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martedì 12 luglio 2011

487 - COMUNITÀ SFOLLATE CHIEDONO CHE IL GOVERNO DIA ATTUAZIONE ALLE MISURE CAUTELARI DELLA CIDH

Tra i giorni 14 e 20 di marzo di questo anno, 14 comunità indigene della Valle del Polochic, nel dipartimento guatemalteco di Alta Verapaz, sono state sloggiate violentemente dalle forze di sicurezza nazionale e di sicurezza privata dei proprietari terrieri. Oltre 600 famiglie hanno perso abitazioni e piantagioni, motivo che ha portato la Commissione Interamericana dei Diritti umani (CIDH), a dettare misure cautelari allo Stato del Guatemala il 20 giugno.
Organizzazioni indigene e contadine e difensori dei diritti umani hanno realizzato una conferenza stampa il giorno 5 per esigere il compimento immediato delle misure. La CIDH sollecita al Guatemala che garantisca la vita e l'integrità fisica dei membri delle comunità evacuate, offra alimentazione e rifugio alle famiglie sfollate, ed informi sulle indagini circa lo sgombro violento.
La Commissione ha concesso un termine di 15 giorni affinché lo Stato presenti informazione sul compimento delle misure cautelari e ha stabilito che il governo deve fornire informazioni aggiornate periodicamente.
Nel comunicato, il Comitato di Unità Contadina (CUC), denuncia che durante lo sgombro violento delle comunità, da parte dello Stato e degli  imprenditori Widmann, padroni dell'impresa zuccheriera Chabil Utzaj, più di 1.400 ettari di mais, fagioli, gombo e peperoncino sono stati distrutti distrutti, oltre ad aver bruciato case e pertinenze degli abitanti.
Tuttavia, peggiore della distruzione delle piantagioni, è stata la violenza commessa direttamente contro le persone. Il numero sproporzionato di 2.000 soldati presenti nelle azioni di sgombro documenta gli eccessi commessi, denuncia il CUC. Come saldo, la disoccupazione dell'area ha causato la morte di Antonio Beb e il ferimento di dodici persone, tra esse una donna ed una bambina di appena 18 mesi, che ha scottature di terzo grado ad un braccio a causa di una bomba di gas lacrimogeno.
Anche come conseguenza della violenza successa nella Valle del Polochic, il 4 giugno è stata assassinata la leader della comunità Paraná, María Margarita Che Chub. Secondo una nota dell'Unione Latinoamericana di Donne (Ulam/Guatemala), uomini pesantemente armati hanno invaso la casa della militante e l’hanno uccisa di fronte ai suoi due figli piccoli.
"(...) fatto di sangue che si somma a tutti i fatti di violenza che continuano da quando il governo del Presidente Álvaro Colom Caballeros, su richiesta degli imprenditori della Chabil Utzaj S.A. A., ha ordinato ed eseguito gli sgombri nei confronti di 14 comunità della Valle del Polochic dal 15 di marzo; e che fino ad oggi continuano a subire l'attacco delle forze di sicurezza privata e dei sicari di questa impresa", denunciano le donne.
Oltre ai padroni della Chabil Utzaj, l'Ulam segnala come colpevoli delle violazioni ai diritti umani nella regione il Grupo Pellas, del Nicaragua, il governo del Guatemala e le autorità municipali "per permettere la presenza di forze di sicurezza extragiudiziali."
La nota sottolinea anche l'omissione del governo che "neanche si è degnato di assumere le proprie responsabilità di soddisfare e mitigare la situazione di fame in cui è rimasta tanta gente, né l’attenzione alla salute di malati e feriti, di fare giustizia, perseguire e processare i responsabili che si conoscono pubblicamente."
Adital, 07/07/2011