al país y porque los ciudadanos “poco a poco se resignan peligrosamente” a aceptarla como normal. “Es tarea de todo el pueblo no perder el sentido del respeto a la vida. Nos vamos acostumbrando a los 17 muertos diarios violentamente, sin decir nada, y lo peor es la indiferencia”, expuso Rodolfo Valenzuela, presidente de la CEG, en conferencia de prensa, después de dar a conocer la carta pastoral de los obispos de Guatemala, en ocasión de la celebración del Año de la Fe.
El religioso agregó que corresponde a la sociedad entera luchar por la seguridad y exigir a las autoridades “que cumplan con lo que prometieron”.
Valenzuela también mostró preocupación por los altos índices de corrupción en el país, y dijo que esta no se da solo en las instituciones gubernamentales, sino también en las empresas privadas y entre los ciudadanos “de a pie”.
“Es necesario hacer una reflexión para que los cambios vengan también desde abajo. También el guatemalteco de a pie arregla las cosas con una mordida o con un sobrecito, en vez de respetar la Ley”, expuso Valenzuela.
Centro de Estudios de Guatemala, 7-13 agosto 2013

787 - LA CIDH HA ORDINATO LA PROTEZIONE DEI GIUDICI CHE HANNO PROCESSATO EFRAIN RIOS MONTT

La Commissione interamericana dei diritti umani ha concesso misure cautelari ai giudici che hanno giudicato e condannato l'ex dittatore José Efraín Ríos Montt accusato di genocidio e ha ordinato allo Stato del Guatemala di proteggere la vita e l'integrità dei giudici.
Le misure cautelari erano state richieste dal Centro per la Giustizia e il Diritto Internazionale e dal difensore civico dei diritti umani del Guatemala che hanno denunciato le minacce e il timore per l'integrità del giudici Yassmin Barrios Aguilar, Pablo Xitumul de Paz e Patricia García Bustamante, i membri del Tribunal Mayor Riesgo "B'' che ha condannato l'ex dittatore.
"I giudici della corte hanno subito una intensa campagna di discredito e di diffamazione, così come attacchi contro l'indipendenza della magistratura. Inoltre pubblicamente sono stati minacciati, anche da parte di avvocati della difesa dell'ex generale Ríos Montt," ha detto il Centro per la Giustizia e Diritto Internazionale in un comunicato stampa.
"Così è stato, ci sono stati assegnati delle misure di sicurezza e ci sono state notificate" o ha dichiarato Barrios Aguilar all'Associated Press.
Il Tribunale ha condannato l'ex dittatore il 10 maggio a 80 anni di prigione per genocidio e crimini contro l'umanità e assolto per gli stessi reati il Generale Mauricio Rodriguez Sanchez. Ma 10 giorni dopo la sentenza è stata annullata dalla Corte costituzionale, la più alta corte di giustizia nel paese centroamericano, allegando irregolarità nel processo e ha ordinato di rifare parte del processo.
Dopo l’annullamento della sentenza, il processo cambia di mano ed è ora il Tribunal de Mayor Riesgo "A'',quello che dovrà definire la data per realizzare la parte mancante del giudizio o per riprendere il processo dall'inizio.
Rios Montt, 86 anni, è stato processato 13 anni dopo che era stata denunciata la morte di migliaia di indigeni Maya Ixil durante il governo di fatto tra il 1982 e il 1983. I giudici lo hanno accusato di aver ordinato e diretto i piani di guerra, eseguiti dall'Esercito del Guatemala, per individuare e sterminare il gruppo etnico Ixil.
Durante il processo, che è durato circa due mesi, durante i quali la difesa dell’ex generale ha presentato costantemente appello, decine di vittime hanno testimoniato su omicidi, esecuzioni, stupri di massa, sparizioni forzate e deportazioni forzate, tra gli altri, eseguiti dall'esercito del Guatemala, che era sotto il comando di Rios Montt.
La guerra del Guatemala tra il governo di destra e ribelli di sinistra è durata 36 anni, dal 1960 al 1996, è costata più di 200.000 vite umane e 50.000 dispersi, secondo un rapporto delle Nazioni Unite, e si è conclusa con un accordo di pace nel 1996.
Centro de Estudios de Guatemala, 7-13 agosto 2013

786 - CIDH ORDENA PROTEGER A JUECES QUE PROCESARON A EFRAÍN RÍOS MONTT

La Comisión Interamericana de Derechos Humanos otorgó medidas cautelares a los jueces que juzgaron y condenaron al exdictador José Efraín Ríos Montt por el delito de genocidio y ordenó al Estado de Guatemala proteger la vida e integridad de los magistrados.
Las cautelares habían sido solicitadas por el Centro por la Justicia y el Derecho Internacional y la Procuraduría de los Derechos Humanos de Guatemala que alegaron amenazas y temor por la integridad de los jueces Yassmín Barrios Aguilar, Pablo Xitumul de Paz y Patricia Bustamante García, integrantes del Tribunal de Mayor Riesgo "B'' que condenó al exdictador.
"Los jueces del citado tribunal han sufrido una intensa campaña de desprestigio y estigmatización, así como ataques a su independencia judicial. Además han sido amenazados públicamente, inclusive por abogados de la defensa del exgeneral Ríos Montt", dijo el Centro por la Justicia y el Derecho Internacional en un comunicado de prensa.
"Así fue, nos concedieron medidas a los tres juzgadores, ya nos notificaron", agregó Barrios Aguilar en declaraciones a The Associated Press.
El tribunal condenó el 10 de mayo al exdictador a 80 años de prisión por los delitos de genocidio y contra los deberes de la humanidad y absolvió por los mismos delitos al general Mauricio Rodríguez Sánchez. Pero 10 días después la sentencia fue anulada por la Corte de Constitucionalidad, el máximo órgano de justicia en el país centroamericano, argumentando vicios en el proceso y ordenó que una parte del juicio se rehiciera.
Tras la anulación de la sentencia, el proceso cambió de manos y es ahora el Tribunal de Mayor Riesgo "A'' el que tendrá que definir la fecha para realizar la parte faltante del juicio o para iniciar el proceso desde el principio.
Ríos Montt, de 86 años, fue juzgado 13 años después de haberse denunciado la muerte de miles de indígenas maya ixiles durante su gobierno de facto entre 1982 y 1983. La fiscalía lo acusó de haber ordenado y dirigido planes de guerra, ejecutados por el Ejército de Guatemala, para localizar y exterminar a dicha etnia.
Durante el juicio, que duró unos dos meses en los que la defensa del exgeneral presentó constantemente recursos judiciales, decenas de víctimas testificaron sobre asesinatos, ejecuciones, violaciones masivas, desapariciones forzosas y desplazamientos forzosos, entre otros, realizados por el ejército de Guatemala que entonces estaba bajo el mando de Ríos Montt.
La guerra guatemalteca entre el gobierno de derecha y los rebeldes izquierdistas duró 36 años, de 1960 a 1996, costó más de 200 mil vidas y 50 mil desaparecidos según un informe de las Naciones Unidas y terminó con un acuerdo de paz en 1996.
Centro de Estudios de Guatemala, 7-13 agosto 2013

sabato 17 agosto 2013

785 - L’INDICE DELLE RAGAZZE INCINTE È IN AUMENTO

Le autorità sanitarie d i Huehuetenango e i rappresentanti del difensore civico dei diritti umani (PDH) e dell’Osservatorio per la Salute Riproduttiva (OSAR) sono allarmati perché è in aumento il tasso di ragazze tra i 11 e 15 anni che sono in stato di gravidanza, nonostante il lavoro preventivo che è stata fatto.
Secondo il registro statistico del Programma di Salute Riproduttiva dell’area Sud, da gennaio a maggio 2013 già sono 462 casi: quattro ragazze di 11, dieci di 12 anni, trentasette di 13, centodieci di 14 anni e 288 di 15 anni. A questi dati bisogna aggiungere i dati di giugno e luglio, che non sono ancora disponibili.
I municipi più colpiti nel 2012 sono Barillas, con 351 casi di bambine sotto i 15 anni Chiantla con 233, il capoluogo del dipartimento con 185, San Mateo Ixtatán con 142, e Cuilco con 137.
Lo stato preoccupa le autorità, poiché il numero di casi non corrisponde al numero delle segnalazioni che devono essere presentate ufficialmente quando la gravidanza riguarda una minore di 14 anni, perché si considera come una violazione, indipendentemente dal fatto che l'adolescente dato il suo consenso al padre del bambino per tenere relazioni sessuali.
Lilian Flores, incaricata del suddetto programma, ha detto che questo è un problema che storicamente identifica Huehuetenango, e anche se ci sono sforzi per ridurre i casi, ogni anno, questi sono in aumento.
Riferisce che i quattro casi di bambine sotto 11 anni invitano alla riflessione riguardante l'età in cui queste bambine iniziano la loro vita sessuale o se è stato uno stupro.
"Sapere se al momento del parto queste paziente devono essere collocate nel reparto di pediatria o di maternità, ci deve fare intraprendere azioni concrete per impedire alle ragazze di avere figli quando dovrebbero dedicarsi ad attività adeguate all'età, come lo studio e il gioco" ha detto la professionista.
Secondo Flores, la preoccupazione è che queste pazienti hanno maggiori fattori di rischio di mortalità, gestosi, nascita prematura, o il bambino può avere basso peso alla nascita.
"A livello sociale non hanno più accesso a un processo formale di studi per avere un futuro migliore. A livello psicologico, in principio, si genera la paura di essere madre, e soprattutto a mantenere una famiglia" ha detto.
Fattori
Secondo il direttore del Dipartimento di Salute Antonio Alfaro, la prevalenza di queste gravidanze è dovuta a fattori quali la pressione del gruppo, maggiori informazioni si ottengono da Internet e dai mass media, e gli aspetti culturali del dipartimento, in quanto vi sono villaggi dove si considera che una donna a 13 anni già deve essere madre.
Un altro grande problema è che il 25% delle morti materne in Huehuetenango riguarda le adolescenti.
Ha aggiunto che un altro fattore è che i metodi di pianificazione familiare sono visti come un peccato o tabù in queste zone del paese. "Non possiamo permettere che una ragazzina del quinto grado della scuola primaria sia già incinta all'età di 11 anni", ha detto
Sandra Mendoza, segretaria tecnica di Osar, ha riferito che il personale della Sanità non denuncia le gravidanze delle ragazze minori di 14 anni, perché spesso minacciato dai parenti delle ragazze.
Ha segnalato che di tutte le nascite da adolescenti, solo 191 denunce sono state depositate a livello nazionale, determinando un numero uguale di uomini arrestati.
Erick Villatoro, della PDH, ha detto che vi è preoccupazione per il ripetersi di casi, nonostante gli sforzi di sensibilizzazione.
Prensa Libre, 2/08/2013

784 - ÍNDICE DE NIÑAS EMBARAZADAS VA EN AUMENTO

Autoridades de Salud de Huehuetenango y representantes de la Procuraduría de los Derechos Humanos (PDH) y del Observatorio de Salud Sexual y Reproductiva (Osar) están alarmados porque el índice de niñas de entre 11 y 15 años que resultan embarazadas va en aumento pese al trabajo preventivo que se ha realizado.
Según el registro estadístico del Programa de Salud Reproductiva del Área de Salud, de enero a mayo del 2013 ya suman 462 casos: cuatro niñas de 11 años, 10 de 12, 37 de 13, 110 de 14 y 288 de 15. A esos datos hay que sumarle junio y julio, que aún no están disponibles.
Los municipios más afectados en el 2012 son Barillas, con 351 casos de menores de 15 años; Chiantla, 233; la cabecera, 185; San Mateo Ixtatán, 142, y Cuilco, 137.
La situación alarma a las autoridades, ya que la cantidad de casos no concuerda con el número de denuncias que de oficio deben presentarse cuando se trata del embarazo de una menor de 14 años, pues se considera como una violación, sin importar que la adolescente haya dado su consentimiento al padre del bebé para sostener relaciones sexuales.
Lilian Flores, encargada del referido programa, considera que este ha sido un problema que identifica históricamente a Huehuetenango, y que aunque hay esfuerzos para que los casos se reduzcan, cada año estos se incrementan.
Refiere que los cuatro casos de menores de 11 años invitan a reflexionar respecto de la edad a la que estos niños inician su vida sexual o si se trató de una violación.
“Saber si a la hora del parto a estas pacientes se les debe instalar en la pediatría o en sala de maternidad nos debe hacer tomar acciones concretas para evitar que niñas tengan niños cuando debieran estar en actividades acordes a su edad, como estudiar y jugar”, dijo la profesional.
De acuerdo con Flores, lo preocupante es que estas pacientes tienen mayores factores de riesgo de mortalidad, toxemias del embarazo, partos prematuros, o el bebé puede tener bajo peso al nacer.
“Socialmente ya no tienen acceso a un proceso formal de estudios para que tenga un mejor futuro. A nivel psicológico, en principio se genera miedo al proceso de ser madre, y sobre todo a mantener un hogar”, refirió.
Factores
Según el director del Área de Salud Antonio Alfaro, la prevalencia de estos embarazos se debe a factores como la presión de grupo, mayor cantidad de información que se tiene a través de internet y medios masivos de comunicación, y aspectos culturales del departamento, pues hay aldeas donde se considera que una mujer a los 13 años ya debe ser madre.
Otro gran problema es que el 25 por ciento de muertes maternas en Huehuetenango corresponde a adolescentes.
Agregó que otro factor es que los métodos de planificación familiar se ven como un pecado o un tabú en estas zonas del país. “No podemos permitir que una niña de quinto grado de primaria ya esté embarazada a los 11 años”, enfatizó
Sandra Mendoza, secretaria técnica de Osar, refirió que el personal de Salud no denuncia los embarazos de menores de 14 años, pues muchas veces son amenazados por familiares de las niñas.
Destacó que de la totalidad de partos en adolescentes, se presentaron solo 191 denuncias en todo el país, lo que dejó igual número de hombres detenidos.
Érick Villatoro, de la PDH, refirió que hay preocupación por la recurrencia de casos a pesar de los esfuerzos de sensibilización.
Prensa libre 2/08/2013

mercoledì 14 agosto 2013

783 - RITROVATI I RESTI DI 13 PERSONE MASSACRATE A CHINIQUE

Un totale di 13 scheletri sono stati trovati nel villaggio Choaxán, nel comune di Chinique, dipartimento di Quiché, durante i lavori di esumazione svolta dalla Fondazione Forense Antropologia del Guatemala (FAFG), dal 31 luglio.
Byron Garcia, della FAFG, ha detto in una fossa sono stati trovati i resti ossei di quattro persone; in un’altra fossa altri sei, e in quella in cui stanno attualmente lavorando ne hanno scoperti tre, ma probabilmente ce ne saranno di più, perché i parenti ritengono che in quel luogo sono stati sepolti 20 dei loro cari.
Alcuni abitanti conservano ancora speranza di trovare i resti dei parenti scomparsi durante il conflitto armato interno; finora è stata identificata una sola persona, perché portare una tessera dell’assicurazione, era una donna identificata come Isabel Gonzales Ventura, che secondo gli esperti sarebbe stata violentata e poi gettata nella fossa.
In un comunicato stampa rilasciato dal Consiglio nazionale per lo sviluppo integrale del Guatemala (CONCODIG), si è reso noto che il Comitato delle vittime della comunità continuerà a lavorare per trovare altri resti degli scomparsi, ha informato Quinilla Nicholas, direttore dell'ente .
Il comitato delle vittime ha detto nella dichiarazione, che insieme al FAFG, continuerà a fornire sostegno legale e sociale alle famiglie superstiti, nonché nelle procedure per le altre esumazioni dei cimiteri clandestini situati in Choaxán e per obbligare lo Stato a fare giustizia e punire tutti i responsabili di questi fatti, in modo che non rimangano impuniti; e inoltre chiede di non criminalizzare i dirigenti che lottano per lo sviluppo delle popolazioni indigene.
Gli antropologi del FAFG ritengono di avere ancora molto lavoro, possibilmente tutto l'anno prossimo, perché secondo gli abitanti della zona, nella stessa comunità vi sarebbe un'altra fossa comune in cui sono sepolte altre 50 vittime e già sono state realizzate le pratiche per l'avvio delle esumazioni.
Cerigua, 12/08/2013

782 - ENCUENTRAN LOS RESTOS DE 13 MASACRADOS EN CHINIQUE

Un total de 13 osamentas han sido encontradas en la aldea Choaxán, municipio de Chinique, departamento de Quiché, durante los trabajos de exhumación que realiza la Fundación de Antropología Forense de Guatemala (FAFG), desde el 31 de julio.
Byron García, de la FAFG, comentó que en una fosa se hallaron los restos óseos de cuatro personas; en otra los de seis más y en la que actualmente trabajan han descubierto tres, pero se presume que hay más, pues los familiares consideran que en el lugar fueron enterrados 20 de sus seres queridos.
Algunos vecinos mantienen la esperanza de encontrar los restos de sus familiares desaparecidos durante el conflicto armado interno; de momento sólo ha sido identificado uno, pues portaba un carné del seguro social; era una mujer identificada como Isabel Gonzales Ventura, quien según los expertos habría sido violada y luego lanzada a la fosa.
En un comunicado de prensa publicado por el Consejo Nacional de Desarrollo Integral de Guatemala (CONCODIG), se dio a conocer que el comité de víctimas de la comunidad continuará trabajando para dar con más restos de los desaparecidos, informó Nicolás Quinilla, directivo de la entidad.
El comité de víctimas dio a conocer en el comunicado, que junto a la FAFG continuarán con el acompañamiento jurídico y social a las familias sobrevivientes, así como en los trámites para más exhumaciones en los cementerios clandestinos ubicado en Choaxán y exigen al Estado que se haga justicia y se castigue a los responsables de todos esos hechos, para que no queden en la impunidad; además solicitan no criminalizar a los líderes que luchan por el desarrollo del pueblo indígena.
Los antropólogos de la FAFG consideran que aún tienen mucho trabajo, posiblemente todo el próximo año, pues según los vecinos, en la misma comunidad habría otro cementerio clandestino en la que sepultaron a otras 50 víctimas y que ya se realizan los trámites para el inicio de las exhumaciones.
Cerigua, 12/08/2013

781 - LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA HA IMPOSTO LA CENSURA E L'AUTOCENSURA IN GUATEMALA: ILEANA ALAMILLA

C'è un problema serio di censura e autocensura nel paese, imposto dalla criminalità organizzata e dal traffico di droga, che ha oscurato e limitato il flusso di informazioni alla società; dal 2000 ad oggi 20 giornalisti sono stati uccisi in Guatemala, tre di loro nel corso del 2013, ha detto Ileana Alamilla, direttrice di Cerigua e coordinatore dell'Osservatorio dei Giornalisti.
In un'intervista concessa a Dialogo Libero, Prensa Libre, Alamilla ha detto che come misura di protezione per la stampa nazionale il governo deve attuare un Programma per la Protezione dei Giornalisti, che è già stato presentato al potere esecutivo.
Ha ricordato che Cerigua organizza workshop nei dipartimenti e nella capitale con gli operatori della comunicazione sociale, che trattano argomenti come il diritto internazionale, protocolli di sicurezza, meccanismi di protezione nazionale. .
Per quanto riguarda il caso di Rolando Miranda, corrispondente di Prensa Libre in Retalhuleu, Alamilla detto che il caso le sembra incredibile, perché la nota che lo ha accusato presenta il bilancio la citazione delle fonti citate semplicemente ha trasferito in modo professionale le informazioni.
Attualmente accompagniamo il processo di creazione di una federazione dipartimentale di giornalisti, composta da nove organizzazioni, negoziando il Programma per la Protezione dei Giornalisti, ha detto Alamilla e ha ricordato che il presidente Otto Pérez Molina ha promesso di firmare il documento che ha darà inizio al programma, ma non lo ha fatto.
Nel corso del primo semestre dell'anno, l'osservatorio dei Giornalisti di Cerigua ha documentato un totale di 20 attacchi alla libertà di stampa e di parola a livello nazionale, tra cui due omicidi, una aggressione fisica e minaccia, sei minacce e tre ostruzioni.
Finora quest'anno sono stati uccisi in Guatemala tre professionisti della comunicazione, tutti all'interno del paese, il primo caso è stato registrato il 20 marzo a Ciudad Pedro de Alvarado, Jutiapa, quando assalitori sconosciuti hanno ucciso per strada il giornalista Jaime Jarquín Napoleon Duarte, collaboratore de Nuestro Diario.
Il secondo fatto si è verificato in modo uguale in Jutiapa il 7 aprile, quando fu assassinato il vice presidente dell'Associazione dei Giornalisti Jutiapanecos (APJ) Luis Alberto Lemus Ruano.
L'ultimo è avvenuto il 6 agosto a Zacapa, quando due sconosciuti hanno sparato al giornalista e conduttore radiofonico Luis de Jesus Lima, proprio fuori della radio "La Sultana".
Cerigua, 13.08.2013

780 - CRIMEN ORGANIZADO HA IMPUESTO CENSURA Y AUTOCENSURA EN GUATEMALA: ILEANA ALAMILLA

Existe un problema grave de censura y autocensura en el país, impuesto por el crimen organizado y la narcoactividad, que ha opacado y limitado la circulación de información a la sociedad; del 2000 a la fecha han sido asesinados 20 periodistas en Guatemala, tres de ellos durante el 2013, señaló Ileana Alamilla, directora de Cerigua y coordinadora del Observatorio de los Periodistas.
En entrevista concedida en Dialogo Libre, de Prensa Libre, Alamilla afirmó que como medida protección para la prensa nacional el gobierno debe implementar un Programa de Protección a Periodistas, el cual ya ha sido planteado ante el Ejecutivo.
Recordó que Cerigua imparte talleres en los departamentos y la capital con comunicadores sociales, en los que se tratan temas como legislación nacional e internacional, protocolos de seguridad y manuales de mecanismo de protección.
En cuanto a la demanda contra Rolando Miranda, corresponsal de Prensa Libre en Retalhuleu, Alamilla dijo que este caso le pareció increíble, debido a que la nota por la que se le acusaba tiene balance y fuentes citadas; simplemente traslado de manera profesional la información, indicó.
En la actualidad acompañamos el proceso de la creación de una federación departamental de periodistas, que consta de nueve organizaciones, negociando el Programa de Protección a Periodistas, aseguró Alamilla y recordó que el Presidente Otto Pérez Molina se comprometió a firmar el documento que dará inició al programa, sin embargo no lo ha hecho.
Durante el primer semestre del año, el Observatorio de los Periodistas de Cerigua documentó un total de 20 agresiones a la libertad de prensa y expresión a nivel nacional, entre las que destacan dos asesinatos, una agresión física y amenaza, seis amenazas y tres obstrucciones a la fuente.
En lo que va del año en Guatemala han sido asesinados tres profesionales de la comunicación, todos ellos en el interior del país; el primer caso se registró el 20 de marzo en Ciudad Pedro de Alvarado, Jutiapa, cuando desconocidos asesinaron en una calle al periodista Jaime Napoleón Jarquín Duarte, colaborador de Nuestro Diario.
El segundo hecho sucedió igualmente en Jutiapa el 7 de abril, cuando fue asesinado el vicepresidente de la Asociación de Periodistas Jutiapanecos (APJ) Luis Alberto Lemus Ruano.
El último se suscitó el 6 de agosto en la cabecera de Zacapa, cuando dos desconocidos acribillaron al periodista y locutor Luis de Jesús Lima, en las afueras de la radio “La Sultana”.
Cerigua, 13/08/2013

lunedì 12 agosto 2013

779 - I POPOLI INDIGENI FANNO CONOSCERE LE PRINCIPALI RIVENDICAZIONI

Porre fine alla discriminazione ed emarginazione che vivono i Maya, Garifuna e Xincas è stata la principale richiesta che hanno presentato i popoli indigeni alla chiusura del Primo Congresso Nazionale su discriminazione e razzismo.
Secondo l'analista Alvaro Pop, finalmente è stato raggiunto il riconoscimento dell'esistenza del razzismo e ha detto che è una sfida perche lo Stato possa cambiare, perché non ci può essere democrazia senza multiculturalismo.
La discriminazione è una piaga regionale, tuttavia, bisogna prendere esempi come il Nicaragua, che ha già compiuto notevoli progressi, ha detto Pop; da parte sua, il commissario presidenziale contro la discriminazione e il razzismo, James Bolvito, ha detto che ci vuole la sensibilizzazione sociale per affrontare le sfide che sono emerse.
Tra le principali esigenze individuate dalle popolazioni indigene vi è la creazione di uno spazio per l'unità nazionale e per affrontare i problemi, che a sua volta proponga la riforma dello Stato nell'ambito di un concetto di approccio multiculturale. Il trattamento immediato dell’agenda legislativa indigena, che per 10 anni non è stata approvata, evitare la riproduzione di posizioni razziste, discriminatorie e concetti di odio nei mezzi di comunicazione.
Inoltre, che i poteri dello Stato garantiscano il bilancio delle istituzioni indigene, in modo che possano svolgere il proprio mandato e che il settore economico tradizionale e quello emergente possano ampliare le opportunità di sviluppo degli indigeni.
Il Primo Congresso Nazionale sulla discriminazione e il razzismo si è svolto nell'arco di tre giorni, il tempo durante il quale si sono realizzati workshop e discussioni circa l'accesso alla terra, alla salute e all'istruzione, così come una possibile riforma costituzionale che permetta di ridurre la discriminazione e il razzismo in tutte le aree.
CERIGUA 10/08/ 2013

778 - PUEBLOS INDÍGENAS DAN A CONOCER PRINCIPALES DEMANDAS

Terminar con la discriminación y el marginamiento que sufren los pueblos mayas, xincas y garifunas fue la principal demanda que realizaran los pueblos indígenas durante la clausura del Primer Congreso Nacional sobre Discriminación y Racismo.
A decir del analista Álvaro Pop, finalmente se logró que se reconociera la existencia del racismo y dijo que es un reto para que el Estado cambie, debido a que no puede existir democracia sin interculturalidad.
La discriminación es un flagelo regional, sin embargo, hay que tomar ejemplos como el de Nicaragua, que ya ha logrado avances importantes, aseveró Pop; por su parte el comisionado presidencial contra la Discriminación y el Racismo, Jacobo Bolvito, indicó que hace falta la sensibilización social para alcanzar los retos que se han planteado.
Entre las principales necesidades que señalaron los pueblos originarios se encuentra la creación de un espacio para la unidad nacional y el abordaje de problemas, que a su vez proponga la reforma del Estado bajo un concepto de enfoque pluricultural.
El tratamiento inmediato de la agenda legislativa indígena, que desde hace 10 años no se aprueba; evitar la reproducción de posicionamientos racistas, discriminatorios e ideas de odio en los medios de comunicación.
Asimismo, que los poderes del Estado garanticen el presupuesto a las instituciones indígenas, para que puedan cumplir su mandato y que el sector económico tradicional y el emergente amplíen las oportunidades de desarrollo a los indígenas.
El Primer Congreso Nacional sobre Discriminación y Racismo se llevó a cabo durante tres días, tiempo en el que se realizaron talleres y discusiones acerca del acceso a la tierra, salud y educación, así como una posible reforma constitucional que permita reducir la discriminación y el racismo en todos los ámbitos.
Cerigua, 10/08/ 2013

777 - LO STATO DEVE GARANTIRE LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE

Lo Stato deve garantire la libertà di espressione per tutti, senza distinzione di nazionalità, età, lingua, cultura o origine economica, ha affermato il relatore speciale per la libertà di espressione delle Nazioni Unite, Frank La Rue.
In un'intervista concessa a Prensa Libre, La Rue ha detto che la libertà di espressione ha diverse caratteristiche, che si traducono in un diritto che è esercitato individualmente, di chiedere informazioni e di sviluppare il proprio pensiero e di manifestarlo.
Il diritto di stampa di fare giornalismo investigativo è un diritto del popolo in generale di ricevere e di essere informati, che è il ruolo della stampa, ha detto il relatore.
A discrezione del funzionario delle Nazioni Unite in Guatemala è stato un peggioramento fondamentale nella libertà di espressione, per il monopolio delle comunicazioni e la visione commerciale eccessivo.
Egli ha osservato che si è visto (nei media) che prevale il sensazionalismo e lo scandalo, che si verifica in tutto il mondo, inoltre, è stata permessa la penetrazione di discorsi aggressivi, come nelle pagine a pagamento.
Le limitazioni alla libertà di espressione sono i diritti umani delle persone, la loro dignità, non è possibile per la libera espressione si attacchino altre persone, lo Stato deve proibire discorso offensivo che incoraggia l'odio, l'ostilità e la violenza, ha detto La Rue.
In relazione ai rischi sofferti dalla stampa, il relatore ha osservato che gli attacchi ai giornalisti sono aumentati, che una volta sembrava un fenomeno che si verificava solo in Messico e Honduras, ora si sta soffrendo anche nel paese.
Il relatore ha ricordato che tra i casi di attacchi contro i giornalisti, vi è l’intimidazione a una giornalista che ha denunciato la giunta di sicurezza in Atitlan, Solola, e il recente assassinio di un giornalista a Zacapa.
Cerigua 9/08/2013

776 - ESTADO DEBE GARANTIZAR LA LIBERTAD DE EXPRESIÓN

El Estado debe garantizar la libertad de expresión para todas y todos, sin importar la nacionalidad, edad, idioma, cultura u origen económico, afirmó el Relator Especial para la Libertad de Expresión de Naciones Unidas, Frank La Rue.
En entrevista concedida a Prensa Libre, La Rue indicó que la libertad de expresión posee varias características, que se traducen en un derecho que se ejerce de manera individual, de buscar información y de elaborar un pensamiento propio y manifestarlo.
El derecho de la prensa de hacer periodismo de investigación es un derecho de un pueblo en general de recibir y estar bien informado; ese es el papel de la prensa, afirmó el relator.
A criterio del funcionario de Naciones Unidas, en Guatemala ha existido un deterioro fundamental en la libertad de expresión, por el monopolio de las comunicaciones y por una excesiva visión comercial.
Asimismo, señaló que se ha visto (en los medios) que prevalece la nota roja y el escándalo, lo cual ocurre en todo el mundo; además, se ha permitido que se incursione un discurso de agresividad, como en los campos pagados.
Las limitaciones a la libertad de expresión son los derechos humanos de las personas, su dignidad; no es posible que bajo la libre expresión se ataquen a otras personas, el Estado debe prohibir el discurso ofensivo que insta al odio, la hostilidad y a la violencia, aseveró La Rue.
En relación a los riegos que sufre la prensa, el relator señaló que las agresiones contra periodistas han incrementado, lo cual antes parecía un fenómeno que solo ocurría en México y Honduras, ahora se está sufriendo en el país.
El Relator recordó que entre los casos de agresiones contra comunicadores, se encuentra la intimidación a una periodista que denunció a las juntas de seguridad en Atitlán, Sololá, y el asesinato reciente de un periodista en Zacapa.
Cerigua, 9/08/2013

775 - 20% DELLE DONNE ASSASSINATE NON SONO STATE IDENTIFICATE

L'Istituto Nazionale di Scienze Forensi (INACIF) ha realizzato le autopsie di 473 donne morte nel contesto di atti criminali, fino al 31 luglio 2013, circa il 20% delle vittime sono state sepolte come XX.
Secondo il rapporto mensile delle autopsie eseguite da professionisti di quell’istituto, solo nel mese di luglio sono state uccise 70 donne, 50 delle quali con ferite da proiettili di arma da fuoco, altre 4 ferite con coltelli e un minor numero a causa di differenti modi di asfissia.
Secondo il direttore di INACIF, Jorge Cabrera, la sepoltura dei corpi come XX determina maggiori ricerche all'INACIF, perché devono essere realizzate prove sulle impronte digitali e del DNA, tra le altre, specialmente nei casi di crimini che sono stati commessi con crudeltà.
La mancanza di identificazione di alcune donne e ragazze potrebbe essere attribuita alla povertà in cui si trovano le famiglie, impedendo loro di viaggiare a Città del Guatemala per riconoscere i corpi, segnala il rapporto della INACIF.
Il documento "Indagine penale per casi di femminicidio", segnala che i femminicidi da armi da fuoco sono studi complessi in cui la riflessione dell'operatore in ogni fase delle indagini deve essere costante, la manipolazione disordinata del cadavere potrebbe cancellare prove di estrema importanza nella soluzione del caso.
Lo studio sottolinea che, come in tutti i casi di morti violente, un esame approfondito della scena del delitto consentirà alle autorità di avere un insieme di dati che da soli non potrebbero risolverlo.
Gli operatori incaricati di indagini penali devono stabilire cosa è successo, come è accaduto, quando, dove e perché; l’identificazione della vittima e chi o chi potrebbero essere gli autori sono determinati attraverso indizi biologici chiave nei processi, conclude il documento.
Secondo Investigación en Prensa Escrita sobre Violencia contra las Mujeres, dell’Agenzia Cerigua, negli ultimi 10 anni, circa 6000 donne sono state assassinate, il 97% dei casi rimangono impuniti.
Cerigua, 05/08/2013

774 - 20% DE LAS MUJERES ASESINADAS NO HAN SIDO IDENTIFICADAS

El Instituto Nacional de Ciencias Forenses (INACIF) ha realizado necropsias a 473 mujeres que murieron en el contexto de hechos criminales, hasta el 31 de julio, del 2013; aproximadamente el 20 por ciento de las víctimas fueron enterradas como XX.
De acuerdo con el reporte mensual de necropsias practicadas por profesionales de esa institución, solo en julio murieron 70 mujeres, 50 de ellas por heridas por proyectiles de armas de fuego, otras 4 por heridas provocadas con armas blancas y en menor número por distintos tipos de asfixias.
Según el Director del INACIF, Jorge Cabrera, el entierro de cuerpos como XX genera más trámite a la institución, pues deben realizarse pruebas de lofoscopía y de ADN, entre otras, sobre todo en los casos de crímenes que fueron cometidos con saña.
La falta de identificación de algunas mujeres y niñas podría ser atribuida a la situación de pobreza en la que se encuentran las familias, que les impide viajar a la ciudad de Guatemala para reconocer los cuerpos, señala la información del INACIF.
El documento “Investigación criminal para casos de violencia femicida”, señala que los femicidios por armas de fuego son estudios complejos donde la reflexión del operador en cada paso de la investigación debe ser una constante; la manipulación desordenada del cadáver podría hacer desaparecer indicios de extrema importancia en la resolución del caso.
El estudio enfatiza que como en todos los casos de muertes violentas, el examen exhaustivo del lugar de los hechos permitirá a las autoridades contar con un conjunto de datos que por sí solos no aportarían a resolverla.
Los operadores encargados de la investigación criminal deben determinar lo ocurrido, la forma en la que ocurrió, cuándo, dónde y porqué; la identificación de la víctima y quién o quiénes podrían ser los autores se determinan a través de los indicios biológicos claves en los procesos judiciales, concluye el documento.
Según la Investigación en Prensa Escrita sobre Violencia contra las Mujeres, de la Agencia Cerigua, en los últimos 10 años, aproximadamente 6 mil mujeres fueron asesinadas; el 97 por ciento de los casos permanece en la impunidad.
Cerigua, 5/8/2013