Le organizzazioni guatemalteche lamentano il fatto che alcuni paesi dell’America Centrale abbiano ripreso le negoziazioni con la UE e hanno chiesto ai governi vicini che si ritirino dal processo.
Dopo tre anni di negoziati e dopo aver superato alcuni ostacoli commerciali, il testo, che è stato firmato prima dell’accordo a Madrid, già presentava la preoccupazione che tali patti fissano la loro attenzione solo sul consolidamento degli interessi economici dei grandi progetti e dei gruppi oligarchici della regione centroamericana. “Non si discutono né si diffondono i potenziali impatti economici, ambientali, sociali, di lavoro e politici che avrà questo accordo”, sostiene il documento.
In questo modo, l’America Centrale diventa la prima regione a realizzare un Accordo di Associazione con l’Unione Europea, accordo che è strutturato per assi di cooperazione in aspetti commerciali.
Allo stesso modo, i membri del Mercato Comune del Sud (Mercosur) e l’Unione Europea hanno ripreso i negoziati per raggiungere un accordo commerciale, che era fermo dal 2004. Nel testo, i movimenti sociali e le altre realtà centro americane mettono in chiaro la prepotenza e la imposizione delle nazioni che costituiscono l’Unione Europea, quando “constatiamo che i governi dei paesi centro americani si prestano a tale situazione, come forma di garanzia per i prestiti che la cooperazione ha offerto”.
“Questo evidenzia una volta di più che sia il pilastro della cooperazione, come il dialogo politico, sono meccanismi pubblicitari utilizzati dall’Unione europea per nascondere i suoi veri interessi nella regione” che sono stato qualificati come “nuova colonizzazione” e il trattato è stato definito “Accordo neoliberale di libero commercio”.
Il documento conclude scrivendo: “Vogliamo l’integrazione centro americana e con i popoli fratelli dell’Europa” ma “senza razzismo, senza discriminazione, senza esclusione sociale, una integrazione che permetta di generare sviluppo e relazioni giuste ed eque di interscambio che vadano a beneficio di tutti e non solo delle grandi imprese”.
“Chiediamo che prenda avvio un processo ampio di consulte, partecipazione e presa di decisioni basato sul rispetto delle nostre culture, sulle nostre forme di relazionarci e sulla base della considerazione che l’essere umano e la sua dignità devono essere al di sopra di ogni meschino interesse imprenditoriale”.
Adital - 21.05.10