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lunedì 19 settembre 2011

521 - DENUNCIANO DANNI DEL SETTORE MINERARIO IN GUATEMALA DAVANTI AD UNIONE EUROPEA

Il vescovo di San Marcos, in Guatemala, Álvaro Ramazzini, ha esposto mercoledì davanti ad alti funzionari dell'Unione Europea (UE) i danni causati dal settore minerario estrattivo nel suo paese, e ha criticato il recente accordo di associazione tra le due parti, considerando che non è a favore dei diritti della popolazione locale.
 "L'UE parla di una crescita includente e di una economia verde. Ma mi domando fino a dove le sue intenzioni sono vere o solo una facciata per continuare a sostenere un modello economico", ha indicato Ramazzini in una conferenza stampa a Bruxelles.
Nella sua opinione, la crescita che cerca l'UE si basa solo su una "prospettiva economica e non c'è un consolidamento del rispetto dei diritti umani o delle domande delle popolazioni indigene."
Ramazzini, che questa settimana si è riunito con rappresentanti del Parlamento Europeo, ha oggi previsto un colloquio con il capo dell'Unità della Commissione Europea per le relazioni con Messico ed America Centrale, Petros Mavromichalis, e membri del Servizio Europeo di Azione Estera.
Il vescovo ha sottolineato l'importanza che la comunità internazionale orienti le proprie politiche di cooperazione con il Guatemala per affrontare meglio le cause che generano la fame e la povertà nel paese.
In quel senso, ha sottolineato che chiederà al prossimo Governo del Guatemala, che sarà scelto nel ballottaggio dei comizi presidenziali il prossimo 6 novembre, che garantisca il diritto all'alimentazione ed i diritti umani.
Ramazzini ha descritto anche il caso dello sfruttamento della miniera di oro Marlin in Guatemala, proprietà dell'impresa canadese Goldcorp ma che conta con azionariato svedese.
L'anno scorso, la Commissione Interamericana di Diritti umani (CIDH, dell'Organizzazione di Stati Americani, OEA), aveva ordinato la chiusura delle sue operazioni per il suo impatto sull’ambiente e sulla popolazione indigena, ma il Governo guatemalteco ha annunciato lo scorso giugno che non avrebbe rispettato la sentenza.
Il vescovo considerò paradossale che paesi, come la Svezia, concedano un importante aiuto allo sviluppo a paesi poveri come il Guatemala ma che, a loro volta, si avvantaggino di "una compagnia che estrae oro ed argento e lascia al paese una regalia del 1%", ha commentato.
Ha detto con dispiacere che, benché il paese non viva una "situazione di guerra", negli ultimi anni si sono registrati più omicidi che nel tempo del conflitto, principalmente a causa della delinquenza relazionata con il traffico di droghe, che passano della Colombia al Messico.
Relativamente al prossimo presidente del paese, Ramazzini si è dimostrato convinto che "un governo di quattro anni non avrà la capacità di risolvere le problematiche che abbiamo."
"Per quel motivo, insistiamo in che le sue proposte devono essere dello Stato e non del governo", ha concluso.
Prensa Libre 14/09/2011