venerdì 22 gennaio 2010
38 - IMPLICAZIONI DELLA POLIZIA NEGLI OMICIDI IN GUATEMALA – 1 –
Si continuano a denunciare omicidi in Guatemala commessi per mano della polizia o di gruppi clandestini nei quali sembra che siano coinvolti membri o ex membri della polizia.
I dati raccolti da altre organizzazioni per i Diritti Umani negli ultimi anni, come il Centro di Azione Legale per i Diritti Umani (CALDH), l’Ufficio per i Diritti umani dell’Arcivescovado di Città del Guatemala (ODHA), e Sicurezza in Democrazia, indicano che il numero di questi omicidi può raggiungere il centinaio ogni anno.
I casi descritti in questo documento sono compresi tra i molti omicidi denunciati ogni anno a Amnesty International, nei quali sono coinvolti membri della polizia, o ex membri, o – come in alcuni casi – soldati che svolgevano compiti di polizia. Le circostanze che riguardano alcune di queste morti indicano che può essersi trattato di omicidi illegali e intenzionali, portati a termine per ordine delle autorità o con la loro complicità, o accondiscendenza, cioè esecuzioni stragiudiziali.
Molte delle vittime hanno caratteristiche simili. In gran parte sono giovani e molti hanno avuto contatti con il sistema di giustizia penale, e o meglio, hanno antecedenti penali, o le forze di sicurezza locali sospettano che siano implicati in attività delittuose. Alcuni sembrano essere stati scelti come vittime, per essere in qualche modo in relazione con persone sospettate di aver commesso dei delitti. La maggior parte provengono dai quartieri più marginati e poveri del Guatemala.
Gli stessi omicidi sono soliti seguire un modello determinato. Solitamente i cadaveri delle vittime appaiono in luoghi isolati, come discariche, burroni, terreni abbandonati. In molti casi hanno le mani legate dietro la schiena, e presentano lesioni che potrebbero essere conseguenze di torture. La maggior parte sono stati strangolati o hanno ricevuto un colpo in testa, come un colpo di grazia.
Il linguaggio che utilizzano i mezzi di comunicazione, e in alcune occasioni, le autorità, per descrivere questi omicidi, che possono essere considerati di “pulizia sociale”, indica a volte un atteggiamento di tolleranza e anche appoggio nei loro confronti. Il fatto che non vengano investigati immediatamente, e anche che in alcuni casi non si realizzi nessuna indagine significativa, indica una certa accettazione da pare di alcuni funzionari. Dimostra anche l’inadempimento da parte delle autorità guatemalteche del loro dovere di proteggere il diritto alla vita e mettere a disposizione delle autorità giudiziarie i responsabili delle violazioni, così come prevede il diritto internazionale dei diritti umani. (pag.2-3)