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martedì 9 aprile 2013

713 - I BAMBINI SONO STATI SEQUESTRATI E PRIVATI DELLA LORO IDENTITÀ E CULTURA

Con strazianti testimonianze, che hanno raggiunto il numero 98, è continuato il processo per genocidio contro i militari José Efraín Ríos Montt e Jose Mauricio Rodriguez Sanchez. Jacinto, che era un bambino nel 1982, racconta che il giorno in cui esercito è arrivato al suo villaggio, vide come uccisero la madre con un machete, anche il suo fratello è stato ucciso, mentre l'interprete che ha accompagnato i soldati gli disse: "Non piangere, altrimenti stesso accadrà a te", poi i soldati lo presero in elicottero insieme ai suoi fratelli e li portarono in capitale e in Petén dove ha vissuto in diverse case per i bambini da dare in adozione. Egli riferisce che dormiva in una casa dove è stato maltrattato dalla signora che curato.
"Io non parlo Ixil, quando mi hanno preso i soldati parlava Ixil al cento per cento, ora parlo solo spagnolo" ha spiegato Jancinto alla Corte. Quando ha raggiunto la maggiore età ha cercato di ottenere i documenti di identità, ma in comune gli hanno detto che quei cognomi non esistevano, ed è stato allora che si rese conto che l'esercito aveva falsificato la sua identità. Con il supporto di alcune organizzazioni, scoprì che aveva ancora la famiglia che lo stava cercando. Fu così che dopo 22 anni si è riunito con i suoi zii, ha visitato il luogo di nascita e ha saputo che i suoi genitori assassinati erano stati riesumati.
Jacinto è una testimonianza vivente di come la strategia militare ha strappato l’identità culturale dei bambini, portandoli via dalle loro famiglie e dalla comunità. Questa pratica è stata utilizzata da altri eserciti, come nel caso dell'Argentina, dove i militari adottavano i bambini e le bambine dei detenuti scomparsi. La vita di questo bambino, Jacinto, è stata completamente alterata quando è sottoposto ad abusi e inoltre a crescere senza collegamento con la cultura Maya Ixil. Questa testimonianza si inserisce nel quarto elemento del crimine di genocidio.
Un altro elemento del crimine di genocidio illustrato in udienza, è stata la morte dei bambini, in modo da evitare che il popolo Ixil possa crescere e riprodursi. La testimonianza di Francisco racconta: "A mia figlia hanno aperto il petto ed estratto il cuore", "Che colpa aveva la mia bambina?” dice. Cecilia, una donna Ixil ha dichiarato: "Ho sofferto con i miei figli perché non avevo niente, ho dormito sotto la pioggia con loro." Un altro testimone Juan disse di aver visto che sparavano a suo cognato e a uno dei bambini: “La pallottola è entrata dal petto ed è uscita dalla spalla … dato che non sono morti gli hanno tagliato la gola”. E’ stato così che le dichiarazioni hanno fatto conoscere le condizioni disumane e le violazioni dei diritti di molti bambini durante il conflitto armato, alcuni sono rimasti orfani, altri sono stati uccisi e altri sono stati portati a vivere con sconosciuti e di una cultura diversa.
Donne e gli uomini Ixil hanno continuato a spiegare alla Corte come i soldati hanno bruciato le loro case, distrutto i loro campi di grano, stuprato le donne, soprattutto quando erano stati catturati i loro mariti ed erano sole, e hanno anche indicato che molte sono state costrette a cucinare per i soldati , che indica ancora il modello sistematico della violenza contro le donne utilizzata come arma di guerra e mediante la schiavitù.
Nella giornata di ieri pomeriggio martedì, il Tribunale ha informato le parti delle prove documentali.
Dopo quattro ore di revisione dei documenti, Rios Montt ha contestato quattro di queste prove: la Commissione per il chiarimento storico, il Piano Operativo Sofia, il Manuale della Guerra contro insurrezionale e le Perizie storiche. A questo proposito il giudice ha chiarito che queste obiezioni saranno valutate nel momento in cui la Corte delibererà e quindi la sua risoluzione sarà indicata al momento della sentenza.
Domani continuerà il dibattimento orale e pubblico dalle 8.30 e si presenteranno testimoni qualificati tramite video conferenza e indagini.
Guatemala, 3/04/2013

 Associazione per la Giustizia e la Riconciliazione AJR
Centro per i diritti umani CALDH azione legale
Independent Media Center
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