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giovedì 29 dicembre 2011

563 - POLEMICA AL COMPIMENTO DEI 15 ANNI DEGLI ACCORDI DI PACE


Oggi si compiono 15 anni dalla firma degli accordi della pace che hanno messo fine al conflitto armato interno che durò 36 anni, ed è motivo di festeggiamento per il Governo, e di rifiuto per gruppi sociali.
Le lamentele, alcune condivise dal presidente Álvaro Colom e dal suo successore, Otto Pérez Molina, si incentrano nel fatto che gli accordi di pace hanno fatto tacere le armi e gettato le basi per dare vita a un'agenda nazionale, ma questo è ancora in attesa di realizzarsi. 
Alcuni settori sociali vedono grandi ritardi nel compimento degli impegni e frustrazioni storiche accumulate.
Colom che oggi ha a suo carico il cambio della rosa, si è giustificato, perché, ha detto, è stato sette anni "creando le condizioni per la firma della pace."
Ha aggiunto che è stato il primo funzionario a visitare le aree colpite dal conflitto armato, come Nuevo Xalbal, Ixcán, Quiché, quando dirigeva il Fondo Nazionale per la Pace.
Pérez Molina è riunito con membri del Consiglio Nazionale per il Compimento degli Accordi di Pace, per stabilire un rilancio di quel piano nel 2012, ponendo enfasi nella sicurezza, giustizia e cambiamento climatico.
Il futuro governante, che ha detto di non essere stato invitato ai festeggiamenti di oggi, ha promesso di riunirsi col Consiglio prima della presa di possesso, il prossimo 14 gennaio, per ascoltare progetti concreti sul rilancio.
Poco da celebrare
Al contrario, ieri è stata effettuata una commemorazione alternativa di quell'avvenimento, organizzata dalla Convergenza Nazionale Maya Waqib´Kej, con attività culturali nella Piazza della Costituzione.
Secondo il dirigente contadino Daniel Pascual, la data non invita alla celebrazione, perché "le cause della guerra, come la discriminazione, il razzismo e patriarcato, continuano ad essere latenti". 
La mancanza di compimento degli accordi da parte dello Stato impedisce a quei raggruppamenti di condividere le celebrazioni del governo centrale e della Municipalità, ha aggiunto Pascual.
La Convergenza segnala ritardi negli accordi su Aspetti Socioeconomici e Situazione Agraria, ed Identità e Diritti dei Popoli Indigeni.
Indica anche che i governi, dopo la firma della pace, hanno continuato con "lo stesso modello economico" e non hanno intrapreso riforme profonde dello Stato.
Yolanda Chali, dirigente di Convergenza, ha segnalato che lo Stato è ancora il principale attore che viola i diritti umani.
Prensa Libre, 29/12/2011