Con il Vescovo Gerardi, nel XII anniversario del suo martirio, invitiamo tutti a ripetere: No all’impunità! Sì alla verità e alla Giustizia! GUATEMALA NUNCA MÁS (Guatemala: mai più).
Come Chiesa Cattolica del Petén vogliamo ricordare i quattro punti – indicati dal Papa Giovanni XXIII- sui quali si può costruire la Pace che desideriamo per le nostre famiglie, per la nostra società e per il mondo intero, che sono: la Verità, l’Amore, la Giustizia e la Libertà. Questo è lo spirito che animò il cammino di Juan Gerardi e per il quale fu assassinato. Ma la sua morte continua seme di nuove persone e di gruppi che aprono spiragli in questo sentiero pericoloso che dobbiamo continuare a percorrere alla luce di questo Testimone Fedele del Vangelo e della Vita.
A tali valori fondamentali, desideriamo indicare alcuni “valori irrinunciabili ed non negoziabili”, che l’insegnamento di Benedetto XVI ha indicato chiaramente nella sua recente Enciclica: “La verità nella carità” e che ruotano intorno alla dignità di tutta la persona umana. Sulla dignità umana infatti si basano e sono garantiti altri “fondamentali valori” che formano un insieme indivisibile: il diritto al lavoro, alla casa e alla sicurezza; la libertà di associazione e di impresa, in vista del bene comune; l’integrazione equa delle varie etnie e gruppi umani; il rispetto della creazione e dell’ambiente; la liberazione dalla povertà e dall’abbandono in cui riversa la popolazione più debole ed emarginata; il diritto ad essere liberi dalla corruzione, dalla violenza e dalla delinquenza del narcotraffico e del crimine, in particolare il crimine organizzato.
Con Mons. Gerardi ricordiamo la storia e l’esperienza della violenza vissuta per tanti decenni che, apparentemente, terminò con la firma degli Accordi di Pace certa e duratura, che avrebbero dovuto segnare il cammino di un Guatemala diverso. La violenza continua e questi Accordi di Pace sono rimasti, per molti aspetti, taciuti e sconosciuti.
La voce del popolo, umiliato e vittima di molte ingiustizie ed atrocità, è stata recepita nel progetto pastorale che, in nome della Chiesa Cattolica del Guatemala, ha animato Mons. Gerardi nel redigere il REMHI (Recupero della Memoria Storica), il quale non ha altro obiettivo se non quello di promuovere un cammino di riconciliazione e di pace. L’anno scorso il Vicariato Apostolico del Petén, nel suo territorio, ha fatto il punto della attuazione di quelle raccomandazioni, in modo da rendere concreti i suoi richiami a tutte le persone che desiderano lavorare per il bene comune della nostra società. La violenza impunita vissuta ha dato alla luce anche a «Commissione per il Chiarimento Storico», con il suo documento “Memoria del Silenzio”. Si tratta di attività per ricordare, analizzare e promuovere, con la forza della verità e dell'amore, questi sentieri di giustizia e di pace che vogliamo percorrere liberamente. Tuttavia, sia gli “Accordi di Pace” che il “REMHI” e “Memoria del Silenzio” continuano ad essere, per molti aspetti, invisibili e ignorati. Questi documenti ci danno le chiavi per comprendere le cause di tanto male e ci indicano la medicina per curare tante ferite, tante disuguaglianze e tante ingiustizie. Chiediamo in modo speciale che si riprendano i contenuti di questi documenti nel programma e nel progetto educativo delle nuove generazioni, sia perché non si ripetano le violenze sia per indicare un ideale di paese e di umanità!
In questo XII anniversario del martirio di Mons. Gerardi, vogliamo segnalare tutte le scintille che vediamo a favore di un Guatemala differente che sogniamo ed in cui speriamo: personalità sociali chiave che stanno emergendo, come le donne che si organizzano e partecipano per rivendicare i propri diritti; il popolo maya che sta rivendicando i propri diritti e che nel Petén ha ottenuto la terza sentenza di condanna, per il reato di discriminazione che avviene nel paese; i quartieri ed i villaggi si stanno organizzando in consigli comunitari per il progresso, associazioni e cooperative per cercare uno sviluppo rurale sostenibile, e la presa di coscienza per proteggere e curare l’ambiente naturale che interagisce intrinsecamente con gli esseri umani, insomma tutte le persone che credono, amano e lottano giornalmente per superare tutti i loro problemi.
Vediamo anche luci positive in mezzo a tanti casi di impunità, corruzione e ingiustizia che coinvolgono membri delle forze politiche, militari o economiche del paese, che violano i diritti umani o saccheggiano il patrimonio pubblico o lo mettono esclusivamente al proprio servizio. In particolare, come Chiesa del Petén, sentiamo forte l’urgenza di risvegliare nella popolazione – incominciando dai responsabili della vita pubblica e del bene comune - un’esplosione di “nuova moralità” di fronte ai ripetuti e vergognosi casi di corruzione quasi istituzionalizzata (per esempio: i giornali segnalano “nostro caso di corruzione quotidiano”) e ciò di fronte ai gravi e a volte drammatici problemi di ordine economico-finanziario, giuridico, sanitario, educativo, sociale, culturale, ambientale e politico. Ogni giudizio contro questi casi è "una buona notizia", nel contesto di questo enorme lavoro, di troncare con l'impunità nella quale sono stati commessi e continuano a commettersi tanti fatti condannabili. Il lavoro di poliziotti, procuratori e giudici onesti; il risanamento sociale avviato da alcuni settori di persone a beneficio della giustizia e dei procedimenti trasparenti; insieme agli aiuti internazionali, in particolare, per esempio, quello della Commissione Internazionale Contro l’Impunità in Guatemala -CICIG-; ci incoraggia a credere che possiamo cambiare la situazione e che insieme abbatteremo il muro di impunità che continua a coprire tanta corruzione ed immoralità. Nel Petén, poi, esigiamo giustizia e risarcimento integrale per le tante vittime di numerose comunità che furono violentate e massacrate.
Come Chiesa Cattolica, insieme al sangue del Martire della Pace, Juan Gerardi, vogliamo continuare a offrire azioni concrete di pastorale per il bene delle persone e delle comunità del Petén, e chiediamo a tutti gli uomini e donne di buona volontà, di unire le forze nella stessa direzione per la ricerca del bene comune della società petenera, affinché ci sia rispetto pieno per la vita, con particolare attenzione per le donne, le persone indigene e la biodiversità naturale in cui viviamo. In relazione a questo ultimo punto chiediamo alle Autorità una spiegazione circa la possibilità di rinnovare il contratto petrolifero nell’area della Laguna del Tigre, dato che il “Regolamento della Legge delle Aree protette” (n.750-90) proibisce l’esplorazione e lo sfruttamento dell’industria petrolifera nei parchi nazionali, cosa prevista inoltre dagli accordi firmati da parte dello Stato del Guatemala.
Ci uniamo a tutte le persone di buona volontà per continuare a costruire quel Guatemala giusto e in pace che sognò e per il quale diede la sua vita Monsignor Juan Jose Gerardi Conedera.
Flores, Petén, Vicariato Apostólico, aprile 2010