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domenica 30 maggio 2010

136 - L’ULTIMA ERUZIONE E’ STATA LA PIU’ DISASTROSA

Il numero delle persone rifugiate a causa dell’eruzione del Vulcano Pacaya arriva a quasi duemila, costoro hanno riferito che ciò che hanno vissuto lo scorso giovedì è stata l’esperienza più disastrosa e difficile della loro vita. La maggior parte dei rifugiati proviene da sette comunità ubicate intorno al vulcano, e tutti sono stati d’accordo nell’affermare che “l’ultima eruzione è stata la più disastrosa”.
“Sembrava il giorno del giudizio. Ho passato 45 minuti sotto un tavolo di legno, con i miei due figli abbracciati e dicendo a Dio che mi affidavo alla sua volontà, perché continuavano a cadere pietre incendiate, prima sul tetto e poi accanto a noi” ha riferito Auralinda Chácon. Lei risiede a San Francisco di Sales, una delle sette comunità colpite dall’eruzione, i cui abitanti si trovano da giovedì notte in sette rifugi in San Vicente Pacaya.
Anche altri rifugiati hanno riferito che questa è stata la peggiore esperienza che hanno vissuto nella loro vita alle falde del vulcano.
Fausto Morales, di 66 anni, è nato e cresciuto a San Josè Bejucal. Ha assicurato che è stato testimone di varie eruzioni, ma mai sono rimasti senza nulla come ora. “Speriamo che ci aiutino con alcuni materiali per ricostruire le nostre case, perché abbiamo perso tutto”, ha detto.
Le comunità colpite sono San José Calderas, San Francisco de Sales, El Cedro, El Patrocinio, El Caracolito, El Rodeo y Los Ríos, la cui popolazione è rifugiata in alcuni alloggi di San Vicente Pacaya.
Per queste persone piove sul bagnato. Ieri, intorno alle 16,30 una frana ha abbattuto la parete di una montagna al km. 52, verso l’ultimo abitato, e per questo sono rimasti isolati.
Uno dei problemi maggiori è che i quasi duemila rifugiati hanno alimenti solo per oggi, e che i rifugiati nel salone municipale sono stati portati in un altro luogo, dato che il salone è stato danneggiato dalle inondazioni.
Prensa Libre 30/05/2010