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domenica 6 giugno 2010

153 - IL PRESIDENTE COLOM HA OGGI L’OPPORTUNITÀ DI RENDERE CONCRETI DEI MECCANISMI DI PROTEZIONE PER COLORO CHE DIFENDONO I DIRITTI UMANI.

Il presidente Alvaro Colom ha oggi l’opportunità cruciale di prendere due misure concrete a favore dei difensori dei diritti umani.
Due accordi governativi sono pronti per la firma del Presidente: uno crea il programma di protezione per i difensori dei diritti umani a rischio; e l’altro istituzionalizza e rafforza lo spazio comune tra autorità e società civile per analizzare gli assalti subiti dai difensori dei diritti umani.
Sebbene il governo attuale ha avuto alcune iniziative, la sua risposta alla situazione dei difensori dei diritti umani continua ad essere molto limitata. Il livello di impunità in questi casi è molto elevato e le misure di protezione continuano a non essere effettive.
L’esperienza dell’organizzazione Unità dei Difensori dei Diritti Umani del Guatemala (UDEFEGUA), dedicata alla protezione dei difensori dei diritti umani, è uno di questi casi.
La sua direttrice, Claudia Samayoa, e una delle sua ricercatrici, Erenia Vanegas, sono state vittime di una perquisizione domiciliare e di un possibile attentato il 2 febbraio e il 5 marzo 2010. Entrambe  hanno comunicato il fatto alle autorità immediatamente. Nonostante ciò le autorità non hanno disposto la prima misura di sicurezza fino al 9 di aprile, e solo su richiesta di organizzazioni nazionali ed internazionali. Lo Stato non ha ancora realizzato la maggior parte degli impegni nei confronti dei difensori.
Edgar Neftaly Aldana, dirigente del Sindacato Nazionale dei Lavoratori della Salute, ha ricevuto minacce di morte e la sua casa è stata colpita da spari da parte di sconosciuti il 1 aprile 2009  nella città di San Benito de Petèn.
Le minacce menzionavano le sue denunce di corruzione e di discriminazione nei servizi di salute dell’ospedale locale. A causa di queste aggressioni e della mancanza di protezione da parte della polizia, Edgar Neftaly Aldana è stato costretto a lasciare la città il giorno seguente. Alcuni funzionari statali si sono riuniti con lui a Città del Guatemala, e gli hanno detto che gli avrebbero assegnato protezione della polizia, ma lui avrebbe dovuto coprire le spese di trasporto, alimentazione e alloggio degli agenti a lui assegnati, cosa che per Edgar era impossibile. Edgar Neftaly Aldana si è visto costretto a rifiutare la protezione della polizia, e insieme alla sua famiglia, è rimasto nascosto fino al 27 di aprile.
Nella lettera inviata il 13 maggio al presidente Colom, Amnesty International chiede che si dia la priorità alla firma di entrambi gli accordi governativi, così come alla garanzia che questi siano frutto di una consultazione con la società civile e che dispongano delle risorse economiche ed umane necessarie per la loro applicazione effettiva.
“Il presidente ha oggi l’opportunità concreta di fare avanzare il concreto godimento del diritto alla difesa dei diritti umani in Guatemala. E’ nelle sue mani il potere di proteggere coloro che ogni giorno lavorano perché i diritti umani siano una realtà per tutti” afferma Amnesty International. 
Tutti gli anni l’Assemblea Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (OEA) esorta gli stati membri ad adottare le misure necessarie per proteggere i difensori dei diritti umani e per assicurare che non rimangano impuniti gli attacchi contro di loro. Questo stesso richiamo è stato ripetuto in varie occasioni dalla Relatrice Speciale dell’ONU sulla Situazione dei Difensori dei Diritti umani.
Dichiarazione Pubblica, 19 maggio 2010
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Informazione addizionale.
Il testo completo della lettera al presidente Alvaro Colom è disponibile in
http://www.amnesty.org/en/library/info/AMR34/003/2010/en
Amnesty International si è diretta anche al Pubblico Ministero, la cui responsabile ad interim è la signora María Encarnación Mejía  García de Contreras. Il testo completo di questa lettera si trova in