Secondo informazioni di CNOC, la mobilitazione ha percorso tre vie importanti del paese: la Via Interamericana, a Rosas Quezaltenango; la Via del Pacifico, all'altezza del Cruce de la Virgen, vicino alla frontiera con il Messico; e la Strada del Nord, a Seayaxché, Petén. I tre percorsi hanno avuto come punto di arrivo la capitale guatemalteca.
I manifestanti hanno chiesto l'approvazione urgente della Legge sullo Sviluppo Rurale Integrale, la nazionalizzazione dell'energia elettrica e il sostegno al settore agricolo con 300 milioni di quetzales.
"Le organizzazioni sociali stanno richiedendo al governo e ai deputati del congresso della repubblica l’approvazione di leggi a beneficio della popolazione, come la Legge sullo Sviluppo Rurale Integrale, la Nazionalizzazione dell'Energia Elettrica, egualmente l'assegnazione di risorse economiche per la ripresa del settore agricolo. Le nostre petizioni e proposte non sono state soddisfatte, unicamente 2 deputati di sinistra hanno appoggiato le nostre petizioni, mentre la maggioranza dei deputati ha appoggiato leggi che favoriscono i ricchi, senza preoccuparsi della fame e del dolore della popolazione guatemalteca", hanno sottolineato le organizzazioni firmatarie del manifesto.
Allo stesso modo, nella convocazione della camminata, hanno richiamato l'attenzione sulla crisi economica che colpisce il paese e sui problemi generati dai governi di destra in Guatemala, i quali privilegiano multinazionali a danno della popolazione nazionale. "Questi stessi governi di destra hanno fomentato la corruzione, favorendo il crimine organizzato come una forma di repressione nei confronti della popolazione e di rafforzamento dell'ingovernabilità, mantenendo così la loro egemonia politica ed economica nel paese, come conseguenza di ciò la popolazione in generale è vittima, specialmente i poveri e la classe media", hanno affermato.
Repressione
La mobilitazione ha carattere pacifico, ma la risposta delle autorità è stata la stessa. Membri della CNOC denunciano la repressione della manifestazione, nonostante sia stata pacifica e non avesse bloccato le strade. Le notizie informano che contadini sono stati oggetto di violenza da parte di membri della Polizia Nazionale Civile alla fine della camminata martedì 9 marzo.
L'azione causò il ferimento di tre persone -un uomo e due donne- a causa di bombe lacrimogene lanciate dai poliziotti. I manifestanti attribuiscono la responsabilità al Governo per la repressione e sottolineano che ancora le autorità governative non hanno risposto alla richiesta di udienza pubblica, sollecitata dai contadini.
Adital, 11/03/2011