Il 4 ottobre gli indigeni dei 48 cantoni della zona di Totonicapán avevano bloccato in cinque punti le autostrade che collegano il capoluogo del dipartimento per protestare contro l'alto prezzo dell'energia elettrica e la proposta di riforma costituzionale presentate dall'Esecutivo. L'esercito, giunto sul luogo della manifestazione, chiamato Alaska, per sbloccare le strade, ha aperto il fuoco per motivi ancora non definiti. Nello scontro sono morti 6 indigeni e sono rimasti feriti molti manifestanti. Il 15 ottobre l'ONU ha chiesto al governo del Guatemala di chiarire la vicenda e stabilire un dialogo con gli indigeni.
La nota inviata all’Agenzia Fides riferisce che Mons. Alvaro Ramazzini si è rivolto alle migliaia di indigeni che avevano partecipato, martedì 23 ottobre, alla marcia pacifica di 7 chilometri svoltasi senza bloccare le strade. La marcia si è conclusa nella piazza di San Miguel a Totonicapán, dove il Vescovo ha guidato la preghiera per i morti negli incidenti di Alaska e ha concluso il suo intervento con una riflessione pubblica diretta al governo.
Riguardo alla legge sullo sviluppo rurale, che non viene presa in considerazione, Mons. Ramazzini ha detto: "E' uno schiaffo ai contadini. E' come premere ulteriormente sulla ferita e sulla sofferenza dei fratelli contadini. Bisogna cambiare mentalità e diventare effettivamente rappresentanti degli interessi legittimi del popolo del Guatemala". Poi, parlando di ciò che è successo con la legge mineraria, ha detto: "il ministro dell'Energia e delle Miniere ha proposto una riforma senza tenere conto che siamo contrari a un modello di sviluppo basato sul settore minerario." (CE)
Agenzia Fides, 25/10/2012