Benvenuti nel blog “Orizzonte Guatemala”! Siamo un gruppo di amici del Guatemala e con questo strumento di comunicazione e condivisione vogliamo contribuire a fare conoscere l’attualità di questo bellissimo paese, al quale ci legano vincoli di amicizia e di solidarietà con tanti amici guatemaltechi.


giovedì 5 agosto 2010

220 - SIPACAPA CINQUE ANNI DOPO - 2 –

Il Sindaco Delfino Tema, vestito di bianco, è stato presente per chiarire le cose. Egli ha spiegato a varie centinaia di abitanti che i funzionari municipali hanno accettato l'offerta solo dopo avere consultato i residenti locali ed ascoltato molte comunità che desideravano avere accesso a quei fondi. Inoltre, il denaro sarà amministrato dalla compagnia, non dalla municipalità, ha detto, per evitare che sorgano conflitti di interesse.
“C’è chi dice che la compagnia ci ha già dato il denaro. Non potrebbe esserci qualcosa di più lontano dalla realtà che questo. Non abbiamo visto il denaro", ha insistito. "La comunità comanda e faremo quello che deciderà. Decidiamo insieme come spendere il denaro."
L'applauso è stato educato ma laconico e la moltitudine ha lasciato il municipio dirigendosi all'altro lato del paese, al salone parrocchiale per la Messa ed il pranzo. Il mormorio ed i cartelli indicavano lo scontento generalizzato.
Nel frattempo, ho approfittato del momento per avvicinarmi ad Arclia Cruz Carrillo, del paese di Canoj - una dei sindaci che agiscono come capi dall'amministrazione per i paesi della regione, tutti al riparo della municipalità di Sipacapa, la quale comprende Canoj ed altri paesi ed insediamenti nella regione.
Carrillo non era contenta. "La verità è che è tutto molto confuso, perché i nostri leader prima dicono di no e poi di sì. Noi vediamo l'acqua inquinata, la nostra comunità divisa - e ciò è molto triste, noi siamo stati sempre saldi in questa lotta. Preghiamo Dio perché questa compagnia si porti via il suo denaro e se ne vada il più presto possibile."
La Chiesa Cattolica era adornata con raso verde per l'occasione, e si è riempita di gente. Non sapeva che cosa sperare, Padre Mario declinò parlare con me prima della riunione, dicendo che era appena arrivato alla comunità e, i miei amici della COPAE dissero che egli fino al momento non si era invischiato nella lotta.
Tuttavia, non ci è voluto molto tempo per capire che questa non sarebbe una Messa ordinaria.
Padre Mario, vestito di bianco, si è recato tranquillamente al pulpito e ha preso un versetto del libro di Lucas sulla parola di Gesù ai suoi discepoli: "Pertanto vi dico, non vi preoccupiate per la vostra vita, che cosa mangerete, né per il corpo, che cosa dovete vestire. La vita è più della carne, ed il corpo è più del vestito. Considerate i corvi che né seminano, né mietono, e Dio li alimenta, quanto più siete importanti degli uccelli? "Considerate i gigli, come crescono: non lavorano né filano, e tuttavia vi dico che Salomone in tutta la sua gloria si vestì come uno di essi."
Poi passa al Vangelo di Matteo e le cose diventano interessanti.
"Nessuno può servire due padroni: perché o odierà uno ed amerà all'altro, oppure si legherà a uno, e non si curerà dell'altro. Non potete servire Dio e la miniera."
Padre Mario prendeva una posizione nella lotta, senza dubbio.
"Quale è il regno di Dio?", domandò loro. "Alcuni dicono che è l’aldilà. Io dico che è la giustizia, è quello che tutti stiamo cercando. Ma tutti sappiamo che l'altro dio può essere il denaro, il quale può trasformarsi in un idolo."
Poi ha fatto un sermone molto eloquente, nel quale ha ricordato Gesù che avvisava i suoi discepoli circa il tradimento.
"Cerchiamo miracoli all’ultimo momento", ha avvertito. "Un popolo povero è facile da comprare, ma i suoi soldi saranno spesi nei bar e in posti ambigui che dividono la mia gente."
"Dio ha creato un giardino, non un deserto. Che cosa state facendo, gente mia?"
La comunione si è svolta silenzio. Ma prima di andare via, padre Marcos ha previsto la riunione per commenti pubblici.
"Ricordino che i nostri nemici non sono quelli in carne ed ossa" ha detto Juan Monterroso del Consiglio di Popoli di San Marcos, del quale Sipacapa fa parte. "Essi sono i le multinazionali, silenziose, ci manipolano. La dignità di Sipacapa è molto più preziosa di otto milioni di quetzales.
"Ricordate, gli spagnoli ingannarono i nostri genitori con pezzi di oro. Che cosa diremo ai nostri figli e nipoti sulla decisione che stiamo prendendo ora?"
Dopo la celebrazione, Monterroso ha riflettuto sulla situazione attuale in Sipacapa: "La stessa compagnia sta creando questa confusione, è parte della sua strategia", ha detto, stanno cercando vari meccanismi per dividere alla comunità, ma Sipacapa è una comunità con un alto grado di dignità e credo che alla fine della giornata, riaffermeranno all’America latina e al mondo che la sua dignità non è in vendita."
(Tracy L. Barnett, Progetto Speranza)
COPAE 8/07/2010