Anaya ha concesso un'intervista a Prensa Libre, nella quale ha approfondito i temi del suo rapporto ed ha espresso preoccupazione per l'uso dello stato d’assedio, come quello imposto in Alta Verapaz, e come questo non aiuti a superare il clima di conflittualità. Inoltre, ha parlato del progetto di regolamento delle consultazioni comunitarie.
Come vede la situazione dello stato d’assedio in Guatemala?
Al mio giudizio e per le informazioni che mi sono arrivate, non hanno aiutato a promuovere soluzioni ai problemi di fondo, piuttosto sono stati percepiti come un'altra forma di intimidazione.
Ci preoccupa che l'uso dello stato d’assedio non aiuti, quanto piuttosto crea ostacoli. Finché non si risolvono i temi di fondo su terra, consultazioni e progetti, ma fomenterà maggiori problemi.
Che altri casi analizza, oltre a quello della miniera Marlin?
Penso di pronunciarmi sulla situazione in San Juan Sacatepéquez - per la fabbrica di cemento -. Questo caso farà parte dell'altra relazione che presenterò al riguardo.
Conosce già il regolamento delle consultazioni comunitarie?
Sì, lo conosco. Ho comunicato al Governo e alle organizzazioni che ritengo che devono migliorare quel documento.
La cosa più importante è che si devono consultare le comunità indigene; ci deve essere dialogo e consenso che regoli la consultazione ai popoli originari.
Che cambiamenti farebbe al regolamento?
Ho presentato i miei suggerimenti; il Governo ne ha presi in considerazioni alcuni e altri no. Ora è necessario sapere che cambiamenti farebbero i popoli indigeni. Io insisto nel fatto che deve essere presa in considerazione la loro posizione.
È sufficiente un regolamento o è necessaria la legge?
È una questione di diritto interno. Il mio interesse è che qualunque procedimento che si abbia sia sicuro, giusto e si rispetti la decisione delle comunità indigene.
di Sandra Valdez ed Alberto Ramírez
Prensa Libre 05/03/2011