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giovedì 2 settembre 2010

235 - COMUNICATO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DEL GUATEMALA, IN OCCASIONE DELLA II RIUNIONE PLENARIA STRAORDINARIA.

"Noi sappiamo in chi abbiamo riposto la nostra fiducia" (2ª Tim. 1,12)
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Noi Vescovi della Conferenza Episcopale del Guatemala, riuniti in Assemblea Plenaria Straordinaria, abbiamo analizzato la situazione in cui attualmente si trova la nostra Patria. L'abbiamo fatto con cuore di pastori, con lo sguardo illuminato dalla luce del Vangelo e dal contatto che abbiamo con la realtà delle comunità.
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Abbiamo constatato varie situazioni che ci preoccupano profondamente:
a. La tempesta Agatha:  Questa tempesta ed altri fenomeni naturali hanno causato grandi distruzioni, dovute all'enorme vulnerabilità del nostro paese, frutto della trascuratezza dell'ecosistema. Gran parte delle infrastrutture stradali e numerosi ponti sono stati distrutti. Ciò ha messo in evidenza come molte di queste opere sono state realizzate senza compiere le prescrizioni stabilite.
In diversi luoghi i raccolti di mais e fagioli si sono persi, e questo fa prevedere che nei prossimi mesi ci sarà carestia di cibo.
Più deplorevole è stato, come informarono alcuni mezzi di comunicazione, che non tutte le risorse donate sono arrivate a disposizione di coloro che affrontavano le maggiori necessità. Nel momento attuale ci sono ancora comunità che continuano ad aspettare l'aiuto di cui hanno bisogno. È vero che ci sono state numerose azioni di solidarietà, ma dobbiamo dire anche che è mancata una risposta più impegnata da parte di chi avrebbe potuto aiutare più.
b. L'aumento della violenza: Ci fa male constatare che la violenza è cresciuta. Nel primo semestre di quest’anno ci sono stati approssimativamente duemila assassinii, la maggioranza dei quali sono rimasti impuni. C'è una relazione stretta tra la delinquenza comune, la povertà ed il crimine organizzato. Nelle zone urbane si trovano le "maras", gruppi di giovani molto armati, gerarchicamente organizzati e senza nessuno scrupolo morale o amore per la vita dei loro simili, disposti ad esercitare una violenza selvaggia. Approssimativamente si stima in cinquemila il numero dei membri di queste maras, organizzate in 300 bande.  Confidando nella corruzione di alcuni membri della Polizia Nazionale Civile, capi, ufficiali ed membri della Polizia, che accordano e concedono "zone franche" nelle quali agiscono impunemente. È anche accertato che in molti casi i poliziotti onesti e responsabili sono molto vulnerabili, perché i delinquenti li conoscono e minacciano di ammazzare la loro famiglia se loro si oppongono.
Secondo un studio di intelligence civile esiste una struttura delinquenziale ben organizzata, nella quale è difficile distinguere tra funzionari di alto livello, grandi imprenditori, capi di mafie, ed ex-militari che si sono invischiati in attività illecite per garantirsi un stile di vita comodo.
Di fronte a questa situazione di violenza, si sentono molte voci che sostengono che l'applicazione della pena di morte è l'unica soluzione. Noi ci opponiamo decisamente a questo progetto, a partire dalla nostra fede nel Vangelo e per la conoscenza della storia. Le maras sono il risultato, tra le altre cause, di una profonda disintegrazione familiare, della povertà e della miseria, della mancanza di amore. A questi giovani bisogna offrire tutto l'appoggio necessario, in modo che scoprano che il senso della vita è l'amore e non la violenza.
Inoltre chiediamo allo Stato guatemalteco di mettere in pratica le raccomandazioni presentate già tempo fa nell'Accordo Nazionale per la Sicurezza presentato per il Gruppo Garante.
c. Una debole applicazione della giustizia: La mancanza di applicazione di una giustizia reale ed imparziale contribuisce ad aumentare la frammentazione sociale e a creare instabilità politica. L'assenza di giustizia, o il ritardo nella sua applicazione, incoraggiano molti, cercando la loro propria convenienza o i loro interessi molto personali, ad agire con una totale carenza di principi e valori, raggiungendo livelli di corruzione insopportabili. È innegabile l'utilità e la necessità dell'aiuto internazionale per incoraggiare processi di rafforzamento della giustizia.
Fino a questo momento, casi esemplari come l'assassinio dei deputati salvadoregni, la corruzione milionaria nel Congresso della Repubblica, la non restituzione dei milioni rubati dai funzionari, ed i processi contro di loro che non avanzano, sono la prova di ciò che sosteniamo.
d. La mancanza di attaccamento alla verità: l'assenza della verità è ogni giorno più evidente. Impera l'arte di mentire in tutti gli ambiti della società. Trionfa colui che è capace di mentire in maniera più convincente. Diversi mezzi di comunicazione sociale non trasmettono i messaggi vincolati alla verità oggettiva. Una dimostrazione concreta del potere della bugia è costituita dal fatto che attualmente si offre un insegnamento sulla sessualità umana, da parte di imprese private ed organizzazioni non governative, che falsificano il senso vero di questo tesoro per mezzo del quale si trasmette la vita umana.
e. Un profondo e progressivo danno ecologico e l'eliminazione della biodiversità in molte aree della Guatemala:
Siamo testimoni del deterioramento inarrestabile dell'ecosistema. Manca una vera cultura ecologica nei cittadini guatemaltechi. Esistono cattive abitudini, profondamente radicate, che sporcano, inquinano e danneggiano l'ecosistema. Manifestiamo la nostra comunione ed il nostro appoggio al vescovo Alvaro Ramazzini e a sua eminenza, il cardinale Rodolfo Quezada, per i loro ripetuti interventi, avvertendo del danno che produce la continuazione delle attività del settore minerario a cielo aperto e dello sfruttamento del petrolio nell'area protetta conosciuta come la Laguna del Tigre. Ora anche si richiede anche l’estrazione del ferro nella costa meridionale. I due vescovi, insieme a numerosi settori della società civile e delle comunità danneggiate, hanno allertato sui danni che le industrie estrattive dei metalli possono produrre, compresa la conflittualità sociale e gli effetti nocivi sulla salute.
Nonostante queste motivazioni, esiste una campagna mediatica, astutamente favorita, che fa sembrare buono e desiderabile ciò che non si può giustificare in nessun modo. Il pretesto è dimostrare che la cosa più importante è attirare gli investimenti stranieri, non importa se si danneggia o si rispetta la ricchezza naturale del nostro paese.  Quei beni non rinnovabili coi quali conta la nostra patria, sono stati dati da Dio a beneficio di tutti e non come merci negoziabili da parte dello Stato e di imprese senza troppi scrupoli.
f. Una democrazia debole con anche istituzioni deboli: è una realtà, proclamata a gran voce, che la nostra democrazia è molto debole. Sappiamo che non esiste un sistema politico perfetto, ma ciò non giustifica pretendere di mantenere un sistema che emargina la maggioranza della popolazione dal diritto ad una vita degna e privilegia il beneficio delle minoranze, che tradizionalmente hanno detenuto il potere economico. Ogni sistema politico ed economico deve promuovere il Bene Comune e favorire lo sviluppo integrale della persona, immagine viva di Dio.
Sfortunatamente la classe politica nel nostro paese ha perso credibilità e la popolazione diffida di essa, perché le azioni che realizza dimostrano che le interessano maggiormente i giochi politici di potere piuttosto che il bene della nazione.
Il Potere Esecutivo non ascolta le richieste dei settori organizzati indigeni e contadini, spingendoli a misure di fatto che non favoriscono la governabilità. Le tavole di dialogo convocate si sono rivelate dialoghi inutili, per colpa dell’Esecutivo, che è stato incapace di mantenere le promesse.
Ugualmente mentre si investono milioni di quetzales nei programmi di Coesione Sociale, molti centri di salute ed ospedali non hanno le risorse necessarie per dare i servizi richiesti.
Il potere legislativo si estranea e spende le sue energie per soddisfare il suo desiderio di potere ed il suo egoismo, creando intoppi e procedendo molto lentamente nell'elaborazione di leggi necessarie per assicurare la pace in Guatemala, es. la legge di Sviluppo Rurale, la Legge sul Settore minerario, la Legge sull'estinzione di dominio, l'approvazione del delitto di arricchimento illecito.
Il potere giudiziario, con la denuncia presentata contro il presidente della Corte Suprema di Giustizia, nella quale è accusato di "falsità ideologica", è una dimostrazione significativa per considerare chi ha nelle mani
l'applicazione della giustizia.
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2. Testimoni di speranza:
In questo panorama difficile e provocante, noi, successori degli apostoli, vogliamo testimoniare con l'Apostolo Paolo: "Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati, siamo sconvolti, ma non disperati, perseguitati, ma non abbandonati, colpiti, ma non uccisi" (2 Cor. 4,8.12). Diciamo questo con convinzione, perché il Signore Gesù Cristo vive ed è presente nelle nostre comunità. Proclamiamo con fermezza che l'amore di Dio è fedele e non muore.
Siamo sicuri che l'idolatria del denaro, che ha corrotto il nostro paese generando tanti mali e sacrificato tante vite umane, non è più forte né più potente dell'amore di Dio "riversato" nei nostri cuori. 
Perciò, esortiamo tutti, credenti e non credenti, a fare della nostra storia, personale e comunitaria, a partire dalla fede nella Parola di Dio e nella vita nuova che è stata riversata in noi, una storia di salvezza.
Dobbiamo sforzarci per offrire ai giovani, che sono la maggioranza nel nostro paese, un futuro migliore.
Prossimamente, la prima domenica di settembre, celebreremo la giornata nazionale di preghiera e aiuto per i fratelli migranti. Davanti alla disgrazia dell'aumento delle deportazioni, i migranti hanno bisogno del nostro appoggio ed aiuto. Li esortiamo a vivere in ogni diocesi e vicariato e nella prelatura di Esquipulas quella giornata di preghiera. Cerchiamo di essere generosi e sosteniamo materialmente gli sforzi che la Conferenza Episcopale del Guatemala sta facendo in loro favore.
Concludiamo questo comunicato invocando Maria Santissima, nella sua invocazione di Nostra Signora del Rosario, affinché Ella interceda per questo paese sofferente ed sia Ella colei che lenisca il dolore e la pena di coloro che soffrono la perdita dei propri cari, come risultato della violenza che il paese sperimenta, ed incoraggi gli sforzi di tutti coloro che cercano di costruire un paese di pace e benessere.

Chiediamo che questo comunicato sia letto in tutte le parrocchie.
Guatemala, 26 Agosto dell'anno 2010.
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Mons. Pablo Vizcaíno Prado, Presidente della Conferenza Episcopale del Guatemala                            
Mons. Bernabé Sagastume, Segretario Generale della Conferenza Episcopale del Guatemala