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sabato 30 ottobre 2010

296 - INDIGENI E CONTADINI MANIFESTANO IN FAVORE DELLA GIUSTIZIA SOCIALE

Il giorno 20 ottobre 1944 ha segnato l'inizio di una fase importante per il Guatemala. A partire da quella data, il paese, principalmente i lavoratori e le lavoratrici, gli indigeni, i contadini e le contadine, e i settori popolari, hanno ricevuto benefici grazie a seri cambiamenti in politica e nell'economia. Gli interessi delle élite economiche del paese, e degli Stati Uniti, hanno ceduto spazio alla riforma agraria, alla restituzione delle terre indigene e all'offerta di credito a contadini e impoveriti.
Negli anni in cui fu governato dalla giunta rivoluzionaria, composta da Jorge Torrielo Garrido, Jacobo Árbenz Guzmán, e Francisco Javier Arana, il Guatemala visse giorni differenti, con reali trasformazioni verso la democrazia e la creazione di politiche di sviluppo, che migliorarono le condizioni di vita di contadini, di indigeni e dei settori poveri della popolazione.
Oltre a sviluppare un sistema economico che portò benefici alla classe lavoratrice e la concretizzazione della riforma agraria, la giunta rivoluzionaria proibì il lavoro forzato, creò la Banca del Guatemala, legalizzò la proprietà statale della terra, elevò il salario settimanale, implementò il codice del lavoro, promosse la diversificazione delle esportazioni e promosse una riforma del sistema educativo, tra gli altri risultati per la popolazione.
L'implementazione di cambiamenti orientata in primo luogo alle classi storicamente sfruttate, richiamò l'attenzione dei grandi proprietari terrieri, che iniziarono a lavorare fortemente per abbattere la giunta rivoluzionaria, che si trovava al suo secondo mandato.
L'opposizione ottenne ciò che voleva e scelse come presidente del Guatemala il militare Castillo Armas. A partire da questo momento, la vita delle popolazioni più impoverite del paese cominciò a subire nuove trasformazioni, questa volta, negative. Come sottolinea il Coordinamento Nazionale Indigeno e Contadino (Conic), fu immediatamente revocato il decreto che prevedeva la riforma agraria.
"In questa epoca, i contadini e gli indigeni si videro oppressi nuovamente dalla miseria, esclusione e povertà, dovuto al fatto che il nuovo governo cambiò politica, orientandola a beneficio dei grandi proprietari terrieri, favorendo il loro arricchimento a danno della popolazione in generale", denunciano.
Convinti che questa situazione ancora può cambiare, la Conic ed altre organizzazioni indigene e contadine del Guatemala lottano per alcuni cambiamenti, come l'approvazione della Legge per le Consultazioni nel Settore minerario, e di altre leggi importanti come la Legge Generale dei Popoli Indigeni, Legge sullo Sviluppo Rurale Integrale, la Legge sulle Consultazioni ai Popoli, delle Radio Comunitarie e dei luoghi sacri.
La lotta di queste organizzazioni richiama anche l'attenzione sulle involuzioni nella questione agraria, chiede di risolvere il problema del debito agrario, l'assegnazione di risorse per il Fondo delle Terre, per la Segreteria delle Questioni Agrarie, per la ripresa dell'economia contadina, come per la locazione delle terre.
Chiediamo "anche la fine della repressione contro i leader comunitari, la sospensione degli sgombri (sgombri di terre ancestrali dei popoli indigeni), politiche per ridurre l'alto costo della vita, il non conferimento di concessioni minerarie, alle industrie petrolifere ed idroelettriche, che colpiscono le comunità, e politiche di riduzione dell'aumento dell'energia elettrica", rivendica la Conic.
Lottando e manifestandosi degnamente per le richieste popolari, Conic, il Fronte Nazionale Contro le miniere, la Via Contadina Internazionale e il Coordinamento Latinoamericano delle Organizzazioni del Campo, credono che sia possibile, essendo unite, "raggiungere un Guatemala dove vi sia giustizia sociale e benessere per la popolazione."
Adital 20/10/2010