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domenica 11 dicembre 2011

555 - PERCHÉ HANNO VOTATO PER PÉREZ MOLINA LE AREE DISTRUTTE DALLA GUERRA?

Una semplice croce bianca di cemento indica il luogo, vicino al ponte attraverso il quale si entra nel piccolo villaggio di Chel, nel dipartimento dell’altopiano guatemalteco del Quiché, dove 95 civili maya ixil furono brutalmente assassinati il 3 aprile 1982.
Non c’è nessuna targa, né fiori, né i nomi incisi sulla pietra, solo un umile promemoria degli uomini e donne crivellati a colpi di arma da fuoco o fatti a pezzi a fendenti e dei bambini, i cui piccoli corpi furono gettati contro le rocce dai soldati della Task Force Gumarcaj.
Il massacro è descritto nei dettagli in "Guatemala: Memoria del silenzio", la relazione elaborata dalla Commissione per il Chiarimento Storico, patrocinata dalle Nazioni Unite, dopo la firma degli Accordi di Pace nel 1996.
Agli inizi della decade del 1980, i municipi come il Triangolo Ixil, Santa María Nebaj, San Gaspar Chajul e San Juan Cotzal, nel Quiché, si erano trasformati in uno dei principali scenari delle operazioni insurrezionali dell'Esercito Guerrigliero dei Poveri (EGP).
"La guerriglia sono i pesci. Il popolo è il mare. Se non puoi prendere i pesci, devi prosciugare il mare". Così giustificava il dittatore Efraín Ríos Montt (1982-83) le sue azioni brutali contro la popolazione ixil nel tentativo di eliminare le forze ribelli.
Il presidente eletto del Guatemala, il generale ritirato dell'esercito Otto Pérez Molina, fu uno dei comandanti della Task Force Gumarcaj, ubicata a Chajul, dove 26 villaggi furono distrutti totalmente o parzialmente, si verificarono dieci massacri, 317 civili disarmati furono assassinati e 9.000 persone furono sfollate.
I risultati delle elezioni di quest’anno rivelano un dato sorprendente: la maggioranza di elettori delle tre municipalità ixil hanno scelto Pérez Molina nel primo turno elettorale. Ma questo risultato si capovolse durante il ballottaggio, il 6 novembre, quando questi elettori hanno scelto il candidato oppositore Manuel Baldizón.
Vincoli con molteplici massacri
Nel marzo 1982, un mese prima del massacro di Chel, era stata commessa un'altra atrocità, questa volta nel municipio di Rabinal, nel dipartimento settentrionale di Baja Verapaz, dove le Pattuglie di Difesa Civile, come erano conosciute le forze paramilitari, assassinarono 70 donne e 107 bambini.
Rabinal ha votato massicciamente per il conservatore Partito Patriota (PP) di Pérez Molina, sia al primo turno che al ballottaggio, in due elezioni generali consecutive. Questo sembra confermare una tendenza preoccupante: alcune delle popolazioni maya, che subirono la peggiore violenza della politica di "terra bruciata" dell'Esercito, appoggiano un candidato che partecipò attivamente a quel capitolo sanguinoso della storia del Guatemala.
Juan Dionisio Marcos de Leon, leader giovanile maya di Nebaj, nacque un anno dopo i massacri nel Triangolo Ixil, ma è molto informato sulla storia del suo paese. Ha detto che, paradossalmente, molta gente in Nebaj considera Rios Montt come un eroe. "Amano Rios Montt perché secondo loro ha fatto costruire la strada nell'area ixil. Ma ciò era stato fatto allo scopo di poter mobilitare l’esercito, non per beneficiare la popolazione ixil", ha detto De Leon.
I parenti di quegli assassinati dall'Esercito tendono a scegliere opzioni non militari, come il partito governante Unità Nazionale della Speranza (UNE). Il resto tende a votare indipendentemente per il candidato che distribuisca più donazioni, indipendentemente se è un generale ritirato dell'Esercito che assassinò il suo popolo.
Perché il cambiamento?
Ma perché le tre municipalità ixil votarono per Pérez Molina nel primo turno e per Baldizón nel ballottaggio?
Il politologo Renzo Rosal, dell'Università Rafael Landívar, afferma che le atrocità della guerra non crearono una coscienza antimilitare tra le popolazioni indigene colpite, a causa della breccia generazionale tra gli elettori di oggi e i danneggiati dal conflitto armato.
"Alle nuove generazioni interessa guardare avanti, la storia è come una zavorra che cercano di negare", disse.
Quindici anni dopo gli Accordi di Pace, il Ministero dell’Educazione non ha ancora incluso il conflitto armato e le sue cause nel piano di studi. Come risultato, una nuova generazione dei guatemaltechi non è informata della propria storia.
Gli ex paramilitari hanno ancora un forte potere sulle strutture politiche locali e molte popolazioni indigene sono profondamente conservatrici a causa dell'influenza delle chiese evangeliche, che normalmente predicano che gli stessi poveri sono i colpevole della loro situazione, aggiunge Rosal.
Della stessa opinione è Edgar Gutiérrez, collaboratore principale di Mons. Juan José Gerardi nell'elaborazione della relazione Recupero della Memoria Storica (REMHI), un sforzo diretto dalla Chiesa Cattolica per registrare le violazioni dei diritti umani commesse durante il conflitto armato.
"I massacri in sé sono un dato che crea una frattura nella storia e nella vita delle comunità. Ma che cosa succede poi? Chi ha interpretato quella storia durante gli ultimi trenta anni? Nella maggioranza di luoghi è stato l'Esercito quello che è rimasto, dicendo ‘vi abbiamo salvati, [i gruppi guerriglieri] vi hanno ingannato, vi hanno usato e vi hanno abbandonato", ha detto Gutiérrez.
"Io sono tornato, dopo il REMHI, in varie comunità dove raccolsi le testimonianze e la gente continua a parlare dello stesso passato con la stessa amarezza, ma ora aggiunge gli inganni del governo, il fatto dell’incompleto risarcimento e l'assalto di bande giovanili. Non c'è una connessione diretta tra quel passato dantesco e il significato di un governo del PP", aggiunse.
Adital, 08/12/2011