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martedì 16 novembre 2010

318 - GUADAGNI MILIONARI DELLO SFRUTTAMENTO MINERARIO NON ARRIVANO ALLE COMUNITÀ – 2 -

Prensa Libre ha visitato i municipi che confinano con la miniera, per conoscere da vicino le opinioni degli abitanti e se realmente con Marlin era arrivata la prosperità agli abitanti.
Ma quello che trovò, fu il contrario. Paura, incertezza, frustrazione, indifferenza e conformismo sono alcuni dei sentimenti ed atteggiamenti che segnalano gli abitanti, quando si chiede loro sui benefici che hanno ottenuto della miniera.
Gli antichi proprietari dei terreni dove opera Marlin non immaginarono mai che le loro terre "valevano oro"; al contrario, alcuni assicurano che li obbligarono a venderli, con l'argomento che non erano produttive.
Tra lacrime, Emitelio Bámaca, di 74 anni, ricorda che, nel 2004, leader della Montana Exploradora offrirono 4.000 quetzales per corda di terreno, oltre ad impieghi e sviluppo per la popolazione. “Non ci dissero mai che era oro quello che avrebbero estratto da qui… ed ad alcuni li obbligarono a vendere", ricorda con dispiacere.
Quattro anni dopo aver iniziato lo sfruttamento dei metalli preziosi - oro ed argento - nel luogo, non tutti condividono l'idea che quell'industria ha portato benefici per i contadini che vivono lì: "Qui eravamo poveri, e continuiamo ad essere poveri", ha detto Silvia Pérez, chi risiede vicino alla miniera.
"Noi abbiamo bisogno di progetti produttivi che ci permettano di lavorare vicino alle nostre case, perché qui manca il lavoro", sostiene Timoteo Sánchez, sindaco del villaggio Pie de la Cuesta (Sipacapa), municipio nel quale gli abitanti si sono opporsi ai lavori di sfruttamento, nonostante la miniera assolo occupi il 13% del suo territorio.
Rappresentanti della miniera assicurano che più di mille persone lavorano nell'impresa, tra locali e di altri dipartimenti. Quelli che furono contrattati dicono essere tranquilli. "Io non ho avuto nessun problema, e la cosa buona è che pagano puntuale", assicura Celestino Pérez, che lavora da quattro anni con Montana.
Quelli che non riuscirono ad avere un impiego o furono licenziati, dicono che temono per il futuro ambientale della regione. "Vogliamo sapere che cosa succederà con tutti i rifiuti", dice Manuel Ambrosio Tojil, di Sipacapa.
I 294.7 di milioni quetzales che l'impresa afferma di aver pagato allo Stato del Guatemala fino a gennaio 2009 - tra imposta sul Reddito, regalie e contributi alla comunità - non sono sufficienti, assicurano gli abitanti. In realtà, fino a alcuni mesi fa neanche la Municipalità di San Miguel Ixtahuacán era soddisfatta con gli oltre 23 milioni di quetzales che la Montana Exploradora gli ha consegnato in questi anni.
"Noi chiediamo di più per quello che stanno facendo; per quel motivo presentiamo loro un progetto di sviluppo, ed ora consegneranno un milione di quetzales mensili, addizionale alle regalie", spiegò Nicolás Aguilar, primo consigliere comunale di quella località.
Da vicino
Arrivare da Sipacapa e San Miguel Ixtahuacán in auto, dalla città di San Marcos, continua ad essere difficile, oltre alle avvertenze di precauzione da parte di alcuni autorità, per conflittualità della zona. Si devono percorrere circa 60 chilometri su strade sterrate.
Benché la distanza sia relativamente breve, il cattivo stato della strada fa che il viaggio superi le tre ore. In quella direzione non ci sono segnali di transito, e per seguire la strada giusta verso la miniera bisogna chiedere costantemente agli abitanti.
Inoltre, questo mese il Governo effettua lavori di riparazione su quelle arterie di comunicazione, perciò è comune trovare blocchi e deviazioni.
I rappresentanti della miniera raccomandano arrivare a Marlin lungo la strada Interamericana, in direzione di Huehuetenango, ed attraversare al chilometro 241. Da quel lato il viaggio richiede meno tempo, ma anche le vie sono sterrate.
In quel tratto i segnali stradali sono frequenti, e nelle comunità che si trovano durante il tragitto si osservano le opere della miniera, come cucine comunitarie nelle scuole, cassette dei medicinali nei centri di salute e pali dell’illuminazione elettrica.
Tutte quelle opere sono dipinte di azzurro e verde, e recano il logo della Montana Exploradora. A fianco di ognuna si osserva un cartello con gli importi investiti dalla miniera (Q24,2 milioni in totale) e dalla comunità in ogni progetto.
Tuttavia, le persone che vivono ai lati della strada insistono nel dire che le opere non sono sufficienti e si lamentano del costante passaggio di camion e la polvere che si "solleva" nell'aria.
In San Miguel Ixtahuacán c'è un tratto di poco più di 19 chilometri che è stato asfaltato dalla miniera, ma secondo dati ufficiali, quello solo rappresenta il 2% delle strade del municipio.
I terreni che oggi sono proprietà della miniera sono cintati. Quelli che sono già stati sfruttati sono rimboscati dai lavoratori, ma neanche ciò è sufficiente per gli abitanti, che pensano che la terra rimarrà inquinata dal cianuro che si usa per l'estrazione di metalli preziosi.
Da differenti tratti della strada si può osservare la diga di sbarramento - composta da acqua, cianuro ed altri rifiuti della miniera -, la quale si è trasformata nella principale preoccupazione degli abitanti, che discutono il futuro dei liquidi che vi si depositano. La "nostra" terra è avvelenata, si lamentano.
I rappresentanti della miniera assicurano che una impianto di trattamento ripulisce l'acqua, che si asciugherà in futuro, e su quel terreno semineranno alberi, per rimboschire il luogo. I lavoratori, nel frattempo, affermano che non temono nessun problema futuro.
L'organizzazione Sierra Madre - creata dalla miniera - sarà la responsabile della protezione dell’ambiente quando finisca lo sfruttamento di metalli.
(Prensa Libre) - Adital – 25/10/2010