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martedì 9 agosto 2011

501 - IMPONGONO IL MASSIMO DELLA PENA AI MILITARI CHE COMMISERO IL MASSACRO DI LAS DOS ERRES

Il Tribunale Primero de Alto Riesgo ha emesso questo pomeriggio una storica sentenza di condanna contro quattro ex militari accusati di compiere il massacro nella comunità Las Dos Erres, Petén nel 1982, dove furono assassinate oltre 200 persone dall'Esercito del Guatemala. I responsabili di quel brutale fatto sono stati condannati oltre a 6.000 anni di prigione.
Gli accusati, Carlos Carías López, Daniel Martínez, Reyes Collin Gualip e Manuel Pop sono stati condannati a 30 anni di prigione per l'assassinio di ognuna delle vittime del massacro, per un totale di 6.030 anni. Il Tribunale ha deciso che quella pena dovrà essere compiuta in un periodo di 30 anni. Accusati di delitti contro i doveri di umanità, il Tribunal de Alto Riesgo ha imposto la pena di 30 anni di prigione non commutabili per ognuno degli imputati, mentre l'accusato Carías López affronterà sei anni in più per l'illecito di furto aggravato. In totale, Martínez, Collin Gualip e Pop sconteranno una pena di 6.060 anni di prigione, mentre Carías López una condanna di 6.066 anni, dopo essere stati riconosciuti responsabili del massacro. Il tribunale ha indicato che gli imputati erano assegnati come comisionados militares nella comunità Las Cruces e nell’abitato Las Dos Erres. Inoltre ha sottolineato che le vittime di quel fatto erano persone civili dedite all'agricoltura, e che il danno causato è irreparabile, e che oltrepassa ogni livello di sentimento umano. Inoltre hanno detto che risulta loro "inspiegabile" l'atteggiamento dei militari. Il Ministero Pubblico ha presentato una serie di prove contro gli ex militari, che consistevano nella testimonianza dell'ex kaibil César García Tobar, che ha indicato che i bambini sono stati assassinati con una mazza di ferro, con la quale li colpivano alla testa; inoltre, la relazione di Rodolfo Robles, generale di Divisione del Perù, che analizzò i documenti militari Victoria 82, Firmeza e quelli della Sicurezza Nazionale, e concluse che l'alto comando dell'Esercito ordinò di eseguire il massacro. Inoltre, la Procura ha dato credito alla testimonianza di vari parenti delle vittime e di perizie, tra le quali è rilevante una relazione psicologica che mostrò che il 60% dei sopravvissuti non è riuscito a superare il trauma di avere vissuto quel massacro.
La Hora, 02/08/2011