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domenica 12 maggio 2013

745 - ESTRATTI DELLA SENTENZA CONTRO EFRAIN RIOS MONTT - 3 -

Piani militari
Noi giudici sappiamo che per qualunque attività umana che realizzi processi di pianificazione esiste una motivazione previa, un obiettivo da raggiungere. Le idee sorgono nel pensiero umano dove si giustificano e si elaborano le attività tendenti alla realizzazione degli obiettivi, determinando a chi vanno diretti, la metodologia, le tecniche e anche la valutazione dei risultati, e ciò è applicabile a qualunque area della conoscenza. Fu anche utilizzato e posto essere nei piani operativi dell'Esercito, identificati come piano Victoria 82, Firmeza 83 e piano Operazione Sofia, con la finalità di distruggere quelli che erano considerati come nemici, all’interno del contesto del conflitto armato che si produsse nel nostro paese.
Il piano Victoria 82 contempla come obiettivi identificare la popolazione, eliminare i sovversivi che non potevano deporre le armi, distruggere i comitati clandestini locali e ordina la militarizzazione dalle persone, come l'uso di operazioni psicologiche per cambiare il modo di pensare. Si usano reti di informatori e l'indottrinamento contempla la formazione di pattuglie e posti di registro, censimenti e l'obbligo dei responsabili di fare rapporto ogni 15 giorni sulla situazione, negli annessi si trova il foglio di comando che prevede la comunicazione al presidente della Repubblica e comandante generale dell'Esercito, circostanza importante perché serve per stabilire che l'accusato José Efraín Ríos Montt era informato del riferito piano.
È importante analizzare come dentro le istruzioni si indica che “si deve rispettare la vita di donne e bambini fino a dove sia possibile", dettaglio che lasciò aperta la possibilità di ammazzare questi elementi della popolazione. L'istruzione avrebbe dovuto contemplare la proibizione totale per difendere e proteggere la popolazione civile, cosa che non avvenne nel presente caso. Dentro la documentazione annessa al piano Operazione Sofia si trovano telegrammi nei quali si stabilisce che si catturarono bambini, i quali furono portati al distaccamento. Nei telegrammi si informa anche che si controllava la popolazione e che si era compiuta la missione. Seguendo una via logica, troviamo che i piani prima enunciati presentano una correlazione, dato che il piano Victoria 82 e Firmeza 83 danno le linee, la strategia da seguire, mentre il piano Operazione Sofia prevede la realizzazione.

Perché genocidio
Effettuando analisi dottrinaria del delitto di genocidio e confrontandola con le prove prodotte nel dibattito, troviamo che con le dichiarazioni di donne ed uomini ixiles è stato verificato che effettivamente appartengono al gruppo etnico ixil e che le loro comunità erano ubicate nelle aree di Santa María Nebaj, San Juan Cotzal e San Gaspar Chajul, nel dipartimento di Quiché, ed è stato provato che erano popolazioni civili dedite all'agricoltura. Attraverso le prove apportate nello svolgimento del dibattito con la dichiarazione delle vittime e con perizie, si è verificato che è stato parzialmente distrutto un gruppo etnico un 5,5% della popolazione maya ixil, essendosi compiuto il massacro di membri del gruppo, come si dimostra grazie alle dichiarazioni delle vittime sopravvissute, che indicarono con chiarezza come furono ammazzati i loro parenti, e le perizie antropologiche ed archeologiche mostrano l'esistenza di molteplici cimiteri clandestini.
Durante il presente dibattito si è verificato in forma obiettiva che la popolazione civile del gruppo ixil fu oggetti di assassinio in forma massiccia, massacri, torture, violenze sessuali massicce, spostamento forzato, trasferimento di bambini di un gruppo etnico ad un altro, per quello che i giudici sono completamente convinti dell'intenzione di produrre la distruzione fisica del gruppo ixil. Per questo si constata nel caso che si giudica che si sono prodotti gli elementi che configurano il delitto di genocidio, regolato nell'articolo 376 del Codice Penale. – continua -
Prensa Libre, 12/05/2013