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giovedì 20 dicembre 2012

679 - PRESA DI POSIZIONE POLITICA NEL QUADRO DELL'OXLAJUJ B´AK'TUN

Consiglio del Popoli Maya dell’Occidente “per la difesa della vita e del territorio"

PRESA DI POSIZIONE POLITICA NEL QUADRO DELL'OXLAJUJ B´AK'TUN

Le autorità dei popoli maya dell’Occidente del Guatemala, riuniti in consiglio, rendiamo noto:

L'Oxlajuj B'ak´tun è il tempo per rafforzare la saggezza ancestrale, la pratica e la ricerca permanente dell'equilibrio; un momento di trascendenza, per elevare la coscienza degli esseri umani e riconoscerci come tali, per raggiungere l'intesa collettiva. Significa che dobbiamo fare in modo che l'essere umano sia "davvero umano in equilibrio con il cosmo e la Madre Terra", attraverso l'intreccio e il rispetto tra culture e la valutazione dell'identità di ogni popolo, poiché, senza questo, il vincolo dell'individuo con la sua realtà è impossibile.
È irritante per il popolo Maya che il potere economico e le istituzioni di governo riducano a folklore l'OxlajujB‘ak‘tun, mercanteggiando un avvenimento importante, facendone una immagine politica a partire dalla promozione turistica, la presentazione di spettacoli, che non propiziano una interpretazione adeguata alla cosmovisione Maya.
È irriverente da parte del governo del Guatemala quando fa credere alla comunità internazionale che sta promuovendo la cultura maya, mentre continua a sviluppare una politica aggressiva di appropriazione dei nostri beni naturali, che si manifesta in centinaia di concessioni ed imposizione di progetti minerari, centrali idroelettriche, petrolio, monocolture per imprese multinazionali; in nome del falso sviluppo come metodo di dominazione e razzismo in Guatemala.
La criminalizzazione delle lotte sociali e la repressione contro i nostri popoli ed autorità, è stata la risposta dell'istituzione dello Stato, di fronte all'esercizio dei nostri diritti collettivi regolati dall'Accordo 169 dell'OIL e dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite su Diritti dei Popoli Indigeni.
L'attentato contro i nostri popoli: 1 maggio in Santa Cruz Barillas, il massacro del 4 ottobre in Totonicapán, ci obbliga a continuare il nostro processo di ricostituzione e rafforzamento delle nostre autorità ed istituzioni proprie; continueremo a chiedere l'applicazione corretta delle norme e principi regolati nell'Accordo 169 dell'OIL e dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei popoli Indigeni. A partire dalla nuova era, noi popoli indigeni dobbiamo passare dalla sottomissione alla partecipazione effettiva come soggetti politici storici.
La riforma presidenziale alla Costituzione Politica della Repubblica, le riforme alla Legge del settore minerario e del Magistero, sono iniziative del Governo che non favoriscono i nostri popoli, piuttosto costituiscono un arretramento delle conquiste delle lotte sociali, perché sono dirette a consolidare il modello economico di accumulazione basato sugli agro commerci: sfruttamento minerario, industria petrolifera, idroelettriche, la privatizzazione del servizio pubblico che è a vantaggio solo di un ridotto numero di famiglie che storicamente hanno sfruttato e soffocato i nostri popoli.
Pertanto, ricorriamo ai nostri principi e procedimenti ancestrali di presa di decisione, e, nel Consiglio stabiliamo la cosa seguente:
- Fare un appello a tutte le nazioni Maya e ai popoli che convivivono in Guatemala, esercitare il nostro diritto di libera determinazione, mediante la ricostituzione e rafforzamento delle nostre nazionalità e popoli, per costruire un ordine politico e sociale basato sulle relazioni di intesa e rispetto mutuo; e, un modello economico basato sui principi, valori e pratiche della nostra cosmovisione. 
- Non permettere più l'utilizzo dei nostri simboli per nominare operazioni militari e di polizia, nemmeno per menzionare progetti che attentano l’armonia e la vita dei popoli; ci impegniamo a restituire i nostri centri politici ancestrali per lo sviluppo del pensiero politico della nuova generazione.
1. Sostenere processi politici e giuridici per esigere, dal Governo, l'implementazione effettiva dell'Accordo 169 dell'OIL e della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei Popoli Indigeni, in tutta la legislazione nazionale.
2. Il nostro riconoscimento a tutte civiltà ancestrali del mondo che hanno segnato la storia e la cronologia del tempo, che devono essere parte della nostra ispirazione ed aspirazione di trasformare le relazioni sociali e politiche.
3. Agli scienziati del mondo: devono guardare indietro e in avanti, perché i lasciti ancestrali continuano ad avere validità. Richiamiamo a non fare uso soggettivo, né apocalittico, dei cicli di tempo marcati nel nostro calendario. 
Occidente del Guatemala, 30 Novembre 2012
http://oxlajujbaktuncpo.org/recsm/