- Come sta presidente?
- Guardi, passando un po' momenti difficili con la situazione che ci sta toccando vivere.
Il terremoto di 7,2 gradi della scala Richter, che mercoledì ha colpito gran parte del territorio guatemalteco lancia già 52 morti e 22 dispersi, oltre a 250 feriti, 2.966 sfollati e 762 ospitati in alberghi.
E la cosa peggiore deve ancora venire.
"Comincia ora l’esame dei danni materiali e quello che più ci colpisce sono le case con danni gravi che sono rimaste praticamente inabitabili", afferma Pérez Molina.
Le attuali 2.500 case in queste condizioni potrebbero quadruplicarsi, afferma il presidente. "Questo numero sono sicuro che è destinato a salire significativamente nelle prossime 48 ore, perché ora le unità incominciano a dare priorità alla verifica delle case danneggiate", spiega. Questo significherebbe 50.000 danneggiati.
“Dobbiamo mettere a fuoco l’emergenza e vedere come mettiamo a disposizione le risorse affinché la gente possa accedere ai sussidi", ha detto Pérez Molina.
In questo senso, il presidente ha rivolto un appello alla comunità internazionale: "Dove abbiamo bisogno di più aiuto è nella ricostruzione."
L'aiuto umanitario si sta canalizzando attraverso la Croce Rossa.
La scossa antistante col Messico
La zona più colpita dal terremoto è l'area di San Marcos. Dal giorno di ieri si è incominciato a portare gli aiuti umanitari richiesti. Inoltre è stato rifornito l'ospedale ed i centri di salute per dare priorità ai feriti.
Sono intervenute unità dell'esercito, unità di ricerca, unità della polizia nazionale civile per andare a rinforzare la sicurezza che stava richiedendo la popolazione", ha detto il presidente.
Inoltre, si mobilitò il contingente del ministero delle Comunicazioni ed Infrastruttura, per ripulire le frane lungo le strade e lasciare pulite le vie. Sperano di potere ristabilire il servizio di acqua potabile nelle prossime ore. Una buona notizia: dei 116.000 colpiti dalla sospensione dell’elettricità, oggi solo rimaneva il 5% con problemi, alla restante popolazione è stato ristabilito il servizio.
Il dipartimento di San Marcos confina per più di 200 chilometri con la frontiera col Messico. È una zona molto difficile. Attorno a questa frontiera si muove il crimine organizzato: narcotraffico, traffico di armi, traffico di illegali. Oltre alla problematica del contrabbando che si registra nell'area confinante."
Sebbene i municipi più danneggiati non stanno direttamente lungo la frontiera, ma al centro della regione, il presidente riconosce che "è uno dei dipartimenti con un alto grado di complessità."
BBC Mondo 8/11/2012