Benvenuti nel blog “Orizzonte Guatemala”! Siamo un gruppo di amici del Guatemala e con questo strumento di comunicazione e condivisione vogliamo contribuire a fare conoscere l’attualità di questo bellissimo paese, al quale ci legano vincoli di amicizia e di solidarietà con tanti amici guatemaltechi.


mercoledì 22 dicembre 2010

353 - IL NARCOTRAFFICO È IL NUOVO NEMICO DEL GUATEMALA

Terremoti, guerra civile, uragani, crisi politiche: il Guatemala è un paese abituato ai scossoni. Oggi, il paese è scosso da un nuovo nemico: i cartelli del narcotraffico.
Il fenomeno del traffico di droghe non è nuovo per il Guatemala: la sua ubicazione geografica e la sua porosa frontiera con il Messico l'hanno trasformato per anni in una tappa preferita per le droghe che hanno gli Stati Uniti come destino finale.
Le confische di droghe sono raddoppiate tra il 2008 e il 2009.
Ma la cosa preoccupante, ora, è che secondo varie relazioni, i poderosi e sofisticati cartelli messicani hanno deciso di trasferire parte delle loro operazioni verso il territorio guatemalteco.
"La violenza delle droghe sta attraversando la frontiera, tra Messico e Guatemala, poiché la dura posizione del governo messicano sta spingendo organizzazioni famose, come le Zeta verso il sud", affermava una relazione del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti al principio di quest’anno.
E ciò genera paura, in un paese considerato uno dei più violenti del mondo.
In Guatemala ci sono 52 omicidi per ogni 100.000 abitanti: in Messico, quella cifra è di 14 omicidi per ogni 100.000 abitanti mentre negli gli Stati Uniti è di 5,4.
Relazione del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.
Le cifre diventano ancora più preoccupanti quando, secondo dati delle Nazioni Unite, più del 95% di quegli omicidi rimangono impuniti.
Inoltre, secondo gli esperti, gli alti indici di povertà nel paese e l’eredità degli oltre 30 anni di conflitto armato interno - che si concluse nel 1996 - fanno del Guatemala un terreno ideale per il reclutamento di giovani nelle file del crimine organizzato.
Tutto sembra indicare che il Guatemala affronta una "tempesta perfetta", e dal governo non ci sono dubbi per la sfida.
“Dobbiamo potere affrontare questa "aggressione", affermò il presidente Álvaro Colom in un’intervista a BBC Mundo.
Come indicatore indiretto della maggiore presenza di narcotrafficanti, molti guardano al numero delle confische di droghe nel territorio guatemalteco: tra 2008 e 2009, quella cifra si è raddoppiata, secondo stime del governo statunitense.
La fragilità delle istituzioni fa che il paese sia più vulnerabile al potere dei narcotrafficanti.
Ma la presenza di questi nuovi gruppi nello scenario è anche più visibile.
Nelle zone del paese vicine alla frontiera con il Messico, come i dipartimenti di Alta Verapaz, Huehuetenango e Petén, si incominciano a vedere milizie di uomini armati con armi di grosso calibro", sostiene Norma Cruz, della Fundación Sobrevivientes.
"Sono aree che tradizionalmente hanno avuto presenza del narcotraffico, nelle quali c'è ora una serie di confronti tra gli stessi cartelli, perché in qualche modo i gruppi messicani stanno allontanando i gruppi nazionali", aggiunge.
Questo si traduce in maggior violenza: il 2009 è stato, secondo le cifre ufficiali, l'anno con la maggiore quantità di morti violente nella storia recente del Guatemala.
I numeri sono discesi lievemente nell'ultimo anno, ma quello che sì sembra mutare è la modalità di questa violenza.
In una relazione recente, l'organizzazione non governativa Gruppo di Appoggio Mutuo (GAM), assicura che nel mese di ottobre ci sono stati dodici massacri, che hanno causato almeno 40 vittime, il tipo di assassini collettivi che, secondo il GAM, non si produceva dalla dittatura militare."
Gli esperti assicurano che questi massacri sono relazionati con la crescente sofisticazione dei gruppi criminali che operano nel paese; secondo lo stesso governo, il narcotraffico causa il 41% della criminalità.
Vincoli
La fragilità delle istituzioni guatemalteche, ammessa dagli stessi funzionari del governo, fa sì che il paese sia più vulnerabile al potere dei narcotrafficanti.
"Di per sé in Guatemala vi è una struttura debole, con pochi poliziotti e pochi procuratori generali, allora le poche autorità che sono sul posto o aderiscono a questi gruppi, accettando quello che essi vogliono, o in qualche modo sono eliminati", assicura Cruz.
Questa infiltrazione del crimine organizzato all’interno delle istituzioni non si limita ai funzionari locali. A volte, arriva fino alle più alte sfere.
Già due capi della Polizia Nazionale Civile sono stati destituiti ed arrestati in casi di corruzione e vincoli con il narcotraffico; la stessa cosa è successa con la responsabile antidroga della polizia il passato marzo.
Per il momento, il governo guatemalteco ha intrapreso una titanica depurazione della polizia, nella quale, secondo lo stesso presidente, vi erano forti infiltrazioni del crimine organizzato.
Allo stesso tempo, stanno reclutando nuovi ufficiali, con l'obiettivo di avere finalmente 30.000 effettivi alla fine del suo mandato.
Strategia
Affermando ancora che gli sforzi per fermare l'ondata di violenza non hanno dato tutti i risultati attesi, Colom difende le sue iniziative e si dimostra speranzoso.
"L'investimento per la sicurezza di questo governo è stato forte", ha detto a BBC Mundo.
"Io ho la convinzione che se continuiamo con la riforma della polizia, la riforma giudiziale, il rinvigorimento del ministero pubblico, la professionalizzazione della polizia, in questo governo e nel prossimo, quella minaccia dovrebbe diminuire.
Lo spiegamento dell'esercito in posti come il Petén, il bosco tropicale alla frontiera tra Guatemala e Belize, è stato una delle strategie del governo per resistere all'utilizzo del territorio guatemalteco da parte dei cartelli della droga.
Ma molti temono che una militarizzazione del combattimento al narcotraffico - come quella che si decise in Messico - potrebbe essere controproducente.
"Quando si combatte contro qualcosa di tanto grande come il crimine organizzato, lo Stato si sottomette a doppio prova. La prima è vincere la battaglia contro il crimine organizzato, e la seconda è conquistarla mantenendo lo Stato di diritto", assicura Francisco Dall'Anese, l'attuale responsabile della Commissione Internazionale contro l'Impunità in Guatemala (CICIG).
"Nella misura in cui si pretende una soluzione violenta contro qualunque fenomeno, quello che si va a generare è ancor più violenza", nota Dall'Anesse.
BBC Mundo, 15/12/2010