Benvenuti nel blog “Orizzonte Guatemala”! Siamo un gruppo di amici del Guatemala e con questo strumento di comunicazione e condivisione vogliamo contribuire a fare conoscere l’attualità di questo bellissimo paese, al quale ci legano vincoli di amicizia e di solidarietà con tanti amici guatemaltechi.


domenica 25 aprile 2010

113 - RICORDANDO MONSIGNOR GERARDI

QUALE È LA TUA VERITÀ, POPOLO DEL GUATEMALA?
Ponzio Pilato chiese a Gesù: Che cosa è la verità? La classica domanda opportunista del funzionario romano, rappresentante di un impero che cercava una uscita per non riconoscere la viltà di fronte alla pressione della dirigenza giudaica nel processo che si svolgeva contro Gesù. Per questo, la conclusione di questo processo non era da meravigliarsi : “si lavò le mani”.
Juan Gerardi, vescovo ausiliare di Guatemala, prima vescovo diocesano di Verapaz e del Quichè, assassinato vigliaccamente dodici anni fa, ha osato chiedere la popolo del Guatemala: Quale è la tua verità, popolo oppresso e umiliato, schernito e disprezzato, assassinato e fatto scomparire, dopo 36 anni di una guerra fratricida, sangiunosa e crudele?
Juan Gerardi non era un funzionario, e nemmeno il rappresentante di un impero. Era un pastore sensibile al dolore del suo gregge, sentinella intelligente che intravedeva il futuro di queste terre, con il cuore plasmato dalla tristezza e dall’ingiustizia dei popoli che egli serviva, sia nella Verapaz che in Quichè.
La sua anima di bambino era stata profondamente colpita da tutto quello che vedeva e sentiva, constatava e sperimentava nei suoi viaggi pastorali, nei suoi incontri con la gente impoverita, discriminata per la condizione indigena, abbandonata alla propria sorte, dimenticata.
Fece quella domanda per trovare una risposta che sanasse le ferite, desse sollievo alle profonde sofferenze dell’anima del popolo guatemalteco, aprisse il cammino per dare dignità alle vittime del conflitto armato e permettesse agli assassini di riconoscere le loro colpe e chiedere perdono a coloro che avevano sofferto. Solamente in questo contesto si poteva raggiungere una pace stabile e duratura come la chiedevano fortemente i negoziatori degli Accordi di pace.
A questa domanda ci fu una doppia risposta: il progetto “Recupero della memoria storica”, in quattro volumi “Guatemala Mai più” e l’assassinio del Vescovo.
Sfortunatamente non si è voluto capire nè l’opera nè la persona di Juan Gerardi. Vogliamo solo lavarci le mani?
(Mons.Alvaro Ramazzini Imeri, vescovo di San Marcos)

* * *

MONS. GERARDI DODICI ANNI DOPO
Ricordo Mons. Gerardi per i laboratori del REHMI. Avevo dovuto coordinare tutto il lavoro del Recupero della Memoria Storica del Quichè, assistevamo ai laboratori, che erano parte della metodologia che ha permesso di realizzare questo processo. Erano sessioni di lavoro tecnico, ma anche spazi di dialogo e discussione interna su temi difficili e intensi sulle differenti realtà che riguardavano REMHI. Mons. Gerardi partecipava, come uno tra tutti ,agli incontri ai quali era necessario. Impressionava la sua acutezza nel’analizzare le situazioni, la serenità nel trattare argomenti complicati, l’onestà di collocarsi di fronte ai fatti e di fronte alla storia. Senza dubbio si può considerare come un pastore provato come l’oro nel fuoco della sofferenza. La sua vita si può comprendere solamente a partire dalla vita di Cristo in lui.
Il nucleo centrale della sua vita si inquadra come Vescovo del Quichè, perchè il centro della sua missione, il tempo d’oro della sua vita, è stata la missione che ha realizzato in questa Diocesi, in un tempo di passione e fermento per i problemi socio politici ed economici dell’America Latina, un continente caratterizzato dall’ingiustizia.
Sebbene si sia generata una nube oscura intorno alla sua vita, alla sua missione e la sua morte, per occultare ciò che la sua azione pastorale ci aveva rivelato sulla realtà di atrocità e morti crudeli, sui crimini che sono stati commessi contro migliaia di guatemaltechi, la sua vita è carica di segni del Vangelo, il suo corpo segnato con le piaghe della passione di Cristo.
Il progetto del Recupero della Memoria Storica, che ha proposto ai suoi confratelli vescovi, è stato l’ultimo compito, il culmine della sua missione, per la quale è stato sacrificato dai poteri di morte installati in Guatemala, con l’aiuto soprattutto di paesi come gli Stati Uniti, che in quel periodo della storia, hanno finanziato e armato coloro che tolto la vita a migliaia di vittime indifese, che hanno bagnato con il loro sangue la terra guatemalteca.
Ma Monsignor Gerardi è più di quello che è stato scritto su di lui, un umanista la cui sensibilità per le sofferenze del prossimo lo ha spinto ad impegnarsi a comprendere la realtà guatemalteca, origine di una sofferenza storica ancora persistente fino ad oggi.
Tra le molte cose che ha fatto, il maggior servizio a favore della vita è stato quello di promuovere lo sviluppo della raccolta di dati e l’analisi della realtà storica del Guatemala, che ha evidenziato l’esistenza e il modus operandi delle strutture del crimine organizzato responsabili di tante morti. Se queste strutture non sono state smantellate e portate in giudizio, si deve al fatto che non c’è stata la volontà, per differenti ragioni o interessi, da parte degli organismi corrispondenti.
Ci ha lasciato una eredità coraggiosa, e ora aspettiamo una nuova figura che con il modo di agire di questo caro pastore e vescovo, Martire della verità, possa guidare la tappa seguente, quella che permetta al paese di abbandonare la follia della morte e del crimine verso la tanto desiderata pace.
Che questa pace armata, che costruirono coloro che la patteggiarono, possa essere trasformata in vera pace per tutti coloro che la desideriamo e la meritiamo.
(Padre Rigoberto Perez Garrido, El Quiché, Guatemala).