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mercoledì 2 giugno 2010

147 - LA CADUTA DEI PONTI CAUSA DANNI

La caduta di 18 ponti principali sul territorio nazionale ha isolato numerose comunità in una decina di dipartimenti, alcuni di quei ponti erano già stati distrutti in calamità precedenti.
“Ci sono varie comunità isolate, per esempio la parte sud di Baja Verapaz, dove sono stati distrutti i ponti La Canoa y Concuá, e altri a Sololá” ha affermato il presidente Alvaro Colom.
I ponti della Baja Verapaz sono stati travolti dalla piena del fiume Motagua.
“Pensavamo di collocare un ferry, ma a causa della forza delle acque abbiamo deciso di no, così stiamo pensando ad altre soluzioni” ha detto il presidente.
Sebbene siano ufficialmente 18 i ponti crollati, il Coordinamento Nazionale per la Prevenzione dei Disastri (Conred) ha ricevuto ufficialmente relazioni di almeno 106 ponti distrutti, ma le autorità hanno chiarito che si tratta di ponti provvisori o pedonali.
Oltre ai problemi per i ponti, molti tratti stradali erano ancora in attesa di essere liberati dai ostruzioni e frane, come la CA9-Sud, nel tratto da Amatitlàn a Palìn,
Guillermo Castillo,Ministro delle Comunicazioni, ha informato che alla mezzanotte di ieri sarebbe stata apera una corsia nel senso di marcia da Palìn a Amatitlán.
Altre strade importanti, come la CA2-Oriente, è bloccata per la caduta del Ponte Beatriz de la Cueva a Santa Rosa.
Ricostruzione milionaria.
Il processo di ricostruzione costerebbe oltre mille milioni di quetzales, dato che solo per le abitazioni dovrebbero essere spesi oltre 500 milioni di quetzales.
Inoltre, fonti del settore delle infrastrutture hanno assicurato che la rete viaria supererebbe la cifra delle risorse necessarie per la loro ricostruzione, cioè più di 500 milioni, e per questo si arriverebbe a mille milioni di quetzales.
“Aspetterei che domani mattina – oggi – ci fosse la prima bozza di una cifra realista, per ottenere risorse, sia del paese che prestiti esterni. Vorrei che non ci dovessimo indebitare molto, e c’è la solidarietà dei paesi amici, che si sta già manifestando”, ha detto Colom.
Per il periodo in cui si porterà a termine la ricostruzione, il presidente ha detto che esiste la possibilità che nei lavori di ricostruzione si possa contrattare manodopera degli residenti.
Colom ha reso noto che ha dato istruzioni ad Alberto Fuentes, ministro delle Finanze, perché si faccia una preventivo del budget previsto per la ricostruzione.
Ha anche annunciato che c’è stata l’offerta della Banca Interamericana per lo Sviluppo (BID) di 400 mila dollari americani come prestito non rimborsabile.
Inoltre oggi è prevista la visita di funzionari del BID e della Banca Mondiale (BM) per valutare le risorse di cui c’è necessità.
Inoltre c’è attesa perché il Ministero delle Finanze faccia le pratiche per il pagamento del prestito di 85 milioni di dollari autorizzato dalla Banca Mondiale, che ha bisogno della ratifica dello stato di calamità da parte del Congresso.
In mattinata Colom ha dichiarato a Los Amates, Izabal, che la metà della Costa Sud”era distrutta”, riferendosi alle coltivazioni di canna da zucchero e banane, e l’allevamento di gamberi.
“Dicendo il 50% pensavo a che da San Josè (Escuintla) fino alla frontiera con El Salvador, che credo essere la metà della Costa Sud, si sono perse tutte le coltivazioni, è tutto inondato”, ha aggiunto.
Il presidente ha ha affermato che saranno assegnate delle risorse per la ripresa agricola, e per questo ha designato il ministro Juan Alfonso De Leòn perché preveda un procedimento adeguato.
Gli aiuti arrivano
Colom ha sottolineato che la Colombia offrirà da domani un aereo C-130 e un elicottero. Il Messico darà un altro elicottero e l’Honduras altri sei.
Così si consoliderà il ponte aereo che è già iniziato a partire da ieri, nonostante le segnalazioni dell’Aeroclub di non permettere il volo con aerei ad ala fissa per distribuire aiuti.
“Siamo pochi e già iniziamo a ricevere gli aiuti” ha riferito Armando Asturias, rappresentante dei piloti privati dell’Aeroclub.
A questa rimostranza si è aggiunta Roxana Baldetti, deputata del Partido Patriota, che ha segnalato che non si permette distribuire gli aiuti che già sono disponibili.
Le autorità hanno spiegato che ciò avviene perché bisogna finire di pulire le piste per autorizzare i voli degli aerei, anche se questo non ha convinto i perplessi.
Come conseguenza della pioggia provocata dalla tormenta tropicale Agatha, il numero di persone morte è aumentato questa notte a 123 e non si conosce la destinazione di altre 90.
La Conred ha divulgato le ultime cifre, che elencano anche 69 persone ferite, 22.747 in condizioni di rischio e 50.200 trasferite in alloggi e 155.185 evacuate.
Inoltre oggi sono riprese le classi in Petèn, che è il dipartimento meno colpito e in modo graduale riprenderanno a frequentare le scuole gli studenti dei municpi mano mano che passi l’emergenza.
Prensa Libre 01/06/10