Durante un incontro realizzato nella sede della Cancelleria, il presidente ha spiegato ai diplomatici i danni causati dal sisma di magnitudo 7.2, che è costato la vita di almeno 42 persone, come le azioni intraprese dal governo per rispondere all'emergenza.
Pérez Molina ha ringraziato per l'aiuto umanitario che paesi come Spagna, Venezuela, Stati Uniti e Taiwan hanno concesso al paese, come le offerte di appoggio che hanno fatto altri Governi ed organismi finanziari.
Precisò che per il momento non si sono quantificati ancora i danni provocati dal terremoto, ha chiarito che il Governo conta con sufficienti risorse per fare di fronte alle prime fasi della ricostruzione, ma ha sollecitato appoggio per completare quel processo.
L'aiuto della comunità internazionale, ha indicato, sarà chiesto "in forma ordinata" per garantire che gli aiuti non siano duplicati, e siano utilizzati per coprire le necessità più importanti della popolazione.
Secondo l'ultima notizia ufficiale, il terremoto dello scorso mercoledì ha lasciato circa 20.362 danneggiati e 9.441 abitazioni sinistrate, 2.637 delle quali inabitabili e saranno demolite, mentre altre 3.374 hanno subito danni modesti, e 3.879 danni lievi e 524 sono a rischio.
Un totale di 18.755 persone sono state evacuate e di esse 7.218 ricevono attenzione in 61 rifugi in San Marcos, Quiché e Quetzaltenango, i dipartimenti più colpiti dal terremoto.
Secondo l'Istituto di Sismologia, dal passato 7 novembre si sono registrate circa 160 scosse, le più forti di esse, di magnitudo 6.2 gradi Richter, sentite il pomeriggio di questa domenica.
Prensa Libre, 12/11/2012