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mercoledì 10 febbraio 2010

58 - PERCHÉ OPPORSI ALL’ATTIVITÀ DELLE MINIERE DI METALLI? (2)

L’opinione che appoggia l’attività mineraria solo a partire da argomenti economici, ha una posizione errata anche nei confronti dell’impatto ambientale. Nel peggiore dei casi lo negano, nel miglior caso lo considerano come “fatti esterni” dei quali si devono fare carico le comunità, ma non le imprese minerarie. Si afferma anche che “ogni attività umana ha un impatto su ciò che la circonda” (cosa che è certa, ma non si può paragonare l’impatto ambientale di una fattoria familiare con quello di una grande impresa mineraria o petrolifera).
Anche tra chi si oppone alle miniere è frequente trovare argomenti ugualmente centrati sull’aspetto economico (in particolare sul tema delle regalie). Certamente la  questione è cruciale. Da nessun punto di vista può considerarsi giusto che alla società mineraria rimanga il 99% dei profitti e il restante 1% venga diviso tra governo centrale e governo locale, senza che nemmeno una briciola raggiunga le comunità più povere.
Ma anche aumentando le regalie (e anche se la menzogna dell’”effetto a cascata” fosse certa), l’attività delle miniere di metalli continua ad avere gravi impatti ambientali che non rientrano in nessun calcolo economico. Incentrare il dibattito solo sulla prospettiva dei “profitti”, della “ricchezza” e dell’”oro” (anche prendendo posizione a favore delle comunità) è limitare la discussione allo stesso campo in cui vogliono collocarlo i difensori dell’attività mineraria.
Si deve discutere seriamente se è meglio prevenire gli impatti ambientali e sanitari, o dare una piccola compensazione monetaria a coloro che li soffrono. Queste sono questioni che potrebbero essere affrontate in una futura legge sulle miniere. Una legge che, sebbene aumentando le regalie (diciamo al 50%) non sia incentrata solo sul tema economico, e che non protegga solo le imprese ma anche, e soprattutto, le comunità e la natura.
Da ultimo, risulta anche urgente che il governo fornisca alternative di produzione e sopravvivenza alle comunità perché non cadano nella trappola delle false “occupazioni”. O in qualsiasi caso, se non ritiene che quello sia il suo compito o non ha sufficienti entrate per quello, dovrebbe lasciare spazio e offrire facilitazioni alle comunità perché esse stesse costruiscano le proprie alternative economiche all’attività mineraria.  
(Camilo Salvadó, AVANCSO, 25/01/2010 – Adital)   - continua