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giovedì 1 settembre 2011

510 - INCONTRO PER DISCUTERE CON I CANDIDATI ALLA PRESIDENZA PROPOSTE PER I MIGRANTI

Il prossimo 11 settembre il Guatemala si mobiliterà per scegliere chi governerà il paese per i prossimi quattro anni. Davanti alla congiuntura, e nella quadro della Settimana Nazionale del Migrante, il Gruppo di Lavoro Immigrazione ed Elezioni 2011, realizzerà il 31 agosto l’incontro “Immigrazione: un impegno dello Stato 2012-2016.
L'obiettivo è ascoltare i candidati alla presidenza, ma contemporaneamente, presentare proposte sulle domande dei guatemaltechi che emigrano all'esterno. Per questo proposito, più di 20 organizzazioni sociali vincolate ai migranti guatemaltechi negli Stati Uniti, familiari, attivisti dei diritti umani dei migranti, accademici e membri della Chiesa Cattolica, presenteranno la proposta ‘Migrazioni, un impegno dello Stato 2012-2016', finalizzata ad una politica integrale che cerchi di arrivare al rispetto ai diritti umani per evitare la migrazione forzata e migliorare l'offerta di lavoro in Guatemala.
Tra i candidati alla presidenza, hanno confermato la presenza all’incontro Manuel Baldizón, del partito Leader; Harold Caballeros, di VIVA-EG; Juan Gutiérrez, del Partido Avanzada Nazional (Pan); Patricia de Arzú, del Partito Unionista; Rigoberta Menchú, del Frente Amplio; Alejandro Giammattei, del Partito Casa; ed Adela de Torrebiarte, di Acción de Desarrollo Nacional (ADN).
Stimati attualmente in 1,5 milioni, gli emigranti inviano in Guatemala circa quattro mille milioni di dollari per anno, significativa somma per la fragile economia del paese. Nonostante il loro apporto, affrontano una difficile situazione, solo nel 2010, 28.000 guatemaltechi sono stati deportati degli Stati Uniti, principale paese di destino degli emigranti.
Secondo la coordinatrice esecutiva del Tavolo Nazionale per le migrazioni in Guatemala (Menamig), Elisabel Enríquez, il tema migratorio non è prioritario nella maggioranza dei programmi dei partiti politici, ciò che costituisce motivo di preoccupazione per i movimenti e finisce alimentando il ciclo migratorio.
Bisogna prendere in considerazione che, nella misura in cui gli emigranti all’estero non abbiano diritto al voto, il tema migratorio continuerà ad essere per i politici un tema di basso profilo", afferma. Ella denuncia anche che negli ultimi processi elettorali ci sono state molte promesse agli emigranti che alla fine non sno state realizzate.
Per il "voto castigo"
Stanchi di tante promesse vuote, il gruppo di emigranti ‘Guatemalteche e Guatemaltechi per un Voto Cosciente', ha inviato lettere ai suoi parenti in Guatemala, il giorno 1º agosto, esortandoli a non votare per partiti che non prendono sul serio il tema dell'emigrazione.
"Nonostante le promesse già da molti anni - i periodi di governo di Portillo, Berger e Colom - di organizzare il voto e la rappresentanza dei guatemaltechi all'estero, alla fine semplicemente si sono presi gioco di noi. Ci riempiono di elogi; ma non riconoscono i nostri diritti. Noi siamo convinti che è arrivato il momento di fare i conti, cioè, di dimostrare con il “voto punizione” che abbiamo peso politico”, sostengono.
Adital, 30/08/2011