1.Nei confronti della prossima campagna elettorale
Non possiamo cessare di menzionare alcuni fatti che non favoriscono, secondo il nostro giudizio, la realizzazione di una campagna elettorale rispettosa della legge e della libertà personale.
Benché questa non sia stata ufficialmente dichiarata, è sorprendente il numero di ostacoli, messaggi pubblicitari di partiti politici e possibili candidati, le visite in differenti luoghi degli stessi candidati, che praticamente e in modo non ufficiale hanno incominciato già la campagna elettorale. Questo dimostra la debolezza di un sistema elettorale che non ha la sufficiente forza coercitiva per controllare queste iniziative e la mancanza di responsabilità dei partiti e dei loro rappresentanti, che offrono un'immagine di persone che, al di sopra perfino della legge, vogliono raggiungere il potere. Vedendo l'apparato mediatico utilizzato ci domandiamo da dove viene tutto il denaro che si utilizza per finanziare queste spese. Fino al momento, pochi partiti politici hanno resa pubblica la loro volontà di manifestare al popolo del Guatemala la provenienza dei loro fondi economici per la campagna. Questo è grave, soprattutto quando da campagne passate ci sono state "dicerie", motivate o no, dell'influenza finanziaria dei narcotrafficanti o di gruppi di potere economico nelle campagne elettorali di alcuni partiti.
Attualmente, dopo lunghi anni di dittature ed autoritarismo, il Guatemala si è incamminato in un sistema democratico, che non solamente permette, ma esige, nuove e più ampie forme di partecipazione di tutti i cittadini/e nei temi pubblici. Il rafforzamento della democrazia in Guatemala è una responsabilità di tutti. Un modo privilegiato di farlo è il voto, per contribuire alla costruzione di una società secondo quanto stabilito negli accordi di pace. I Vescovi del Guatemala sollecitiamo tutti i cittadini a registrarsi e a compiere responsabilmente il loro obbligo di votare, e a coloro che sono già registrati ad esercitare il loro diritto e dovere di votare in modo serio, libero, cosciente e ben informato. Mettiamo tutti il nostro sforzo per una campagna elettorale che sia libera dalla violenza e rispettosa. Chiediamo a coloro che hanno la responsabilità di assicurare la legalità e la giustizia nel processo elettorale, che la compiano basandosi sulla legge.
2. Nei confronti dell’istituzione del matrimonio
In questi ultimi giorni ci sono state discussioni intorno all'istituzione del matrimonio, alla sua stabilità e funzione nella società.
La Chiesa sostiene che la famiglia è il fondamento della società. Tra battezzati, il matrimonio valido è quello che si realizza nella Chiesa e che ha carattere sacramentale, ed è esclusivo ed indissolubile. Tuttavia, il matrimonio ha un fondamento nella legge naturale, per questo l'unione di un uomo ed una donna per formare una famiglia, anche se non raggiunge la dignità di sacramento, ha un valore naturale. Crediamo che, come l'istituzione del matrimonio sia il fondamento della famiglia e della società, non può assoggettarsi ad altri interessi. Pertanto l'istituzione del matrimonio, perfino nelle sue realizzazioni carenti, ha un carattere non negoziabile. Questa responsabilità è tanto maggiore quando il matrimonio o la sua dissoluzione avviene tra persone importanti nella società, in modo che le loro azioni possono costituire modelli di comportamento per altri. Sosteniamo che l'istituzione del matrimonio non è un tema negoziabile. Chiediamo, unanimemente con moltissimi guatemaltechi che si rispettino le leggi che proteggono il matrimonio e favoriscono la sua stabilità.
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4. Nei confronti delle problematiche sociali ed agrarie.
Gli sgombri violenti realizzati dal 15 al 17 del mese di marzo scorso nella Valle del Polochic in Alta Verapaz, con il saldo di un morto, vari feriti e coltivazioni distrutte, sono una dimostrazione in più dell'incapacità o della mancanza di volontà di cercare soluzioni di fondo e permanenti ai conflitti agrari e sociali, mediante il dialogo costruttivo e i negoziati. In questo contesto, la disposizione governativa di elaborare un regolamento applicativo dell'Accordo 169, senza avere consultato le popolazioni indigene, è un'iniziativa che si contrappone alla lettera e lo spirito dello stesso Accordo ed agli Accordi di pace sull’identità e i diritti dei popoli indigeni.
Deploriamo che prevalgano gli interessi di grandi imprese agroindustriali di fronte ai principi chiave della Dottrina Sociale della Chiesa, quali la destinazione universale dei beni, il diritto alla vita, superiore al diritto della proprietà e le limitazioni che questo ultimo può avere.
Deploriamo che ci siano organizzazioni contadine che propiziano mobilitazioni ed invasioni irresponsabili che mettono in pericolo la sicurezza delle comunità.
Crediamo che sia possibile giungere ad un sviluppo umano integrale con il concorso di tutti i guatemaltechi.
Incoraggiamo a continuare a percorrere la strada quaresimale verso la Pasqua e ci affidiamo alla protezione materna della Vergine Maria. Invitiamo a continuare pregando per la pace e prosperità della nostra patria.
Guatemala 7 aprile 2011.
+ Pablo Vizcaíno Prado Vescovo di Suchitepéquez – Retalhuleu, Presidente Conferenza Episcopale del Guatemala
+ Bernabé de Jesús Sagastume vescovo di Santa Rosa de Lima, Segretario Generale Conferenza Episcopale del Guatemala