domenica 14 febbraio 2010
60 - PERCHÉ OPPORSI ALL’ATTIVITÀ DELLE MINIERE DI METALLI? (3)
Motivi ambientali
Quando si parla degli impatti ambientali dell’attività mineraria, non ci si riferisce semplicemente al fatto che si sta “rovinando il paesaggio” (Siglo XXI, 16/07/09), ma a problematiche molto più serie, che hanno a loro volta implicazioni nell’economia, nella salute e nella alimentazione delle comunità vicine alle miniere.
Questo è il caso de Valle de Siria in Honduras, dove sono stati denunciati molti effetti nocivi per la salute delle popolazioni vicine.
In Guatemala, i portavoce della miniera Marlin continuano a negare che l’attività mineraria abbia alcun tipo di impatto ambientale, nonostante siano già provati i loro effetti sulla salute degli abitanti delle comunità vicine, e nei lavoratori della miniera (eruzioni cutanee per contaminazione del sangue con rame e arsenico), così come il fatto che si sono già seccati 40 pozzi comunitari di acqua (Diario de Centroamerica, 11/03/09).
D’altro lato, vi è la deforestazione associata a questo tipo di industria (che è innegabile), dato che la miniera richiede, in primo luogo il taglio degli alberi della zona, e in secondo luogo, letteralmente di frantumare la montagna, per separare la terra dai metalli, utilizzando per questo macchinari pesanti (estrazione a cielo aperto) e sostanze chimiche velenose (lisciviazione con cianuro di sodio), che comporta la distruzione e contaminazione tossica del suolo.
Con questo intendiamo che i terreni dove è stata praticato lo sfruttamento minerario di metalli a cielo aperto, come si pratica oggi, non potranno essere utilizzati per le coltivazioni o per la riforestazione, avendo effetti a lungo termine sull’alimentazione delle comunità. Consideriamo inoltre che per ottenere l’oro necessario per fabbricare un anello da 18 carati, c’è bisogno di produrre fino a 20 tonnellate di rifiuti solidi.
Un altro impatto ambientale molto serio riguarda senza dubbio l’acqua. Ricordiamo che l‘impulso alle attività minerarie avviene soprattutto nelle bacini alti, dove, per ragioni geologiche, ci sono i maggiori giacimenti di oro e di altri metalli di valore strategico. Ma nei bacini alti vi è anche la maggior parte delle sorgenti d’acqua, quindi la deforestazione, lo sfruttamento esagerato delle fonti d’acqua, e la deterioramento del suolo interrompono il processo di approvvigionamento idrico.
Come è stato indicato, l’acqua utilizzata dalla miniera Marlin è avvelenata con cianuro e altre sostanze chimiche durante il processo di lisciviazione, poi è arginata in un buca chiamata pomposamente “bacino di decantazione” che non impedisce la filtrazione delle sostanze chimiche verso le acque sotterranee. In Honduras e in altri paesi sono stati documentati incidenti per dispersione e rottura di queste “dighe”. In Guatemala ci sono già state varie fuoriuscite da camion con cianuro, che inoltre è stato introdotto nel paese senza pagare imposte (Prensa Libre 30/06/2009).
La questione dell’acqua non è solo preoccupante dal punto di vista dell’impatto ambientale, per la salute degli esseri viventi e per l’alimentazione. È anche evidentemente ingiusto che le miniere possano sfruttare in forma totalmente gratuita fino a 250.000 litri di acqua l’ora, la stessa quantità che una famiglia contadina potrebbe consumare in 22 anni (in teoria, se avesse accesso all’acqua potabile e intubata).
Quando di affronta il dibattito sul tema delle miniere di metalli, è necessario affrontare il tema ambientale con la stessa attenzione che si presta per quello economico. Dopo tutto, ricordiamo che la posizione a favore delle miniere, in generale, nega i suddetti impatti ambientali.
Tra i gruppi che si oppongono a questa industria estrattiva, abbondano le critiche centrate solamente nell’aspetto ecologico (ignorando o prendendo in considerazione solo superficialmente il tema economico). Questa posizione, anche se si può sostenere da un punto di vista dell’etica della vita, con frequenza tende a una visione idealizzata della natura e delle comunità contadine, ignorando le condizioni di povertà e di sfruttamento nelle quali quotidianamente sopravvivono.
Allo stesso modo, le critiche centrate solamente sul tema economico, perdono di vista non solo i vincoli diretti tra ambiente ed economia, ma anche che gli impatti ambientali di per sé sono motivazioni con sufficiente peso per opporsi all’attività mineraria metallica. E’ necessario che le critiche non siano centrate solo sul tema delle regalie, perché anche se queste aumentassero, ciò non eliminerebbe gli impatti ambientali.
(Camilo Salvadó, AVANCSO, 25/01/2010 – Adital) – segue -