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venerdì 20 maggio 2011

455 - UN GRUPPO DI NARCOTRAFFICANTI MASSACRA 27 LAVORATORI IN UNA FINCA DEL PETÉN

Nel municipio de La Libertad, dipartimento del Petén, nel nord del Guatemala, 27 corpi sono stati ritrovati nella finca Los Cocos il 15 maggio, quasi tutti decapitati. Secondo le autorità, il massacro è stato commesso dal gruppo Zeta 200, ramificazione della banda messicana Los Zetas. Il bersaglio sarebbe il padrone della finca, Otto Salguero, probabilmente coinvolto nel narcotraffico.
La Polizia Nazionale Civile ha concluso che il gruppo, circa 40 uomini, è arrivato sul posto con 12 veicoli agricoli e ha riunito i lavoratori nella casa del latifondista. Hanno chiesto loro dove fosse Otto Salguero, e non ricevendo una risposta, hanno iniziato il massacro. Dopo avere commesso i delitti, la banda ha scritto, con il sangue delle vittime, la seguente frase "Otto Salguero, ti trovo e ti lascio così come loro”.
I 25 uomini e le due donne assassinate erano lavoratori giornalieri, oriundi del dipartimento di Izabal, e stavano nella tenuta da circa quattro mesi. Secondo le investigazioni, non erano coinvolti con il narcotraffico. I corpi sono stati portati all'obitorio del Petén affinché si realizzi l'autopsia.
Il delitto è stato scoperto da vicini dei paraggi che si sono diretti alla finca. Dovuto a ciò, il caso si è diffuso nella stampa mondiale come "Il macabro ritrovamento del Guatemala."
Il ministro dell’interno, Carlos Menocal, conferma il coinvolgimento della banda messicana. "È un massacro ignobile e può essere attribuito alle Zetas, perché questi hanno lasciato scritte dappertutto" ha affermato.
Menocal ha dichiarato sito web Prensa Libre che il gruppo Zeta 200 sta cercando Otto Salguero armato con fucili. Essi assassinarono anche, la settimana scorsa, tre parenti del latifondista. Inoltre, sono accusati della morte del presunto narcotrafficante Haroldo León, il giorno 14. Era fratello del famoso trafficante guatemalteco Juan Juancho León, assassinato nel 2008.
Il Ministro ha spiegato che delinquenti si nascondono nella selva dal Guatemala, ciò che rende "umanamente impossibile" la ricerca delle forze di sicurezza.
Secondo il portavoce dell'Esercito del Guatemala, Rony Urízar, decine di militari sono stati inviati alla frontiera col Messico, a 100 chilometri della tenuta dove è avvenuto il delitto, per evitare che la banda fugga nel paese vicino.
Il dipartimento del Petén è stato utilizzato, vari anni fa, come rotta per inviare la droga che arriva dall'America del Sud in direzione del Messico, da dove seguirà verso gli Stati Uniti, considerato il paese che più consuma droghe. Per assicurare la rotta, la banda Los Zetas si sarebbe stabilita in varie regioni del Guatemala.
Nel tentativo di rompere il controllo esercitato dai narcotrafficanti, il presidente del Guatemala, Álvaro Colom, ha stabilito lo stato di assedio in Alto Verapaz, dipartimento del nord, nel dicembre dell'anno scorso. Da allora, le autorità avrebbero catturato 18 membri del gruppo Los Zetas.
L’ONU chiede protezione dei diritti umani
L'Ufficio dell'Alto Commissario  delle Nazioni Unite per i Diritti umani in Guatemala ha condannato ieri, per mezzo di un comunicato, il massacro successo in La Libertad. L'organismo ha sottolineato che nel novembre 2010 aveva constatato già la situazione di insicurezza nella quale vivono le comunità contadine. Tra i fattori che concorrono a questo, l'Ufficio cita il narcotraffico, la concentrazione di terre nelle mani dei latifondisti, l’allevamento illegale, e le minacce di essere espulsi delle terre che occupano.
Il comunicato ricorda inoltre che lo Stato, ratificando i trattati sui diritti umani, ha assunto il dovere di protezione, cosa che include la prevenzione degli atti di violenza, sia investigare, processare e sanzionare i responsabili dei delitti.
Con informazioni di TeleSur, Prensa Libre, e Prensa Latina
Adital,16.05.11