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sabato 20 aprile 2013

723 - MOVIMENTO DENUNCIA LEGGI CHE FAVORISCONO LE ATTIVITÀ MINERARIE ED ESIGE RISPETTO PER IL POPOLO

Durante il secondo incontro contro l'estrazione mineraria, svoltasi dal 10 al 14 aprile nella città di Aguacatán, a Huehuetenango, il movimento mesoamericano contro il modello estrattivo minerario ha presentato una analisi del modello estrattivo minerario globale e regionale e le sue conseguenze per le comunità, l'ambiente e la cultura nella regione mesoamericana. Alla riunione hanno partecipato i rappresentanti di Panama, Nicaragua, El Salvador, Honduras, Messico, Stati Uniti e Canada, e Guatemala.
Nell'analisi, i membri del movimento hanno convenuto che negli ultimi tempi c'è stata una escalation di conflitti derivanti dall'imposizione del modello estrattivo in tutta la regione, così come una maggiore consapevolezza e mobilitazione delle comunità interessate. Per loro, il termine "miniera verde, sostenibile e responsabile" è solo un discorso che cerca di mascherare e promuovere l’attività mineraria.
Le trattative tra i governi e le società multinazionali private hanno causato, secondo il movimento, la perdita di territori e risorse naturali, oltre che azioni di contrasto, la repressione e la criminalizzazione delle comunità danneggiate dallo sfruttamento minerario, privilegiando la sicurezza degli investitori, piuttosto che la protezione della vita e dei diritti umani.
In un comunicato, il movimento ha denunciato l'uso della legislazione e dei programmi di governo per attrarre investimenti stranieri, dove, le imprese minerarie inquinano l'acqua, degradano l'ambiente e favoriscono la perdita di qualità della produzione del suolo, appoggiandosi a leggi che favoriscono l'impunità di tali attività a danno della sovranità alimentare e culturale dei popoli. Essi hanno inoltre criticato la riforma delle leggi minerarie che violano il diritto internazionale, come la consultazione popolare e consenso libero e informato dei popoli.
Per il movimento, i privilegi fiscali concessi al settore minerario con riforme fiscali, alimentano la "falsa idea di sviluppo minerario" in cambio di "elemosina" chiamate "royalties", che mai rimedieranno all’impatto e ai danni causati dallo sfruttamento minerario. "In contrasto con i volumi dei cosiddetti "benefici” economici del modello estrattivo predatore oggi possiamo affermare che i costi dei danni ambientali causati dalle attività estrattive transnazionali e superano di gran lunga i cosiddetti benefici e minacciano di aumentare e di diventare irreversibili", si mette in guardia nel documento.
In questa situazione, il Movimento mesoamericano contro il modello estrattivo richiede ai governi di abolire le leggi minerarie che interessano i loro territori, il rispetto per l'autodeterminazione e la sovranità dei popoli, la non criminalizzazione della lotta per difesa della Madre Natura e la trasparente diffusione delle informazioni in materia di concessioni. Inoltre chiedono il rispetto del diritto dei popoli indigeni e delle consultazioni preventive e dei cittadini, in base alla Convenzione internazionale 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL).
"Ribadiamo che nel nostro popolo ci sono modelli di vita differenti dalla logica e dagli effetti del modello minerario estrattivo predatore. Chiediamo e lottiamo per il rispetto degli stili di vita e chiediamo politiche pubbliche che rispondano, promuovano e facilitino la costruzione, l'ampliamento e il rafforzamento di quegli stili di vita legati agli interessi autentici dei nostri popoli e della natura ", conclude.
Adital, 15/04/2013