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martedì 19 ottobre 2010

284 - SI RIAPRE LA POLEMICA PER LA PENA DI MORTE

La discussione sull'applicazione della pena di morte si è riaperta nel paese dopo l'approvazione dell'indulto presidenziale, e l'annuncio del presidente Álvaro Colom che vieterà il decreto non appena arrivi all’Esecutivo. Nonostante ciò, la polemica continuerà perché, nonostante il veto, se il Potere Legislativo riesce a riunire 105 voti potrebbe disporre la sua pubblicazione, e pertanto, entrerebbe in vigore il 15 di gennaio del 2012.
Il Congresso ha approvato un decreto che alla data citata restituirà al presidente il potere di decisione sull'indulto della pena capitale, ma sarà il prossimo presidente colui che potrà concedere o rifiutare la grazia, poiché assumerà l’incarico il giorno prima.
Al rispetto, differenti settori hanno opinioni contrarie. "Se tocca a me sanzionarla, allora pongo il veto", ha esposto con voce ferma, Colom, consultandolo circa la sua posizione.
La "mia posizione è la stessa del 2008, e non è cambiata, per le stesse ragioni", ha riferito, rispetto a che quell'anno aveva vietato già un altro decreto simile perché considera che il presidente non è colui che deve decidere se si condanna a morte un recluso.
Tuttavia, il blocco di Libertà Democratica Rinnovata (Lider), continua a difendere quella misura.
Il dirigente di Lider, Manuel Baldizón, ha affermato: "Questa è una luce che apre l'opportunità di applicare la legge per quello per cui è stata fatta. Il 89.6% della popolazione esigeva la pena di morte, ed oggi diciamo al Guatemala missione compiuta."
Osservazioni contrarie
Javier Monterroso, del Centro di Investigazioni Giuridiche, Politiche e Sociali, ha riferito che il Congresso, specialmente i partiti Lider e Partito Patriota, stanno cercando voti per le prossime elezioni.
"Utilizzano il populismo più evidente perché non ci sono prove che la pena di morte è stata dissuasiva. I paesi più sicuri del continente - Costa Rica, Uruguay ed Argentina - non contemplano quella sanzione e l'eliminarono molti anni" fa, affermò.
Secondo Monterroso, la deroga del Patto di San José pone il Guatemala in ambito internazionale come un paese che non rispetta i diritti umani.
"Lì si stabiliscono diritti civili, politici, economici e sociali che sono stati riconosciuti per tutti i paesi del continente", ha detto.
Frank la Rue, relatore del Sistema delle Nazioni Unite, ha sostenuto che buona parte della comunità internazionale si è opposta alla pena capitale.
"La pena di morte è condannata in tutto il mondo, e le Nazioni Unite hanno una posizione sulla pena di morte che deriva dal fatto che non qualifica né il delitto né il delinquente, piuttosto la responsabilità dello Stato", spiegò.
La notizia è di Prensa Libre
Adital – 07/10/2010