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venerdì 29 aprile 2011

442 - LA CHIESA RENDE OMAGGIO AI CATECHISTI TORTURATI DURANTE LA GUERRA

L'omaggio è consistito nella pubblicazione del libro "Testimoni dello zaino sacro", elaborato dall'Ufficio dei Diritti umani dell'Arcivescovado di Città del Guatemala (Odhag), che raccoglie le testimonianze dei quattro religiosi e di quello che è successo nelle comunità rurali in cui vivevano.
Il cardinale Rodolfo Quezada con voce commossa, ha detto durante la presentazione, di essersi emozionato "molto leggendo il libro che ci presenta la terribile realtà che ha vissuto il nostro paese."
“Mi ha commosso e mi ha fatto versare lacrime leggere le testimonianze dei catechisti Marcelino Canuto, Tiburcio Hernández, Marcelino López ed Angelo Ovidio", espresse il religioso.
Il titolo del libro fa riferimento allo zaino nel quale i catechisti portavano la loro Bibbia ed i loro quaderni, per annotare le necessità della popolazione sfollata durante la guerra.
Secondo Santiago Otero, responsabile dello studio, nelle testimonianze narrate dai quattro sopravvissuti “si intuisce la realtà di molti catechisti che morirono durante la guerra”.
Otero disse che Tiburcio Hernández "fu selvaggiamente torturato e ferito al ventre.
"E’’ stato difficile convincerli a testimoniare", ha sostenuto il religioso.
Hernández ricorda che l'esercito arrivava alle regioni del Quiché, una delle zone più colpite dalla guerra, e diceva loro che non si prendessero la parte della guerriglia perché “erano cubani e ladri" che andavano a "rubare terreni e le loro donne”.
Il catechista assicura che agli inizi della decade del 1980 si registrarono due massacri nel municipio di Nebaj, e ciò obbligò la popolazione a vigilare giorno e notte l'arrivo dei militari al fine di avvisare la gente affinché scappasse dalla comunità.
"Ho potuto vedere che l'esercito stava entrando nella prima casa del villaggio, vidi che una donna correva, ma l'afferrarono e la colpirono con il machete, la portarono nella sua casa e appiccarono il fuoco", dice Hernández in una delle sue testimonianze.
In un'altra casa, afferma, ammazzarono dieci o undici persone, mentre egli “tentava di continuare a controllare quello che faceva l'esercito”, senza che lo vedessero.
Secondo il catechista, in una delle sue ricognizioni fu catturato da un soldato: " Io lanciai un gran grido. Non gridare, figlio di p..., mi legarono il collo con un laccio, le braccia, le gambe, ma il mio pensiero era di dover sopportare il dolore delle torture", riferisce.
Sostiene che i militari che l'accusarono di essere guerrigliero e di ammazzare soldati, gli bruciarono la fronte, il ventre ed i testicoli, e gli tirarono fuori l'intestino.
La pubblicazione del libro fa parte delle attività commemorative del 13° anniversario dell'assassinio del vescovo Juan Geradi, perpetrato il 26 aprile 1998, e per il quale sono condannati a 20 anni due militari ed un sacerdote da 2001.
Prensa Libre, 28/04/2011