martedì 6 luglio 2010
188 - CONTINUIAMO A NON SAPERE DOVE SONO. GIUSTIZIA PER LE SPARIZIONI FORZATE
Trenta anni fa 27 dirigenti sindacali della Centrale Nazionale di Lavoratori (CNT) furono fatti sparire. Essi, come migliaia di guatemalteche e guatemaltechi, sono vittime di sparizione forzata da parte dell'esercito e delle forze repressori dello Stato. Fino ad oggi noi famiglie e amici di quegli uomini e donne, studenti, maestri, sindacalisti, religiosi, catechisti, cittadini, contadini, intellettuali, artisti ed attivisti scomparsi, ci domandiamo: dove sono?
La Commissione per il Chiarimento Storico, nel suo dossier Memoria del Silenzio, conclude che la sparizione forzata fu una pratica sistematica commessa da agenti dello Stato, e le sue vittime raggiungono le 45.000 durante il conflitto armato interno. Ciò dimostra che questo delitto era pianificato intenzionalmente e che faceva parte delle politiche repressive dello Stato.
Oggi commemorando la Giornata Nazionale contro la Sparizione Forzata, il Coordinamento Genocidio Mai più, composto da diverse organizzazioni, collettivi, movimenti e privati, manifesta il suo ripudio per quei fatti e per l'impunità che esiste nei casi di sparizione forzata nel nostro paese. Di tutti i casi per sparizione forzata, due sono stati decisi in tribunale, dimostrandoci che con la volontà politica e l’indipendenza di giudizio è possibile giudicare questo delitto, poiché come stabilisce la legge e come riconfermò la Corte di Costituzionalità ed il Tribunale di Chimaltenango, è un delitto continuato, che continua vigente finché non si trova la vittima.
Manifestiamo il nostro rifiuto all'impunità per i casi del passato, ma anche per quelli del presente, perché attualmente continuiamo ad essere vittime di femminicidio, assassinii, molestie ed attacchi a difensori dei diritti umani.
Riaffermiamo il nostro impegno nei confronti dei desaparecidos, dei loro parenti e delle migliaia di vittime del conflitto armato interno; della ricerca della verità, che parte dal ricordo vivo di coloro che osarono difendere la vita; nei confronti della giustizia ed per il recupero della nostra memoria storica.
In questo luogo, simbolo della speranza di ritrovarli, ESIGIAMO, alle autorità il solerte ed efficace sviluppo delle indagini pertinenti, e così trovare i responsabili materiali ed intellettuali di questo grave delitto di lesa umanità.
Che lo Stato del Guatemala riconosca i gravi delitti commessi durante il conflitto armato interno e promuova il riconoscimento di quella parte di storia a livello sociale. Chiediamo l'approvazione della proposta di Legge 35-90, per la creazione della Commissione per la Ricerca di Persone Vittime di Sparizione Forzata.
Alla società guatemalteca in generale, rivolgiamo un appello perché si unisca alla condanna di questi atti ripudiabili che oggigiorno avvengono anche senza che nessuno li giudichi; ugualmente, a ROMPERE IL SILENZIO ed osare dare un nuovo significato alla nostra storia, a recuperare la nostra memoria, affinché si conosca la verità e non essere condannati a che l'epoca di terrore si ripeta; rivolgiamo un appello per l'indignazione sociale davanti all'impunità che colpisce il paese e contemporaneamente a non permettere che si diffonda, a denunciarla ed a dire NON PIÙ IMPUNITÀ, GUATEMALA MAI PIÙ.
Oggi non solo ricordiamo, oggi, rivendichiamo quelle lotte,
OGGI CONTINUAMO RESISTENDO
RECUPERANO LA NOSTRA STORIA,
DICENDO LA VERITA’
ESIGENDO LA GIUSTIZIA,
LOTTANDO CONTRO L’IMPUNITA’ E L’OBLIO.
2010 anno contro l'impunità
COORDINAZIONE GENOCIDIO MAI PIÙ
Guatemala, 21 giugno di 2010
Adital, 21/06/2010