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lunedì 2 gennaio 2012

565 - OTTO PÉREZ: "RILANCEREMO GLI ACCORDI DI FONDO"

Per la prima volta, uno dei firmatari degli accordi di pace durante il governo di Álvaro Arzú (1996-2000) reggerà le sorti del paese: Otto Pérez Molina.
Il generale ritirato che sottoscrisse gli accordi di pace il 29 dicembre 1996, troverà assumendo la Presidenza, il prossimo 14 gennaio, un'agenda di nazione decisa tre lustri fa, ma che nessuno dei suoi quattro predecessori ha realizzato.
Malgrado riconosca progressi in alcune aree, Pérez Molina segnala che gli aspetti principali continuano con serie lacune, come la povertà, la conflittualità agraria e l’accesso alla giustizia.
D. Come partecipante nel conflitto armato, negoziatore e successivamente firmatario degli accordi di pace, quale è il suo bilancio di quel patto?
R. Ci sono molti impegni che non si sono realizzati. Gli accordi che maggiori possibilità avevano, continuano ad essere pendenti. Gli accordi su Diritti dei Popoli Indigeni, il Rafforzamento del Potere Civile ed aspetti socioeconomici sono temi rimasti indietro di 15 anni, e ai quali speriamo di dare un rilancio, con enfasi negli accordi e impegni di fondo che non si sono realizzati.
D. Quale è il maggiore ritardo tra gli aspetti trattati negli accordi?
R. Il maggiore ritardo lo troviamo nell'accordo socioeconomico – e nella situazione agraria -, principalmente in quanto a povertà e povertà estrema; ciò è accompagnato dal tema dei popoli indigeni. Può vedersi che la maggior parte della povertà e povertà estrema continua ad essere concentrata nelle popolazioni indigene, ed è dove più sforzo dovremo fare.
D. La povertà è aumentata dal 2006 al 2011 al 53,71%. Come possono superarsi i ritardi storici nello sviluppo umano?
R. Per dare soluzione a quei problemi è necessario, in primo luogo, avere una squadra e impegnarsi per fare le cose.
Quando si vede che è aumentata la povertà, questo è rispecchiato nella denutrizione dei bambini. Cerchiamo abbassare gli indici di denutrizione infantile nei prossimi quattro anni. Inoltre, riuscire a fare crescere l'economia, per migliorare quella situazione come avevamo previsto 15 anni fa.
D. In questa materia, che cosa si può fare che non si sia tentato prima?
R. Chiediamo un grande impegno per avere come priorità lo sviluppo rurale e sociale; sono due dei principi che abbiamo per il prossimo governo, per frenare ed evitare che la povertà continui a crescere.
D. Questo implica maggior spesa sociale?
R. Avevamo parlato durante la negoziazione degli accordi di pace di ottenere una riscossione del 12% nel carico tributario, e risulta che questa meta solo è stata raggiunta un anno. Vogliamo riprendere il Patto Fiscale ed andare oltre il 12%; oggi il paese dovrebbe stare, come minimo, al 14% di riscossione per potere dare risposta alle domande della popolazione.
D. È fattibile intraprendere questi cambiamenti in quattro anni, quando altri governi hanno fallito?
R. Non posso dire che si faranno tutti i cambiamenti nei quattro anni del nostro mandato, ma sì possono prepararsi le basi ed avanzare sostanzialmente affinché possa continuare a costruire ed avanzare su questa linea.
D. Appoggerà la necessità di intraprendere riforme costituzionali e del regime elettorale?
R. Parlare di riforme costituzionali è qualcosa che dobbiamo fare; non solo è negli impegni degli accordi di pace, ma anche per il tema della sicurezza e della giustizia.
C'è perfino un'iniziativa di legge presentata dalle università di San Carlos e Landívar, come dell'Associazione di Indagine e Studi Sociali, che credo è una buona base per discutere ed avanzare sui temi che sono rimasti in attesa dopo gli accordi.
D. Come ha cambiato la sua visione del paese dopo questi 15 anni?
R. Nei temi di fondo, la visione del paese continua ad essere quasi la stessa; questo perché i problemi non si sono risolti come volevamo, quando noi parlavamo di sviluppo sociale e rurale in quell'epoca. Continuano ad essere presenti la stessa povertà ed esclusione; persiste ancora la mancanza di opportunità per l'area rurale e per i popoli indigeni.
Più che cambiare la visione, dobbiamo prendere con molta forza quegli impegni, per riuscire a superare i problemi di fondo.
Prensa Libre 29/12/2011