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lunedì 12 agosto 2013

779 - I POPOLI INDIGENI FANNO CONOSCERE LE PRINCIPALI RIVENDICAZIONI

Porre fine alla discriminazione ed emarginazione che vivono i Maya, Garifuna e Xincas è stata la principale richiesta che hanno presentato i popoli indigeni alla chiusura del Primo Congresso Nazionale su discriminazione e razzismo.
Secondo l'analista Alvaro Pop, finalmente è stato raggiunto il riconoscimento dell'esistenza del razzismo e ha detto che è una sfida perche lo Stato possa cambiare, perché non ci può essere democrazia senza multiculturalismo.
La discriminazione è una piaga regionale, tuttavia, bisogna prendere esempi come il Nicaragua, che ha già compiuto notevoli progressi, ha detto Pop; da parte sua, il commissario presidenziale contro la discriminazione e il razzismo, James Bolvito, ha detto che ci vuole la sensibilizzazione sociale per affrontare le sfide che sono emerse.
Tra le principali esigenze individuate dalle popolazioni indigene vi è la creazione di uno spazio per l'unità nazionale e per affrontare i problemi, che a sua volta proponga la riforma dello Stato nell'ambito di un concetto di approccio multiculturale. Il trattamento immediato dell’agenda legislativa indigena, che per 10 anni non è stata approvata, evitare la riproduzione di posizioni razziste, discriminatorie e concetti di odio nei mezzi di comunicazione.
Inoltre, che i poteri dello Stato garantiscano il bilancio delle istituzioni indigene, in modo che possano svolgere il proprio mandato e che il settore economico tradizionale e quello emergente possano ampliare le opportunità di sviluppo degli indigeni.
Il Primo Congresso Nazionale sulla discriminazione e il razzismo si è svolto nell'arco di tre giorni, il tempo durante il quale si sono realizzati workshop e discussioni circa l'accesso alla terra, alla salute e all'istruzione, così come una possibile riforma costituzionale che permetta di ridurre la discriminazione e il razzismo in tutte le aree.
CERIGUA 10/08/ 2013