giovedì 15 aprile 2010
103 - INTERVISTA A CARLOS CASTRESANA: LE ISTITUZIONI SONO SOPRA STRUTTURE CLANDESTINE
Carlos Castresana, capo della Commissione Internazionale contro la Impunità in Guatemala (Cicig), in una intervista ha assicurato che le istituzioni dello Stato per anni sono state fondate su strutture criminali, e questo fa si che si mantenga alto il livello di impunità nel paese. Ha anche affrontato il tema dell’elezione del Procuratore della Repubblica, la purificazione della Polizia e i risultati dei casi che ha analizzato.
- Come vede la situazione del Guatemala dopo tanti scandali nei quali compaiono funzionari legati alla corruzione?
R. E’ difficile costruire su strutture che sono tanto deteriorate dalla corruzione, nelle quali vi sono infiltrazioni di gruppi criminali, ma mi sembra che la campagna è legittima e merita di essere sostenuta. Abbiamo detto che sfortunatamente le strutture di governo si sono appoggiate sulla base di strutture clandestine.
- Come sono classificate queste strutture?
R. Ci sono due classi: una classe io la chiamo reti di gruppi interprofessionali, di settori che soddisfano i loro interessi e che mescolano la politica con i mezzi di comunicazione, le imprese, studi professionali e istituzioni. Poi vi è il settore di gruppi criminali che si specializzano in attività illegali come il traffico di droghe, di migranti, di bambini, di adozioni clandestine, la tratte delle bianche e il contrabbando, tra le altre cose.
- Quali sono le più potenti?
R. Quelle del primo gruppo sono molto più pericolose, più potenti, sono quelle che generano corruzione, sono quelle infiltrate nelle istituzioni del sistema di sicurezza, che sono attive in vari campi, imprese criminali che si spartiscono i criteri di divisione dei compiti e della gerarchie, e sono le più difficili da smantellare.
Vi sono anche enormi mafie dedicate alla vendita di bambini, e altre più piccole, con una casa di accoglienza dove cercano di organizzare adozioni; alcune sono locali, altre nazionali e anche multinazionali.
- Avrà il tempo per smantellarle durante il suo mandato?
R. Stiamo lavorando per quello. Un esempio è il colpo all’interno della Polizia Nazionale (Civile) contro tutta la cupola, i cui membri si sono rafforzati con il traffico di droghe, il furto di droga e di denaro. Questo ha iniziato ad essere un segnale positivo, anche se è stato un enorme sconcerto per i guatemaltechi onesti, ma è un messaggio di speranza molto forte, dato che per la prima volta qualcuno è preparato. Non lo dico per la CICIG, ma per la Procura, la Polizia, i giudici che hanno il coraggio di fare fronte alla mafia e la stanno fronteggiando e stanno guardando negli occhi il mostro, questo non era avvenuto in precedenza.
- Metterete il veto a qualcuno dei candidati per la carica di procuratore della repubblica?
R. Individuiamo le persone che non sono idonee, che non sono oneste e che si trovano nella lista dei candidati, ma formano parte di quelle strutture clandestine che vogliono usurpare il potere legittimo delle istituzioni dello stato di diritto, della Corte Suprema di Giustizia, della Corte di Appello, della Difesa, e ora della Procura.
- Queste strutture sono le stesse che ha menzionato?
R. Non è solo un gruppo, sono differenti gruppi che obbediscono a settori di pressione, a posizioni di potere di fatto che controllano le istituzioni. Secondo i dati messi a disposizione dal magistrato Cesar Barrientos, l’efficacia dell’organismo giudiziario sarebbe intorno allo 0,5%, cioè è una istituzione collassata al 99,5%. Riceve 11.000 denunce, delle quali riesce a sbrigarne appena 1.500, è una istituzione manipolata da forze potenti.
- Quali sono le principali sfide per il nuovo procuratore?
R. Deve dare risposte all’impunità, deve combattere efficacemente il delitto, rendere più efficienti le sue risorse (circa 2.300 magistrati), e deve depurare l’istituzione, che ha molte infiltrazioni di strutture clandestine. La depurazione effettuata a metà del 2008, con l’allontanamento del procuratore della repubblica e di alcuni pubblici ministeri, è stata solo la depurazione della punta dell’iceberg, ma il resto del corpo è rimasto uguale.
- Quanti sono coinvolti, chi sono?
R. Sono persone molto conosciute, che hanno beneficiato del Pubblico Ministero e che continuano a farlo anche ora. Sono parte di strutture clandestine contro le quali presto o tardi emetteremo procedimenti penali, abbiamo una questione pendente.
- Quando avete intenzione di presentare le osservazioni?
R. Cercheremo di utilizzare il tempo disponibile, per fare le indagini nella maniera migliore; non diremo quale è il migliore candidato o chi non va bene. Diremo chi, in nessuno modo, dovrebbe essere candidi dato.
- E’ d’accordo con la rielezione?
R. Non segnaliamo persone, non c’è nessun divieto di rielezione. Per questo il magistrato Velásquez è un candidato buono come tutti gli altri.
- Nel caso della Polizia, come avete lavorato per la depurazione?
R. Abbiamo iniziato nel 2008, in una situazione in cui era molto difficile lavorare, perché non vi erano precedenti. Vi era una completa impunità delle autorità. Con i ministri dell’Interno Vinicio Gomez e Francisco Jimènez, abbiamo collaborato per una depurazione di carattere amministrativo, nella quale sono stati allontanati il direttore e il suo vice dell’epoca. Poi è stato molto più difficile con il ministro Salvador Gándara, che abbiamo chiesto al presidente Colom di rimuovere. Ora abbiamo partecipato alla cattura di Baltazar Gómez, sapevamo che era colpevole già 15 giorni dopo essere stato promosso, ma abbiamo dovuto aspettare perché i processi penali hanno bisogno di prove.
- Alcuni criticano che in questo caso solo potete contare sui testimoni e non su prove scientifiche.
R. Se lei dice che non abbiamo intercettazioni telefoniche, è vero, ma abbiamo molte prove scientifiche.
- Parteciperà alla nomina del nuovo direttore della Polizia?
R. Tutte le informazioni in nostro possesso possono essere utilizzate per la nomina, anche se non possiamo usarle per azioni legali. Sono in grado di sapere che qualche commissario è coinvolto in una rete criminale; forse non posso provarlo in un tribunale, ma posso raccomandare al ministro che non lo nomini.
- Che cosa pensa delle critiche contro le azioni della Commissione?
R. Ci saranno passi avanti e passi indietro, ci saranno campagne diffamatorie, discredito, inquinamenti. Questo è il prezzo che bisogna pagare, e i guatemaltechi onesti non si lasciano ingannare da queste campagne che dicono che siamo coinvolti in questo o in quello, man mano che andremo avanti, si sentirà sempre più rumore. La gente sta vedendo cose che non si erano mai viste.
(Da Prensa Libre).
Coralia Orantes, Adital, 15/03/2010