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sabato 11 maggio 2013

739 - RIOS MONTT DA PRESIDENTE A COLPEVOLE DI GENOCIDIO

Fino alla fine, l'accusato José Efraín Ríos Montt si è dichiarato innocente. Tuttavia, una giudice guatemalteca ha deciso il contrario e l'antico uomo forte del Guatemala si trasformò nel primo ex presidente del mondo a essere dichiarato colpevole di genocidio da un tribunale nazionale.
Solo un giorno prima, di fronte ad un pugno gruppo di indigeni Ixil, che assistevano all'udienza nel tribunale di Città della Guatemala, alcuni con cuffie per ascoltare la traduzione nella loro lingua, e nell'unica volta che ha parlato durante i tre mesi del processo, Rios Montt aveva detto "sono e mi dichiaro innocente", con una voce che non rivelava i suoi 86 anni.
“Non autorizzai mai, non firmai mai, non ordinai mai che si attentasse contro una razza, etnia o gruppo religioso", ha aggiunto.
Ovviamente ciò non era quello che desideravano ascoltare i parenti - tra essi uno degli avvocati accusatori - dei più di 1.700 indigeni maya massacrati dall'esercito guatemalteco tra agosto 1982 e marzo 1983.
Quello che desideravano sentire è arrivato venerdì dalla bocca della giudice Jazmin Barrios, che ha dichiarato Rios Montt colpevole di genocidio e crimini contro l'umanità, e lo ha condannato a 80 anni di prigione, 50 dei quali per il genocidio degli ixiles.
La condanna all'uomo che governò con pugno di ferro il suo paese tra 1982 e 1983 è la dimostrazione di come sono cambiate le cose in Guatemala ed America Latina negli ultimi tre decenni.
La carriera nelle armi
Nato il 16 giugno 1926 nel seno di una famiglia cattolica in un piccolo municipio di Huehuetango, Efraín Ríos Montt entrò nell'esercito a 18 anni. Lì avrebbe passato buona parte della sua vita.
L'esercito guatemalteco è stato un protagonista centrale nel gioco politico del Guatemala durante la sua vita repubblicana. E con lui, Rios Montt.
Guerra civile in Guatemala
Per alcuni, la guerra civile iniziò col rovesciamento di Jacobo Arbenz nel 1954. Per altri, nella decade degli anni ‘60.
Più chiaro è la data della sua fine: nel 1996, dopo di un lungo processo di pace. Il saldo: almeno 200.000 morti e 25.000 desaparecidos.
Una grandissima maggioranza delle vittime era indigena. Tra essi almeno 29.000 ixiles.
Secondo alcuni notizie, ebbe una piccola parte in uno dei fatti che segnarono la storia del secolo XX in questo paese centroamericano: il rovesciamento, nel 1954, del presidente di sinistra Jacobo Arbénz, in colpo di stato organizzato dalla Cia.
Il suo ruolo sarebbe molto più importante 20 anni dopo, nel 1974, quando – dopo essere arrivato ad essere brigadiere generale e capo di stato maggiore dell'esercito - si presentò come candidato alla presidenza a nome del Fronte di Opposizione Nazionale. Quella volta perse di fronte ad un altro generale: Kjell Eugenio Leugerud García.
In quell’occasione Rios Montt parlò di una massiccia frode contro di lui ed accusò la Chiesa cattolica di averla orchestrato, per la sua presunta persecuzione dei maya cattolici. Indicò anche la chiesa cattolica come un covo di comunisti.
È possibile che ciò influisse affinché, nel 1978, Rios Montt abbandonasse la Chiesa Cattolica e si trasformasse in ministro della Chiesa Pentecostale della Parola, con sede in California.
Colpo di stato
Nel marzo 1982, un colpo di stato guidato da Efraín Ríos Montt ha allontanato due presidenti: il presidente uscente Fernando Romero Lucas García e l'eletto ma ancora non in carica Ángel Aníbal Guevara (entrambi militari).
Diciassette mesi è stato al potere Rios Montt prima di essere, a sua volta, abbattuto dal suo ministro della Difesa il 18 agosto 1983.
Quel mezzo migliaio di giorni lo perseguiteranno per il resto della sua vita. Durante quel periodo creò le Pattuglie di Autodifesa Civile, che armò ed coinvolse a pieno titolo i civili nel conflitto; fu un aperto difensore del ramo fondamentalista del protestantesimo, che lui seguiva - in un paese a gran maggioranza cattolico - e si rifiutò di ascoltare le domande di clemenza del Papa Giovanni Paolo Paolo II per sei uomini condannati a morte.
Fu anche il comandante supremo delle Forze armate durante gli otto mesi in cui si perpetrò il massacro degli indigeni maya ixil.
Dopo
In qualche modo, la sua vita successiva è stata un lungo epilogo a quei 17 mesi.
Nel 1989 fondò il partito Fronte Repubblicano Guatemalteco, col quale tentò di candidarsi alla presidenza un anno dopo, ma una disposizione della Costituzione che proibiva a partecipanti in colpi di stato di candidarsi, lo ostacolò.
Tornò a tentare la candidatura nel 2003, con lo stesso partito. Quando la Corte Suprema di Giustizia sospese la sua campagna, Rios Montt chiamò i suoi seguaci a protestare per strade. Per due giorni si produssero scontri in Città del Guatemala
Poco dopo la Corte Costituzionale cedette e Rios Montt poté presentarsi alle elezioni. Arrivò al terzo posto, con il 19% dei voti.
Mentre questo succedeva, in Spagna si svolgeva un processo contro di lui per genocidio, detenzione illegale e terrorismo di Stato, iniziato nel 1999 dal premio Nobel della Pace guatemalteca ed indigena maya Rigoberta Menchú.
In questo processo, nel settembre 2005 il Tribunale Costituzionale della Spagna affermò che i tribunali di quel paese potevano giudicare persone accusate di crimini contro l'umanità, anche se le vittime non fossero spagnole.
In Guatemala
Tuttavia, come avvenne con Augusto Pinochet in Cile o con Jorge Videla in Argentina, non fu una nazione straniera quella che giudicò a Rios Montt, bensì i tribunali del proprio paese.
Ci furono reazioni di giubilo dopo la sentenza.
Nel gennaio 2012, quando terminò la sua immunità come membro del Congresso - era stato eletto nel 2007 - fu accusato formalmente di genocidio e crimini contro l'umanità insieme ad altri tre ex generali.
Esattamente un anno dopo, il 28 gennaio 2013 si diede inizio allo storico evento, nel quale per la prima volta nel mondo, un ex capo di Stato affrontava un giudizio per genocidio davanti ad un tribunale nazionale.
E questo giudizio ha mostrato quanto continuano ad essere aperte le ferite della storia in Guatemala: in una pubblicazione intitolata “La farsa del genocidio” che circolò la settimana scorsa in Guatemala, la “Fondazione contro il Terrorismo” dice che il giudizio contro Rios Montt è una cospirazione marxista dalla Chiesa "cattolica."
Fuori del tribunale si svolgevano marce a favore e contro l'ex presidente de facto.
Nel tribunale, dopo essersi rifiutato di parlare durante tutto il processo, l'accusato ha preso per la prima volta la parola giovedì 9 maggio per dichiararsi innocente.
Ma venerdì 10 maggio una giudice guatemalteca ha deciso il contrario. Ora tutto indica che José Efraín Ríos Montt finirà i suoi giorni dietro le sbarre.
BBC Mundo, 10/05/2013